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Brewdog pensa al Natale ed ecco il calendario dell’avvento in stile birraio!

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E’ vero che manca ancora un po’ di tempo a Natale, tuttavia c’è chi pensa già all’atmosfera natalizia e a tutto ciò che ne deriva. Ognuno lo fa a modo suo e Brewdog propone subito il proprio calendario dell’avvento. Certamente il tradizionale almanacco prevede i classici cioccolatini da scartare giorno dopo giorno, iniziando dal primo dicembre fino alla Vigilia di Natale. Tuttavia il birrificio scozzese non poteva accontentarsi della tipica usanza! Così per omaggiare gli amanti della birra opta per una variante in stile Brewdog, includendo nelle finestrelle del calendario 24 birre differenti.

All’interno del calendario dell’avvento, Brewdog ha predisposto 24 birre, di cui: 15 lanciate nel 2020, 6 esclusive online e 2 edizioni limitate dedicate alla sola confezione di Natale.

calendario dell'avvento brewdog
Calendario dell’avvento Brewdog

Gli appassionati devoti del birrificio di James Watt e Martin Dickie tra le finestrelle si ritroveranno: Punk IPA, Layer Cake Stout, Juice Shack IPA, Hoppy Xmas IPA, Lock Down Pilsner, Jet Stream IPA, Double Punk, Elvis Juice IPA, Duopolis IPA, Fake Empire IPA, Hazy Jane IPA, Dead Pony Club IPA, Pale Ale, Light Speed IPA, Triple Hazy IPA, Clockwork Tangerine IPA, Lost Lager, Double Hazy IPA, Elvis Hammer IPA, Jack Hammer Pale Ale, Snowball Lager, Jagged Edge Pale Ale, Brewdog vs Cloudwater IPA e Sour Grinch.

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Il Brewdog advent calendar 2020 è sicuramente il regalo perfetto per gli appassionati della buona birra artigianale, ma anche un modo originale di scoprire l’immensa varietà del birrificio di Ellon. Non è ancora disponibile, ma è acquistabile in prevendita sullo shop online al prezzo di 49,95 Sterline, circa 55 €. Il calendario sarà spedito automaticamente dal 6 ottobre!

Buona birra a tutti.

Sulle rive del lungolago di Garda arriva Beer & Street Food Festival

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Dalla collaborazione con Beer Best, Elko Events e il Comune di Garda dall’11 al 13 settembre 2020, sul lungolago Regina Adelaide, arriva il Beer & Street Food Festival. Si tratta di una fiera dedicata allo street food di qualità e ai migliori birrifici artigianali italiani.

Per l’occasione verrà allestita una grande area dedicata allo street food e a alla birra artigianale con oltre 23 etichette di birra italiana e tedesca. Ci saranno inoltre i deliziosi cocktail da degustare al momento oppure d’asporto elaborati dai barman di New Perlage. Non marcherà per di più l’area rivolta all’artigianato Made in Italy, con un mercato aperto dalle 18 alle 23 organizzato da artigiani locali che offriranno autentici prodotti realizzati a mano.

Nel contesto dello street food si potranno apprezzare le pietanze preparate da: La Frittoria, Frasca di confine, Bobson Street Food, Dolci Dal Mondo, Romagna Truck, Zero Grano per tutti e Pizza Pig. Mentre i birrifici partecipanti saranno:

Beer & Street Food Festival avrà un ingresso libero e rispetterà le normative in materia di sicurezza anti Covid-19. In base al protocollo di contenimento della pandemia da Coronavirus, gli organizzatori chiedono a tutti i partecipanti di attenersi a delle semplici regole al fine di tutelare la salute di tutti. In particolare si richiede di:

  • Togliere la mascherina solo quando seduti al tavolo;
  • Non partecipare al festival se la temperatura corporea è uguale o superiore a 37,5 °C;
  • Rispettare il distanziamento sociale di 1 metro;
  • Igenizzarsi con frequenza le mani.

Il Beer & Street Food Festival inizierà venerdì 11 settembre dalle ore 18:30 fino alle ore 24. Proseguirà sabato 12 dalle ore 13:30 fino alle ore 24. Terminerà domenica 13 seguendo gli stessi orari del giorno precedente (11:30 – 24).

Per informazioni e contatti visitare la pagina Facebook dell’evento.

Buona birra a tutti.

