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“Birre Sospese” per il personale sanitario al St. Thomas

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Al via “Birre Sospese”, l’iniziativa dell’agenzia di comunicazione Ideeuropee e del St. Thomas’s, noto Irish pub trevisano, per ringraziare gli angeli che in prima linea hanno affrontato la battaglia contro il Covid-19. L’agenzia di comunicazione Ideeuropee che collabora col St. Tomas’s Gate Pub è l’ideatrice e promotrice di “SOSteniamo le serrande”. Si tratta di un’azione solidale pensata per i protagonisti del mondo della comunicazione, affinché sostenessero ciascuno un’attività commerciale del territorio. Lo scopo è quello di ripartire velocemente, dopo l’emergenza sanitaria.

brindisi con bottiglie di birra

Nel mostrare piena gratitudine a tutte quelle persone che hanno rischiato la propria vita per fronteggiare l’epidemia, Fabio Carretta direttore del St. Thomas’s Gate Pub di Treviso, riferisce: “La prima birra gliela offri tu e la seconda gliela regaliamo noi. Un gesto simbolico, per ringraziare chi in questi mesi è stato al fronte e ha combattuto la difficilissima battaglia contro il dilagare del Covid-19. Senza l’impegno e i sacrifici di medici, infermieri e volontari della Protezione Civile non saremmo mai usciti dall’incubo”.

“Durante il lockdown – afferma Piergiorgio Paladin, founder di Ideeuropee – abbiamo esternato tutta la nostra gratitudine nei confronti degli angeli che hanno salvato le nostre vite affacciandoci alle finestre, stendendo striscioni colorati ai balconi, unendoci al coro di ‘grazie’ che ha attraversato il Paese, rimbalzando da uno smartphone all’altro. Oggi che finalmente, nel rispetto delle regole, possiamo tornare nel nostro bar di fiducia, abbiamo a disposizione uno strumento in più per dimostrare loro la nostra vicinanza. Un boccale di birra, da alzare in un brindisi in loro onore”.

Al grido di “ST. Thomas Porta Bene” i clienti del St. Thomas’s Gate Pub, che vorranno omaggiare questi “angeli terreni”, potranno rivolgersi al personale in sala offrendo loro una birra. L’iniziativa “Birre Sospese” durerà fino alla fine del mese. Per cui facciamo un brindisi a tutti questi eroi. Salute!

Buona birra a tutti.

Birra e liquore alla canapa: lo studio dell’Università di Pisa

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Nel corso della storia, la scienza ha spiegato e continua a spiegare come tutto ciò che si trova in natura interagisce con l’essere umano. Anche il mondo brassicolo è stato coinvolto, con diverse ricerche che hanno evidenziato i tanti benefici appartenenti alla famosa bevanda. Una curiosità che forse a molti sfugge riguarda proprio il luppolo, un ingrediente fondamentale nella produzione della birra. Si tratta di un fiore straordinario appartenente alla famiglia dei cannabinoidi, con interessanti proprietà benefiche. Sempre per rimanere in “famiglia”, arriva dall’Università di Pisa, una particolare ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Food Chemistry. Lo studio riguarda la birra artigianale e un liquore, arrivati sul mercato col marchio HempItaly, che utilizzano i fiori di canapa come aromatizzante.

L’iniziativa

Fasi della produzione per la misura del tasso alcolico
Fasi della produzione per la misura del tasso alcolico

La nostra idea era di realizzare dei prodotti ecosostenibili in un’ottica di economia circolare, grazie al riutilizzo dei fiori di canapa che sebbene siano la parte più ricca di oli essenziali della pianta non sono sfruttati e diventano scarti agricoli“, spiega Luisa Pistelli prof.ssa dell’Università di Pisa. Il gruppo di Biologia Farmaceutica del Dipartimento di Farmacia coordinato dalla stessa, ha effettuato uno studio in collaborazione con il Circolo ARCI La Staffetta di Calci (Pisa) e il Birrificio Artigianale Vapori di Birra di Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) per la produzione di bevande alcoliche aromatizzate. Mentre per la fornitura del materiale vegetale ha collaborato con l’Azienda Agricola Carmazzi di Viareggio (Lucca).

Mosto della birra alla canapa
Mosto della birra alla canapa

L’aromatizzazione con la canapa, pur arricchendo il bouquet della birra, non ha stravolto quelle che sono le classiche note di questa bevanda. – Spiega il professor Guido Flamini dell’Università di Pisa – Il luppolo e la canapa, infatti, appartenendo alla stessa famiglia botanica (Cannabaceae), hanno caratteristiche aromatiche comuni. Il liquore, invece avendo una matrice neutra, si è molto arricchito delle note balsamiche conferite dagli oli essenziali estratti dai fiori di canapa, rivelando un bouquet aromatico molto deciso e complesso“.

