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Baladin TeKu Club 2022: La special box del birrificio di Piozzo per gli amanti della birra artigianale italiana

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Ritorna anche quest’anno un altro cult della birra artigianale italiana, che omaggia con originalità e prestigio la passione verso questa particolare bevanda. Il Baladin Teku Club 2022 è l’esclusivo club dedicato a tutti gli amanti dei prodotti del birrificio di Piozzo (CN), che consente agli appassionati di buona birra artigianale italiana di accedere a eventi riservati ai soli iscritti. Per entrare a far parte del Baladin Teku Club basterà sostanzialmente acquistare il box di benvenuto al costo di 39 €, che verrà consegnato direttamente a casa senza ulteriori spese di spedizione. Ma cosa conterrà il cofanetto di casa Baladin?

Baladin Teku Club 2022: Il contenuto

Baladin Mielika da 75 cl - birra al miele

Il contenuto dell’esclusivo box pensato per gli amanti dei prodotti Baladin, nonché per tutti gli appassionati di buona birra artigianale italiana, nella versione 2022 riserverà un particolare tributo alla birra al miele (BJCP). Si tratta per l’appunto della Mielika da 75 cl, l’esclusiva Honey Beer Baladin, realizzata con il prezioso miele d’erica Thun.

E’ una birra dai toni ramati con una leggera e omogenea velatura, che si accompagna a una schiuma moderata di color bianco crema. All’olfatto propone sentori di miele e leggeri accenni di frutti a pasta gialla, mentre sul finale consente a note di biscotto e delicati richiami balsamici di chiudere la scena odorosa. Al gusto invece, si denota la sua raffinata dolcezza e l’equilibrio tra i toni del miele (presente ma non stucchevole), della frutta e del floreale, arrivando fino a richiami di albicocca matura e fiori di camomilla.

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Lo special box di casa Baladin inoltre conterrà:

libro di Teo Musso "Dalla Terra Alla Birra"
  • Un barattolo da 28g di miele d’erica prodotto da Mieli Thun;
  • Un codice sconto del 5% sull’e-Commerce Baladin valido per tutto il 2022;
  • Un ingresso gratuito per visitare il Birrificio Baladin a Piozzo (CN);
  • Il nuovo libro di Teo Musso dal titolo “Dalla Terra Alla Birra” edito da Gribaudo (200 pagine con copertina cartonata);
  • Un ebook che racconta il particolare mondo delle Honey Beer;
  • Altri vantaggi ed eventi in esclusiva.

Le iscrizioni al TeKu Club sono già aperte, mentre le spedizioni per il box di benvenuto partiranno dal 7 febbraio. Si precisa inoltre, che tutti gli ordini contenenti altri prodotti, oltre al kit Baladin TeKu Club, verranno processati in un’unica soluzione il giorno 7 febbraio. Altre informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del birrificio.

Buona birra a tutti.

I prodotti della fermentazione alcolica: uno sguardo ai retroscena nella struttura organolettica della birra

La fermentazione alcolica è uno dei passaggi più complessi dell’intera produzione birraia. Si tratta di uno step non direttamente controllato dal birraio, il quale possiede dei compiti (passatemi il termine) relativamente marginali. In questa fase, infatti, il vero protagonista è senza ombra dubbio il lievito, responsabile della conversione del grezzo mosto in raffinata birra.

mano con boccale di birra

Questo straordinario microrganismo, per vivere e moltiplicarsi, ha bisogno di nutrirsi e per farlo, inoculato nel fermentatore, metabolizza gli zuccheri presenti nel mosto. Da questa particolare peculiarità, in seguito, deriveranno tutta una serie di prodotti (apprezzati e non), i quali andranno a plasmare i connotati della bevanda finale. I più comuni sono di sicuro l’etanolo e la CO2, ma naturalmente non rappresentano gli unici derivati dell’intenso processo fermentativo.

Esistono infatti tantissimi altri prodotti della fermentazione alcolica tra cui diacetile, esteri, fenoli, aldeidi, alcoli superiori e composti dello zolfo. Questi derivati vanno direttamente a interagire con la struttura organolettica della birra finita, influenzandone positivamente o negativamente (a seconda delle diverse situazioni) aroma, sapore e percezione tattile.

Vediamo dunque di fare un’analisi più approfondita su questi prodotti, cercando di comprendere cosa sono, da cosa sono influenzati e quali caratteristiche apportano alla birra finita.

I prodotti della fermentazione alcolica

    Il metabolismo del lievito e i prodotti della fermentazione alcolica

    Il lievito è un microrganismo vivente e, come tale, ha bisogno di nutrirsi. Per farlo, una volta introdotto nel fermentatore, metabolizza gli zuccheri presenti nel mosto, con la conseguente produzione di diversi derivati (alcuni dei quali particolarmente cari a tutti gli amanti delle bevande fermentate).

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    Per degradare le sostanze nutrienti da cui trarre energia, il lievito può utilizzare sostanzialmente due strade:

    • La prima è quella aerobica, che avviene in presenza di ossigeno e si chiama respirazione. In questa fase il lievito metabolizza gli zuccheri e produce principalmente acqua e CO2.
    • La seconda, invece, è quella anaerobica, che avviene in assenza di ossigeno e si chiama fermentazione. In questa fase si produce alcol e CO2, insieme a tanti altri sottoprodotti di scarto.
    cellula

    Entrambe le due vie metaboliche iniziano dalla glicolisi, che trasforma le molecole di glucosio in molecole di piruvato, generando di fatto più energia. Da questo punto in poi, con presenza di ossigeno e basse concentrazioni di zuccheri fermentescibili, la glicolisi prosegue attraverso il ciclo di Krebs o ciclo degli acidi tricarbossilici, in cui si crea una condizione ideale alla crescita cellulare del lievito. Condizione tuttavia non particolarmente ottimale alla fermentazione della birra.

    Nella produzione della birra, la fase di respirazione (aerobica) non avviene mai, si va direttamente alla fase anaerobica! Una tendenza dovuta alla particolare peculiarità del lievito che, in condizioni di alte concentrazioni di glucosio (il mosto ricavato dal malto per intenderci) e in presenza di ossigeno o meno, preferisce fermentare piuttosto che respirare (Crabtree effect).

    Questo strada anaerobica da origine a diversi sottoprodotti, tra cui l’etanolo e l’Acetyl CoA (molecola da cui derivano gli esteri). Alcuni sottoprodotti della fermentazione come l’etanolo, vengono sempre espulsi dalla cellula di lievito, altri invece come l’acetaldeide, sono impiegati nel percorso metabolico ma, in particolari condizioni, possono oltrepassare la cellula e finire nella birra, interagendo così col profilo organolettico finale.

    N.B.: Nella birra, il lievito utilizza l’ossigeno per le diverse reazioni e non per la respirazione. Esso permette alle cellule ci crescere e moltiplicarsi, non per conseguenza della respirazione, ma perché fornisce i mezzi adeguati per la sintesi degli steroli e degli acidi grassi insaturi, fondamentali per la formazione di una parete cellulare solida e in salute. Una membrana cellulare forte consente alle cellule una maggiore resistenza agli agenti esterni, tra cui l’alcol prodotto dalla stessa fermentazione.

    Esteri

    cesto di frutta

    Dalla combinazione chimica di acidi e alcoli derivano gli esteri, molecole che richiamano i sentori della frutta e in alcuni casi, specie quando sono presenti in alte concentrazioni, anche percezioni odorose poco piacevoli. Ne esistono di diverso tipo, generati secondo la combinazione degli alcoli (etanolo, butanolo, ecc) con i differenti tipi di acidi (acetico, lattico, ecc).

    Tra questi, uno dei più famosi è l’etilacetato, generato dal legame chimico tra l’alcol etilico e l’acido acetico. L’etilacetato è un estere che in condizioni “normali” apporta delicati aromi fruttati (pera), ma in alte concentrazioni ricorda sentori simili all’acetone. Un altro estere, talvolta ricercato, è l’isoamilacetato, derivante dal legame dell’alcol isoamilico all’acido acetico. L’isoamilacetato, a basse concentrazioni, genera un gradevole aroma di banana, tipico in determinati stili di frumento bavaresi.

    La produzione di queste molecole è incentivata dalle alte temperature che interessano lo step di fermentazione, in particolare durante il periodo di crescita delle cellule di lievito, in cui l’attività metabolica è significativamente importante.

    N.B.: La formazione degli esteri è catalizzata da specifici enzimi (esterasi) generati dal lievito, per cui la produzione avviene solo nel corso della fermentazione.

    Fenoli

    I fenoli sono prodotti che apportano complessi aromatici riconducibili genericamente allo speziato. Secondo la concentrazione nel mosto e in base al tipo di lievito impiegato, il contributo fenolico può spaziare dal pepe ai chiodi di garofano, fino a toccare (in concentrazioni più elevate) sentori affumicati, stallatici o di medicinale (cloro-fenoli derivanti da residui di un superficiale risciacquo o di un’errata sanitizzazione).

    chiodi di garofano

    Dal sapore amarognolo o acidulo, la sintesi dei fenoli inizia dagli acidi fenolici, i quali vengono convertiti in vinilfenoli da uno specifico enzima (Phenolic Acid Decarboxylase). Si tratta di un enzima prodotto da alcuni ceppi di lievito (POF – Phenolic Off Flavour), che ne catalizza la reazione.

    I POF tuttavia, non sono gli unici lieviti a possedere la chiave giusta per l’avvio della sintesi fenolica. Esistono infatti, alcuni lieviti (POF2) che producono un altro tipo di enzima, capace a sua volta di convertire i vinilfenoli in etilfenoli. Questi ultimi sono composti fenolici dai tratti più marcati, che ricordano sentori stallatici, cuoio e la particolare “coperta di cavallo bagnato”, tipica in birre fermentate con i Brettanomyces.