In arrivo Cose di Birra, il festival birraio di Grugliasco

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Insieme al patrocinio del Comune, ritorna a Grugliasco “Cose di Birra“, l’evento che attraverso la collaborazione di alcuni tra i migliori birrifici artigianali nazionali omaggia la buona birra e lo street food.

La manifestazione, che avrà luogo nelle piazze Matteotti e 66 Martiri di Grugliasco (TO), si svolgerà dall’11 al 13 settembre. Si tratta di un weekend all’insegna della cultura birraia. Non sarà un Oktoberfest all’italiana, bensì una festa della birra originale Made in Italy, che omaggia i prodotti artigianali del territorio torinese, piemontese e italiano.

Tante le idee per trascorre in armonia e divertimento i tre giorni del festival! L’evento infatti sarà presieduto anche da veri mastri birrai, i quali daranno un valido contributo su ciò che rappresenta veramente questa bevanda. All’artigianalità della birra non mancherà ovviamente la buona cucina da strada, con rappresentanti di altissimo livello e con tante proposte promotrici di grande passione, genuinità e qualità.

Tra i birrifici presenti, coordinati da Right Beer, distributore specializzato di birra artigianale in Italia con tasting room, ci saranno:

La buona birra e il buon cibo al “Cose di Birra” di Grugliasco saranno accompagnati dalla coreografica musicale curata della direzione artistica di Luca LP Procopio, leader del Procopio Bros. L’ingresso è gratuito!

Per informazioni e prenotazioni contattare al numero 366 32.13.822 (WhatsApp) oppure visitare la pagina Facebook.

Buona birra a tutti.

Padelle Roventi: l’appuntamento romano con la birra e lo street food

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Il tour gastronomico promosso da Fiere Roma, che porta per tutto il centro Italia la migliore selezione di cibo locale e non, fa tappa nella Capitale con Padelle Roventi proponendo una speciale Beer Edition. L’appuntamento è in Piazza San Giovanni Bosco (Tuscolana) dall’11 al 13 settembre.

Show cooking e divertimento

L’iniziativa propone l’incontro tra le migliori birrerie nazionali e internazionali e i più grandi risto-stand del territorio. Sarà un evento unico, che metterà in primo piano il food&beverage di qualità, senza tralasciare le attività ludiche e le strabilianti performance di show cooking. Questo weekend sarà inoltre l’opportunità per assistere a rocamboleschi spettacoli circensi a opera del Circo Bianco ed entusiasmanti dj set con grande musica.

locandina padelle roventi

Di particolare rilievo anche la Virtual Experinece, che attraverso un apposito spazio dedicato alla realtà virtuale, darà modo di immergersi in mondi fantastici.

Tutti i format che realizziamo con Fiere Roma sono concepiti per promuovere le eccellenze del cibo, tanto nostrano quanto internazionale – precisa Simone Coccia, project menager di Fiere Roma –Padelle Roventi, Beer Festival, Sport & Food Village ed infine Pizzami, che lanceremo nel 2021, ognuno con la sua peculiarità, è pensato per soddisfare le più svariate esigenze alimentari. Molti dei nostri eventi vengono svolti nella Capitale, ma nei periodi estivi ci spostiamo su tutto il litorale laziale e toscano”.

L’obiettivo che perseguiamo con Fiere Roma – aggiunge Coccia – è quello di portare tra la gente intrattenimenti culinari e circensi di qualità. Creando ove possibile intere aree attrezzate per bambini e ragazzi, con giostre ma anche giochi di abilità sportiva e stand dedicati alla realtà virtuale in 3D. Il tutto senza tralasciare il senso dell’estetica e del buon gusto, oltre alla sicurezza in termini di safety, di cui vantiamo importanti collaborazioni con Comuni ed enti privati”.

Padelle roventi: Buona cucina e birra artigianale!

Oltre al cibo da strada sia classico che rivisitato e proposte sia vegane che vegetariane, Padelle Roventi sarà l’appuntamento della buona cucina, con portate della tradizione nostrana, pietanze bio e a km zero. Non mancherà naturalmente la birra artigianale, spaziando dai classici stili alla birra verde, dalle specialità mensili ai cult di sempre. Non verranno escluse inoltre le eccellenze italiane, frutto di una cultura in continua crescita.

