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La sanificazione: Facciamo chiarezza!

Che la sanificazione nella birra sia importante, nessuno lo mette in dubbio. Ed è per questo che appena ci avviciniamo in un negozio per homebrewers, veniamo bombardati da detergenti e sanificanti vari. In rete poi, si trovano così tante guide e articoli che una piccola perplessità diventa un dubbio atroce. Per questa serie di motivi, facciamo un po’ chiarezza!

prodotti sanitizzanti

Nei post precedenti avevo parlato dei prodotti usati per la sanificazione. Metabisolfito di Potassio, Chemipro Oxy, Soda caustica, Acido Peracetico e Candeggina sono solo alcuni dei prodotti in commercio. Tuttavia in questa grande categoria ci si può perdere senza centrare bene l’obiettivo. Ovvero sanificare!

spugna

Se il nostro obiettivo è  dunque quello di sanificare, cominciamo ad eliminare metabisolfito e chemipro. Questi prodotti non hanno un’azione sanificante adeguata! A loro segue la soda caustica. Un prodotto sicuramente sanificante, ma possiede tempi di contatto troppo lunghi e risulta pericolosa per la salute. Essa trova un miglior impiego come detergente che sanificante!

Vorrei invece soffermarmi su acido peracetico e candeggina. Prodotti che realmente offrono un grado di sanificazione soddisfacente e che quindi si rivelano davvero utili al birraio. Di seguito i pro e i contro di questi due prodotti.

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L’acido Peracetico

fusto acido peracetico

Utilizzato soprattutto in ambito industriale, l’acido peracetico è una soluzione incolore con un odore pungente. E’ prodotto dall’acido acetico e perossido d’idrogeno in una base acquosa. Come disinfettante, inibisce funghi, virus, muffe, lieviti e batteri. Si utilizza diluito al 10% con l’acqua (10 ml per 1 l d’acqua). Non produce schiuma, e teoricamente non necessita di risciacquo.

PRO

  • Azione sanitizzante eccellente;
  • Non dannoso per la salute dell’uomo, ma attenzione comunque agli occhi;
  • Teoricamente, non necessita risciacquo;
  • Ha un tempo di contatto piuttosto rapido 20 min minimo;
  • Non corrosivo per l’acciaio inox.

CONTRO

  • Irritante,
  • Deve essere conservato lontano da fonti di calore, in quanto potrebbe esplodere.
  • Non va tenuto con la confezione aperta, altrimenti potrebbe perdere le sue qualità, scomponendosi in acido acetico e ossigeno.
  • Costo troppo elevato. Nei principali negozi per homebrewers, 10 lt li vendono sui 56 €;

Candeggina

candeggina

La candeggina, conosciuta fin da sempre per le sue doti casalinghe e disinfettanti, trova largo impiego anche in ambito brassicolo. Si tratta di una soluzione acquosa del sale di sodio dell’acido ipocloroso, con un odore particolarmente pungente. La candeggina si rivela un ottimo fungicida, sporicida e virucida.

Per queste doti, diluito al 4-5% (4-5 ml per 1 l d’acqua), si rivela un ottimo mezzo per sanificare l’attrezzatura. Si trovano diversi tipi di candeggina, da quella semplice a quella profumata. In ambito brassicolo quella semplice senza profumo è perfetta!

PRO

  • Azione sanitizzante eccellente;
  • Tempo di contatto di 20 min minimo;
  • Costo estremamente basso, con 2-3 € se ne comprano 5 lt;
  • Oltre a sanitizzare, si rivela un ottimo detergente, eliminando anche gli odori.

CONTRO

  • Irritante
  • Corrosivo con l’acciaio inox. Se diluita nelle giusti dosi, non dovrebbe provocare danni. Comunque non la consiglierei per essere usata su attrezzature costose in acciaio inox;
  • Va risciacquata assolutamente.

Considerazioni

Personalmente prediligo l’uso della candeggina, in quanto costa poco e sterilizza tanto oltre a detergere tutta l’attrezzatura. Va diluita e risciacquata bene, ma utilizzando la candeggina le percentuali di prendere un’infezione alla cotta si riducono drasticamente.

Buona birra a tutti

Unionbirrai: Via libera alla GDO e accordo con Despar

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L’emergenza sanitaria ha segnato una spaccatura col modus operandi di un tempo, evidenziando le debolezze di un sistema economico troppo statico e obsoleto. Il disastro economico non ha risparmiato nemmeno il mondo della birra artigianale, con ripercussioni che hanno portato al collasso l’intera filiera del canale Horeca. Con la chiusura dei locali si è fermato il canale principale di vendita della birra artigianale. Di conseguenza i consumatori hanno preferito gli acquisti online e le proposte presenti nella GDO. Questo ha costretto i birrifici ad attrezzarsi con e-commerce e piattaforme dedicate, mentre a causa delle difficili dinamiche con la GDO poco è stato fatto. Per cui i produttori inseriti nella GDO hanno continuato a vendere, mentre gli altri hanno fatto i conti con lo stop dell’Horeca. Tutto ciò ha spinto Unionbirrai a considerare concretamente la GDO come una grande opportunità, che possa spianare la strada alla birra artigianale in Italia.

L’accordo tra Unionbirrai e GDO

Finalmente arriva l’annuncio di un accordo tra Unionbirrai e Aspiag Service, la società del marchio Despar per l’Emilia Romagna e il Triveneto. Grazie a questa cooperazione, gli scaffali dei supermercati appartenenti al gruppo proporranno accogliere le birre dei birrifici regionali.

L’iniziativa di Despar – spiega Simone Monetti, Segretario Nazione di Unionbirrai ha trovato immediatamente il supporto operativo di Unionbirrai che, come Associazione di Categoria dei Piccoli Produttori Indipendenti e non solo, in questo difficile periodo è attiva nel sostegno alle proprie aziende associate.