    N.B.: Talvolta per rafforzare la produzione dei fenoli, specie con lieviti weizen (noti per apportare alla birra delicati aromi di chiodo di garofano ottenuti a partire dall’acido ferulico), i birrai praticano il Ferulic Rest. Si tratta di uno step (Ammostamento in Multi Step) utile a incentivare la produzione dell’acido ferulico durante il mash.

    Aldeidi

    mela verde

    Le aldeidi, che derivano dagli amminoacidi, si formano durante la fermentazione, grazie al lavoro metabolico del lievito. Quest’ultimo è in grado di sintetizzare gli amminoacidi grazie al processo di transamminazione, attraverso il quale se un amminoacido non è presente nel mosto, il lievito lo sintetizza prelevando il gruppo amminico da un altro amminoacido presente nel composto.

    Precursori degli alcoli superiori, le aldeidi nella birra apportano aromatiche complesse, che ricordano i tratti odorosi della mandorla, dello sherry o del madeira.

    L’aldeide più conosciuta è di sicuro l’acetaldeide, precursore dell’etanolo, che possiede un tipico aroma di mela verde/vernice. Questo tipo di prodotto solitamente contraddistingue una birra prossima al termine della fermentazione ma non ancora pronta a essere imbottigliata.

    N.B.: L’acetaldeide solitamente è convertita in alcol etilico e la percentuale residua si mantiene su livelli inferiori alla soglia di percezione, oppure può essere riassorbita all’interno dalla cellula di lievito e convertita in alcol etilico sul finire della fermentazione.

    Tuttavia, se la birra è imbottigliata prematuramente o il lievito smette improvvisamente di fermentare (abbassamento repentino della temperatura), questo prodotto della fermentazione può essere percepito nella birra finita. Inoltre può riformarsi se la birra viene a contatto con l’ossigeno, per l’ossidazione degli alcoli superiori.

    Alcoli Superiori

    bicchiere con liquore

    Gli alcoli superiori sono il prodotto di scarto, con più di due molecole di carbonio (l’etanolo ne possiede solo due), che si forma partendo dalle aldeidi nella fase di sintesi degli amminoacidi durante la fermentazione. Nel processo di birrificazione, una parte di questi sottoprodotti si combina con gli acidi presenti nel mosto, generando gli esteri, mentre la concentrazione in esubero rimane nella birra.

    La produzione di queste molecole è direttamente proporzionale alla crescita cellulare del lievito (produzione di amminoacidi). Una tendenza generalmente visibile in preparati dalla densità iniziale (OG) elevata che fermentano a temperature piuttosto alte, nei quali si apprezzeranno concentrazioni di alcoli superiori particolarmente consistenti.

    Ne deriva che queste produzioni, data la presenza elevata di alcoli superiori, se consumate troppo prematuramente, potrebbero dare seguito a una sensazione di bruciore alla gola e apportare aromatiche alcoliche o di solvente. A tale proposito è consigliabile inoculare una quantità maggiore di lievito, proprio per evitare una crescita cellulare eccessiva.

    N.B.: Dopo la fermentazione è molto difficile che gli alcoli superiori si riconvertano in esteri, in quanto tale processo è particolarmente lento senza la presenza del coenzima Acetyl CoA e senza il supporto degli enzimi esterasi, attivi solo durante la fermentazione.

    Tuttavia, col passare del tempo, gli alcoli superiori tendono a ossidarsi riformando parzialmente le aldeidi, ovvero composti volatili dagli aromi simili a vini come sherry, madeira e porto. Proprio per questo motivo le birre ad alto tenore alcolico, come le Barley Wine, subiscono una maturazione più prolungata. Questa fase riconverte lentamente gli alcoli superiori in aldeidi (i loro precursori), donando di fatto complessità all’aroma e ammorbidendo la birra al palato.

    Diacetile

    panetto di burro

    Il diacetile, prodotto dal lievito durante la fermentazione, si forma a partire dall’acetolattato (enzima derivato dai piruvati utile per la sintesi degli amminoacidi) che, fuoriuscendo dalla cellula e depositandosi nel mosto, si ossida formando questo composto dal tipico aroma burroso.

    Nonostante la presenza di queste molecole nel mosto, il diacetile è riassorbito dalla cellula che lo riconverte in butanediolo, un composto dalla soglia percettiva più elevata rispetto al diacetile.

    Nelle alte fermentazioni, complici le temperature più alte a cui è sottoposto il lievito, questo processo di fuoriuscita e riassorbimento del diacetile risulta più rapido, per cui generalmente non si apprezza l’aroma burroso sia durante che al termine della fermentazione.

    Nelle basse fermentazioni, invece, in cui il lievito lavora a temperature piuttosto basse, il riassorbimento del diacetile risulta più lento e l’aroma burroso inizia a sentirsi già dalla fermentazione. A tale proposito può essere utile il dyacetil rest, uno step orientato alla stimolazione del processo di riassorbimento del diacetile grazie all’innalzamento di qualche grado della temperatura a fine fermentazione.

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    N.B.: Può accadere che il diacetile si formi anche in condizioni di ossigeno eccessivo, come nel caso dei cask inglesi spillati a pompa. In questi casi, l’acetolattato residuo (inodore e insapore) si ossida in diacetile, che a causa del lievito ormai dormiente, non può più essere riassorbito. Va detto inoltre, che un eccesso di diacetile può essere sinonimo di infezione.

    Composti dello Zolfo

    fiammifero acceso

    I più comuni composti dello zolfo del mondo birraio sono di sicuro l’anidride solforosa (SO2) e l’acido solfidrico (H2S). Si contraddistinguono per i tipici aromi che ricordano l’aglio, fiammiferi e uova marce. Aromatiche tuttavia molto volatili, i quali tendono a dissolvendosi nell’aria, insieme all’anidride carbonica, nel corso della fermentazione.

    Questi composti si possono originare sia dagli amminoacidi presenti nel mosto che dai composti sulfurei derivanti dall’acqua o dal luppolo. In particolare l’acido solfidrico si forma per riduzione dei solfati, in quanto il lievito inizia a utilizzarli come elemento riducente nella sintesi degli amminoacidi quando l’ossigeno del mosto scarseggia e i nutrienti mancano (se il lievito respira ossigeno genera acqua, se respira solfati produce acido solfidrico).

    N.B.: La maggior parte dell’acido solfidrico è prodotto nelle fasi primarie della fermentazione, quando la produzione cellulare, che richiede la sintesi di amminoacidi, è al picco. Va puntualizzato inoltre, che un eccessivo aromatico di uova marce potrebbe essere indice di infezione, in quanto alcuni batteri sono produttori di anidride solforosa.

    Buona birra a tutti.

    Donne e birra: al Beer&Food Attraction 2022 ritorna la premiazione per le professioniste del settore.

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    Ritorna dal 20 al 23 Febbraio 2022, alla Fiera di Rimini, la 7ª edizione del Beer&Food Attraction, la manifestazione più importante dedicata all’intera filiera dell’Out of Home, realizzata in contemporanea alla 4ª edizione del BBTech Expo, fiera professionale delle tecnologie per birre e bevande.

    Si tratta di eventi unici, che riuniscono in un solo contesto la più completa offerta nazionale e internazionale di birre, bevande, food e tendenze per l’Out of Home. Un appuntamento particolarmente interessante per chi non vuole perdere tutte le news dell’Eating Out Experience, che tuttavia aprirà le porte ai soli professionisti del settore. E proprio per loro, specie per tutte le professioniste del comparto, la manifestazione Riminese sarà l’occasione per consegnare il 3° Premio Le Donne della Birra.

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    donne e birra - Associazione Le Donne della Birra

    Un riconoscimento speciale, che nella fattispecie tende a valorizzare il consolidato connubio tra donne e birra, spesso oggetto di falsi stereotipi. Il premio per l’appunto sarà assegnato alle donne che si sono distinte nel settore birraio in qualità di publican, distributrici, importatrici, birraie, giornaliste, comunicatrici, ecc, le quali hanno valorizzato la birra in un contesto ancora erroneamente considerato prettamente maschile.

    Un contesto che sta iniziando finalmente a considerare sempre più l’importanza e la professionalità dell’approccio femminile nel mondo brassicolo. Un cambiamento che sta avvenendo anche grazie all’essenziale contributo de “Le Donne della Birra”, Associazione che riunisce le professioniste del settore o che, più semplicemente, amano quest’antica bevanda. Tra gli obiettivi dell’Associazione ci sono la valorizzazione del ruolo della donna, sempre più interessata al mondo birrario, e la diffusione e il miglioramento della conoscenza e della cultura della birra di qualità.

    Buona birra a tutti.

    Birra da regalare a Natale 2021: un pensiero ricercato firmato Hopt per un brindisi di classe

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    Il Natale è ormai alle porte e, mai come in questa occasione, c’è voglia di convivialità e bisogno di ritrovare il calore di amici e parenti. Così, mentre i menù di Natale gradualmente prendono forma e le credenze sfoggiano i calici più belli per gli innumerevoli brindisi, perché non pensare a qualcosa di speciale con cui riempiere il bicchiere? E già che ci siamo, perché non pensare a dei regali sotto l’albero alternativi e allo stesso tempo raffinati?