Con la volontà di stimolare la cultura gastronomica e creare un’etica alimentare nel consumo di cibo sano e genuino, l’evento seguirà piani di sicurezza anti-Covid. L’ingresso del tutto gratuito avverrà in modo contingentato, con l’uso della mascherina e di igienizzanti. Non ci saranno assembramenti e i tavoli avranno adeguato distanziamento.

Fonte Horeca

Tutte le info sulla pagina Facebook dell’evento!

Buona birra a tutti.

Lo starter nella birra fatta in casa: la “spintarella” che soccorre il lievito!

Il lievito svolge l’importante compito di fermentare il mosto, trasformando gli zuccheri semplici in alcool e altri composti che arricchiranno la birra finita. Tuttavia può capitare che la fermentazione del mosto stenti a partire, causando preoccupazioni e paure nel birraio, che vive questo determinato momento in maniera patologica. Al fine di evitare tutto questo specie con birre particolarmente (passatemi il termine) “tamarre” e dalla densità stellare esiste lo starter, un espediente che aiuta il lievito nel garantire un avvio più facile della fermentazione nella birra fatta in casa.

Indice

  1. Che cos’è lo starter?
  2. Per quali motivi si esegue nella birra fatta in casa
  3. Secco o Liquido: Quale lievito scegliere per uno starter?

Che cos’è lo starter?

punto interogativo

In ambito brassicolo per starter s’intende la riattivazione e la moltiplicazione cellulare del lievito, con l’obiettivo di ottenere una quantità e una qualità sufficiente per favorire la fermentazione del mosto. Quest’ultima infatti, utilizzando il mini-mosto, avrà un inizio decisamente più semplice e rapido.

E’ bene chiarire comunque che attraverso lo starter non avviene una propagazione del lievito. Con questa operazione casalinga semplicemente s’innesca una mini-fermentazione, in cui una grande quantità di lievito è inserita in un piccolo quantitativo di mosto al fine di avviare una discreta moltiplicazione cellulare.

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La moltiplicazione cellulare del lievito

moltiplicazione

Tale moltiplicazione è interessata da diverse variabili come: il volume dello starter, il livello di ossigenazione e la densità del mini-mosto. Tuttavia la percentuale di moltiplicazione cellulare non è sempre costante, e definire tale grandezza prima e dopo lo starter non è semplice. Questo perché tra i fornelli di casa non si dispongono di apposite attrezzature solite di un laboratorio.

Inoltre risulta difficoltoso stabilire la giusta dose di cellule da inoculare per uno starter ottimale. Ciò nonostante per convenzione casalinga si tende sempre ad abbondare, in quanto l’overpitching (ovvero l’inoculo di un quantitativo di cellule maggiore rispetto a quello ottimale) è molto meno problematico rispetto all’underpitching (inoculo di cellule inferiore rispetto al numero ottimale).

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Per quali motivi va fatto uno starter nella birra fatta in casa?

Nonostante lo starter sia un valido aiuto durante la produzione di birra fatta in casa, bisogna considerare che il pericolo d’infezione si nasconde sempre dietro l’angolo. E’ necessario infatti, per quanto possibile, evitare troppe interazioni col mosto, al fine di avviarsi verso la fermentazione in modo tranquillo e spensierato.

birra in un calice

Tuttavia può succedere che il lievito non sia effettivamente capace d’iniziare il processo fermentativo oppure che risulti quantitativamente insufficiente. Questo può dipendere da:

  • Densità elevata del mosto. Solitamente si pensa allo starter quando la densità OG del mosto supera i 1.060;
  • Scadenza del lievito. Utilizzare un lievito dopo la scadenza può portare a problemi di fermentazione, in quanto una buona percentuale di cellule potrebbe non essere più vitale. Fare uno starter di un lievito scaduto, aiuta a moltiplicare le cellule sopravvissute;
  • Fermentazione di lieviti lager o temperature inferiori ai 18 °C. Le basse temperature potrebbero rallentare la fermentazione. Fare uno starter a temperatura ambiente, moltiplicando così le cellule di lievito, agevolerebbe la fermentazione;
  • Avvio rapido della fermentazione. Facendo uno starter, il numero maggiore di cellule è in grado di velocizzare la fermentazione rispetto a un classico inoculo del lievito.

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Secco o Liquido: Quale lievito scegliere per uno starter?