La collaborazione ha preso inizio il primo di giugno, coinvolgendo diversi birrifici:

I birrifici che hanno risposto all’iniziativa – prosegue Simone Monetti troveranno certamente nei punti vendita Despar quella visibilità a volte difficile da ottenere per i piccoli artigiani della birra e quindi una importante opportunità di fare conoscere le proprie birre artigianali con tutte le loro specifiche peculiarità a un pubblico sempre più vasto che, ne siamo certi, apprezzeranno l’ampliamento dell’offerta brassicola sugli scaffali anche a livello territoriale.

Sostenere i micro-birrifici artigianali – aggiunge Federica Trevisan, Category Manager Bevande di Aspiag Servicesignifica dare valore all’eccellenza, ad alcune tra le realtà più rappresentative dei territori che ci ospitano. Noi di Aspiag Service siamo da sempre molto sensibili a questa tematica e vogliamo dare l’opportunità alle piccole imprese locali di poter utilizzare il nostro canale di vendita per farsi conoscere e raggiungere sempre più clienti, soprattutto in un momento complicato come questo. Ogni marca di birra verrà commercializzata nei punti vendita della regione in cui viene prodotta, così i clienti potranno scoprire le eccellenze tipiche del proprio territorio.

Considerazioni

Sicuramente ancora molto dovrà essere fatto per rendere la Grande Distribuzione un posto accogliente alle caratteristiche della birra artigianale. Tuttavia l’accordo tra Unionbirrai e GDO equivale ad un primo approccio che potrebbe dare il via libera in questo grande settore.

Naturalmente bisognerà valutare, attraverso indagini di mercato, se questo progetto possa rappresentare una valida alternativa commerciale. Bisognerà sopratutto stabilire se la gente è pronta ad apprezzare un prodotto “diverso” dalla birra industriale, con esigenze e costi decisamente differenti.

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Si tratta ovviamente di un blocco culturale e organizzativo, che potrebbe essere superato col dialogo tra produttori e distributori. Solo attraverso la giusta simbiosi tra questi due anelli della filiera si potrà arrivare al cliente, coinvolgendolo ad entrare nel mondo delle birre artigianali frutto del territorio in cui viviamo.

Buona birra a tutti.

Birra per produrre più latte materno

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Le credenze popolari fanno parte di una cultura tramandata da generazione a generazione. Tuttavia col progresso alcune di queste “leggende” sono state smentite, perché tutt’altro che benefiche. Tra queste cure miracolose annovera la birra come alimento per aumentare la produzione di latte materno.

La birra aumenta davvero la produzione di latte materno?

Come spesso ribadito su questo sito, la birra possiede diversi benefici. Tuttavia è assolutamente falso che quest’ultima favorisce la produzione di latte materno.

birra latte

L’alcol assunto dalla madre che allatta, è trasmesso al neonato tramite il latte. Di conseguenza è meglio evitare, per scongiurare ripercussioni al fegato e al sistema nervoso del lattante. Gli alcolici sono un alimento sconsigliato sia durante la gestazione che durante l’allattamento. Il motivo è dovuto principalmente all’etanolo e al suo metabolita acetaldeide, che ceduti al bambino tramite sangue o latte producono effetti dannosi.

agrumi

Sempre a salvaguardia del neonato, le donne che allattano dovrebbero limitare caffè, tè e altre sostanze stimolanti. Anzi, in considerazione dell’aumento del fabbisogno energetico (450-550 Kcal in più), dovrebbero prediligere una dieta ricca di acqua, vegetali freschi, pesce, latte e suoi derivati.

bimbo che dorme

Si necessitano maggiori quantità di proteine, calcio, vitamine (A, C, vitamine del gruppo B) e sali minerali (iodio, zinco, rame, selenio). Inoltre tra gli alimenti della dieta, bisogna considerare quelli che potrebbero rendere il latte poco appetibile al lattante, come gli asparagi.

Fonte: Fondazione Umberto Veronesi

birra latte

La gravidanza come l’allattamento sono dei momenti delicati, in cui fuoriesce l’istinto primordiale di ogni madre nel proteggere la vita che ha portato in grembo. Tra ormoni ed emozioni si tratta di un momenti unici, che devono essere vissuti appieno come un capitolo bello della vita.

In ogni caso, nel periodo della maternità, è bene affidarsi solo a personale competente, il quale potrà fornire tutte le linee guida per un’alimentazione corretta ed equilibrata. Per cui meglio lasciar perdere le dicerie che inducono a bere birra per aumentare la produzione di latte materno. La vita che nasce e cresce è un miracolo meraviglioso, che va tutelato sempre e comunque!

Buona birra a tutti.

Birra Ale: Un tuffo nella tradizione brassicola!

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Col propagarsi dell’artigianalità birraria sono riemerse le vecchie tradizioni, che hanno reso unica la bevanda più amata di sempre. Una storia importante che ha dato vita, nel corso dei secoli, a varietà e stili di birra rimasti immutati nel tempo. Eppure quando si parla di questo pezzo di cultura umana è facile andare in confusione, scambiando uno stile birrario per una varietà di birra. E’ il caso della Birra Ale, il quale non rappresenta un vero e proprio stile come molti pensano. In realtà si tratta di un appellativo, con cui si indicano birre appartenenti ad una grande famiglia.

Indice

  1. La Birra Ale
  2. Un po’ di storia…
  3. Tipologie di Birra Ale
  4. Considerazioni

La Birra Ale

bicchiere di birra

Il termine Ale è utilizzato per identificare birre ad alta fermentazione. Questa fermentazione avviene grazie all’impiego di lieviti appartenenti alla famiglia dei Saccharomyces Cerevisiae.

Si tratta di lieviti che hanno la tendenza di risalire in superficie durante la fermentazione, per poi depositarsi sul fondo verso la fine del processo (da qui il nome alta fermentazione). La caratteristica di questo tipo di lieviti è quella di prediligere temperature piuttosto alte.

Il risultato di questo complesso processo garantisce un sapore particolarmente dolce, dal corpo pieno e fruttato. Per dare maggiore equilibrio a queste birre si applica un lavoro di amaricatura, attraverso luppoli e spezie, il quale bilancia il giusto livello di amaro alla dolcezza del malto.