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    Discostandosi dalla classica bottiglia, sempre gradita nel deliziare i tipici momenti di goliardia natalizia o degli intensi dopo cena, il gusto e la complessità di una buona birra di qualità potrebbe fare davvero la differenza sulle tavole imbandite di ogni leccornia. Perfetta nell’accompagnare le pietanze e i brindisi del Natale, una birra potrebbe essere anche il regalo perfetto da donare ad appassionati e non.

    Tuttavia destreggiarsi nel vasto mondo brassicolo non è per niente semplice! Di conseguenza, quale sarebbe la birra da regalare a Natale 2021 e che possa inoltre essere la degna sostituta di altre bollicine più tradizionali? A questa domanda risponde Hopt, il più grande beer-shop d’Europa, che per l’occasione ha pensato a una raccolta di birre davvero molo particolare.

    Si tratta del Craft Beer Tasting, uno special pack, con all’interno una ricercata raccolta di birre artigianali capaci di stupire ogni bevitore. Un cofanetto pregiato da regalare e regalarsi, che offre l’occasione di vivere un’esperienza degustativa unica per salutare con gusto la fine di questo 2021.

    Indice dei contenuti

      La birra da regalare a Natale 2021 in uno special pack firmato Hopt

      L’esperienza sensoriale che può offrire la complessa struttura organolettica della birra artigianale, rende quest’antica bevanda un autentico tesoro. Amata da bevitori e non, la crescita che ha interessato la birra artigianale negli ultimi venti anni è stata di sicuro senza eguali. Una crescita dovuta sia alla nascita di portali, i quali hanno divulgato e continuano a divulgare tanta informazione brassicola, che al consumatore, sempre più attento ed esigente su ciò che beve.

      Questo clima, di conseguenza, ha garantito l’avvicinarsi di tanti appassionati al mondo della birra, i quali hanno incentivato a loro volta la nascita di altrettanti birrifici, autori di vere e proprie opere d’arte. Quindi, perché tra i regali sotto l’albero di questo Natale 2021 non farci stare anche un buona dose di birra artigianale?

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      Proprio in questo senso, Hopt ha pensato alla migliore selezione di birra da regalare a Natale 2021 attraverso il Craft Beer Tasting Pack, un cofanetto perfetto per scoprire e degustare alcuni tra gli stili birrai più pregiati al mondo.

      Le birre del Craft Beer Tasting Pack

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      Attraverso un packaging accattivante con all’interno le informazioni di degustazione, il Craft Beer Tasting Pack offre 12 birre artigianali da 33 cl. (4 bottiglie e 8 lattine di stile diverso) provenienti da 10 paesi differenti, un bicchiere TEKU Saveur Bière da 25cl, due sottobicchiere e un apri bottiglie firmato Hopt.

      Nello specifico le birre incluse nel kit, capaci di garantire un’esperienza degustativa davvero ai massimi livelli sono:

      • Punk IPA. Si tratta della celebre Amercan IPA del birrificio Scozzese Brewdog. Attraverso il suo elegante arancione, propone aromi forti di frutti esotici e tropicali, mentre sapori freschi di frutta e un’intensa amarezza s’incontrano al palato;
      • Belle Fleur IPA. E’ la Belgian IPA del birrificio Belga Dochter van de Korenaar. Si tratta di una birra floreale e fresca, che al naso offre evidenti sentori di agrumi, mentre al palato inebria con un’elegante amarezza e un intenso sapore fruttato;
      • Einstok Iceland White Ale. E’ la Witbier speziata e delicata del birrificio Islandese Einstok Olgerd, che rivela nella sua elegante struttura organolettica aromi di scorza d’arancia e coriandolo;
      • Oppigårds Thurbo Double IPA. Si tratta della Double IPA del birrificio Svedese Oppigårds Bryggeri. E’ una birra amara e forte, che nell’aroma propone note di luppolo, pino, frutta e caramello, mentre al palato stupisce con sapori di frutti tropicali, arancia e pompelmo;
      • La Débauche Cognac Barrel. E’ L’American Barleywine del birrificio Francese La Débauche. Calda e corposa, invecchiata in botti di cognac, offre un’esperienza organolettica caramellata e intensa;
      • Founders All Day IPA. Si tratta della Session IPA del rinomato birrificio Americano Founders Brewing Company. E’ una birra da sessione di 4,7 %Vol che offre sensazioni di agrumi, luppolo, pino e sapori floreali;
      • La Virgen 360. E’ l’American Pale Ale del birrificio Spagnolo La Virgen. Fresca e delicata offre aromi di malto, erbe e arancia;
      • Tiny Rebel Cwtch. E’ l’American Amber Ale del birrificio Gallese Tiny Rebel. Tostata e delicata offre accenni fruttati e di caramello, a cui si accosta una leggera amarezza;
      • Magic Rock Salty Kiss. Si tratta della Gose del birrificio Inglese Magic Rock Brewing. Brassata con bacche di olivello spinoso, ribes e sale marino questa birra da 4,1 %vol restituisce un profilo organolettico acidulo e rinfrescante;
      • Wild Beer Millionaire. E’ la Milk Stout del birrificio Inglese The Wild Beer Co. Caramellata e intensa, questa birra da 4,7%vol offre una struttura organolettica decisamente complessa e dolciastra;
      • Tempest Elemental Porter. Si tratta dell’American Porter del birrificio Scozzese Tempest Brewing Company. Particolare e complessa, questa birra scura da 5,1 %vol propone una sensazione calorosa e di torrefatto;
      • Põhjala Prenzlauer Berg. E’ la Berliner Weisse del birrificio Estone Põhjala Brewery. Complessa e beverina, questa rossa da 4,5%vol dona una sensazione acidula e rinfrescante.

      Dove trovare il Craft Beer Tasting Pack?

      Il particolare cofanetto assortito con 12 birre di 12 stili diversi, provenienti da 10 paesi differenti, che include il bicchiere TEKU da 25cl per la degustazione è disponibile solo su Hopt cliccando qui.

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      N.B.: Acquistando in totale sicurezza i prodotti da questo link (che vi porterà sul sito ufficiale del beer-shop), Hopt mi riconoscerà una piccola percentuale sulla vostra spesa. Per voi non influirà minimamente sul totale dell’ordine, mentre per il progetto de “Il Birraio Matto” sarà un valido aiuto per continuare quest’avventura birraia. Grazie in anticipo a chiunque vorrà contribuire!

      Buona birra a tutti.

      Birrificio 2 Sorelle: Da un legame indissolubile nasce la buona birra artigianale!

      Esistono legami nella vita dal valore inestimabile. Di qualunque natura essi siano, sono talmente preziosi da brillare di luce propria e rappresentare una fonte inesauribile di forza, equilibrio e coraggio. Peculiarità appieno comprese da Elisa e Federica Toso che, forti di un legame indissolubile, iniziano a dare vita a un progetto molto particolare.

      Un progetto fondato sulla complicità che solo due sorelle riescono realmente a raggiungere, iniziato in un cascinale Ottocentesco immerso nelle meravigliose terre collinari delle Langhe. In questo contesto sorge il Birrificio 2 Sorelle, una realtà birraia dinamica e ambiziosa che, attraverso la valorizzazione del territorio e un prodotto artigianale di qualità, riscrive le dinamiche di un errato stereotipo tra donna e birra.

      Indice dei contenuti

        Birrificio 2 Sorelle: da un vecchio cascinale alla birra artigianale

        Birrificio 2 Sorelle - interno

        La storia del Birrificio 2 Sorelle ha inizio a Santo Stefano Belbo, zona del Cuneese tendenzialmente devota alla cultura del vino e in particolare orientata alla produzione del moscato. Un dettaglio culturale non indifferente che tuttavia non ha intimorito Elisa e Federica Toso, sorelle e giovani imprenditrici, le quali, tra vigneti e terreni destinanti alla semina, credendo nella birra artigianale, hanno dato il via alla loro coraggiosa avventura.

        Nel 2011, unitamente all’acquisto di un cascinale d’inizio Ottocento, sorge il Birrificio 2 Sorelle. Una realtà birraia tutta al femminile ed estremamente all’avanguardia che, dopo un attento restauro strutturale, ha ridato il meritato lustro e prestigio all’antica costruzione Ottocentesca.

        All’interno del cascinale sono stati installati una sala cottura da 20 hL a tre tini, una serie di fermentatori da 40 hL e una sofisticata linea d’imbottigliamento. All’esterno del birrificio invece, nei terreni adiacenti, viene coltivato l’orzo distico che, dopo i diversi processi di maltazione, è impiegato nella produzione della birra 2 Sorelle.

        Nel Birrificio di Santo Stefano Belbo, la birra è più green!

        Birrificio 2 Sorelle - Esterno

        Il Birrificio 2 Sorelle non è solo birra artigianale! Si tratta infatti di una realtà imprenditoriale cullata dall’affascinante natura delle Langhe, un vasta zona collinare del basso Piemonte, che custodisce paesi e borghi antichi caratterizzati dalla grande tradizione culturale.

        Questo particolare contesto, che combina magia e natura, ha favorito l’instaurarsi di un profondo legame che unisce il birrificio al territorio, incentivando inoltre la volontà di tutelare l’ambiente grazie ad importanti strategie atte a ridurre al minimo sprechi ed emissioni.

        In quest’ottica, sul tetto del cascinale sono stati installati pannelli fotovoltaici dediti alla produzione dell’energia elettrica necessaria alla birrificazione. Per la produzione di calore invece, utilizzato sia per le diverse fasi dell’ammostamento che per il riscaldamento dell’intero stabile, sono state impiegate delle caldaie a biomasse legnose ricavate dai boschi e dalla potatura dei vigneti di proprietà dell’azienda.