Il lievito per fare birra è reperibile sia in forma liquida che disidratata. I primi risultano essere relativamente pronti all’uso, ma sono particolarmente delicati e possiedono una scadenza piuttosto breve. I secondi essendo disidratati sono più resistenti e longevi, tuttavia nonostante la praticità sono pochi i ceppi che resistono al processo di disidratazione, riducendo di conseguenza la scelta nella birrificazione.

lieviti secchi e liquidi

Tecnicamente durante la produzione di birra casalinga, lo starter può essere realizzato sia con lievito liquido che secco. Nei lieviti liquidi lo starter andrebbe a rafforzare le cellule del ceppo che, in base alla “freschezza”, risultano essere via via sempre più stressate e meno vitali.

Nei lieviti secchi, essendo disidratati, lo starter (per alcune case è sconsigliato per altre è indifferente) potrebbe garantire una riattivazione ottimale. Uso il condizionale in quanto, probabilmente in base alle modalità di disidratazione, uno starter che possiede comunque una densità medio/bassa potrebbe avere effetti negativi sulle cellule, che in teoria verrebbero risvegliate per poi morire di fame. E’ per questo motivo che molti produttori di lieviti secchi consigliano una reidratazione di 30 minuti con solo acqua tiepida (25-30 °C) prima dell’inoculo nel fermentatore.

Considerazioni: vale la pena fare lo starter nella birra?

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Ragionando sulle precedenti affermazioni, è bene fare alcune riflessioni! Lo starter, nonostante la sua utilità, risulta fondamentalmente un ulteriore passaggio della birrificazione e sopratutto un possibile mezzo d’infezione. Per cui ne vale la pena e in particolare con quali lieviti va utilizzato?

I lieviti liquidi sono relativamente costosi, di conseguenza possono gravare sulla cotta. L’homebrewer per convenienza, piuttosto che acquistare due confezioni di lievito, potrebbe pensare di agevolare la fermentazione attraverso uno starter. Quest’ultimo rafforzerebbe le cellule e moltiplicherebbe quelle ancora vitali.

I lieviti secchi sono veramente economici. Considerando il pericolo d’infezione al mosto e la controtendenza che non tutti i ceppi sono predisposti al contatto diretto di un mosto con densità relativamente bassa (lo starter), ne vale davvero la pena? E’ sicuramente più conveniente acquistare direttamente due bustine, evitando così qualsiasi possibilità di danneggiare il mosto.

Buona birra a tutti.

Da calciatore a imprenditore della birra: La nuova vita di Michael Owen

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Cosa si potrebbe desiderare dopo una grande carriera calcistica, segnata da tanti goal tra Liverpool, Real Madrid e Newcastle, e premiata dall’ambito pallone d’oro vinto nel 2001? Semplice, una birra! E’ proprio quello che ha fatto l’ex fuoriclasse inglese Michael Owen, che dopo il ritiro dal calcio avvenuto nel 2013, oltre a dedicarsi al business dei cavalli e alle opinioni TV non rinuncia al mondo della birra con la sua nuova IPA.

Michael Owen è considerato uno dei migliori attaccanti inglesi della storia del calcio. Nasce il 14 dicembre 1979 a Chester, capoluogo della contea inglese di Cheshire. Eredita la passione per il calcio dal padre, ex calciatore professionista, e già all’età sei anni si rivelava essere una giovane promessa di questo sport.

Michael Owen

Ha indossato la maglia della Nazionale inglese per 89 volte, realizzando tra il 1998 e il 2008 40 reti. Capocannoniere della Premier League, nel 2004 viene incluso nel FIFA 100, una lista contenente i nomi dei 125 giocatori viventi più importanti del calcio.

Dopo una carriera calcistica di 22 anni da professionista, nel 2013 Michael Owen con la maglia dello Stoke City lascia il calcio. Si dedica così a una sua antica passione, diventando allevatore di cavalli da corsa e proprietario di una scuderia. Comunque c’è da dire che fondamentalmente il mondo del calcio Owen non l’ha mai lasciato. Infatti i devoti fans dell’ex calciatore sapranno certamente che si dedica ancora oggi a dare la sua opinione calcistica in programmi TV.