Matteo Iannone
Matteo Iannone

La canapa utilizzata nello studio, proviene dalle coltivazioni autorizzate in Italia con la L. n° 242 del 2 dicembre 2016. La normativa in questione consente la coltivazione delle varietà di Cannabis Sativa L., il cui contenuto di tetraidrocannabinolico (delta-9-THCA) è inferiore allo 0,2%. In particolare le due varietà impiegate sono state la Futura 75 e l’Uso 31, rispettivamente di origine francese e ucraina.

Oltre a Luisa Pistelli e Guido Flamini, hanno collaborato alla ricerca la dott.ssa Roberta Ascrizzi e la dott.ssa Giulia Cinque. Mentre la parte aziendale è stata curata dal dott. Matteo Iannone e Andrea Marianelli.

Fonte: Università di Pisa

Buona birra a tutti.

La ricetta della IPA in All Grain

La IPA è considerata per gli amanti della birra un grande patrimonio, in cui regna sovrana l’eleganza e la classe del luppolo. Infatti una buona IPA deve avere un profilo aromatico particolarmente orientato verso le note luppolate. Tuttavia anche la parte maltata compie un ruolo determinante, la quale andrà ad equilibrare in modo armonioso tutta la struttura della birra. Ma passiamo subito alla ricetta su come brassare in casa una IPA in All Grain. Di seguito tutta la procedura segnata passo dopo passo!

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Indice

  1. La ricetta della IPA in All Grain per 23 l di birra
  2. Strumenti da Utilizzare
  3. Informazioni sulla Cotta
  4. La Procedura del Birraio

In questa ricetta andremo a realizzare una IPA in All Grain, utilizzando due pentole e un fermentatore. Questo sistema consente di evitare l’acquisto della terza pentola, necessaria nella tecnica dell’All Grain. Infatti ci serviremo durante l’ammostamento del fermentatore, il quale dopo il lavaggio e la sanificazione sarà utilizzato successivamente come recipiente di fermentazione.

Il doppio passaggio pentola-fermentatore aumenta ovviamente il rischio di ossidazione del mosto. Per ridurre le possibilità di ossidazione bisognerà servirsi di un tubo da travaso, che eviterà al mosto di spalshare con le pareti del fermentatore incamerando così ulteriore aria.

Le proporzioni pensate per l’ammostamento permetteranno di andare in fermentazione con 23 Litri di mosto. Tuttavia bisogna considerare l’efficienza della strumentazione che si utilizza, la quale varia da impianto ad impianto.

Ingredienti

I Malti

ricetta IPA All Grain
  • 4,5 kg di malto Pilsner Belgian;
  • 600 g di malto CaraMunich 2;
  • 400 g di malto CaraPils;
  • 500 g di fiocchi di Frumento.

I Luppoli

  • 50 g di luppolo Pilgrim, 1° inserimento bollitura 60 min;
  • 20 g di luppolo Challenger, 2° inserimento bollitura 20 min;
  • 20 g di luppolo East Kent Goldings, 3° inserimento bollitura 20 min;
  • 15 g di luppolo Challenger, 4° inserimento bollitura 10 min;
  • 15 g di luppolo East Kent Goldings, 5° inserimento bollitura 5 min;
  • 14 g di luppolo Challenger in pellet, per il dry hopping.

Il Lievito

1 bustina di Fermentis Safale US-05 – g 11,5 (temp. di fermentazione consigliata: 15-24 °C).

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Strumenti da Utilizzare

Kit Fermentazione Birramia

N.B.: Alcuni di questi strumenti sono contenuti nel kit di fermentazione. Per altre attrezzature e per sapere dove acquistarle dai un’occhiata qui!

Informazioni sulla Cotta

ricetta IPA All Grain
  • Tecnica: All Grain
  • Stile: India Pale Ale (IPA)
  • OG Stimata: 1.058
  • IBU Stimato: 63.9
  • Colore SRM Stimato: 8.14
  • FG Stimata: 1.014
  • Alcol Stimato: 6,5% vol.
  • Ammostamento: Single Step
  • Acqua di mash: 15 Litri (5 Kg x 3 L)
  • Acqua di sparge: 15 Litri
  • Luppolatura: 60 min
  • Priming: 5 g/l
  • Perdite assorbimento grani + evaporazione bollitura: 7 Litri

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La Procedura del Birraio

Una volta reperiti tutti gli ingredienti e la relativa strumentazione, il birraio può procedere alle prime azioni della cotta. Ma prima ancora di mettersi alle prese tra pentole, ingredienti e fornelli, bisogna inevitabilmente preparare l’attrezzatura che sarà impiegata durante la cotta.