        Sempre in “filosofia green” anche lo smaltimento dei reflui di produzione, resi innocui sia per l’uomo che per l’ambiente grazie a un impianto di depurazione a fanghi attivi.

        Le 2 Sorelle

        Chi sono le sorelle dietro al Birrificio di Santo Stefano Belbo?

        2 sorelle

        Federica Toso, nata nel 1988, si è laureata in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Pollenzo (CN) e nel 2013 ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università di Torino. Nel birrificio, Federica cura la parte agricola dell’azienda, così come l’approvvigionamento delle materie prime necessarie al processo produttivo della birra.

        Elisa Toso, nata nel 1991, si è diplomata al Liceo della Comunicazione. Dopo un breve corso di grafica è entrata in azienda rappresentandone la mente artistica e creativa. Nel birrificio, le sue attività spaziano dall’ideazione delle confezioni dei prodotti ai contatti con i fornitori.

        La Birra 2 Sorelle

        Le birre prodotte al Birrificio 2 Sorelle sono attualmente sei, a cui si aggiunge un finissimo distillato di birra agricola. Si tratta di birre estremamente differenti tra loro, che mirano a valorizzare la qualità degli ingredienti, con stili che richiamano la scuola birraia tedesca, inglese, belga e francese.

        Di seguito riportiamo le nostre impressioni dopo averle degustate, mentre per qualsiasi informazione non esitate a visitare il sito del birrificio.

        Sister Ale

        Sister Ale - Birra 2 Sorelle

        Si tratta di una birra ispirata alla tradizione belga delle Farmhouse Ales. Al bicchiere presenta eleganti tonalità gialle ambrate, accompagnate da una schiuma bianca e persistente di fine tessitura. Al naso sprigiona un piacevole bouquet aromatico, costruito dai sentori agrumati dei luppoli, che ricordano la freschezza e l’asprezza del pompelmo, e dalle note fruttate e speziate del lievito, che bilanciano il tono profumato e inviante di questa bionda agricola.

        Al palato ripropone le sensazioni odorose, disegnando così una bevuta semplice e fresca attraverso un gusto inizialmente dolce e mai stucchevole, il quale viene efficacemente equilibrato dal finale amarognolo che richiama magistralmente le note di pompelmo.

        Dal corpo leggero, supportato da una piacevole e delicata bollicina, la Sister Ale da 5,9 %vol è una birra da bere sia in spensieratezza che in accompagnamento a carni bianche e formaggi.

        Naïf

        Naïf -  Birra 2 Sorelle

        Non filtrata, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia, la Naïf è una birra chiara a bassa fermentazione ispirata allo stile tedesco Zwickelbier. Dalla leggera opalescenza, nel bicchiere si presenta vestita di giallo dorato, mentre l’abbondante cappello di schiuma bianca risulta piacevolmente denso e persistente.

        Al naso si evidenzia un sofisticato e variegato complesso aromatico, con sentori erbacei e floreali che vanno a intrecciarsi con delicate note maltate, agrumate e speziate, mentre sulle retrovie spuntano lievi accenni di miele. Al palato offre un sapore tendenzialmente erbaceo a cui si lega in modo impeccabile il dolce del cereale.

        Il corpo leggero e la bollicina media disegnano una bevuta fresca e dissetante, per una birra da 4,6 %vol adatta ad ogni occasione. Perfetta nell’accompagnare formaggi a media stagionatura e carni rosse alla griglia.

        Special

        Special -  Birra 2 Sorelle

        Birra d’ispirazione Saison piacevole e intensa. Al bicchiere si caratterizza per il suo colore giallo ambrato, accompagnato da eleganti riflessi ramati, mentre l’abbondante schiuma bianca, densa e persistente, completa un’opera che compiace l’occhio e preannuncia l’appagante degustazione.

        Al naso evidenzia l’intenso e complesso profilo aromatico, che viene sapientemente impreziosito da note speziate e fruttate, con gradevoli richiami ai frutti bosco, al melone e alla pesca. Adornano il ventaglio odoroso anche lievi sfumature agrumate e maltate.

        Al palato esprime una delicata dolcezza, equilibrata dal piacevole amaro dei luppoli. Nel sapore si percepiscono sentori maltati contrapposti ai richiami speziati, mentre i lievi accenni fruttati e agrumati disegnano una bevuta piacevolmente complessa e secca sul finale.

        Dal corpo medio, sostenuto da una carbonatazione pronunciata, la Special è una birra di 7,7 %vol da degustare sorso dopo sorso, apprezzando ogni forma e colore del suo particolare profilo organolettico. Ideale per accompagnare piatti speziati, carni alla griglia e formaggi a media e lunga stagionatura.

        Amber Ale

        Amber Ale -  Birra 2 Sorelle

        Birra avvolgente e complessa ispirata alla tradizione delle Bière de Garde. Al bicchiere rivela un intenso colore ambrato con riflessi tendenti all’arancio che si accompagna a un generoso cappello di schiuma densa e corposa dalla particolare tonalità avorio.

        Al naso propone evidenti note alcoliche che ricordano prune e ciliegie sotto spirito, contornate da velati accenni caramellati tendenti a equilibrare l’importante struttura aromatica. Il gusto, intenso e avvolgente, disegnato dai cereali impiegati in ricetta, offre piacevoli percezioni maltate con sentori di crosta di pane e di biscotto.

        Dal corpo medio, sostenuto da una bollicina moderata, l’Amber Ale del Birrificio 2 Sorelle da 7,5 %vol offre una bevuta piuttosto piacevole e complessa, che la rendono ideale nell’accompagnare carni rosse, grigliate e formaggi stagionati.

        Hella Hop

        Hella Hop - Birra 2 Sorelle

        Birra intensa e profumata ispirata alle American IPA. Si presenta nel bicchiere con un colore giallo ambrato, arricchito da riflessi arancio, e un cappello di schiuma bianca, densa e persistente. Al naso sprigiona aromi complessi, che spaziano dagli intensi profumi di frutta tropicale alle tipiche note resinose dei luppoli utilizzati nel dry-hopping, fino a richiamare sentori esotici di melone, lime e papaya.

        Al palato il gusto particolare e unico ricorda i delicati sapori del malto, mentre il forte impatto amaricante dei luppoli smorza magistralmente la degustazione di questa birra, disegnando di fatto una bevuta fresca, morbida e assolutamente mai scontata.

        Dal corpo leggero, supportato da un’allegra bollicina, la Hella Hop del Birrificio 2 Sorelle si dimostra una birra particolarmente piacevole, grazie anche al modesto grado alcolico di 5,7 %vol, che la rende perfetta nell’accompagnare risotti, secondi sia di carne che di pesce e formaggi a media stagionatura.

        Wahida

        Wahida -  Birrificio 2 Sorelle

        Birra in stile Blanche dissetante e delicata, aromatizzata con semi di coriandolo e scorze di agrumi. Tendenzialmente torbida, si presenta nel bicchiere vestita di giallo paglierino, arricchito da riflessi arancio, e un generoso cappello di schiuma bianca, dalla fine tessitura e di media persistenza.

        Al naso propone un elegante e intrigante profilo aromatico, derivante sia dal lievito che dalla perfetta selezione dei luppoli, i quali offrono delicati sentori agrumati e note di coriandolo. Al palato disegna dolci e piacevoli sapori maltati, che si contrappongono a sensazioni acidule, speziate e agrumate.

        Dal corpo leggero, ornato da una bollicina tendenzialmente allegra, la Wahida da 5,1 %vol offre una bevuta delicata, interessante e appagante. Particolarmente indicata nell’accompagnare rustici, insalatone, carni bianche e pesce.

        Buona birra a tutti.

        Birra e Birrifici Artigianali per l’Italia: Alla scoperta del Birrificio 24 Baroni

        Prosegue il viaggio alla scoperta della buona birra artigianale italiana. Siamo nell’entroterra siciliano, precisamente nella parte nord-occidentale della provincia di Enna. In questo territorio, che abbraccia da un versante le provincie di Palermo e dall’altro quelle di Messina, sorge la meravigliosa Nicosia, un piccolo Comune custodito dalla natura incontaminata dei Nebrodi.

        E’ qui, tra le colline Nicosiane, un tempo prosperose di frumento, bestiame e commercio grazie alle 24 Casate Baronali possessori della maggior parte delle terre, che nasce il Birrificio 24 Baroni. Una realtà birraia artigianale giovane e dinamica, la quale con perseveranza e grande entusiasmo si fa spazio sul palcoscenico brassicolo nazionale, portando attraverso le sue ricercate birre un “pezzo di Sicilia”.

        A raccontarci la storia del 24 Baroni di Nicosia è Giacomo Cosentino, fondatore del birrificio insieme al fratello gemello Antonio.

        Birrificio 24 Baroni: L’Intervista!

          Come nasce l’idea del Birrificio 24 Baroni? Raccontateci la vostra storia!

          Giacomo e Antonio Cosentino, fondatorei del birrificio 24 Baroni di Nicosia

          Il birrificio nasce ufficialmente nel 2014 quando, al conseguimento della laurea in Economia, io e mio fratello iniziammo a pensare al nostro futuro. Così, tra le diverse opportunità che si presentarono, considerammo seriamente anche la grande passione per la buona birra artigianale. Una passione coltivata negli anni sia da bevitori che da homebrewers, in quanto la producevamo già tra i fornelli di casa. Pensammo allora, perché non fare di una passione un lavoro?

          Iniziammo così la nostra avventura, con un piccolo impianto da 1000 litri. La birra prodotta riscontrò subito un grande successo e, considerando la crescita del settore birraio, piano piano siamo arrivati a una sala cottura da 2000 litri e una cantina di 12.000 litri.

