La birra è una bevanda antichissima. La storia dell’alcolico più famoso di sempre è insita nelle origini della civiltà. Tra mistero e tradizione essa è stata sempre importante per l’uomo, in quanto fonte preziosa di sostentamento. Ma la birra che si beve tranquillamente oggi, è solo una piccola cellula di ciò che era in passato. Il merito va al Reinheitsgebot, l’editto sulla purezza che ha dato una svolta alla birra e agli ingredienti in essa contenuti. Ma è tutto vero quello che si pensa dell’editto sulla purezza della birra?
Indice
- Il Reinheitsgebot. L’editto sulla purezza della birra
- I principi: sicurezza e salute
- La purezza: un esempio per tutti!
- Il retroscena del Reinheitsgebot
- Considerazioni
Il Reinheitsgebot. L’editto sulla purezza della birra
Il Reinheitsgebot ha cambiato per sempre il volto della birra. La sua applicazione risale al 1516, confermandosi la più antica legge sulla protezione dei consumatori. Prima della sua attuazione, gli ingredienti della birra non avevano una vera e propria logica.
Tra henbane, spina mela, trucioli di legno, pece, fuliggine e la mortale belladonna, gli ingredienti della birra erano pericolosamente tanti. Non era importante il contenuto di ciò che si beveva, purché il sapore e l’effetto inebriante fosse indiscutibile.
Purtroppo l’antica composizione della birra non era per niente rassicurante. Nella migliore delle ipotesi portava malessere, in altre circostanze poteva essere addirittura mortale. Tutto ciò era intollerabile! La birra era fonte di nutrimento, e come tale doveva essere sicura e tutelata.
I principi: sicurezza e salute
La sicurezza al consumatore di birra venne data dal Reinheitsgebot. Era un editto sulla purezza emanato, il 23 aprile 1516 nella città di Ingolstadt. Il firmatario della legge fu il duca bavarese Guglielmo IV insieme al fratello Ludovico X. I principi di questo emendamento, basati su sicurezza e salute, furono racchiusi in tre obiettivi primari:
- Garanzia dei prezzi. Una tutela che andava contro i costi esagerati della birra. Il prezzo era fissato a 1-2 Pfennig (vecchia moneta tedesca) per Maß (unità di misura bavarese pari a 1,069 litri);
- Divieto d’utilizzo del grano. Il grano serviva per fare il pane! Il controllo sulla materia prima evitava la concorrenza tra panificatori e birrai. Questo scongiurava l’aumento del prezzo del pane. L’astuta tutela riduceva il rischio di ribellioni e violenze ai danni delle autorità, salvaguardando di conseguenza il potere delle stesse;
- Divieto di utilizzare ingredienti aromatici all’infuori del luppolo. L’editto prevedeva come ingredienti per produrre birra solo: acqua, malto e luppolo. Il lievito non era stato ancora compreso tra gli ingredienti, perché sconosciuto. La maggior parte delle fermentazioni avveniva con lieviti raccolti da birre passate oppure da lieviti spontanei. Il divieto di usare ingredienti aromatici, oltre al luppolo, evitò la produzione di bevande tossiche e velenose.
La purezza: un esempio per tutti!
La protezione dei cittadini da ingredienti pericolosi, era un tema antecedente al Reinheitsgebot. A tale proposito esistevano alcune leggi provinciali, attuate diversi secoli prima. Purtroppo l’osservanza di queste norme era circoscritta e di poca rilevanza. La svolta sulla produzione di birra si ebbe con la crescente influenza dei sovrani bavaresi. Questi dotati di grande autorità diedero maggiore notorietà all’editto sulla purezza.
Nel tempo, le birre prodotte secondo l’editto furono sinonimo di qualità. Questo portò le altre provincie ad uniformarsi alla legge. Col susseguirsi dei secoli, grazie anche alla riunificazione tedesca di Bismarck e Guglielmo I del 1871, la legge venne applicata a tutta la Germania e ufficializzata da un atto imperiale del 7 giungo 1907. Questo portò alla massiccia espansione del pensiero bavarese e alla conseguente resa di altre usanze birraie.
Il retroscena del Reinheitsgebot
Nonostante l’indiscutibile efficacia della legge del 1516, dietro l’editto sulla purezza probabilmente risiede un particolare gioco di potere. Pensare al Reinheitsgebot come un emendamento protettivo nei confronti del bevitore di birra, è sicuramente corretto. Ma è anche vero che attraverso questa legge, si è radicato un sentimento di “perfezione” costruito intorno al modello tedesco.
Viene da pensare ad una specie di “protezionismo”. Il quale nel corso dei secoli si è fatto strada, eliminando ogni possibile contaminazione da tutto ciò che fosse estraneo al Reinheitsgebot. In tutto questo, la storia avvalora la tesi!
Basti pensare alla riunificazione tedesca del 1871. In questa circostanza, la Baviera pretese l’estensione del Reinheitsgebot in tutta la Germania. Nel 1906 l’editto sulla purezza diventò legge nazionale, e le tante birre speziate del Nord Germanico diventarono fuorilegge. Il modello tedesco diventò l’emblema di tutta la Germania.
Un altro indizio si manifesta con l’Unione Europea. Il Reinheitsgebot impediva l’ingresso in Germania a birre d’importazione, prodotte con criteri differenti. Attraverso una causa intentata da birrai francesi nel 1987, la Corte Europea dichiarò illegale l’editto sulla purezza.
Questo antico emendamento violava l’art. 30 del Trattato di Roma del 1957. Era inconcepibile pensare ad una limitazione sulla circolazione delle merci, all’interno della Comunità Europea. La Germania naturalmente ne uscì penalizzata. Essa dovette limitarsi a regolamentare solo le birre prodotte nel territorio tedesco, in cui vige ancora la convinzione “del prodotto migliore”.
Ad oggi le birre prodotte in Germania, sono definite dalle leggi europee “patrimonio culinario europeo” e indicate come IGP (Bremer, Kölsch e Monaco). Status non riconosciuto dall’Unesco, che vede nella birra tedesca solo un ottimo prodotto industriale.
Considerazioni
Legge straordinaria, gioco politico o protezionismo? Sicuramente si deve tanto al Reinheitsgebot. Grazie ad esso la preziosa bevanda è diventata sicura. Ma i tempi e la birra sono cambiati! Purtroppo c’è da dire che dopo tanti anni, l’editto della purezza ha la stessa considerazione che aveva 5 secoli fa. Basti pensare ai festeggiamenti statali nel 2016 a Monaco per i 500 anni.
L’idea che continua ad avvalorare la teoria “del prodotto migliore Made in Germany“, non fa altro che incentivare il mistero sulle vere intenzioni del Reinheitsgebot. La linea tra protezionismo e legge per il consumatore è molto sottile!
La birra è una meraviglia ereditata dai secoli, che merita d’essere rispettata in ogni sua sfaccettatura! Non dovrebbe sminuirsi in futili pensieri basati su manovre di nazionalità o manifattura d’élite. E’ un sacrilegio “confinare” l’estro innato di un birraio, dove arte e fantasia s’incontrano in un boccale.
Buona birra a tutti.