La Sanificazione degli strumenti

strumenti per sanitizzare

La prima cosa da fare è lavare bene tutti gli strumenti, andando a rimuovere residui e incrostazioni. Una volta che l’attrezzatura sarà stata accuratamente lavata e sciacquata, dovrà essere sanificata. La sanificazione degli strumenti è un passaggio delicatissimo, che potrebbe precludere la buona riuscita della cotta.

Lo scopo di questa procedura è quello di rimuovere qualsiasi tipo di contaminante per il mosto, che appena termina l’ammostamento si trasforma in un terreno fertile per batteri e lieviti presenti nell’aria. Attraverso la sanificazione l’unico microrganismo che dovrà popolare il liquido zuccherino sarà il lievito, che il birraio stesso inoculerà nel mosto. Per una sanificazione corretta e per gli strumenti da utilizzare, potrete approfondire l’argomento al link.

Ammostamento (approfondimento)

pentola ammostamento
  1. Pesare e macinare i grani. Se sprovvisti di mulino è possibile acquistare grani già macinati;
  2. Inserire nella pentola di Mash 15 L d’acqua;
  3. Portare alla temperatura di 52 °C;
  4. Alla temperatura di 52 °C, inserire i malti (Mash In);
  5. Attendere 10 min alla temperatura di 52 °C;
  6. Portare la temperatura a 66 °C. A questa temperatura avverrà la conversione di tutti gli zuccheri;
  7. Mantenere costante la temperatura di 66 °C per 60 min;
  8. In una seconda pentola inserire 15 L d’acqua, portandola alla temperatura di 78 °C (acqua di sparge);
  9. Trascorsi i 60 min. a 66 °C, effettuare il test dello iodio. Se il test darà esito positivo, procedere al mash out; in caso contrario continuare l’ammostamento a 66 °C fino alla completa conversione degli zuccheri. (clicca su link per scoprire di più sulla procedura del test dello iodio);
  10. Completata la conversione di tutti gli zuccheri, procedere al Mash Out portando il mosto ad una temperatura di 78 °C per 10 min;
  11. Completata la fase di Mash Out, si potrà filtrare il mosto;
  12. Una volta effettuato il filtraggio del mosto di Mash, si andranno a lavare le trebbie attraverso lo Sparge;
  13. Travasare il mosto filtrato nella pentola per la successiva luppolatura.

Nella fase di travaso non far splashare (sbattere contro le pareti del fermentatore) il mosto. Questo accorgimento ridurrà i problemi di ossidazione. A tale fine si raccomanda di fare il travaso a velocità moderata, aiutandosi eventualmente con un tubo.

Luppolatura (approfondimento)

luppolo
  1. Portare il mosto a bollore;
  2. Appena inizia il bollore fare la prima gettata di luppolo (50 g di luppolo Pilgrim);
  3. Trascorsi 40 min dalla prima gettata, prepararsi al secondo inserimento (20 g di luppolo East Kent Goldings + 20 g di luppolo Challenger);
  4. Dopo 10 min dalla seconda gettata, prepararsi al terzo inserimento di luppolo (15 g di luppolo Challenger);
  5. A 10 min dalla fine della bollitura, inserire l’eventuale serpentina per la sterilizzazione;
  6. Nei 5 min finali della bollitura, effettuare l’ultimo inserimento di luppolo (15 g di luppolo East Kent Goldings);
  7. Passati 5 min dalla quarta gettata, spegnere la fonte di calore e procedere al raffreddamento tramite serpentina o sistema alternativo. (Approfondimento);
  8. Appena il mosto arriva a temperatura ambiente procedere col Whirpool. Questa operazione serve a concentrare tutte le impurità al centro della pentola, attraverso la creazione di un vortice con un mestolo precedentemente sanificato;
  9. Travasare il mosto nel fermentatore, avendo cura di filtrare il luppolo.

In questo travaso è consigliabile far splashare il mosto per favorire la formazione di ossigeno. L’ossigeno sarà fondamentale per la proliferazione del lievito.

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Inoculo del lievito (approfondimento)

  1. Prendere il valore di densità (OG). (Approfondimento);
  2. Inoculare il lievito dentro al fermentatore col mosto;
  3. Ossigenare il mosto, per consentire la formazione di ossigeno. Questa operazione può essere effettuata mescolando energicamente il mosto con un mestolo precedentemente sanificato;
  4. Chiudere il fermentatore;
  5. Inserire il gorgogliatore col relativo liquido sanificante all’interno, e fare la prova di tenuta. La prova serve a capire se il fermentatore è chiuso correttamente. Una volta inserito il gorgogliatore col relativo liquido sanificante, applicare una leggera pressione sulla superficie del coperchio. Se il liquido si muove in relazione alla pressione, il coperchio è chiuso correttamente! In caso contrario controllare la chiusura;
  6. Verificare dopo 5-6 ore la partenza della fermentazione. In questo passaggio si vedrà il gorgogliatore fare bolle e rumore.

