Capita spesso di trovarsi al supermercato, ed essere assaliti da mille dubbi derivanti dalla scelta di quale birra bere. Pilsner, Ipa, Bock, Strong Ale, a garantire la loro qualità c’è il marchio sull’etichetta visto e rivisto in TV. Ma al momento dell’assaggio saranno davvero così buone? Oggi vedremo se il marchio famoso è sempre sinonimo di qualità e quali consigli è bene tenere a mente quando si scegliere la birra al supermercato.
Indice
- Birra da supermercato: Industriale VS Artigianale
- Bere birra locale è decisamente meglio!
- Bere prodotti derivanti dai grandi marchi artigianali
- Considerazioni
Birra da supermercato: Industriale VS Artigianale
La birra si divide in due grandi categorie. La prima raccoglie le proposte birraie di livello industriale, che alle spalle possiedono una grande struttura di marketing e comunicazione mediatica. La seconda invece abbraccia le birre artigianali, ovvero proposte birraie meno conosciute ma di qualità decisamente superiore.
Nonostante la qualità che caratterizza le vere birre artigianali, la possibilità di ritrovarle sullo scaffale di un supermercato è remota. Questo è dovuto principalmente alla delicata struttura organica, che caratterizza la birra artigianale denominata anche “bevada viva“. Tuttavia importanti progressi sono stati fatti al punto che qualche birrificio artigianale, visti gli accordi tra GDO e Unionbirrai, si sta affacciando a questa nuova prospettiva di mercato.
L’ingresso di questi “nuovi” birrifici sul palcoscenico birraio, ha notevolmente aumentato lo standard qualitativo della birra, risultando così una bevanda più complessa e strutturata. Cosa significa questo?
Significa scelta per il consumatore, non più obbligato alla solita routine priva di personalità birraia a cui era stato abituato fino a 10 anni fa. Ma senza perdere di vista l’obiettivo di questo articolo, come bisogna destreggiarsi nella scelta della birra al supermercato?
Bere birra locale è decisamente meglio!
La distribuzione nazionale di birra artigianale, derivante da un determinato birrificio, non è per niente semplice. Sopratutto per le caratteristiche organiche della bevanda che, per mantenere inalterati gli alti standard qualitativi garantiti dal birrificio, dev’essere trattata con determinate accortezze e seguire la catena del freddo.
Tuttavia esistono catene di distribuzione che riescono a garantire una buona offerta birraia, in relazione alla posizione geografica dei vari punti vendita. Questo diventa possibile grazie ad accordi locali che permettono al birrificio “X” di poter distribuire la sua birra, perlopiù a livello regionale, rispettando le caratteristiche che una bevanda artigianale richiede.
Tra i nomi più rilevanti della distribuzione ci sono Coop e Despar, che grazie agli accordi stipulati con Unionbirrai, permettono d’avere nei loro punti vendita proposte artigianali locali.
Questi accordi, oltre a permettere al cliente di conoscere un livello di birra decisamente differente rispetto ai soliti marchi delle grandi multinazionali, hanno permesso ai piccoli birrifici di raggiungere una platea di clienti maggiore, riuscendo talaltro a garantire una continuità d’esercizio messa a dura prova anche dai recenti avvenimenti socio-sanitari.
Tuttavia è bene prestare attenzione ai marchi che potrebbero sembrare a primo acchito locali. Questo perché alcune grandi multinazionali hanno acquistato tanti piccoli birrifici, che hanno perso di fatto la prerogativa artigianale. Infatti la birra per essere definita artigianale, deve provenire da un birrificio indipendente e prodotta in piccole quantità per evitare stoccaggi troppo prolungati. Inoltre, non dev’essere filtrata ne pastorizzata.
Per cui è meglio bere birra locale, ma prima di farlo è bene assicurarsi che provenga da un birrificio artigianale indipendente. A tale proposito l’Associazione Unionbirrai mette a disposizione un portale, in cui racchiude tutti i birrifici italiani a marchio indipendente e artigianale.
Bere prodotti derivanti dai grandi marchi artigianali
I media e le diverse pubblicità hanno indicizzato i principali marchi di birra industriale, che ormai hanno monopolizzato il mercato. Purtroppo la qualità di queste birre è decisamente scadente! Tuttavia esistono marchi famosi, appartenenti a birrifici artigianali di grandi dimensioni, in grado di produrre ottime proposte che nel corso degli anni sono diventate dei veri punti di riferimento.
Alcuni nomi
E’ il caso del celebre birrificio trappista Orval, fautore di una ricetta divenuta il simbolo delle Belgian Ale. Si tratta di una birra ambrata e leggermente acidula, caratterizzata da una complessa struttura organolettica. Oggigiorno questa birra si trova facilmente in diversi supermercati. Inoltre è un tipo di birra che il tempo sembra non scalfire, anzi le caratteristiche sensoriali migliorano col passare degli anni.
Si potrebbe parlare anche di Chimay, birrificio belga che regala ottime proposte trappiste. Produce la “Dorée“, la bionda con aromi freschi di luppolo e spezie, la “Rouge“, la rossa dal colore ramato e gusto fruttato, e la “Triple“, una birra dorata che combina il dolce e l’amaro al profumo di luppolo fresco e di lievito. Ma troviamo a che la “Blu“, la trappista scura dall’aroma intenso e complesso con note speziate, e la “Grande Reserve Barrique”, la barricata che propone sapori unici e complessi affinata in botti di Cognac, Rhum agricolo e Whisky.
Tra le diverse birre disponibili al supermercato ci sono anche quelle di Mastri Birrai Umbri, birrificio artigianale di Gualdo Cattaneo (PG) vincitore di tre ori al Meininger Craft Beer Award 2020. Il birrificio umbro offre una vasta collezione di birre capaci di regalare sapori unici e profumi intensi, che riaffiorano nelle tradizioni di una cultura valorizzata da ingredienti di alta qualità.
Dal cuore delle Ardenne abbiamo il birrificio Achouffe autore delle rinomate “Chouffe“, birre che sicuramente conquisteranno il palato di molti bevitori. Ma si potrebbe parlare anche di Leffe, Franziskaner, Terza Rima, Hoegaarden e Blanche de Namur.
Considerazioni
Insomma anche al supermercato è possibile trovare buona birra artigianale. Magari meno “artigianale” del birrificio di quartiere che produce pochi ettolitri l’anno, ma comunque si tratta di ottime proposte che alle spalle hanno una forte cultura birraia e una grande storia di tradizione e professionalità.
Il mio consiglio è quello di valutare sempre l’etichetta. Prestando attenzione al nome, alla provenienza e alla storia del birrificio (grazie al web non sarà difficile). Diffidate dalle scadenti proposte mediatiche, che forse di carino hanno solo la pubblicità. La buona birra non ha bisogno di presentazioni, basta solo saperla cercare. E voi conoscete altra birra buona da supermercato?
Buona birra a tutti.