Lo sport e la birra sono da sempre un connubio vincente. Insieme creano quel legame con cui condividere gioie e dolori, attraverso un’emozione insita in ognuno di noi. Non fanno eccezione gli atleti, che nonostante gli allenamenti, vedono nella birra una vera e propria passione. Ne sa qualcosa Simone Flamini, noto cestista della Serie A di basket, che dopo il ritiro dal mondo agonistico si è dedicato all’universo della birra. In suo onore nasce Ala Pivot, la Double Dry Hopping IPA luppolata a freddo!
Simone Flamini, classe 82′ nato a Macerata, esordì nella serie A di Basket nel 1998 con la Victoria Libertas di Pesaro Urbino. Nel corso degli anni ha indossato molte maglie, ma gran parte della carriera l’ha giocata nella sua cara regione, le Marche!
Concluso il capitolo Basket, incomincia a scrivere nuove pagine nel mondo della birra diventando uno stimato Publican. Inizia da Pesaro, dove apre il TipoPub, per poi volare a Barcellona e dedicarsi al Pepita. In Spagna si presenta la splendida opportunità di diventare collaboratore del Criezo Brewing di Zaragoza, che porta l’ex cestista della Victoria Libertas a destreggiarsi tra luppoli e malti.
Dal Basket alla birra: come nasce questa passione?
Abbiamo voluto chiedere all’ex cestista di Serie A, Simone Flamini, come inizia la sua avventura nel mondo della birra, che afferma: “Ho fatto il professionista per tanti anni. Nel tempo libero ho sviluppato molte passioni, tra cui il mangiar bene e il ber bene! Ero a Roma e sono finito al noto pub di Trastevere ‘Ma che siete venuti a fa’‘. Li ho provato la Tipopils e sono rimasto scioccato. Da qui è iniziata la passione! Era una birra stupenda, ‘croccante’, buonissima. Dopo quell’assaggio, sono riuscito a coinvolgere il mio socio attuale nell’aprire qualcosa a fine carriera, e così nacque il TipoPub a Pesaro.
Da Pesaro, visto il successo e considerando che non avevo mai fatto un’esperienza fuori con la pallacanestro, ho voluto provare con la birra. Allora penso alla Spagna, dove la birra era e continua ad essere in crescita. In particolare penso a Barcellona, una città dove andavo spesso e che mi piace molto. Così abbiamo trovato un locale e ci siamo imbattuti in questa avventura fantastica e pesantissima, ma comunque stupenda! Da li abbiamo conosciuto tanta gente, tra cui i ragazzi del birrificio Criezo di Zaragoza. Un progetto nato da due anni, che ha visto da poco l’apertura del Brewpub, uno dei locali più grandi di Spagna”.
I risultati e le soddisfazioni hanno sicuramente segnato la vita di Flamini, il quale ha visto nella birra un’altra entusiasmante avventura. Ma tra i tanti successi sportivi e birrai, la birra che unisse la cultura spagnola a quella italiana fatta in suo onore, mancava! Così dalla collaborazione con MC-77 (Birrificio artigianale di Caccamo, premiato a l’ultima edizione di “Birraio dell’Anno”) e Cierzo Brewing, nasce Ala Pivot.
L’Ala Pivot, acquistabile al link, è una DDH (double dry hopping) IPA di 7,5 gradi dal profilo fruttato, grazie ad una particolare combinazione di luppoli e lievito. Il luppolo è il protagonista di tutta la bevuta, dall’aroma iniziale all’amaro finale, sorretto inoltre da un corpo morbido. Attraverso l’etichetta che veste l’Ala Pivot è omaggiato Simone Flamini, anello di congiunzione tra il birrificio MC-77 e Cierzo Brewing.
Come spunta l’idea di questa birra?
Abbiamo voluto sapere come nasce l’idea tra i due birrifici, e Flamini puntualizza: “Io sono molto legato alla mia terra, le Marche. La trovo una regione bellissima, troppo poco conosciuta ma stupenda. Collina, mare e montagna a due passi, con tanta bella gente! Conoscevo i ragazzi dell’MC-77, che hanno il birrificio giusto nel lago dove andavo da piccolo con la mia famiglia. Li conoscevo anche perché lavoravo con le loro birre, al TipoPub di Pesaro, e mi erano piaciuti molto. Lavorano sodo, Matteo e Cecilia, e hanno una bella artigianalità!
Così, nonostante al Cierzo stanno uscendo delle buone cose e abbiamo un mastro birraio che non ha iniziato ieri a fare birra, abbiamo pensato di fare una collaborazione. Siamo andati ad agosto e ho fatto conoscere uno degli incaricati dell’MC-77, e poi siamo ritornati a febbraio giusto prima che succedesse il caos! Abbiamo passato una settimana bellissima, con i festival e col richiamo alla pallacanestro, molto sentito nella città di Pesaro Urbino”.
Ala Pivot: come mai un nome così particolare?
“Gli spagnoli cercavano una parola che si potesse capire sia in castigliano che in italiano – commenta Flamini – ma volevano associarla a me, senza che io dicessi niente! Matteo e Cecilia, non conoscono molto la pallacanestro, e non sapevano che io fossi stato giocatore. Gli spagnoli invece, un po’ più fan, hanno dato il nome che rispecchia il mio ruolo nella pallacanestro.
I ragazzi di Macerata sono stati molto contenti dell’idea. Così per l’etichetta hanno preso spunto da Google, trovando la divisa che indossavo a Pesaro, la bianco-rossa, colori che rappresentano anche Macerata! Una bella cosa e secondo me è giusto che si spinga un po’, per far si che questa iniziativa diventanti l’opportunità di avvicinare quanta più gente allo sport e alla birra.
Il commento di Flamini, si conclude con la speranza che l’Ala Pivot possa arrivare a tutte le persone che ha incontrato durante la sua carriera da cestista. In particolare si augura, che tutte queste persone possano spendere una parola per accrescere il legame che unisce birra e sport. Un connubio speciale che dovrebbe estendersi incondizionatamente a tutti gli sport.
Grazie a Simone Flamini per la sua disponibilità!
Buona birra a tutti.