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Un po’ di storia…

La nascita delle birre ad alta fermentazione si deve all’auto-selezione di alcuni processi fermentativi spontanei. Dal Medioevo fino a tutto il XVIII secolo questo tipo di birre furono le più diffuse al mondo. All’epoca erano fonte di sostentamento, perché ricche di calorie, tanto da essere soprannominate “pane liquido”!

Oltre all’apporto calorico, la birra era più pulita e più sicura dell’acqua che a quel tempo sgorgava da pozzi e ruscelli, grazie al processo di bollitura e all’alcol che conteneva.

Birrificio XVI
Birrificio XVI

Tuttavia il successo delle birre ad alta fermentazione subì un freno col diffondersi, nel XIX secolo, delle birre Lager. La diffusione delle nuove birre a bassa fermentazione iniziò in Baviera, per poi propagarsi in ogni dove sostituendo così gli stili più antichi.

Tutto sommato le birre Ale riuscirono a sopravvivere, resistendo in Gran Bretagna, Islanda, Belgio e in parte anche in Germania, grazie alla produzione di birre di frumento.

Verso la fine del XX secolo, dopo anni di penombra, si ebbe una riscoperta delle birre Ale grazie ai primi birrifici artigianali che ne avviarono le produzioni. Questo segnò l’iniziò della rinascita degli stili ad alta fermentazione, con un crescente apprezzamento negli anni a venire!

La ripresa di quest’antica tradizione birraria, esplose prima negli Stati Uniti per poi prendere piede anche in Europa e nel resto del mondo. La rievocazione dell’alta fermentazione ha reso possibile la valorizzazione degli stili antichi, utilizzati poi come base per la realizzazione di stili più moderni.

Fonte Wikipedia.

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Tipologie di Birra Ale

serie di birre

Attraverso i secoli, i paesi fedeli all’alta fermentazione hanno dato vita ad innumerevoli stili brassicoli. Grazie alla profonda cultura birraria e al rispetto delle tradizioni, oggi è possibile degustare antichi sapori, che per un pelo hanno rischiato l’estinzione.

In questa selezione ci sono alcuni dei più famosi stili Ale in circolazione, che a loro volta hanno dato origine ad altri sotto-stili.

Pale Ale

bicchiere di pale ale

Si tratta di uno stile antichissimo originario della Gran Bretagna. Presenta un colore che va dal paglierino al dorato, merito dell’alta percentuale di malti chiari. E’ una birra piacevole che porta con se un gusto morbido e cremoso, con un vago amaro luppolato.

I lieviti ne influenzano fortemente il carattere. Ha tipici sentori maltati misti a note luppolate, che sono determinate dalla varietà di luppoli inglesi. Il grado alcolico è compreso tra 4-6 %vol.

Le diverse tecniche di produzione e i differenti livelli di luppolo hanno portato alla nascita di altri sotto-stili, i quali presentano un vasto assortimento di sapori e gradazioni alcoliche. Solitamente viene servita un un bicchiere di Pinta!

Irish Ale

bicchiere di irish ale

E’ uno stile molto simile al Pale Ale! Si tratta di una birra rinfrescante e leggermente luppolata, con un sapore maltato e un finale pulito. Presenta una caratteristica colorazione rossa con una gradazione alcolica compresa tra 4-6 %vol.

Deve la propria colorazione all’utilizzo di orzo tostato. Solitamente è servita in un bicchiere di Pinta, in quanto la particolare forma contiene la schiuma e ne favorisce la cream.

Ipa (India Pale Ale)

bicchiere di ipa

E’ uno stile antico derivante dal Pale Ale. Lo stile Ipa è stato creato per sopportare i lunghi e faticosi viaggi dell’età coloniale inglese. Il luppolo, ottimo conservante, è il pilastro di queste birre.

Si presenta con un colore che va dal paglierino chiaro al dorato intenso. Ha una buona limpidezza e una sottile schiuma persistente. L’aroma riflette chiaramente la linea luppolata, ma con discrezione restituisce nel suo ventaglio sensoriale anche note maltate e di caramello.

Il gusto intenso richiama le spezie e l’alcol, inoltre presenta un buon amaro e un finale secco. La gradazione alcolica è compresa tra 5-7,5 %vol. Solitamente è servita in un bicchiere di Pinta!

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Weissbier/Weizenbier

Lo stile Weissbier o Weizenbier, facente parte delle German Ale, rispecchia la cultura dell’alta fermentazione con birre di frumento non filtrate. In tedesco il termine Weizenbier significa “birra di frumento”, mentre in Baviera è anche denominata Weissbier ovvero “birra bianca”.

bicchiere di weissbier

Possiede un colore che va dal paglierino chiaro all’oro scuro, con una schiuma spessa e persistente. A causa dei lieviti in sospensione, questo tipo di birra ale, presenta spesso una grande opalescenza.

Ha un aroma leggermente luppolato con note agrumate e sottili sentori di banana e chiodi di garofano. Presenta un sapore dolciastro a causa dell’esigua luppolatura. Ma il gusto viene comunque bilanciato da spiccate note acidule, a cui si accostano chiodo di garofano, banana e vaniglia.

Il grado alcolico è compreso tra 4,3-5,6 %vol. Solitamente è servita nel Weizenbecher, un bicchiere dalla forma stretta che poi si allarga sull’imboccatura per controllare meglio la schiuma abbondante.

Porter

bicchiere di porter

Le birre in stile Porter, dall’inglese facchino, sono ottenute con malti scuri. L’alta percentuale di malti tostati dona il caratteristico e intenso colore scuro.

Fu una birra che conobbe subito una grande popolarità, ma vide un fermo durante le guerre mondiali. Sono state riprodotte solo dopo gli anni 70, e da quel momento lo stile Porter è tra le varietà classiche più apprezzate.

L’aroma presenta note tostate che riportano a sentori affumicati, di cioccolato e malto. Nel gusto si ritrovano le note tostate e intensi accenni maltati. A volte è possibile sentire qualche richiamo alla liquirizia. Servita solitamente in un bicchiere di Pinta, ha un grado alcolico compreso tra 4-7 %vol.