          In sostanza possiamo tranquillamente dire che questa nostra realtà, come tante altre belle cose, è nata un po’ per gioco e un po’ per passione, oltre che per bisogno… naturalmente!

          Quali birre proponete e cosa c’è dietro la loro realizzazione?

          Le birre che produciamo al Birrificio 24 Baroni sono attualmente otto. Abbiamo la Bianca, una Blanche Belga prodotta con frumento privo di malto. E’ una birra chiara, beverina e dissetante, che attraverso il suo gusto speziato e leggero risulta perfetta per appagare la sete dei caldi giorni d’estate.

          Immagine Birrificio 24 Baroni

          Produciamo anche la Bionda, una Saison realizzata da una miscela di malti d’orzo e grano. E’ una birra fresca, dissetante e delicatamente agrumata, che offre una bevuta piacevole e perfettamente equilibrata tra dolce e amaro.

          La Rossa invece, Medaglia d’Argento al Concorso Internazionale di Lyon 2017, è una Belgian Amber Ale ad alta fermentazione che profuma di malto. Possiede evidenti toni caldi, in cui si distinguono note di caramello e un sapore tendente all’affumicato.

          La Bionda II al Miele, premiata “Grande Birra” nella Guida Slow Food 2016-17 e Medaglia d’Oro al Concorso Internazionale di Lyon 2017, è un Cream Ale. Si tratta di una bionda ad alta fermentazione, che si contraddistingue per la magistrale aggiunta di miele di Sulla d’Ape Nera Siciliana. E’ una birra molto speciale, che dietro il suo moderato tenore alcolico cela un sapore amarognolo particolarmente rinfrescante.

          Un’altra birra pluripremiata della nostra scuderia è la Nera, che si è aggiudicata sia il Premio Cerevisia 2017 come 1° classificata Area Geografica Sud e Isole che il Premio Beer Attraction 2017 di Rimini come 2°classificata nella categoria 14. Si tratta di una Stout dalle intese sensazioni tostate che ricordano accenni di caffè, liquirizia e cioccolato. E’ una birra complessa, dal gusto pieno e deciso, che grazie al suo amaro calibrato risulta particolarmente piacevole.

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          Birre Bianca, bionda e rossa Birrificio 24 Baroni

          Oltre al birrificio, possediamo un’azienda agricola di famiglia, in cui produciamo anche dei cereali. Parte di questi finiscono nella Terra 5 Cereali, una birra derivata dall’attenta miscelazione di cereali differenti come malto d’orzo, frumento, avena, mais e riso. Da questa selezione, che rappresenta un pochino i frutti della terra, ne tiriamo fuori una birra complessa, in cui l’aroma maltato dei cereali è perfettamente bilanciato dalla componente amaricante e dalla scorza d’arancio amaro.

          Produciamo inoltre la APA, una American Pale Ale dal colore ramato e dall’aspetto limpido. E’ una birra che, grazie ai luppoli americani, si caratterizza per i sentori di pompelmo, fiori di arancio, ananas e mandarino. Accompagnata da un generoso cappelli di schiuma fine, cremosa e molto persistente, delizia il palato con note balsamiche iniziali, che gradualmente cedono la scena all’amaro equilibrato contornato da note agrumate e resinose.

          Infine, dopo due anni di ricerche, al Birrificio 24 Baroni siamo riusciti a produrre una particolare gluten free. Si tratta della 10 PPM, una bionda ad alta fermentazione ispirata alle Pilsner, dall’intenso profumo floreale e da piacevoli note erbacee e di cereale.

          Tra le diverse birre, qual è la vostra preferita e perché?

          Chiedere a un birraio quale tra le sue birre sia la preferita è un po’ come chiedere a un padre quale figlio predilige. Detto ciò, non mi piacciono birre troppo corpose o pesanti, di conseguenza adoro tantissimo la nostra leggera e beverina Bionda al Miele. Mio fratello invece beve con gusto l’American Pale Ale, col suo amaro equilibrato e le piacevoli note agrumate.

          Quanto contano i fattori tradizione e territorialità nei vostri prodotti?

          Aprendo il Birrificio 24 Baroni, ci siamo ispirati alla tradizione belga perché riteniamo che questa filosofia birraia ci raffiguri un po’ meglio. Ovviamente, però, abbiamo cercato di realizzare delle birre che si potessero vendere nella nostra Sicilia. Questo di conseguenza ci ha portato a preferire birre caratterizzate da alcuni ingredienti siciliani, come il miele di Sulla. Un alimento tipico della Sicilia e prodotto direttamente dall’Ape Nera Siciliana, una specie autoctona dell’isola.

          Territorio di Nicosia

          Sempre col pensiero alla Sicilia, abbiamo riadattato uno stile americano secondo i gusti più nostrani. Si tratta della nostra APA, uno stile di per se caratterizzato da un amaro prorompente, a cui abbiamo dato un tono più equilibrato e allineato ai sapori siciliani, non del tutto pronti a ricevere tendenze troppo amare.

          Nel rispetto della nostra terra abbiamo realizzato anche la 5 Cereali. Una birra in cui utilizziamo i cereali dei nostri campi, tra cui grani antichi ormai in via d’estinzione.Tuttavia il nostro obiettivo è quello di produrre una birra 100% siciliana e più precisamente Nicosiana, con ingredienti non a km zero ma a metri zero!

          Sappiamo che il Covid ha colpito duramente il settore birraio, ma gli appassionati della buona birra continuano ad apprezzarla forse più di prima. Quali novità avete in mente?

          Birra artigianale Birrificio 24 Baroni

          Attraverso il lockdown abbiamo capito diverse cose. La birra artigianale, in Italia, è legata principalmente al mondo della ristorazione e al settore Ho.Re.Ca., e questo secondo me non può avere un seguito. Non possiamo pensare di vivere esclusivamente con questo settore, perché al primo cedimento del comparto siamo crollati di conseguenza.

          Dobbiamo cercare quindi dei mercati alternativi, tra cui la Grande Distribuzione. Noi ci stiamo già muovendo in questa direzione, producendo delle birre con un marchio differente. Parliamo sempre di un prodotto di qualità, ma che rientra nei canoni della Grande Distribuzione. Questo, proprio perché ci siamo resi conto che non possiamo reggere il peso di un solo settore e delle sue oscillazioni legate alle circostanze, in quanto ci siamo letteralmente sentiti mancare il terreno sotto i piedi.

          La birra, inoltre, può essere venduta in altri settori e noi dobbiamo andare a ricercarli. Uno di questi, in precedenza mai valutato, è il canale online. Di conseguenza, durante il periodo di lockdown, abbiamo creato un shop online, in cui era possibile prenotare le nostre birre, comporre dei box personalizzati e riceverli in tutta Europa.

          Per quanto riguarda il futuro invece, abbiamo in mente tante idee. Vogliamo assolutamente realizzare una birra 100% siciliana, una “Sicilian Pale Ale” (la definirei così). Una birra che utilizzi quei malti che dobbiamo maltare nella nostra azienda agricola e i luppoli coltivati in Sicilia, creando quindi una linea completamente siciliana, con gusti semplici e genuini che rappresentino al meglio l’essenza di questa favolosa terra.

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          Ringraziamo Giacomo e Antonio Cosentino del Birrificio 24 Baroni di Nicosia per la cortese disponibilità. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina Facebook ufficiale del birrificio.

          Buona birra a tutti.

          Svelate le prime 4 birre del Beery Christmas 2021: tra queste spunta anche un’italiana!

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          Il Beery Christmas 2021, il particolare e prestigioso Calendario dell’Avvento firmato HOPT, continua a fare parlar di se. Dal 2013 (anno della prima edizione del Beery Christmas) ad oggi, oltre 400.000 consumatori ed esigenti appassionati di birra in tutta Europa hanno degustato la ricercata selezione di referenze proposte nello special pack, diventato di fatto un cult del settore birraio.

          Quest’anno, però, il Calendario dell”Avvento avrà qualcosa in più, che appagherà ulteriormente i devoti della buona birra, accompagnandoli in una degustazione del tutto unica. Infatti, le birre del Beery Christmas 2021 saranno 25, da scoprire day by day, casella dopo casella, nei 24 giorni che precedono il Natale.

          Ma non si tratterà solo di uno special pack in versione Extra Large. Come la tradizione del Beery Christmas vuole, anche il 2021 avrà un’importante proposta, che rappresenta il risultato di un anno di lavoro e di ricerca del team HOPT, key player europeo nella vendita di birra online, per ricercare i birrifici più innovativi capaci di realizzare referenze in esclusiva per essere parte di questa entusiasmante avventura birraia.

          Indice dei Contenuti

            Rivelate le prime 4 birre del Beery Christmas 2021: il viaggio birraio fa tappa anche in Italia

            Così come le caselline del Calendario dell’Avvento si scoprono una ad una, le singole birre del calendario HOPT saranno svelate e raccontate dal 1° al 24 dicembre sul sito attivo tramite il QR code presente sulla confezione del Beery Christmas.

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            Giorno per giorno sarà possibile conoscere contenuti speciali relativi a ciascuna referenza e alla passione che l’ha concepita. Non mancheranno aneddoti e curiosità, oltre a spunti e suggerimenti su come gustarla al meglio a partire dal bicchiere, passando per la temperatura di servizio, per arrivare al food pairing. Si tratterà dunque di un’esperienza unica per tutti i beerlovers, che soddisferà senza dubbio anche i palati più esigenti.

            le birre del Beery Christmas 2021

            Tuttavia al countdown natalizio manca ancora qualche altro mese e la curiosità sulle birre del Beery Christmas 2021 inizia a farsi sentire. Così, aspettando il 1° dicembre, HOPT anticipa 4 birre del suo calendario, fornendo di conseguenza un chiaro monito sul livello qualitativo che riserverà lo special pack.