Fermentazione (approfondimento)

Fermentatore
  1. Tenere il fermentatore a temperatura costante. La temperatura consigliata è tra 18-22 °C;
    • Finita la fase vigorosa della fermentazione (1 settimana almeno), effettuare il travaso nel secondo fermentatore (se si possiede). Questo favorirà la limpidità nella birra finita;
  2. Dopo la fase vigorosa della fermentazione è consigliabile tenere la birra nel fermentatore almeno per un’altra settimana. Nonostante in questa seconda fase il gorgogliatore emetterà pochissime bolle (o per niente), molto probabilmente il lievito starà ancora lavorando. L’unico modo per scoprire se la fermentazione è completamente terminata, è misurare la densità (FG). Ricordo che per imbottigliare, il valore della densità FG consigliata è di 1.014;
  3. Quando il gorgogliatore sarà fermo e la densità FG rimarrà invariata, effettuare il dry hopping.

N.B.: Solitamente la densità FG è inferiore di 1/4 rispetto alla densità OG. Se abbiamo una OG di 1.058 (58), la densità FG dovrà essere di almeno 1.014 (14) per imbottigliare (58/4=14,5).

Dry Hopping (Approfondimento)

In questa ricetta della IPA realizzata attraverso la tecnica dell’All Grain, si utilizza il dry hopping. Questo procedimento andrà a definire meglio il profilo luppolato, tipico dello stile IPA. Vediamo come procedere:

luppolo in dry hopping
  1. Pesare il luppolo che dovrà essere inserito nel fermentatore. Per questa ricetta sono previsti 14 g di luppolo Challenger in pellet;
  2. Sanificare l’eventuale sacchetto o filtro inox in cui inserire il luppolo da utilizzare per il dry hopping;
  3. Inserire il luppolo nel fermentatore;
  4. Richiudere il recipiente;
  5. Attendere 4 giorni;
  6. Trascorso il tempo di dry hopping, rimuovere il sacchetto o filtro inox inserito in precedenza nel fermentatore. Se il luppolo è inserito liberamente nel fermentatore (senza sacchetto o filtro inox) bisognerà necessariamente effettuare un nuovo travaso con tubo e filtro legato all’estremità. In commercio si trovano dei sacchetti filtranti che legandosi al tubo di travaso, facilitano le operazioni di filtraggio;
  7. Tolto il luppolo dal fermentatore si è pronti ad imbottigliare.

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L’Imbottigliamento (approfondimento)

Conclusa il periodo del dry-hopping della IPA realizzata col metodo All Grain è il momento d’imbottigliare la birra! Ovviamente prima d’imbottigliare, la densità FG dovrà essere di almeno 1.014. Inoltre durante l’imbottigliamento si eseguirà il priming, fatto in fermentatore o in bottiglia, il quale darà la frizzantezza alla birra. Ricordo che per la ricetta è previsto un priming di 5 g/l.

bottiglie

E’ importante che in questa fase il mosto sia privo di sedimento derivante dal dry hopping o dalla stessa fermentazione. In ogni caso, se si possiede un secondo fermentatore, è consigliabile un nuovo travaso.

Il travaso potrà essere bypassato esclusivamente se in fase di dry hopping verranno utilizzati sacchetti filtranti o filtri inox. Infatti una volta eliminati i sacchetti di luppolo, il mosto risulterà limpido e pronto per essere imbottigliato.

Se voglio fare il priming nel fermentatore?

tecnica 3 dita imbottigliamento
  1. Sanificare le bottiglie;
  2. Aggiungere dello zucchero alla birra che si trova nel fermentatore. In questo caso aggiungere 5 g di zucchero per ogni litro di birra (Es: 50 g di zucchero per 10 l di birra);
  3. Mescolare delicatamente per favorire la diluizione dello zucchero;
  4. Imbottigliare, avendo cura di lasciare tre dita tra il livello della birra e il tappo della bottiglia;
  5. Tappare le bottiglie.

Se voglio fare il priming in bottiglia?

priming porter
  1. Sanificare le bottiglie;
  2. Imbottigliare, avendo cura di lasciare tre dita tra il livello della birra e il tappo della bottiglia;
  3. Prima di tappare le bottiglie, aggiungere il quantitativo di zucchero proporzionato alla capienza della bottiglia (Es.: Considerando un priming di 5 g/l, aggiungere 1,65 g di zucchero per una bottiglia da 33 cl). A tal proposito è possibile approfondire questa tecnica con la realizzazione di una soluzione zuccherina;
  4. Tappare le bottiglie.

Maturazione in Bottiglia

sveglia

Una volta imbottigliata, la IPA dovrà maturare in bottiglia per circa 15/20 giorni. In questa fase è opportuno tenere le bottiglie a temperatura costante e sopratutto al buio (in questo caso la temperatura consigliata è 12 °C). La stabilità e la delineazione del profilo organolettico della birra arriverà solo dopo 1-2 mesi di maturazione.