Tuttavia nell’albo dei trofei e delle coppe dell’ex centravanti forse un posto vuoto ci stava ancora, al punto da spingere Michael Owen a lanciarsi nel mondo della birra. Nasce così la Michael Owen Beer, una IPA da 6 %vol che riporta lo slogan: “Sii il migliore“.

La notizia si apprende con un tweet dello stesso Owen, che afferma: “Felicissimo di vedere la birra Michael Owen IPA in vendita in Cina e Hong Kong. Unisciti a noi sorseggiando la nostra birra IPA preferita! Giorni felici.

Per l’appunto, la Michael Owen IPA verrà pubblicizzata in Cina e Hong Kong, paesi tra l’altro in cui le squadre militate da Owen (Newcastle e Stoke City) sono molto seguite. Bisogna anche dire però che con questa mossa, l’ex calciatore cerca di accaparrarsi un’importante posizione nel mercato birraio asiatico. Un panorama sicuramente coinvolto da oltre 20 anni dalla grande ascesa della birra.

Cosa aspettarsi dalla birra di Michael Owen? Bhe, di vederla anche in Italia, sperando che abbia qualità e non si riveli solo una nota stonata di marketing! Tuttavia l’importazione non credo sia fattibile almeno per il momento, se non attraverso fitte reti di acquisti online. Sicuramente però da un inglese che propone una birra così particolare, ci si aspetta di ritrovare gusto, aroma e carattere, degni di un vero stile IPA.

Buona birra a tutti.

Birra Atalanta: la pils nerazzura di Bergamo

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E’ nato da poco ma Qubeer, un nuovo microbirrificio artigianale di Bergamo, fa già parlare di se. Il motivo? Una birra artigianale dedicata alla Dea del calcio. Si chiama Birra Atalanta, la prima pils vestita di neroazzurro prodotta dal birrificio di Luca Bosatelli, ex vicepresidente e consigliere delegato dell’azienda illuminotecnica Gewiss SPA, già sponsor dell’Atalanta Calcio.

Questa birra, tuttavia non è il primo prodotto che omaggia la squadra di Bergamo, la quale ha impressionato gli amanti del calcio nel corso di un entusiasmante campionato disputato sia in Italia che in Europa con la Champions League.

Prima della Birra Atalanta, infatti, c’è stato un vino di qualità. Si tratta del Rosso Atalanta prodotto dall’azienda vinicola Caminella di Cenate Sotto, grazie a un progetto ideato da Luca Bosatelli lo scorso ottobre 2018. Sempre da quel progetto si delineava anche l’idea di una realizzazione birraia, che dopotutto non si è fatta attendere per troppo tempo.

lattine birra atalanta

A concretizzare l’iniziativa della Birra Atalanta sono però i familiari di Bosatelli, la moglie e in particolare i figli, supportati da un mastro birraio della zona, Nicola Grande in arte “Mix”, e da Lorenzo Dabove in arte “Kuaska” definito il profeta della birra italiana.

Per il momento le realizzazioni del neonato Qubeer (acronimo di Quality Beer), sono cinque. Tra queste proposte c’è Birra Atalanta disponibile in tre formati. Si troverà infatti in lattine da 0,33 cl, bottiglie da 0,50 cl e fusti da 24 litri.

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Ma le idee del birrificio di Montello sono sicuramente di lungo raggio e aspirano a ottenere risultati sempre più prestigiosi. Bosatelli, per la birra bergamasca, vuole di più e cercherà di collaborare insieme ai mastri birrai più interessanti dello scenario artigianale, per allargare ulteriormente la gamma neroazzurra.

Buona birra a tutti.

La Nazionale vuole Ciccio Caputo, e lui festeggia producendo una birra

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Francesco Caputo detto Ciccio, attaccante del Sassuolo, è stato convocato in Nazionale dal CT Roberto Mancini per il doppio impegno degli azzurri nella Nations League, e lui per festeggiare il lieto evento pensa di produrre una nuova birra. Il centravanti del Sassuolo è conosciuto sicuramente per le doti calcistiche, ma forse in pochi sono a conoscenza che questo ragazzo classe 87′ è anche uno dei produttori di Birra Pagnotta.

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ciccio caputo

Sto studiando coi miei soci una nuova birra per festeggiare la convocazione in Nazionale – commenta scherzosamente Francesco Caputo ai microfoni di Sky Sport -. Sarebbe bello mettere un’etichetta particolare“.