            La prima, che conferma la grande crescita del movimento birraio tricolore, è un’italiana. Da Borgorose, in provincia di Rieti, arriva Trap Yeast del birrificio Birra del Borgo, una birra intensa, ispirata alla terra, che nasce tra note floreali, di biscotto, caramello e fragranze di fiocchi d’avena.

            La seconda, dall’Estonia, è la Rukkiväli del birrificio Pōhjala (in estone Regno del Nord). Si tratta di una birra torrefatta con un tocco di segale croccante per un dolce sapore natalizio.

            Dal Regno Unito, arriva la terza proposta. Si tratta della Toucan Tropic del birrificio Vocation, una IPA fruttata e succosa prodotta con luppolo sperimentale HBC (Hop Breeding Company è una società che sviluppa la coltura del luppolo e ne ha creati tra i più ricercati sul mercato).

            Infine, la quarta referenza pensata per il Beery Christmas di Hopt riguarderà la Francia. Dal birrificio Effet Papillon arriva la Passion Gingembre, una Berliner Weisse con la combinazione acidula di frutto della passione e zenzero.

            Un tributo all’esperienza e alla passione birraia

            calendario dell'Avvento Hopt

            Questa piccola anticipazione, tuttavia, è solo un (pre)assaggio dei sapori unici del Beery Christmas 2021. Sapori rappresentativi di ben 26 birrifici da tutto il mondo (di cui 7 sono stati inseriti nella Top 100 mondiale di Ratebeer), capaci di raccontare la tradizione millenaria che caratterizza l’arte brassicola e la sua continua evoluzione, in un intreccio tra metodi di produzione classici e innovativi pensati dalla sapiente passione dei mastri birrai.

            Ed è proprio ai mastri birrai, alla loro esperienza, al loro saper custodire e tramandare ricette antiche, alla loro capacità di crearne di nuove partendo da 4 semplici ingredienti naturali (acqua, orzo/cereali, luppolo, lievito) che è dedicato il concept grafico del pack di quest’anno. I volti degli esperti mastri birrai che hanno sviluppato le 25 referenze del kit sono infatti al centro della scena.

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            Grazie alle illustrazioni colorate e dal forte impatto visivo di Marie Gosselin (talentuosa illustratrice di base a Lille, città dove HOPT è nata nel 2007 e sede delle sue attività) ciascuno di loro entrerà da protagonista nell’esperienza degustativa dei tanti appassionati di birra che quest’anno si regaleranno (o, perché no, riceveranno in dono) il Calendario dell’Avvento più esclusivo che ci sia.

            Dove trovare il Beery Christmas 2021 di HOPT?

            AGGIORNAMENTO: Il Beery Christmas di Hotp sarà disponibile fino al 3 dicembre 2021 (con spedizione gratuita cliccando qui). Dopo tale data purtroppo non potrà più essere acquistato. Tuttavia rimangono disponibili altri interessanti prodotti nella sezione Negozio di Natale della piattaforma. Inoltre non perdete le straordinarie offerte per degustare buona birra disponibili tutto l’anno.

            N.B.: Acquistando in totale sicurezza i prodotti da questo link (che vi porterà sul sito ufficiale del beer-shop), Hopt mi riconoscerà una piccola percentuale sulla vostra spesa. Per voi non influirà minimamente sul totale dell’ordine, mentre per il progetto de “Il Birraio Matto” sarà un valido aiuto per continuare quest’avventura birraia. Grazie in anticipo a chiunque vorrà contribuire!

            Buona birra a tutti.

            Birra e Birrifici Artigianali per l’Italia: Alla scoperta del Birrificio Krimisos

            Continua il viaggio alla scoperta della buona birra artigianale, che in questa occasione ci porta nella parte settentrionale della Sicilia. Siamo nell’affascinante Castellammare del Golfo, cittadina in provincia di Trapani, che sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Unici.

            Si tratta di una zona molto particolare, in cui si sviluppa uno dei bacini idrografici più suggestivi dell’intera isola, il bacino idrografico del Fiume San Bartolomeo. L’acqua incontaminata che ne deriva, sgorga freddissima fino a incontrare quelle calde e sulfuree provenienti dalle profondità terrestri, trasportate dal Fiume Caldo. Un evento anticamente considerato magico da cui si generò il mito di Crimiso, il dio del fiume che si trasformò in cane e si unì alla troiana Egesta (Segesta) quando costei approdò in Sicilia.

            In questo contesto ricco di miti ancestrali, natura e storia d’importante rilievo architettonico, nasce il Birrificio Krimisos. Una giovane realtà birraia che, ispirandosi al coinvolgente passato del territorio e ai preziosi frutti della terra che ne derivano, incarna la passione per la buona birra di tre amici. A raccontarci questa storia è Gianvito Fazzino, odontoiatra, ex homebrewer e socio del birrificio castellammarese.

            Birrificio Krimisos: L’intervista!

              Come nasce l’idea del Birrificio Krimisos? Raccontateci la vostra storia!

              Come tanti altri, che poi hanno deciso di aprire un birrificio, anche io e i miei soci abbiamo iniziato dalla passione per la birra artigianale. Una passione scaturita dall’homebrewing!

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              Noi, per l’appunto, siamo degli homebrewers di vecchia data che hanno iniziato il loro percorso producendo birra in casa. Questa passione, tra l’altro coltivata singolarmente, ci ha portato poi a rincontrarci e a pensare seriamente all’idea di realizzare un nostro birrificio.

              Soci Birrificio Krimisos

              Siamo tre persone che già possiedono una loro attività, tant’è che uno è avvocato, uno odontotecnico, mentre io sono un odontoiatria. Questo birrificio nasce dunque come una seconda attività, che sostanzialmente corona la nostra passione verso la buona birra.

              La nostra avventura iniziò tre anni fa, dapprima come beerfirm. Avevamo, infatti, delle ricette nostre, realizzate e testate durante il trascorso da homebrewers. Così ci appoggiamo ad altri birrifici, per comprendere un pochino se queste ricette potessero avere un parere positivo o meno.

              I risultati furono davvero incoraggianti, perché le nostre birre piacevano anche ai palati più esigenti. Tuttavia il nostro desiderio era quello di fare birra, così abbiamo compiuto un ulteriore passo, che da beerfirm ci ha portato a essere un birrificio.

              A febbraio del 2020, quindi pochi giorni prima del lockdown, abbiamo inaugurato il Birrificio Krimisos qui a Castellammare del Golfo. Si tratta di un birrificio con un impianto da 500 litri e due fermentatori da 600 litri, e per noi è motivo di grande orgoglio oltre che d’immensa passione.

              Quali birre proponete e cosa c’è dietro la loro realizzazione?

              La nostra filosofia aziendale è quella di rivisitare un po’ gli stili birrai classici, proponendo un prodotto che abbia un qualcosa del nostro territorio. Questo è un po’ quello che abbiamo cercato di fare nella realizzazione delle nostre otto produzioni.

              Tra queste, due, più beverine e poco alcoliche, sono riservate alla vendita nei supermercati, mentre le altre sei, più complesse e alcoliche, sono realizzate per la distribuzione nel pianeta Ho.Re.Ca.

              Selezione birre krimisos

              Sono birre piuttosto diverse tra loro, ma tutte legate alla credenza di qualcosa di locale. La “Chiara” ad esempio, una Blonde Ale a cui abbiamo aggiunto del miele reperibile esclusivamente nelle nostre zone, che le conferisce un particolare sapore floreale.

              Produciamo la “Melograin”, una Fruit Beer realizzata con l’utilizzo di melograno derivante da una piccola azienda del luogo, mentre la “Zingara”, una IPA omaggio alla Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, annovera tra i suoi ingredienti le pregiate bucce di bergamotto.

              Abbiamo anche la “Bruna”, la Smoked Ale affumicata con aggiunta di peperoncino locale oppure la “Marina”, una Amercan Wheat Beer che impiega il grano di Tumminia, un cereale antico siciliano dal colore un po’ scuro e dal sapore grezzo.

              Ne produciamo una in cui utilizziamo lo sciroppo di carrube. E’ la nostra “Vittoria”, una Amber Ale realizzata con un ingrediente che al di fuori della Sicilia è poco conosciuto. Per questo prezioso sciroppo, prodotto esclusivamente con acqua e baccelli di carruba, ci appoggiamo al famoso caramellificio Terranova, che produce caramelle alla carruba da più di cento anni.

              Queste birre, insomma, rappresentano la nostra produzione e come si può notare hanno tutte un filo conduttore col meraviglioso territorio in cui viviamo!

              Tra le diverse birre, qual è la vostra preferita e perché?

              Come dicevo, abbiamo iniziato con tre birre, per noi particolarmente importanti, perché portano i nomi dei nostri familiari. Tra le proposte del birrificio Krimisos c’è la “Chiara”, che porta il nome di mia figlia. Si tratta di una Blonde Ale che tra i suoi ingredienti prevede l’utilizzo del miele e che nonostante ciò ha una tendenza all’amaro, grazie a una magistrale e generosa luppolatura.

              birre birrificio krimisos

              Un’altra birra è la “Vittoria”, dal nome della figlia del secondo socio. E’ una deliziosa Amber Ale che impiega sia pregiati luppoli inglesi che lo sciroppo di Carruba, il quale le conferisce un sofisticato carattere caramelloso. La terza birra invece è la “Bruna”, una Smoked Ale realizzata con una cospicua percentuale di malto affumicato e peperoncino locale, che porta il nome della moglie del terzo socio.