In questa ricetta ho evitato appositamente il controllo del ph e dei Sali dell’acqua, per semplificare la cotta della nostra IPA in All Grain. Nulla vieta però ai più esperti di effettuare tali procedure.

Sul canale Youtube troverete la video realizzazione di altre ricette col metodo All Grain. Non dimenticate di iscrivervi al canale!

Buona birra a tutti.

Guarita dal Coronavirus a 103 anni, chiede una birra!

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Parlando di Coronavirus, alla mente riaffiorano momenti di terrore che rimarranno indelebili nella memoria di tante persone. Un evento come pochi, che scriverà pagine di storia raccontando di come un virus nel 2020 sia riuscito a provocare una grave crisi sanitaria ed economica. Tuttavia il contesto causato dal Covid-19 che ha costretto tante persone a barricarsi in casa durante il lockdown, delle volte disegna delle sfaccettature a lieto fine. Succede nel Massachusetts dove Jennie Stejna, una simpatica vecchina di 103 anni, sconfiggendo il Coronavirus al risveglio chiede una birra ghiacciata. A riportare l’avvenuto sono stati i giornali americani!

Guarita dal Coronavirus a 103 anni
Jennie Stejna

Jennie Stejna è una signora di 103 anni, nata in Polonia e residente negli Stati Uniti, la quale è riuscita a sconfiggere il Coronavirus. Al momento del contagio la signora Jennie soggiornava in una casa di riposo, e da quanto emerso è risultata la prima a contrarre il Covid-19. I familiari considerando l’età della nonnina, e la letalità del virus erano preparati al peggio. Anche la stessa Jennie era convinta di avere un grave problema di salute, tant’è che salutò i familiari con tono ironico dicendo di essere pronta per “andare in paradiso” o forse “all’inferno”.

Jennie Stejna con birra

Ma tra stupore di medici e familiari, la storia regala un sorriso. Dopo tre settimane dal contagio, nonna Jennie definita “spirito esuberante” dai parenti, migliora in maniera inaspettata e i dottori ne confermano l’avvenuta guarigione. Una bella notizia resa ancora più speciale dalla stessa nonnina, la quale al risveglio festeggia con la sua birra preferita, una Bud Light rigorosamente ghiacciata.

La particolare storia della signora Jennie dovrebbe essere considerata l’emblema di questo triste periodo. Il virus, seppur letale, ha incontrato lungo il suo percorso la tenacia e l’attaccamento alla vita dell’uomo, caratteristiche salde anche alla veneranda età di 103 anni.

Buona birra a tutti.

Birrificio Gritz: una promozione dedicata al 2 Giugno

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Sicuramente quest’anno la Festa della Repubblica Italiana avrà un impatto diverso. Il 2 Giugno è una festa che rinnova ogni anno la forza del tricolore, uno spirito forte che raccoglie tutti i sentimenti del popolo che rappresenta. Così proprio in concomitanza di questa particolare ricorrenza, il Birrificio Gritz di Claudio Gritti pensa agli italiani reduci da un periodo di sacrifici e rinunce, che tra paura e incertezza hanno riscoperto il giusto senso d’italianità.

Il birrificio Gritz sorge nel 2015 ad Erbusco (BS), nel cuore della Franciacorta. Le origini del birrificio incominciano dalle produzioni casalinghe di Claudio, birraio e fondatore del Gritz. In poco tempo la passione e la determinazione di Claudio lo spingono ad avviare il birrificio, proprio tra le famose bolle della Franciacorta. Oggi il Gritz è una solida realtà birraria italiana, con filiera produttiva totalmente gluten free.

Per festeggiare questo momento di comunità patriottica e di ripartenza del Paese dopo un periodo di grande sconforto, il Gritz ha deciso di avviare una promozione speciale che durerà una settimana. Con il codice #RepubblicaGritz, tutte le proposte del birrificio saranno disponibili sull’e-commerce del Gritz col 10% di sconto.

Claudio Gritti - Birrificio Gritz
Claudio Gritti – Birrificio Gritz

“La Festa della Repubblica, quest’anno, ha per noi come per tutti gli italiani un sapore diverso” – racconta Claudio Gritti, fondatore e birraio del Birrificio Gritz. – “Sono stati mesi impegnativi, ma noi italiani siamo capaci di rialzarci, sempre. E proprio perché in Gritz sono di casa i valori di inclusività e unione, abbiamo pensato di omaggiare questa ricorrenza con una promozione ad hoc, per brindare tutti insieme a questa ripartenza”.