Stout

Molto simile al Porter, in passato era definito “Stout Porter”. La differenza delle Stout sta nel grado alcolico più forte e nella maggiore corposità rispetto alle Porter.

bicchiere di stout

Si presenta con un colore che va dal marrone molto scuro al nero, a cui si accosta una schiuma cremosa e molto persistente. A discapito del luppolo che risulta scarso o assente, l’aroma ha il classico sentore di caffè arricchito delle volte con note di cioccolato.

Il gusto è un richiamo al tostato e al bruciato. In bocca lascia una sensazione di cremosità, a cui si accostano scarse o moderate note di luppolo. Il grado alcolico può arrivare anche a 11 %vol. Si serve spesso in un bicchiere di Pinta!

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Lambic Ale

Lo stile Lambic Ale è una categoria che si diversifica dalla classica birra Ale. Questo tipo di birra non fermenta col lievito Saccharomyces Cerevisiae, ma è il risultato di una complessa fermentazione spontanea.

bicchiere di lambic ale

Il lievito selvaggio utilizzato in questo tipo di Ale delinea un carattere aspro, spesso bilanciato da note fruttate e speziate. La colorazione è variabile, ma alcune varianti sono influenzate dal colore dei frutti usati per renderle più gradevoli al gusto.

Presenta una leggera torbidità con una schiuma cremosa. Generalizzando, l’aroma è un susseguirsi di note lattiche, acetiche, terrose e di cantina. In alcune versioni, specialmente quelle con aggiunta di frutti, le note olfattive ricordano sentori fruttati e agrumati.

Il gusto dipende dalla variante, ma solitamente si hanno sapori dolci, aciduli e pungenti. La gradazione alcolica è compresa tra 3,2-7 %vol. Un ottimo bicchiere in cui poter servire questè birre è il Flûte!

Brown Ale

bicchiere di brown ale

E’ un classico stile inglese, ormai raro, prodotto sopratutto nel nord dell’Inghilterra. Questa tipo di birra Ale si presenta con un colore che va dall’ambrato scuro al marrone rossiccio, e una schiuma piuttosto bianca.

L’aroma è caratterizzato da sottili note luppolate, con spunti di malto e caramello. Il gusto presenta sentori di noce, caramello e biscotto, a cui si accosta un accenno d’amaro che bilancia la dolcezza. Il grado alcolico è compreso tra 2,8-5,4 %vol. Solitamente è servita in un bicchiere di Pinta!

Barley Wine

bicchiere di barley wine

Si tratta di uno stile appartenente alla famiglia Ale, che si caratterizza per l’alta gradazione e per il gusto complesso spesso associato al vino. Si presenta con un colore che varia dal dorato intenso all’ambrato scuro.

La schiuma è bassa o moderata e solitamente risulta poco persistente. L’aroma si caratterizza da un lieve sentore luppolato e da forti note di malto e caramello. Il gusto porta sapori dolci e complessi di malto, in cui si scorgono accenni di caramello, frutta secca, noci e mou.

Una caratteristica di questo tipo di birre, specie le più invecchiate, è la somiglianza con lo sherry. Ha una gradazione alcolica compresa tra 8-12 %vol, e solitamente si serve in bicchieri come Coppa o Ballon.

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Considerazioni

Naturalmente il mondo delle birre Ale non si riduce a questi stili. Esistono altri sotto-stili, frutto di tradizioni e modus operandi dei diversi luoghi di produzione, che si discostano dalle ricette originali in termini d’ingredienti e modalità di preparazione.

Tuttavia le diverse rappresentazioni di questa immensa famiglia possiedono tutte un comune denominatore, il quale associa un gusto pieno ed elegante alla lunga storia che rivive tra le bollicine dentro quel bicchiere tenuto gelosamente tra le mani!

Buona birra a tutti

Le Donne della Birra: Il sondaggio sui nuovi stili di consumo

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La quarantena dovuta all’emergenza sanitaria, che tra febbraio e aprile ha spinto milioni di persone a barricarsi in casa, ovviamente ha lasciato un segno indelebile su tutti noi. E’ impossibile dimenticarsi di come, nel coso di quelle interminabili settimane, siano cambiate le abitudini della “normalità”. Eppure anche in quel frangente, che ha colpito salute ed economia, qualcosa si è modificato. In particolare si è registrato un picco di preferenze per gli acquisti online, considerati pratici e sicuri nel periodo del lockdown. Dell’e-commerce ne ha beneficiato anche la birra, sopratutto quella artigianale, permettendo così a molte persone di conoscere e apprezzare questa preziosa bevanda. Sull’argomento, l’Associazione “Le Donne della Birra” ha lanciato un singolare sondaggio, il quale ha fornito dei risultati davvero interessanti.

Il sondaggio: “Birra e Nuovi Stili di Consumo”

L’iniziativa parte dall’Associazione “Le Donne della Birra”, che tra il 23 aprile e l’11 maggio realizza un sondaggio denominato “Birra e Nuovi Stili di Consumo”. Si tratta di un dettagliato reportage, il quale evidenzia e analizza i comportamenti dei consumatori di birra durante la fase di lockdown.

Per l’indagine sono state raccolte 650 interviste online, estrapolate da un ventaglio di consumatori “esigenti” di birra (elevata la presenza di professionisti del settore). I risultati, pubblicati sul sito dell’Associazione, hanno evidenziato tre punti principali:

  • un terzo dei consumatori di birra più esigenti ha aumentato i consumi durante il lockdown scegliendo soprattutto produzioni artigianali;
  • sono triplicate le vendite online: per 1 consumatore su 2 si tratta di una nuova abitudine che rimarrà anche oltre l’emergenza Covid;
  • riscuotono successo le degustazioni e gli eventi in video: un supporto all’ecommerce in cui i social media hanno giocato un ruolo chiave.

Nella prima slide del sondaggio si nota una crescita del consumo di birra durante il lockdown. Il 31,8% degli intervistati ritiene di aver aumentato il consumo di birra, mentre il 23,5% sostiene di averli diminuiti. Il dato evidenzia una situazione tutto sommato stabile, tant’è che il 44,6% ha affermato di aver mantenuto inalterato il consumo di birra durante la quarantena.