È stata una sensazione indescrivibile – continua Caputo –! Andare in Nazionale era il mio sogno e questo traguardo è merito ovviamente anche dei miei compagni e di tutto il Sassuolo. Sono carico e voglio dedicare la convocazione a tutti coloro che mi sono stati sempre vicini. La mia famiglia, i miei amici e anche a me stesso! Se Squinzi fosse ancora qui con noi, anche lui sarebbe fiero di questa chiamata“.

Ciccio Caputo crea nel 2017, insieme al socio Biagio Tricarico, Birra Pagnotta. Si tratta di una birra artigianale ad alta fermentazione, dal gusto pieno, complesso e profondo, rigorosamente non filtrata ne pastorizzata. Birra Pagnotta è una birra estremamente particolare, che oltre al sapore fa apprezzare tra le sue bollicine l’inseparabile rapporto con la terra di Altamura.

Il perché risiede nei suoi ingredienti. Infatti in fase di bollitura, nella ricetta della birra è aggiunto il pane DOP di Altamura raffermo, da qui il nome Pagnotta.

Non ci resta che augurare un grande in bocca a lupo per la convocazione al bomber Ciccio Caputo, sognando un goal dedicato alla birra artigianale. Ovviamente speriamo di poter assaggiare presto la nuova proposta birraia, che si rivela un’altra splendida idea realizzata col pane, un ingrediente antico e sacro.

Buona birra a tutti.

I colori della birra: EBC, SRM e altri dettagli sul vasto arcobaleno birraio!

Il colore è il biglietto da visita con cui si presenta una birra. Può variare in base allo stile, alla provenienza o all’estro del birraio, ma innescherà sempre o quasi l’invito alla bevuta percepibile ancor prima d’aver sentito i sentori che s’inebriano dal bicchiere. Non è sbagliato per cui affermare che i colori rappresentano in parte l’estetica della birra! Vediamo quindi di capire da cosa dipendono e come decifrarli facendo birra tra i fornelli di casa.

Indice

  1. Come si creano i colori nella birra?
  2. Le scale dei colori
  3. La misura del colore nella birra fatta a casa
  4. Altri metodi di misurazione
  5. Considerazioni

Come si creano i colori nella birra?

La birra si compone principalmente di quattro ingredienti, ripetuti incondizionatamente ad ogni cotta. L’acqua è sicuramente l’ingrediente principale della birra, ma risulta essere incolore, insapore e inodore per cui non influenza in modo significativo la colorazione di questa bevanda.

tavola pittore

Il luppolo è il fiore utilizzato per conferire aroma e amaro, dai molteplici benefici, ma incapace di conferire una colorazione. Mentre il lievito, l’addetto alla fermentazione, caratterizza in modo parziale la torbidità nella birra finita, ma di certo non determina il colore.

A questa lista d’ingredienti manca il malto, che contribuisce in particolar modo alla percezione del sapore. Tuttavia il malto è il responsabile di un altro importante attributo della birra. A seconda delle temperature di tostatura e al tempo d’essiccazione, questo componente assume diverse colorazioni che a loro volta andranno a caratterizzare la tonalità cromatica della birra.

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Il malto nei colori

Esistono diverse tipologie di malto, che caratterizzano ricette e stili brassicoli. In base al loro livello di tostatura e di essiccazione si suddividono in 3 grandi famiglie:

colore birra
  • Malti Base: tostati a circa 80 °C, sono definiti anche malti chiari. L’orzo in questo caso subisce una maltazione standard che comprende bagnatura, germinazione ed essiccazione. Questa tipologia di malto, con cui si realizzano tendenzialmente birre chiare, rappresenta la maggiore percentuale di fermentabile in ricetta;
  • Malti Caramello: tostati tra i 100 °C e i 110 °C, sono definiti anche malti ambrati. Questi subiscono una maltazione diretta che va dalla germinazione alla tostatura. In base alla percentuale utilizzata si avranno sapori più o meno dolci e una tonalità che varia dall’ambrato al rossiccio;
malti arrostiti
  • Malti Arrostiti: tostati a 150 °C, sono definiti anche malti scuri. Sono realizzati tostando i malti base, e assumono una colorazione che varia dal marrone chiaro al marrone scuro. Conferiscono sapori arrostiti, di cioccolato o caffè, e in base alla loro percentuale d’utilizzo attribuiscono alla birra colori particolarmente intensi e scuri.

