Da qualche settimana il contesto pandemico generato dal Covid-19 ha subito un notevole peggioramento con la conseguente impennata dei contagi. A tutto ciò il Governo è dovuto inevitabilmente intervenire rivedendo le precedenti disposizioni, che hanno portato a un nuovo DPCM con ulteriori limitazioni. Tuttavia a pagarne le spese, oltre che il sistema sanitario, sono i diversi settori economici tra cui la Filiera della Birra e il canale Ho.Re.Ca. A loro tutela interviene AssoBirra, l’associazione dei Birrai e dei Maltatori, con due richieste specifiche alle istituzioni.
Le proposte di AssoBirra alle istituzioni
Sono due le proposte di supporto all’intera filiera: una riduzione delle accise da un lato, e un sostegno immediato al canale Ho.Re.Ca. dall’altro. Difatti l’Ho.Re.Ca. si ritrova a essere uno dei reparti più colpiti dall’emergenza Covid-19 e dal DPCM 24 ottobre 2020 per il contenimento della seconda ondata pandemica. Un provvedimento che di fatto sancisce il lockdown dei punti di consumo out of home per la “bionda” più amata dagli italiani.
Le proposte sono state presentate da AssoBirra durante un incontro istituzionale digitale che ha visto la presenza, oltre al Presidente Michele Cason e al Vice Presidente Alfredo Pratolongo di AssoBirra, anche dell’On. Fabio Melilli, Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, di Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale di FIPE e di Luca Paolazzi, Partner di REF Ricerche e Ceresio Investors Advisor per il punto sul settore, numeri alla mano.
Focus sulle Accise
Nel nostro Paese, la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise. Un’anomalia che incide in maniera significativa su tutta la filiera e che ora più che mai non può essere ignorata. Tanto più che colpisce tutti: produttori, distributori e consumatori. Si tratta inoltre di una tassa regressiva e dunque ha un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta. Non solo, è tra le più alte d’Europa e penalizza le aziende che investono e producono in Italia.
Per questo, AssoBirra chiede un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise dall’attuale soglia di 2,99 Euro per ettolitro e per grado Plato di birra, consenta al comparto di rimanere competitivo. Un provvedimento che assicurerebbe una boccata d’ossigeno a tutta la filiera, consumatori finali compresi!
“La birra arriva da un decennio di crescita – commenta Michele Cason, Presidente di AssoBirra –. Anni in cui ha messo a segno record su record su tutti i fronti: dalla produzione, sostenuta da un export sempre più consistente, al numero di consumatori che sempre più prediligono abitudini moderate con prodotti a basso tenore alcolico. Il comparto ha generato una ricchezza tale da diventare uno dei settori strategici della nostra economia. Questo valore non può andare disperso e, anzi, va valorizzato affinché la filiera birraria possa essere uno dei pilastri strategici su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale“.
Il sodalizio Birra & Ho.Re.Ca.
Nove miliardi di Euro al 2018: a tanto ammonta il valore condiviso generato dalla birra in Italia e che esprime la ricchezza generata. Di questi, oltre 5,7 miliardi di Euro sono da ricondursi al canale Ho.Re.Ca., una galassia di oltre un milione e duecentomila addetti e 340mila imprese che, prima dell’emergenza Covid-19, fatturava oltre 90 miliardi di Euro all’anno. Oggi però è messa a dura prova dalla seconda ondata pandemica e dal recente DPCM del 24 ottobre scorso, che ha sancito la chiusura tassativa di tutti i punti di ristoro d’Italia dalle ore 18.00.
Non a caso, il quadro disegnato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) è drammatico: entro la fine dell’anno, chiuderanno 50.000 imprese. In altre parole: oltre 350.000 persone perderanno il posto di lavoro.
Ed è proprio per tutelare questo immenso valore economico e sociale, generato in gran parte anche dal sodalizio birra e Ho.Re.Ca., che AssoBirra chiede un sostegno immediato al canale Ho.Re.Ca. tramite un apporto concreto di liquidità destinato ai punti di consumo. Non solo! Va studiata sin da ora una misura volta ad accompagnare la riapertura dei locali, quando avverrà, orientata a sostenere in maniera concreta i gestori. Tra le ipotesi sul tavolo: il riconoscimento di un credito di imposta sulla birra alla spina che ne migliori la marginalità.
L’aiuto alla ripartenza
“Siamo consapevoli di come i provvedimenti presi dal Governo siano necessari perché l’evolversi della pandemia nel nostro Paese sta mostrando segnali di crescita preoccupanti – commenta Alfredo Pratolongo, Vice Presidente di AssoBirra con delega a Relazioni Istituzionali e Comunicazione –. Tuttavia è altrettanto importante sostenere il business dei singoli esercenti con azioni mirate. Seppure in questi giorni possa apparire prematuro, dobbiamo pensare a come aiutarli a ripartire. E su questo fronte crediamo che la birra possa essere parte della soluzione, non appena superato questo periodo, grazie al suo ruolo trainante nella creazione di valore“
“Supportare la birra alla spina – conclude Pratolongo – consentirebbe di agire in modo mirato aiutando chi è stato più colpito, ad esempio le oltre 125.000 pizzerie in Italia, che quando potranno riprendere a lavorare a pieno regime avranno seri problemi di marginalità. Per questo inserire un credito di imposta per la birra alla spina è una delle possibili soluzioni pratiche e applicabili concretamente, che porterebbe benefici proporzionali e consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte così al calo drastico dei consumi“.
Fonti: Asso Birra – Conferenza stampa Milano, 28 ottobre 2020
Buona birra a tutti.