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Le Donne della Birra: Il sondaggio sui nuovi stili di consumo 27

Nel bicchiere soprattutto artigianali italiane

La seconda slide offre uno chiaro responso di come sia mutato il modo di acquistare durante la quarantena. Prima dell’emergenza sanitaria, il principale canale di vendita delle birre artigianali era rappresentato dai locali specializzati (pub, birrerie, ecc.).

Col lockdowon l’e-commerce e le piattaforme dedicate alla birra sono dilagate, rivelandosi una modalità pratica, sicura ed efficiente. Queste caratteristiche hanno spinto i consumatori ad acquistare, tant’è che 6 su 10 hanno preferito l’acquisto online.

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Attraverso le vendite online i consumatori hanno scoperto nuovi prodotti, e dal sondaggio emerge che quasi 1 consumatore su 2 (45,4%) ha cambiato (in parte o totalmente) abitudini di bevuta (marche, stili, ecc.). In particolare i dati sottolineano come il 77,7% degli intervistati ha preferito il consumo di birre artigianali.

Ma la slide pubblicata da “Le Donne della Birra” evidenzia un altro importante dettaglio del mercato birraio. Il 39,1% dei consumatori si è rivolto direttamente ai canali web dei birrifici, un aspetto che prima della quarantena era del tutto dimenticato.

Va considerata anche la preferenza della GDO che, ricevendo il 43,2% dei consumi, rimane un grosso canale di vendita. Tuttavia si tratta di un tema alquanto delicato, che ha scatenato non poche polemiche, e che per motivi organizzativi e sicuramente culturali rimane ancora un sogno nel cassetto.

Un’abitudine destinata a rimanere

La terza e ultima slide del sondaggio dell’Associazione “Le Donne della Birra” fornisce un quadro di ciò che potrebbe essere il futuro della birra artigianale. Naturalmente il ritorno alla “normalità”, non precluderà le modalità d’acquisto di questo periodo. Infatti il 23,5% continuerà ad acquistare online dopo l’emergenza, mentre il 28,6% lo farà di tanto in tanto.

Emergono anche i pregi e difetti di questo ritrovato canale di vendita. Il 76,4% apprezza la grande comodità di un servizio che permette di vedersi recapitare birre di qualità a casa, mentre il 23,3% ammette che il sistema online può comportare danneggiamenti vari (rotture, catena del freddo, ecc.).

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Le Donne della Birra: Il sondaggio sui nuovi stili di consumo 29

Quello che sicuramente diventa rilevante è il potenziale di una vendita rimasta, prima della quarantena, ai margini del sistema. Spesso non considerata dagli addetti ai lavori e per questo meno sviluppata rispetto ai canali principali di distribuzione.

Tuttavia il cambio di prospettiva fornito dalla vendita online ha sicuramente dato sussistenza a birrifici e locali specializzati, costretti dal lockdowon a chiudere la serranda. Si tratta sempre di una piccola percentuale se paragonata ai proventi della vendita al dettaglio, che comunque d’ora in poi è impossibile non prendere in considerazione.

Ma Internet, durante la quarantena, non si è limitato solo all’e-commerce. Il lockdown ha generato eventi e meeting, realizzati da una grande community che ha proliferato tra social e piattaforme dedicate. La parabola della birra artigianale è arrivata dappertutto, e questo è stato solo un immenso beneficio.

Infatti nonostante si tratti di un nuovo approccio del settore, il contesto che si è venuto a creare, va oltre la vendita. E’ servito sopratutto a prendere coscienza della birra artigianale, della sua cultura, dei suoi costi e del suo universo, che tutto sommato la nostra cultura potrebbe accogliere e italianizzare.

Buona birra a tutti.

Acido Acida 2020: Appuntamento a settembre

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Posticipata a fine estate, nel particolare chiostro di Santa Maria della Consolazione a Ferrara, la settima edizione del festival dedicato alle birre britanniche. La notizia è ufficiale, e spazza via tutte le paure che vedevano Acido Acida – British Beer Festival 2020 slittare a causa del Coronavirus.

Chiostro di Santa Maria della Consolazione - Ferrara
Chiostro di Santa Maria della Consolazione – Ferrara

Acido Acida è l’evento italiano, che si rinnova ogni anno durante la primavera ferrarese. Si tratta di un appuntamento unico nel suo genere, il quale omaggiando la scuola brassicola britannica, raccoglie le migliori proposte British.

L’emergenza sanitaria del 2020 aveva messo seriamente a rischio la settima edizione del festival, che doveva svolgersi dal 23 al 26 aprile. Tuttavia la tenacia degli organizzatori e il progressivo miglioramento della situazione epidemiologica, hanno reso possibile l’evolversi progettuale dell’evento posticipando le date a fine estate.

Cosa riserverà Acido Acida 2020?

Certo sarà necessario impostare diversamente alcuni aspetti del festival, – spiega il publican de Il Molo Davide Franchini, fondatore di Acido Acida – rivedendo la suddivisione delle sezioni, la distanza tra le spine e le attività da farsi, così da rispettare tutti i requisiti di sicurezza. Ciò che sicuramente rimarrà uguale sarà invece la qualità dell’offerta, con la presenza di birre prodotte in esclusiva per Acido Acida. Nei mesi a seguire definiremo tutti i dettagli e terremo aggiornato il nostro pubblico”.

bicchiere Acido Acida
Acido Acida – British Beer Festival

Riducendo la ricerca a una sola nazione – continua Franchiniabbiamo potuto selezionare con maggior cura i birrifici, grazie a contatti diretti con ciascuno. E proprio il fatto che tutto fosse già stato avviato prima della pandemia, ci consente di arrivare all’edizione di settembre con una lista di birre di tutto rispetto nonostante le difficoltà”.

L’appuntamento con Acido Acida 2020 è fissato dal 4 al 6 settembre, nel suggestivo chiostro di Santa Maria della Consolazione a Ferrara. Per motivi sanitari, quest’anno gli avventori dovranno munirsi di un proprio bicchiere. L’acquisto delle birre avverrà tramite gettoni del valore di 1,5 € cadauno.