L’alter ego dei malti in grano è l’estratto di malto. In base alle tonalità che attribuisce alla birra, l’estratto di malto assume delle diciture diverse:

  • Light: colori chiari;
  • Amber: colori ambrati;
  • Dark: colori scuri.

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Le scale dei colori

La combinazione dei malti, utile per determinare sapori e ottenere il corretto colore della birra, è una procedura che prende piede fin dalla stesura della ricetta. Infatti equilibrando le percentuali di malti base, caramello e arrostiti si avranno colorazioni più o meno intense. Queste combinazioni, oltre a interessare il colore del liquido, andranno a influenzare di riflesso la tonalità della schiuma, che potrà essere di colore bianco, crema, nocciola, ecc.

Per misurare il colore della birra esistono tre scale:

scala di colori
  • Lovibond (°L): si tratta della più antica scala cromatica risalente al 1883. E’ impiegata ancora oggi, ma la stima del colore è soggettiva. Venne elaborata da Joseph W. Lovibond, il primo ad utilizzare dei vetrini colorati per compararli con birre differenti e assegnando loro un colore;
  • SRM (Standard Reference Method): è una scala utilizzata principalmente negli USA. Il valore SRM si misura attraverso uno spettrofotometro e una cuvetta (contenitore di forma prismatica realizzato in vetro ottico) da mezzo pollice. La determinazione del valore si ottiene facendo passare un fascio luminoso con lunghezza d’onda fissa a 430nm (nanometri) attraverso un campione di birra. La quantità di luce assorbita dalla birra determina un numero in base logaritmica. L’assorbanza di luce successivamente è moltiplicata per 10, definendo così il colore su scala SRM;
  • EBC (European Brewing Convention): scala utilizzata in Europa. La scala EBC adotta lo stesso principio della scala SRM, ma la cuvetta utilizzata è di dimensioni minori (più piccola di 1 cm). L’assorbanza di luce è moltiplicata per 25, definendo così il colore su scala EBC.

La misura dei colori nella birra fatta a casa

calcoli con lavagna

La determinazione del colore in ambito casalingo lascia il tempo che trova. Tuttavia non si vuole sminuire il lavoro dell’homebrewer, ma bisogna prendere atto che il colore è influenzato da tante varianti difficili da controllare sopratutto tra i fornelli di casa.

Fatta questa premessa è comunque possibile avere una stima di colore in base al malto utilizzato, ovvero attraverso la MCU (unità di misura del malto). Per determinare la stima cromatica si dovrà applicare l’espressione:

espressione MCU
  • Libbre: sono la quantità di malto utilizzato in ricetta. 1 Libbra corrisponde a 453,592 grammi;
  • Galloni: sono i litri finali che andranno nel fermentatore. 1 Gallone corrisponde a 3,78541 litri;
  • Lovibond: si calcola attraverso gli EBC (solitamente riportati sulla confezione dei grani). La moltiplicazione da fare sarà: EBC x 1,92.

N.B.: Se nella ricetta sono previsti più grani, si calcola l’MCU totale. Per ricavare l’MCU totale si applica l’espressione MCU a tutti i malti presenti in ricetta per poi sommare i risultati delle diverse espressioni.

Es: Supponendo di voler brassare 32 litri di birra (8,45 galloni) con 6 kg (13,23 libbre) di malto Pale e 1 Kg (2,20 libbre) di malto Crystal 40 °L, il totale MCU sarà:

conteggio lavagna
  • Malto Pale: (13,23*2,5)/8,45= 3,91
  • Malto Crystal: (2,20*40)/8,45= 10,41
  • MCU TOT: 14,32

N.B.: La MCU non possiede nessuna correlazione con i sistemi di misurazione cromatica. Infatti la maggior parte delle birre hanno valori stabiliti in SRM o EBC, per cui si necessita di una conversione. Per la conversione si utilizza l’equazione di Morey, che trasforma in SRM i valori MCU.

Per ottenere una stima di colore accurata (in SRM) si applica la seguente equazione:

equazione di Morey

Nell’esempio precedente avendo un MCU TOT di 14,32 il valore SRM corrispondente sarà:

SRM= 1,4922 x (14,32^0,6859)= 9,26

Per trovare l’equivalente EBC avendo un valore SRM:

ebc2

Nell’esempio precedente avendo un SRM di 9,26 l’equivalente EBC sarà:

EBC= 9,26 x 1,97= 18,24

N.B.: La stima sul colore della birra basata con l’equazione di Morey funziona con birre prodotte in All Grain, in quanto determinare l’MCU degli estratti non è semplice!