Le proposte del Gritz, tutte certificate AIC, sono disponibili nel formato da 33 e 50 cl, e potranno essere consegnate direttamente a casa. Sullo shop (dove si può pagare anche con PayPal) si potrà scegliere tra:

  • La Belga Della Danda, una birra artigianale ad alta fermentazione di tipo belgian strong ale (7,9 %vol). Al naso si presenta fruttata, con leggere note alcoliche. Il sapore è liquoroso, con un morbido carattere maltato. Colore ambrato, con schiuma fine e compatta. Perfetta per accompagnare carni preferibilmente speziate.
  • La Pils Della Graziella, una birra artigianale a bassa fermentazione di tipo Pils (5,3 %vol). Presenta profumi floreali dati dai luppoli cechi, tipici di questo stile. Il gusto è maltato, con una morbida amaricatura. Colore oro pallido, schiuma densa e duratura. Accompagna piatti semplici e leggeri, come pesce, carni bianche o fresche insalatone.
  • La Weiss Della Barbara, premiata luppolo d’oro al Best Italian Beer 2019, è una birra ad alta fermentazione di tipo Weiss (5,5 %vol). Delicatamente fruttata al naso, con sentori di chiodi di garofano. Il sapore è morbido, richiama leggermente la banana, presentando una leggera acidità. Dal colore giallo paglierino, presenta la torbidità e la schiuma. Ottima per accompagnare piatti salati, specialità di mare o insaccati.
  • La IPA Della Camilla, una birra ad alta fermentazione di tipo Indian Pale Ale (6 %vol). Un intenso aroma floreale di luppolo domina al naso, ma non solo. Lo si ritrova infatti anche in bocca, accompagnato da un lieve sapore maltato. Colore ambrato, con schiuma bianca persistente. Particolarmente indicata con piatti di verdure, carne alla griglia e pietanze speziate.

Un brindisi a tutti gli italiani dallo staff del Birraio Matto!

Buona birra a tutti.

Corso di degustazione online: Inizia il Beer Lover

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L’emergenza sanitaria degli ultimi mesi, oltre a mettere in serio pericolo la salute di tanta gente, ha messo un freno a tutte le attività economiche e sociali. Ma nonostante la gravità del problema sanitario, il periodo del lockdown è stato uno stimolo per rivalutare l’attività da remoto. Aziende e sedi culturali per proseguire l’operosità e l’apprendimento, limitando ovviamente spostamenti e assembramenti, hanno investito tempo e risorse nel potenziare le attività online attraverso piattaforme dedicate. Naturalmente il mondo birraio con i suoi corsi di formazione e la sua convivialità non è rimasto in disparte, con la nascita di gruppi sociali e piattaforme d’apprendimento web. In questo contesto The Good Beer Society modifica i programmi di cultura birraria proponendo il Beer Lover, il nuovo corso di degustazione di birra online.

The Good Beer Society: il Beer Lover

The Good Beer Society è un progetto che nasce dalla volontà e dalla passione di degustatori diplomati, operatori del settore birrario, esperti di comunicazione ed eventi in ambito enogastronomico, uniti dall’amore per la Buona Birra.

Corso degustazione online
Degustazione delle Birra

Il corso di degustazione online, in versione ridotta, si svolgerà su Google Meet. Articolato in 3 lezioni settimanali, ognuna delle quali avrà il proprio relatore, inizierà il 16 giugno 2020 dalle 20:30 alle 22:00. I corsisti riceveranno ad ogni lezione un apposito link a cui sarà possibile accedere da PC, e attraverso l’app Google Meet anche da smartphone e tablet.

La quota di partecipazione al corso è di 90€ a persona, e comprende 10 bottiglie da 33 cl., 1 bicchiere da degustazione e la dispensa Beer Lover. La quota di 90€ consentirà d’iscriversi in coppia, condividendo lo stesso collegamento e le birre. In questo caso la seconda persona pagherà solo 25€, ricevendo ugualmente dispensa e bicchiere. Per chi non desidera ricevere le birre potrà fare il corso al prezzo di 50€, ricevendo comunque 1 bicchiere da degustazione e la dispensa.

Inoltre, la partecipazione al Beer Lover prevede una scontistica del 10% per le socie dell’Associazione delle Donne della Birra e per i clienti Ninkasi.

Programma del corso di degustazione online:

  • 16/06 Introduzione alla produzione e degustazione della birra, con 4 birre da degustare insieme. Relatore: Michela Cimatoribus;
  • 23/06 Stili birrari ad alta fermentazione dei paesi di grande tradizione birraria, con 3 birre da degustare insieme. Relatore: Marco Giannasso;
  • 30/06 Stili birrari a bassa fermentazione dei paesi di grande tradizione birraria, con 3 birre da degustare insieme. Relatore: Daniele Cogliati.

Tutte le info sono disponibili sul sito o sui canali social Facebook, Instagram e Twitter. Oppure sarà possibile chiamare allo +39 3485241239 o scrivere a [email protected].