Tutte le informazioni, i dettagli e le novità sulla manifestazione saranno disponibili sulla pagina Facebook, al numero 320 217 49 40, oppure all’indirizzo mail [email protected].

Buona birra a tutti.

La densità OG ed FG nella birra

Quando s’inizia a fare birra, la curiosità e l’entusiasmo per questa passione incentivano il neo-birraio ad ampliare le proprie conoscenze. Così si cerca di comprendere l’importanza chimica dell’acqua e dei malti, oppure si ricercano le proprietà e le biodiversità di luppoli e lieviti. Ogni singolo studio è proiettato alla conoscenza, che si spera restituisca i migliori risultati. Ovviamente, come spesso ribadito, per fare birra non occorre prendere una laurea in scienze, ma conoscere ciò che avviene tra fornelli e pentole può sicuramente aiutare. Tuttavia ci sono alcuni dettagli che vanno considerati fin da subito. Tra questi rientra la densità nella birra, ed in particolare OG (Original Gravity) e FG (Final Gravity).

Indice

  1. Che cos’è la densità?
  2. Perché la densità nella birra?
  3. OG: Original Gravity
  4. FG: Final Gravity
  5. L’importanza di OG e FG
  6. Considerazioni
Il densimetro
Il densimetro

Che cos’è la densità?

La densità è il rapporto tra la massa e il volume di una sostanza. Per misurare la densità in ambito brassicolo, il birraio utilizza il densimetro, strumento tarato sul peso specifico dell’acqua (1000 kg/m3) ad una temperatura di 20 °C. Misura in gradi SG.

Il rifrattometro
Il rifrattometro

Oltre al densimetro esiste un altro strumento per definire la densità nella birra. Si tratta del rifrattometro, uno strumento che definisce la concentrazione degli zuccheri presenti nel mosto attraverso la rifrazione della luce. Misura in gradi Brix.

Per una conversione dei gradi Brix in SG e viceversa, esistono delle proporzioni:

  • Da Brix a SG: SG= (Brix / (258,6 – ((Brix / 258,2) x 227,1))) + 1
  • Da SG a Brix: Brix= (((182,4601 x (SG – 775,6821)) x SG + 1262,7794) x SG – 669,5622)

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Perché la densità nella birra?

uomo con punto di domanda

La misura della densità, concluse le fasi di ammostamento e luppolatura, è molto importante in quanto determina la concentrazione di zuccheri presenti nel mosto prima dell’inoculo del lievito. Dalla conoscenza della densità si potrà:

  • Valutare l’andamento della fermentazione;
  • Stabilire quando la fermentazione è conclusa;
  • Determinare il grado alcolico della birra finita.

OG: Original Gravity

Come anticipato, la densità è il rapporto tra massa e volume di una sostanza, e nella birra ha il fondamentale compito di rivelare la concentrazione degli zuccheri presenti nel mosto. Essendo la birra una bevanda fermentata, che quindi dipende dal lavoro metabolico di un microrganismo (nel nostro caso il lievito), è necessario avere un quadro chiaro di quali siano i parametri di concentrazione zuccherina iniziali e finali nel mosto.

strada con start

Tenendo a mente questo concetto, si può comprendere l’importanza della Densità Iniziale (dall’inglese Original Gravity – OG). Questa misurazione si rileva prima d’inoculare il lievito (subito dopo il raffreddamento del mosto), e serve per determinare la “partenza zuccherina” della nostra birra. Il lievito durante la fermentazione andrà a scalfire questo valore abbassandolo. Più questo valore scenderà, più la birra finale sarà alcolica.

FG: Final Gravity

finish

Se la OG è la Densità Iniziale, la FG equivale alla Densità Finale (dall’inglese Final Gravity). Questa misura indica il valore che si ottiene alla fine della fermentazione, ovvero quando il lievito conclude il processo fermentativo.

Una volta che il lievito avrà termino il suo lavoro, la concentrazione degli zuccheri nel mosto sarà diminuita. Di conseguenza la densità finale (FG) avrà un valore inferiore rispetto a quello iniziale (OG).

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L’importanza di OG e FG

pollice in su che sorride

Chiariti i punti fondamentali sulla densità, si comprende perché i valori di OG ed FG nella birra siano così importanti. Essi rappresentano un libro aperto sull’andamento della fermentazione, ed evitano di commettere errori valutativi sulla tempistica di questo delicatissimo processo.

Infatti capita spesso di essere ingannati dal mancato rumore del gorgogliatore, ignari che all’interno del fermentatore il lievito stia ancora lavorando!

Oltre all’andamento della fermentazione, i valori d’inizio e fine densità rappresentano i dati con cui ricavare il grado alcolico della birra finita. E’ dalla differenza di questi valori diviso la costante (7,5) che si ottiene il grado alcolico della nostra birra.

Il rapporto che esegue il birraio sarà:

Rapporto alcolico og fg
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Considerazioni

La corretta lettura della densità sarà un valido aiuto per il birraio, che saprà con precisione quando la birra potrà essere imbottigliata. Un valido supporto che eviterà spiacevoli inconvenienti Ma non solo!

La determinazione della concentrazione alcolica ottenuta dalla densità, oltre a garantire una soddisfazione personale darà alla birra anche un tocco professionale.

Buona birra a tutti.

Come si determina il grado alcolico nella birra?

Le aspettative di ogni homebrewer, quando inizia a fare birra, sono sicuramente tante. Tutte le accortezze che si dovranno avere durante la cotta, frutto delle diverse ricerche sul web, sviluppano una fotografia di come s’immagina la birra finita. Il colore, la schiuma, l’aroma e il sapore fanno parte di un sogno da cui trae linfa vitale la voglia di fare e sopratutto d’imparare. Tuttavia ogni buon birraio, non si limita solo a questo, ma pone sempre un occhio di riguardo alla percentuale alcolica della propria birra. Solitamente accade un po’ per vanto, e un po’ per il semplice “sfizio” di dare un’identità alla propria creazione. Ma come si determina il grado alcolico nella birra?