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Altri metodi di misurazione

guida colore bjcp

Un altro sistema per determinare la stima del colore, che rimane comunque abbastanza soggettivo, consiste nel metodo riportato sul sito del BJCP.

Si tratta di un metodo che s’ispira a quello inventato da Dennis Davison, che consiste nel confronto visivo attraverso una carta di riferimento con dei colori.

Per effettuare la misurazione è necessario riempire un bicchiere di vetro, con almeno 5 cm di birra su uno sfondo bianco. Successivamente basterà mettere a confronto il colore della birra con le tonalità riportare sulla guida colorata.

Altri metodi che riguardano sempre la comparazione, prendono come riferimento le birre commerciali dal colore noto. Infatti Ray Daniels nel suo libro “Progettare grandi birre“, descrive questo metodo dettagliatamente. Tuttavia si richiede di conservare le campionature di diverso colore, e questo potrebbe risultare alquanto scomodo!

Considerazioni

sassi in equilibrio

I colori della birra rappresentano una parte estremamente complessa, ricca di variabili e fattori da considerare. Naturalmente facendo birra in casa, la determinazione del colore non è particolarmente semplice o accurata. La misurazione risulterà sempre approssimativa, ma sarà interessante e stimolante capire a quanto equivale il colore della birra prodotta.

Per quanto riguarda la colorazione, mi riferisco soprattutto a coloro che hanno deciso di cimentarsi nella stesura di una ricetta, il consiglio che posso dare è quello di non focalizzarsi troppo sulla ricerca del colore perfetto, tralasciando di fatto il buon sapore della birra finita.

E’ bene ricordare sempre che la birra è il risultato di un incontro perfetto di più fattori, sostenuti da un equilibrio incondizionato che come tale va rispettato!

Buona birra a tutti.

Dallo scherzo alla collaborazione con Aldi UK: Brewdog presenta Ald IPA

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Qualche giorno fa da Facebook si apprende l’incredibile notizia della grande collaborazione tra la catena di supermercati ALDI e il colosso scozzese BrewDog, sancita con la presentazione della Ald IPA, una birra da sessione di 4,7 %vol.

Tuttavia la notizia fa drizzare le orecchie degli attenti appassionati del birrificio di Ellon, in quanto solo qualche settimana fa è accaduta una curiosa disputa tra i ragazzi del BrewDog e quelli di ALDI. Il motivo è il lancio di una precedente lattina da parte di ALDI, la Anti-establishment beer, particolarmente somigliante alla Punk IPA, cavallo di battaglia di casa BrewDog.

Anti-establishment beer e ald ipa

Durante il lancio della Anti-establishment beer, a ironizzare sulla copia della Punk IPA, fu proprio Watt (fondatore BrewDog). Quest’ultimo proprio dai social ipotizzò il lancio di una nuova birra BrewDog, la Yaldi, con il logo di ALDI ben visibile, chiedendosi se questa sarà venduta nei negozi della catena.

Dalla beffa ai fatti, in teoria, dovrebbe esserci un oceano in mezzo. Tuttavia qualche giorno fa a sorpresa di tutti, il birrificio annuncia sui social la notizia di una collaborazione gigantesca con ALDI UK. A ufficializzare l’accordo è la nuova creazione, che per scherzo o per provocazione, arriverà a ottobre sugli scaffali britannici del colosso della GDO tedesca.

Di conseguenza è logico pensare a un abbaglio da parte dei tanti che avevano immaginato una diatriba tra BrewDog e ALDI, considerando che solo dopo dieci giorni (dal lancio della Anti-establishment beer e del nuovo accordo) è nata questa nuova partenership.

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Gioco pubblicitario, strategia di marketing? Non si sa! Di certo il birrificio scozzese è noto per questi vertiginosi colpi di scena. Tuttavia l’unica certezza dichiarata da BrewDog è che l’acquisto di una cassa di Ald IPA, garantirà due alberi in più piantati nella Forest Brewdog a favore del progetto Carbon Negative.

Buona birra a tutti.

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