Buona birra a tutti.

A Tuscia Birra: decima edizione nel 2021!

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Il modo di approcciarsi alla quotidianità e alla socialità è notevolmente cambiato. L’effetto dell’emergenza sanitaria che da mesi attanaglia l’intero mondo, ha instaurato nelle persone la paura nel relazionarsi e nel riprendere la “vita normale”. In questi mesi comunque molto è stato fatto per fronteggiare l’epidemia, e sicuramente ancora molto dovrà essere fatto! Ma le conseguenze di questo duro lavoro, hanno portato inevitabilmente a rinunciare ai tanti eventi che da anni contribiscono a rendere il Belpaese un posto solare e ospitale. Tra gli eventi che purtroppo non si sono potuti svolgere quest’anno, c’è anche “A Tuscia Birra”.

Montefiascone
Montefiascone

A Tuscia Birra (ATB) è l’appuntamento che da 9 anni accende l’estate di Montefiascone. Un paese definito “perla dell’Alto Lazio” in provincia di Viterbo, famoso per i vini DOC e per l’incantevole paesaggio. L’evento vanta la presenza di eccellenze enogastronomiche locali e nazionali, con l’accompagnamento di artisti emergenti o affermati del mondo musicale indipendente.

Ogni serata prevede un percorso di degustazione nelle antiche cantine che colorano le vie del centro storico fino alle ore 00:30. La serata continua poi fino a notte inoltrata, con un DJ set presso il Belvedere di Montefiascone. Questo contesto rende “A Tuscia Birra” un evento unico e amato, oltre ad essere una delle fiere di birra artigianale più popolari d’Italia.

A Tuscia Birra 2020

Purtroppo però l’emergenza sanitaria ha colpito quest’oasi della birra e del divertimento, rendendo impossibile lo svolgersi di “A Tuscia Birra 2020”. La notizia si apprende dal comunicato pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale.

“E’ stata una decisione difficile. Ci abbiamo pensato e sperato tanto ma come tutti immaginerete questa estate la seconda settimana di luglio ‘A Tuscia birra’ non ci sarà. A seguito della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del decreto legge n.33 del 16 maggio che, per fronteggiare l’emergenza epidemiologica scaturita dal virus Covid-19, vieta gli assembramenti di persone fino al 31 luglio 2020.

Questa estate vi invitiamo a tenerci compagnia con le vostre foto e video di luoghi, birre e musica che vi fanno venire in mente quelle quattro magiche serate estive mettendo il nostro hashtag #atusciabirra e taggando la nostra pagina @atusciabirra. Noi le ricondivideremo!

a tuscia birra
A Tuscia Birra: decima edizione nel 2021! 24

Quindi dovremo aspettare fino all’8, 9, 10 e 11 luglio 2021 per la decima edizione. Vi promettiamo che sarà indimenticabile, sarà l’edizione più grande di sempre. Per ora dobbiamo soltanto rispettare noi, i nostri cari e chi ci sta intorno, per arginare e sconfiggere una volta per tutte questo enorme problema che ci colpisce.

Noi cominciamo a lavorare per il 2021 fiduciosi e più carichi che mai. Concludiamo questo triste comunicato con una canzone dei Justice che ormai è diventata il nostro motto. Ci ha portato fortuna, ci ha fatto sempre tornare il sorriso in faccia e ci ha fatto rialzare: ‘We are your friends’. Ci vediamo presto.
A Tuscia Birra

Tutte le novità e informazioni su questo fantastico appuntamento della birra artigianale, saranno reperibili sul sito e sui canali social Facebook e Instagram.

Buona birra a tutti.

Birra Menabrea lancia la nuova cassetta da comporre!

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Durante il lockdown birra Menabrea ha contribuito ad una specie di “movimento birraio”, portando la buona birra a casa degli italiani. Il delivery Menabrea si era già attivato da fine marzo, attraverso i propri distributori sparsi per l’Italia, riscuotendo talaltro un discreto successo. A distanza di qualche mese arriva un’altra novità, che consente di comporre e ricevere direttamente a casa una cassetta col proprio gusto di birra preferito.

Vecchio Birrificio Menabrea
Vecchio Birrificio Menabrea

Il birrificio attivo di Biella, culla della Menabrea, è il più antico d’Italia. Fu fondato nel 1846, dal sig. Welf di Gressoney e dai fratelli Antonio e Gian Battista Caraccio. Nel 1854 la birreria passa sotto la custodia di Giuseppe Menabrea e Antonio Zimmermann, che ne diverranno i proprietari nel 1864. A seguito dell’uscita di Zimmermann dalla società, sarà proprio Giuseppe Menabrea a costituire il 6 luglio 1872 la “G. Menabrea e figli”. Da 150 anni Birra Menabrea scrivere pagine di storia, restituendo agli italiani qualità e passione verso una bevanda che in Italia è arrivata un po’ in ritardo.