Indice

  1. Che cos’è il grado alcolico?
  2. Cosa influisce sul grado alcolico?
  3. Come si determina il grado alcolico nella birra?

Che cos’è il grado alcolico?

divieto bere e guidare

Per gradazione alcolica o titolo alcolometrico, s’intende la misura di etanolo contenuta in una bevanda alcolica. In sostanza esso rappresenta il volume di alcol, espresso in millilitri, contenuto in un decilitro di bevanda alcolica. Prendendo in considerazione una birra con una gradazione alcolica pari a 5, significa che all’interno di quella bevanda ci sono 5 ml di alcol su 100 ml di birra.

Cosa influisce sul grado alcolico?

freccia che sale e che scende

Il grado alcolico della birra è il risultato derivante dell’operato del lievito, durante la fase di fermentazione. Esso aggredendo gli zuccheri presenti nel mosto, rilascia oltre ai vari componenti organolettici, anche l’etanolo. L’etanolo, con cui il mosto si arricchirà durante la fermentazione, sarà responsabile della percentuale alcolica della birra finita.

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Come si determina il grado alcolico nella birra?

Per determinare il grado alcolico della birra è necessario fare riferimento alla densità, ovvero al rapporto tra la massa e il volume di una sostanza. Dopo il raffreddamento del mosto, quindi dopo la luppolatura, il birraio dovrà misurare la densità iniziale (OG). E’ bene tenere a mente, che la misurazione della densità OG va fatta prima dell’inoculo dell lievito nel fermentatore!

calcolatrice penna e block note

Dopo aver preso la misura della densità OG, è necessario che questo valore venga appuntato. Evitate di andare a memoria è sempre meglio scrivere la misurazione, in quanto la densità OG sarà il riferimento sull’andamento della fermentazione.

Una volta che il lievito avrà completato il suo lavoro, il birraio dovrà effettuare un’altra misurazione sulla densità. Questo valore sarà denominato densità finale (FG). Attraverso il rapporto tra i due valori di densità (OG ed FG) e la costante (7,5), sarà possibile determinare il grado alcolico della birra.

Rapporto alcolico og fg

Al risultato ottenuto va aggiunto lo 0,5% vol. per la rifermentazione in bottiglia (priming).

E’ giusto fare una precisazione, in particolare a chi muove i primi passi nel mondo dell’homebrewing. Quando si fa birra è bene attenersi sempre alla ricetta, evitando modifiche sugli ingredienti per accaparrarsi qualche grado in più nella birra finita. La gradazione alcolica, non rapportata allo stile di birra e non bilanciata da altri fattori, raramente è sinonimo di qualità.

Buona birra a tutti.

Weiss: uno stile immutato nel tempo!

Capita, specialmente quando la bella stagione è alle porte, di desiderare una birra “poco impegnativa”. Tale espressione, lungi dall’essere dispregiativa, richiama il senso di freschezza e facilità di bevuta senza ovviamente rinunciare al sapore e all’aroma di una buona birra. In questo compromesso le birre di frumento sono particolarmente indicate, sopratutto quelle appartenenti allo Stile Weiss.

Indice

  1. Un po’ di storia…
  2. Lo stile Weiss
  3. Aspetti organolettici
  4. Accostamenti con le birre Weiss
  5. Considerazioni

Un po’ di storia…

Lo stile Weiss era l’unica tipologia di birra prodotta in Baviera con il frumento, considerando che il Reinheitsgebot (l’Editto della Purezza del 1516) ne permetteva la produzione solo con l’orzo. Il testo originale dell’Editto prevedeva esclusivamente l’impiego di orzo, luppolo e acqua. Solo in seguito venne introdotto anche l’utilizzo del malto di frumento.

Re Ludwig II
Re Ludwig II

Tuttavia è difficile ripercorrere le origini dello stile, nonostante nel XVI secolo le birre di grano era particolarmente diffuse sopratutto tra la nobiltà. Infatti era la famiglia reale bavarese a detenere l’esclusiva sulla produzione.

Questo tipo di birre ebbero un successo altalenante fino al XVII secolo, quando cominciarono ad essere veramente apprezzate. Tuttavia il successo durò relativamente poco, in quanto nel 1800 erano già passate di moda. Fu solo nel 1874, quando Georg Schneider I decise di salvare lo stile.

Ricettario Originale Schneider
Ricettario Originale Schneider

Esso acquistò insieme al figlio la birreria Madebräu a Monaco, e i diritti di produzione dal Re Ludwig II di Baviera. La ricetta acquisita da Schneider, venne successivamente rivisitata cedendo il posto alla Schneider Weisse. La nuova birra raggiunse uno strabiliante successo, tant’è che viene bevuta e venerata tutt’oggi da tanti intenditori della birra di grano.

Weisses Bräuhaus di Kelheim
Weisses Bräuhaus di Kelheim

Oggi, a salvaguardia di questa grande tradizione brassicola c’è Georg Schneider VI, gestore della fabbrica di birra a Kelheim, acquistata nel 1927 ed ancora funzionante. La Weisses Bräuhaus di Kelheim risulta la più antica fabbrica di birra di frumento della Baviera, che riproduce fedelmente la stessa identica ricetta di un tempo.

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Lo Stile Weiss

Lo stile Weiss o Weizen, appartenente alle German Ale, rispecchia la cultura dell’alta fermentazione con birre di frumento non filtrate. In Germania il termine Weissbier (Weiss) si traduce in “birra bianca”, mentre in Baviera Weizenbier (Weizen) indica la “birra di frumento”. Può succedere di confondere i due termini, ma è bene sapere che entrambi si riferiscono allo stesso tipo di birra.

Sono birre che utilizzano un’alta percentuale di frumento, oltre al malto d’orzo, e si presentano (nella versione classica) di colore chiaro. La particolarità riguarda anche i tipici aromi e sapori delle Weiss, ottenuti grazie all’impiego di lieviti specifici che lavorano solitamente ad una temperatura di fermentazione intorno ai 15-20 °C.

