Il 2019 per la birra in Italia è stato un anno felice, caratterizzato da una crescita di vendite e consumi importante. Tuttavia la devastante pandemia del 2020 ha messo in ginocchio il settore Ho.re.ca, riducendo alle strette l’intera filiera birraria. Adesso a distanza di mesi, la situazione epidemiologica ha visto un netto calo, incentivando di conseguenza la ripartenza. Tuttavia questa ripresa dev’essere comunque improntata su criteri stabili che non vanifichino gli sforzi degli italiani.
Secondo i risultati dell’Annual Report 2019 di AssoBirra, il settore birrario italiano ha visto un incremento della produzione rispetto al 2018 del 5%. Un risultato eguagliato per tre anni di seguito, che ha caratterizzato la crescita dei consumi interni (2,6%) e l’aumento dell’export (13%).
Si tratta di risultati strepitosi che si ripercuotono di conseguenza sull’occupazione in Italia. Il comparto ha offerto 3.300 posti di lavoro in più rispetto al 2018, per un totale di 144.000 impiegati lungo tutta la filiera birraia.
Questi numeri ovviamente sono fondamentali per l’economia italiana, e collocano di fatto il settore birraio tra i più redditizi della complessa macchina economica del paese. Di conseguenza si tratta di un reparto da tutelare assolutamente, anche in considerazione di una ripartenza post Covid-19.
Un po’ di numeri…
Secondo i dati raccolti da AssoBirra, nel 2019 la produzione nazionale di birra è aumentata del 5%, passando da 16.421.000 a 17.247.000 ettolitri, in linea con il trend positivo che negli ultimi 10 anni ha visto la produzione aumentare i volumi del 35% e stabilizzarsi al 9° posto in Europa, con un’incidenza del 4,5% sui livelli realizzati nel continente.
La crescita si riscontra anche all’interno del paese, con i consumi di birra che salgono a 20 milioni di ettolitri. Si tratta del 2,6% in più rispetto al 2018, con un aumento del consumo pro-capite pari a 34,6 litri.
Ma ciò che rende più fiera la produzione di birra in Italia nel 2019 è la crescita dell’export (+13% rispetto al 2018) sopratutto verso i paesi a tradizione birraria, come Regno Unito, Stati Uniti e Australia.
La birra in Italia piace, ma abbiamo bisogno di aiuto!
“Il 2019 – afferma Michele Cason, Presidente di AssoBirra – ha confermato la crescente predilezione degli italiani per la birra che, anno dopo anno, assume un ruolo sempre più di rilievo nel panorama del beverage italiano e di conseguenza nell’economia nazionale. Tuttavia, l’emergenza sanitaria da COVID-19 mette a rischio la sopravvivenza di molte realtà e le prospettive di crescita a medio termine dell’Italia (e non solo).
Se tale situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con misure e strumenti non convenzionali, l’impatto sull’economia sarà rilevante.
Quanto al nostro settore, siamo convinti che le potenzialità insite nella filiera dell’orzo, così come nella coltivazione del luppolo, meritino un’adeguata valorizzazione soprattutto a livello europeo di politica agricola comune (PAC).
Prioritario è, inoltre, un potenziamento degli incentivi fiscali, a cominciare da una progressiva riduzione delle accise”.
Le richieste di AssoBirra
In presenza di tali numeri, tra le numerose sfide governative d’affrontare per rialzare il paese dal Covid-19, il settore birraio dev’essere assolutamente tutelato. A tale proposito AssoBirra si erge portavoce con le istituzioni governative, richiedendo una riduzione delle accise e un sostegno immediato al canale Ho.re.ca.
“La prima misura che chiediamo – dichiara Alfredo Pratolongo, vicepresidente di AssoBirra – riguarda un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise, consenta al comparto di rimanere competitivo nello scenario attuale e fronteggiare al meglio il calo stimato dei volumi e dei consumi Made in Italy nel 2020.
Non tutti sanno, infatti, che in Italia la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise, su cui pesa ancora la penalizzazione assolutamente ingiustificata che ha visto un aggravio fiscale del 30% tra l’ottobre 2013 e il gennaio 2015.
La seconda richiesta riguarda invece un sostegno immediato al canale Ho.re.ca. tramite un apporto concreto di liquidità destinato ai singoli esercenti, con l’inserimento di un credito di imposta sull’acquisto di birra in fusto. Una misura a totale beneficio del punto di consumo, migliorando i margini per l’esercente”.
Sostenibilità e Consapevolezza: Aspetti che il settore birrario non sottovaluta
Oltre all’aspetto finanziario e occupazionale del paese, che il settore birrario ha sensibilmente contribuito ad aumentare, ci sono anche gli investimenti sulla sostenibilità. Infatti questo settore da anni investe sulla sostenibilità, raggiungendo tra il 2010 e il 2019 traguardi concreti sulla riduzione d’acqua (-35%), CO2 (-58%) ed energia (-26%).
Si tratta di un percorso importante in vista dello sviluppo sostenibile che dovrà avvenire in Italia entro il 2030. Ma AssoBirra tiene anche a sottolineare la trasparenza di questo settore, con campagne mirate ad aumentare la consapevolezza dei rischi connessi all’abuso di alcol.
Quindi di cosa stiamo parlando? Abbiamo tra le mani un importante settore, che contribuisce al valore del PIL, porta posti di lavoro e regala perle brassicole invidiate in tutto il mondo (anche dai paesi che la birra la bevevano prima dell’Italia).
E’ un settore che merita il sosteno delle istituzioni, perché rappresenta una fetta d’Italia che vive e che sorride anche grazie ad esso.
Buona birra a tutti.