              In queste ricette, a cui siamo sicuramente molto legati, ognuno di noi ci ha messo del suo, personalizzandole il più possibile. Tuttavia non facciamo “figli e figliastri”, perché tutte le proposte che abbiamo sono importanti. Anzi, ti dirò di più. Tra le birre prodotte al birrificio Krimisos esiste una dicotomia tra le proposte più vendute e quelle maggiormene apprezzate dalla critica.

              Le più vendute sono le chiare, mentre le birre che riscontrano maggiore successo dalla critica e grande apprezzamento da parte di intenditori e appassionati sono senza dubbio le scure. Quindi, alla fine, ogni birra che produciamo ha qualcosa di unico e particolare, il che ci rende davvero affezionati a quel prodotto.

              Quanto contano i fattori tradizione e territorialità nei vostri prodotti?

              birra con sciroppo di carruba

              Nel nostro territorio non esiste una tradizione birraia! La nostra zona, come la maggior parte d’Italia, è dedicata principalmente al vino, con la coltura di diverse varietà di vite. Siamo, per l’appunto, il primo birrificio a Castellammare del Golfo, quindi la tradizione birraia l’abbiamo un po’ presa dai testi.

              Abbiamo quindi cercato di studiare gli abbinamenti giusti con qualcosa che rivisitasse i classi stili birrai. Ci tenevamo perlopiù a esaltare qualcosa di locale, che conferisse sicilianità alle nostre birre grazie a ingredienti di una certa tradizione e appartenenza. Basti pensare al grano di tumminia, un cereale antico quanto prezioso, oppure al miele di ape nera sicula. Per cui la nostra originalità è quella di creare un connubio tra i prodotti del territorio e un prodotto che tradizionale da noi non lo è!

              Sappiamo che il Covid ha colpito duramente il settore birraio, ma gli appassionati della buona birra continuano ad apprezzarla forse più di prima. Quali novità avete in mente?

              birre Krimisos su spiaggia

              Il birrificio Krimisos è stato innaugurato un mesetto prima del lockdown, quindi il Covid lo abbiamo subito in pieno. Abbiamo risentito particolarmente di questa situazione, visto che lavoravamo esclusivamente col settore Ho.Re.Ca.

              Per sopperire alle perdite, ci siamo inseriti in qualche canale di vendita online, tamponando per quanto possibile la mancanza del settore della ristorazione.

              Questo però, non è stato del tutto un aspetto negativo, perché ci ha consentito di far girare il prodotto e farlo scoprire. Poi la scelta di aver creato una linea di vendita appositamente riservata ai supermercati, ci ha portato un ulteriore canale di sbocco in questa situazione d’incertezza.

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              Per quanto riguarda il futuro di birra Krimisos, invece, di progetti ne abbiamo tanti. Vogliamo fare davvero tante cose e il tempo rimane l’unico limite, visto che ognuno di noi possiede già un’attività. Tuttavia pensiamo a come realizzare la nostra tap room, un nostro punto vendita specializzato e chissà, magari qualcosa che comprenda il turismo di Castellammare, un territorio che d’estate risulta particolarmente vivace.

              Ringraziamo Gianvito Fazzino e tutti i soci del Birrificio Krimisos per la cortese disponibilità. Potrete trovare maggiori informazioni sulla pagina Facebook del birrificio.

              Buona birra a tutti.

              La maturazione della birra: l’infinita e snervante attesa nell’homebrewing

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              Confucio diceva: “Con il tempo e la pazienza ogni foglia di gelso diventa seta“. Nella quotidianità del “Tutto e subito” la pazienza è un dettaglio forse dimenticato, che tuttavia dovrebbe essere alla base di ogni cosa. Per realizzare un qualcosa in modo ottimale, infatti, ci vuole in primis pazienza, oltre che perseveranza!

              Uomo anziano che beve birra

              In questo senso, il fare birra non fa eccezione. Dalla preparazione delle attrezzature all’ammostamento, dall’avvio al termine della fermentazione e fino al fatidico assaggio, la pazienza sarà la costante in ogni step produttivo e per questo il birraio dovrà imparare fin da subito a conviverci d’amore e d’accordo.

              Fatta questa doverosa premessa, è tuttavia inutile negarlo! La curiosità di stappare e degustare quanto prodotto, è la tentazione di ogni homebrewer. Ciò nonostante è bene placare gli animi, specie quando la birra (già fermentata) verrà imbottigliata. Quest’ultima infatti non è ancora pronta a deliziare le papille gustative (si spera), in quanto dovrà trascorrere un determinato periodo di tempo a maturare.

              Un periodo sicuramente snervante, ma la maturazione della birra ha un suo fondamentale perché! Vediamo dunque di comprendere i “tempi tecnici” del riposo forzato che precedono la degustazione.

              Indice dei Contenuti

                La maturazione della birra

                Dopo la fermentazione, il mosto è ufficialmente diventato birra grazie al prezioso contributo del lievito precedente inoculato. Dal fermentatore, la nuova birra dovrà essere imbottigliata e subire il priming, attraverso il quale si riattiveranno le cellule di lievito (rimaste assopite dopo la fermentazione) che disegneranno la particolare e piacevole bollicina di questa bevanda.

                Tuttavia alla conclusione del processo di produzione e quindi al tanto desiderato assaggio, manca ancora un altro step. Bisogna dunque pazientare ulteriormente e dare tempo al tempo di scolpire, per noi, una buona birra da bere. Questa fase prende il nome di maturazione, e serve alla birra per migliorare ed equilibrare le proprie caratteristiche organolettiche.

                Cassa di birra

                Durane la maturazione della birra, infatti, si compiono diverse reazioni chimiche, che andranno a modificare e smussare importanti parametri organolettici e strutturali. In sostanza la birra si affina! Il sapore dolce del malto si armonizza con l’amaro pungente del luppolo, mentre gli aromi principali si perfezionano e il lievito tende a depositarsi sul fondo del contenitore, migliorando di fatto l’aspetto della bevanda.

                La maturazione però, non è un processo che si applica in modo uniforme su tutte le birre. Per birre ad alta fermentazione, semplici e poco strutturate, questo “riposo tecnico” potrebbe concludersi in poche settimane, mentre per tipologie più complesse la maturazione potrebbe estendersi anche per diversi mesi o anni.

                Per le birre a bassa fermentazione, invece, il processo maturativo diventa un pochino più articolato. In questo caso si parla infatti di maturazione a freddo (lagerizzazione), in cui le birre sono stoccate a temperature prossime allo zero anche per diversi mesi. Queste condizioni di freddo rallentano le diverse reazioni chimiche negative e favoriscono la precipitazione delle sostanze fluttuanti sul fondo del contenitore, garantendo così una birra particolarmente limpida e delicata.

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                N.B.: Per birre ad alta fermentazione la temperatura di maturazione è uguale o poco inferiore a quella di fermentazione. Aumentare tale temperatura potrebbe velocizzare il processo e quindi anticipare ulteriormente la naturale degradazione del profilo organolettico della bevanda. Inoltre si favorirebbe la rifermentazione in bottiglia, la quale potrebbe raggiungere livelli controproducenti all’armonia strutturale della birra.

                Quanto tempo deve maturare la birra?

                Come puntualizzato, il “tempo tecnico” di riposo della birra tende a migliorare le qualità organolettiche della bevanda. I sapori e gli aromi si armonizzano, donando maggiore equilibrio alla degustazione, mentre le particelle di lievito in sospensione si depositano, disegnando così all’occhio una birra più gradevole. Tuttavia il riposo differisce da prodotto a prodotto, per cui la domanda che molti homebrewers si pongono è: quanto dura precisamente la maturazione della birra?

                Grafico maturazione birra

                Se dovessimo rappresentare con un grafico il trascorrere del tempo e la maturazione della birra, noteremmo una parabola che evidenzierebbe le diverse fasi evolutive della bevanda. La parabola presenterebbe un andamento crescente nella fase temporale successiva all’imbottigliamento, fino a raggiungere (in un determinato periodo) l’apice in termini di aroma e sapore. Dopo questa fase, la parabola inizierà inevitabilmente un’andatura inversa, finché la stessa struttura organolettica della birra finirà per degradarsi.

                Definire dunque, una tempistica precisa al processo di maturazione della birra (specie quella prodotta in casa) non è semplice! Normalmente la maturazione dovrebbe durare almeno un mese, oppure due per permettere alla birra di affinarsi ulteriormente.

                Tuttavia tali tempistiche potrebbero anche variare. Un problema purtroppo o per fortuna legato sia alla grande varietà della bevanda che agli ingredienti più disparati con cui si realizza. Ciò nonostante, una linea guida che tanga conto di determinati fattori è possibile averla!

                Come fare maturare la birra? Le linee guida

                Il Luppolo

                Solitamente le birre che possiedono una buona base luppolata come IPA, APA e Pilsners (da consumarsi dopo la lagerizzazione) sono poco adatte a tempi di maturazione eccessivamente prolungati. Questo perché, l’aroma e l’amaro dei luppoli che possiedono tendono a svanire col tempo, rendendo la birra sbilanciata e poco incisiva.

                Pianta di Luppolo

                Tuttavia esistono svariati luppoli, e questa diversità li porta ad avere comportamenti differenti nei confronti del tempo. Infatti per gestire al meglio la maturazione della birra, andrebbe valutato anche il tipo di luppolo impiegato durante la produzione.