Solitamente sono birre servite nel classico Weizenbecher, un bicchiere dalla forma stretta che si allarga verso l’imboccatura per controllare meglio la tipica schiuma abbondante.

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Aspetti Organolettici

Aspetto

Si presenta con un colore che va dal paglierino pallido al dorato scuro. Possiede un cappello di schiuma densa e cremosa, con una tipica persistenza. Le proteine presenti nel grano influiscono sulla limpidezza della birra non filtrata, nonostante il grado di torbidità sia alquanto variabile. Tuttavia le versioni “mit hafe” presentano la classica torbidità attribuita dal sedimento di lievito in sospensione, a differenza delle varianti filtrate “Kristal” che non avendo lievito sono chiare e brillanti.

Aroma

L’aroma tipico delle Weiss richiama chiodi di garofano (fenoli) e banana (esteri fruttati). L’equilibrio e l’intensità tra le due componenti aromatiche posso variare, ma gli esemplari migliori presentano un adeguato bilanciamento e una spiccata intensità.

chiodi di garofano e banana

L’intensità della componente luppolata solitamente varia da bassa a nulla, mentre potrebbero esserci accenni di grano da leggeri a moderati. Altre note aromatiche opzionali, ma accettabili, possono includere una sottile acidità agrumanta, un sentore da leggero a moderato di vaniglia e/o bubblegum.

Tuttavia, nessuna di queste caratteristiche dovrebbe avere un’intensità dominante, ma serve esclusivamente ad aumentare complessità ed equilibrio. Non presenta diacetile o DMS (dimetilsolfuro – odore di mais bollito).

Gusto

Il sapore richiama accenni di banana e chiodi di garofano, con un’intensità da bassa a moderatamente forte. Come per l’aroma, anche nel gusto l’equilibrio e l’intensità tra fenolo ed estere posso variare, ma i migliori esemplari presentano un buon bilanciamento e una spiccata intensità.

Si possono avere sapori vanigliati da bassi a moderati e/o note di bubblegum, che accentuano il sapore, la dolcezza e la rotondità della banana. Tuttavia nessuna di queste caratteristiche (se presente) dev’essere dominante.

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Spighe di grano

Il sapore delicato del grano è complementare, così come gli accenni dolciastri del malto Pils. Il sapore del luppolo è basso o assente, mentre l’amarezza rimane comunque moderatamente bassa. Tuttavia si possono avvertire richiami aspri e agrumati del lievito ad alta carbonatazione.

Al palato regala una sensazione rotonda e saporita, con un finale relativamente secco. Il corpo è mediamente leggero, e mai pesante. Il lievito in sospensione può arricchire la percezione del corpo, mentre la consistenza del grano regala una sensazione di pienezza morbida e cremosa. Questa particolare struttura accompagna ad un finale leggero ed armonioso, spesso sorretto da un’alta carbonatazione. La gradazione alcolica è compresa tra i 4,3-5,6 %vol.

Fonte: Bjcp

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Accostamenti con le birre Weiss

Abbinamenti culinari

La struttura delle birre in stile Weiss, nonostante il sapore complesso, si distingue per avere una bevuta semplice e rinfrescante. Tali caratteristiche rendono queste birre perfette per accompagnare aperitivi e sfiziosi stuzzichini. Inoltre la delicatezza del sapore di questo stile, sposa bene il gusto della carne speziata e di maiale.

La particolare acidità, che non disturba affatto, vede un ottimo accompagnamento con formaggi freschi e a pasta molle. Inoltre sostiene bene il sapore della frutta estiva. Ovviamente da non sottovalutare l’accoppiata vincente con pizza e panini.

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Considerazioni

Bere una Weiss è come fare un salto nel passato, attraverso uno stile che ha rischiato l’estinzione per futili motivi. Nella semplicità di bevuta, non è uno stile che pretende troppe attenzioni. Si adatta ad ogni palato, soddisfacendo sia quello esperto che dedica maggiore attenzione alle caratteristiche organolettiche, sia quello che desidera esclusivamente gustarsi una buona birra. Come riesce lo Stile Weiss a fare tutto questo? Semplicemente offrendo una freschezza dissetante, attraverso un gusto elaborato e immutato nel tempo.

Buona birra a tutti.

Collective Arts Brewing: Un innato estro artistico per la birra!

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L’arte del fare birra è un mondo che mira a realizzare il compromesso perfetto tra ingredienti e gusto. Si tratta di un mix collaudato che nel corso degli anni ha regalato grandi emozioni, mandando in visibilio le papille gustative di tanti appassionati. Ma cosa succede quando l’arte del fare birra incontra la creatività artistica? Uno dei maggiori esponenti di questa fusione magica è senz’altro il Collective Arts Brewing. Si tratta di un birrificio craft che attraverso il gusto e la creatività birraria, aggiunge alle sue birre il talento emergente di svariati artisti e musicisti.

quadro 1

Il Collective Arts Brewing è un birrificio artigianale canadese, che sorge ad Hamilton sulle rive occidentali del Lago Ontario. Nasce dall’idea di Matt Johnston e Bob Russell di creare un birrificio la cui filosofia si basasse sulla creatività. Per i fondatori del birrificio canadese, la creatività è la chiave di tutto. Essa alimenta altra creatività e di conseguenza fa fare delle birre fantastiche.

quadro 2

Dallo spirito creativo, vissuto in ogni sua forma, nascono delle birre in perfetta simbiosi con la fantasia di svariati artisti, i quali vedono le loro opere rappresentate nelle etichette delle lattine. Ogni lattina così si trasforma in un’opera d’arte, che coniuga il gusto artistico al sapore eccelso della birra.

quadro 3

Per la gioia degli appassionati, finalmente le specialità del Collective Arts Brewing arriveranno anche in Italia. Durante il Beer & Food Attraction di Rimini, Brewrise ha presentato le proposte del birrificio canadese, con la quale ha siglato un accordo d’importazione. Chissà, magari le lattine diventeranno oggetto d’arredo… dopo averle bevute ovviamente! 😉

Buona birra a tutti.

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