                Per sommi capi, i luppoli ad alta concentrazione di alpha acidi col passare del tempo tendono a ossidarsi, producendo di conseguenza aromi piuttosto sgradevoli. I luppoli con alte concentrazioni di beta acidi, invece, mantengono l’amaro più a lungo, producendo col tempo aromi tendenzialmente più gradevoli alla degustazione. Va tuttavia precisato che l’aroma, in entrambi i casi, andrà comunque a degradarsi!

                La Densità

                Il tempo, come per la componente organolettica, agisce anche sulla parte strutturale della birra, causando una consistente perdita di corpo.

                Bicchiere di birra piegato

                Questo problema sostanzialmente è dovuto agli zuccheri residui della birra, che alla lunga tendono a ossidarsi. I prodotti generati dall’ossidazione si legheranno alle proteine dei malti, le quali precipitando lentamente intaccheranno la corposità della bevanda.

                A tale proposito, le birre a basso profilo maltato necessitano di una maturazione piuttosto breve. Le birre, invece, con una significativa percentuale di zuccheri residui ovvero con una densità FG (Final Gravity) piuttosto alta come Imperial Russian Stout, Barley Wine o Doppelbock, compensando l’assottigliamento del profilo maltato, sono più indicate a maturazioni prolungate (invecchiamento).

                Il Lievito

                Bicchiere di birra visto dall'alto

                Nella maturazione della birra, il lievito può essere un indice per definire la corretta gestione di questo particolare step della produzione. Fondamentalmente è bene prestare attenzione a birre realizzate con lieviti lager e quindi prodotte secondo le regole della bassa fermentazione.

                Questi tipi di lieviti infatti, essendo abbastanza neutri, producono pochi aromi durante la fermentazione, proprio per lasciare maggiore spazio al contributo organolettico derivante dai malti. Ne consegue che, dopo la lagerizzazione, le birre a bassa fermentazione dal profilo maltato come Pilsner, Helles o Vienna vanno bevute senza subire ulteriore maturazione.

                Il motivo deriva principalmente da due fattori. I contributi organolettici dei luppoli tenderanno col tempo a degradarsi, determinando birre poco incisive e scarsamente equilibrate, mentre l’ossidazione degli zuccheri residui (densità FG che in queste tipologie non è particolarmente elevata) porterà via via il corpo ad assottigliarsi.

                La Gradazione Alcolica e l’Invecchiamento

                Se per alcune birre l’eccessiva maturazione può essere un problema, per altre un riposo più prolungato può rappresentare un elemento di forza. In questi prodotti il tempo è il vero valore aggiunto che, grazie all’arrotondamento dell’alcol, disegna una bevuta complessa, elegante e raffinata.

                Questo particolare stato di maturazione prende il nome di invecchiamento e solitamente si pratica su birre a elevato tenore alcolico (superiore a 8 %vol.), in quanto l’alcol ne rallenta e ne previene le reazioni chimiche negative che vanno a degradare aroma e sapore.

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                Bicchiere di birra su botte di legno

                In queste birre, che partono da un’elevata OG (Densità Iniziale), durante la fermentazione si formano inevitabilmente gli alcoli superiori. Questi prodotti della fermentazione, col tempo, si andranno a legare agli acidi, determinando nuovi esteri (fruttati, vinosi), oppure si ossideranno formando aldeidi (aromi di toffee e mandorla), rendendo di fatto la birra più morbida, complessa e gradevole alla degustazione.

                Tirando le somme quindi, le birre ad alto tenore alcolico sono più indicate a maturazioni prolungate (mesi) o all’invecchiamento (anni). Al contrario maturare/invecchiare birre a bassa gradazione alcolica non porta a nessun beneficio, anzi si avranno soli effetti negativi. A questa regola però, fanno eccezione le birre acide, in cui l’acido ne conserva la loro particolarissima struttura organolettica.

                N.B.: In caso si volesse invecchiare una birra ad alto profilo luppolato, è consigliabile utilizzare in amaro luppoli ad alto livello di beta acidi.

                Buona birra a tutti.

                Beery Christmas 2021: il calendario dell’Avvento firmato Hopt, ritorna in versione extra large!

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                Ebbene si! Anche il 2021 sarà in compagnia del più esclusivo dei calendari dell’Avvento. Nel periodo più magico dell’anno, in cui contare i giorni al Natale è una tradizione, per tutti gli amanti della birra e non ritorna lo special pack firmato Hopt, con 25 proposte uniche e irripetibili per deliziare con gusto, creatività e convivialità le 24 giornate che precedono la festività natalizia.

                25 birre per 24 giorni é proprio così, non si tratta di un errore! Il Beery Christmas 2021, infatti, si presenterà in versione extra large, con 24 birre appositamente realizzate per questo calendario e una sorpresa speciale, che di certo non deluderà gli esigenti palati dei tanti beerlovers impazienti di brindare.

                Indice dei Contenuti

                  Beery Christmas 2021: un viaggio all’insegna della birra di qualità nel mondo

                  Beery Christmas 2021

                  Tra tante le forme del calendario dell’Avvento, che annualmente accompagnano il tradizionale countdown al Natale, quella originale proposta da Hopt, azienda leader europea nella vendita di birre online e nata a Lille (Francia) nel 2007, non ha sicuramente eguali.

                  Si tratta per l’appunto di un particolarissimo set pensato appositamente per gli amanti della buona birra. Un calendario dell’Avvento che, rinnovandosi ogni anno, propone un’avventura unica e ricca, con emozioni ed esperienze sempre differenti.

                  Dettagli realizzabili grazie all’accurata scelta di pregiate proposte (esclusivamente create per lo special pack) e alla ricercata selezione dei birrifici, naturalmente individuati tra i migliori produttori al mondo.

                  Dall’Italia alla Svezia, dalla Francia agli Stati Uniti, dall’Estonia alla Nuova Zelanda, sono in tutto 26 i birrifici (7 inseriti nella Top 100 mondiale di Ratebeer) che hanno collaborato alla Nona edizione del calendario dell’Avvento firmato Hopt.

                  Un calendario che non rappresenta unicamente i migliori esempi di birra a livello mondiale. Si tratta per l’appunto, di un vero e proprio viaggio intorno al mondo alla scoperta dei sapori unici e particolari che hanno il gusto delle tradizionali birre di frumento, delle più moderne IPA e dei famosi stili belgi rivisitati, realizzati grazie al perfetto connubio tra metodi produttivi classici e innovativi.

                  25 birre per 24 giorni: day by day con gusto e interattività

                  Selezione hopt

                  Hopt, che dal 2012 realizza l’esclusivo Beery Christmas, per questo Natale ha deciso di alzare ulteriormente il livello. Lo special pack riserverà 25 proposte pronte ad accompagnare, day by day, per 24 giorni tutti gli appassionati della buona birra, con degustazioni uniche e di grandissima qualità.

                  Ma non si tratterà solo di degustazione. Infatti, oltre a deliziare con gusto ed esclusività i giorni che precedono il Natale, il Beery Christmas 2021 sarà arricchito da alcuni contenuti speciali, disponibili sul sito attivo attraverso il QR CODE presente sulla confezione del calendario.

                  Ogni giorno, dal 1 al 24 dicembre, verrà svelato il contenuto relativo alla birra corrispondente, con notizie sulla sua storia, la passione che ne ha caratterizzato la creazione, gli aneddoti e le curiosità. Ma anche informazioni utili su come gustarla al meglio, dal bicchiere alla temperatura di servizio, fino all’abbinamento culinario perfetto.

                  Il design che va oltre il prodotto

                  Hopt, nella realizzazione del calendario dell’Avvento 2021, non si è limitata esclusivamente a fornire la migliore selezione di birre al mondo, ma ha pensato a un pack dal design capace di andare oltre il prodotto, per raccontare e valorizzare le persone che ne rappresentano l’anima creativa e la passione birraia.

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                  Dietro all’accurata realizzazione di questo special pack, infatti, c’è una grande squadra. Birrai, magazzinieri e trasportatori, che oltre a metterci le mani, in questo calendario ci hanno messo anche la faccia. Sulle pareti del Beery Christmas 2021, per l’appunto, ci sono i volti di tutti coloro che hanno contribuito allo sviluppo del calendario, ritratti con uno stile colorato e moderno.

                  Marie Gosselin
                  Marie Gosselin

                  Un’idea nata dalla collaborazione tra Hopt e Marie Gosselin, giovane e talentuosa illustratrice che, dopo aver frequentato la prestigiosa scuola di Gobelins a Parigi e viaggiato fino a Melbourne, è approdata nella bellissima e pittoresca Lille. Dalla sua creatività derivano i ritratti dei diversi collaboratori. Un’opera d’arte ulteriormente arricchita da una particolare caccia al tesoro che nasconderà giorno dopo giorno qualità e passione birraia.

                  Cosa aspettate dunque? Un nuovo viaggio sensoriale e irripetibile che degusterà il palato con birre mai assaggiate prima sta per iniziare.

                  AGGIORNAMENTO: Il Beery Christmas di Hotp sarà disponibile fino al 3 dicembre 2021 (con spedizione gratuita cliccando qui). Dopo tale data purtroppo non potrà più essere acquistato. Tuttavia rimangono disponibili altri interessanti prodotti nella sezione Negozio di Natale della piattaforma. Inoltre non perdete le straordinarie offerte per degustare buona birra disponibili tutto l’anno.

                  N.B.: Acquistando in totale sicurezza i prodotti da questo link, Hopt mi riconoscerà una piccola percentuale sulla vostra spesa. Per voi non influirà minimamente sul totale dell’ordine, mentre per il progetto de “Il Birraio Matto” sarà un valido aiuto per continuare quest’avventura birraia. Grazie in anticipo a chiunque vorrà contribuire!

                  Buona birra a tutti.

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