La Cassetta personalizzata

Cassetta Menabrea da Comporre
Cassetta Menabrea da Comporre

Sempre con grande prestigio e intraprendenza, Birra Menabrea continua il suo percorso portando sulle tavole degli italiani la buona birra. Così, alla precedente offerta di delivery, aggiunge la possibilità di comporre una speciale cassetta da 12 bottiglie da 33 cl. col proprio assortimento di birra preferito.

“L’idea del delivery a casa, nata con la collaborazione dei nostri distributori durante il lockdown, ha avuto un grande apprezzamento dal pubblico e abbiamo deciso di mantenere attivo il servizio con una delivery ancor più personalizzata” – commenta Franco Thedy, AD di Birra Menabrea. – “Abbiamo in questi anni ampliato la nostra offerta, creando birre sempre più in linea con i gusti dei consumatori e ci è sembrato giusto offrire a tutti la possibilità di scegliere il proprio mix preferito.”

La cassetta personalizzata potrà essere composta contattando il distributore di regione più vicino. Quest’ultima sarà consegnata all’indirizzo indicato in 24/48 ore. Grazie al delivery Menabrea sarà possibile ordinare oltre alle tradizionali birre della linea 150°, anche la nuova “Arte in bottiglia birra Non Filtrata”.

Buona birra a tutti.

Vitavigor e Birra Brera insieme per l’aperitivo a domicilio

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Da sempre la degustazione della buona birra si accompagna a stuzzichini sfiziosi. Un rito solitamente d’obbligo nei pub, che purtroppo in questi mesi è mancato per il lock down. Questo però è stato anche il pretesto di una particolare iniziativa d’aperitivo delivery. Un progetto che unisce il gusto degli snack realizzati dalla Vitavigor, al sapore italiano e artigianale di Birra Brera.

L’iniziativa che nasce in un particolare momento di emergenza sanitaria, consente di farsi un gustoso aperitivo comodamente sul divano di casa. Vitavigor alias El Super Grissin De Milan, storico marchio nato nel 1958 nel retrobottega di una panetteria di via Ponale a Milano, stringe una collaborazione con Birra Brera, realtà birraia dai valori fondati sull’italianità, sulla qualità e sulla condivisione.

L’aperitivo delivery

Ogni giorno, dalla 17 in poi, i clienti di Milano potranno ordinare due birre a scelta e ricevere in omaggio una confezione di Happy Vi. Si tratta di mini snack naturali, cotti al forno e preparati solo con Olio Extravergine d’Oliva e una spolverata di sale marino in superficie. Uno sfizioso snack, adatto anche ai vegetariani, disponibile nei gusti Pomodoro e Olive, Rosmarino e Parmigiano Reggiano. La promozione sarà fruibile online dal 28 maggio all’11 giugno attraverso le piattaforme Deliveroo e Glovo.

“Abbiamo deciso di affidarci all’esperienza di Birra Brera per lanciarci nel mondo del delivery e allietare i pomeriggi dei milanesi in questi momenti difficili – ha spiegato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor. – Il gusto naturale della linea Happy Vi è una prerogativa esclusiva della nostra azienda e ben si amalgama al sapore delle birre artigianali della milanese Birra Brera. Sani e genuini, sono perfetti per riempire di sapore ed energia gli aperitivi con amici e famiglia, da fare comodamente a casa”.

“Siamo orgogliosi di aver stretto una partnership con Vitavigor, marchio noto in Italia e all’estero, che rispecchia appieno la nostra visione di aperitivo – puntualizza Franco Tartaglia, fondatore di Birra Brera. – Da aprile, mese in cui ha avuto inizio la nostra sinergia con i soffietti Vitapop, abbiamo registrato oltre 200 consegne e un grande apprezzamento dei nostri clienti. Adesso continuiamo la nostra collaborazione con questa nuova promozione che rende ancora più sfiziosi gli aperitivi dei milanesi. Vogliamo regalare sorrisi e speranza a tutti, garantendo un momento che fa parte della nostra tradizione anche in questi periodi d’incertezza”.

Buona birra a tutti.

La Birra Artigianale: andiamo oltre la bevanda cult degli ultimi tempi e non solo

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La parola birra, in particolare quella artigianale, fa parte di un lessico ormai comune. Ma nonostante questa bevanda esista da centinaia d’anni, l’approccio in Italia risale ad un’epoca più vicina. Questo è dovuto principalmente alle radici della cultura italiana, da sempre fondata sulla maestria del vino. Tuttavia la birra ha saputo conquistare il Belpaese, diventando in pochi anni un cult tra giovani e appassionati. Tutto ciò è dovuto anche ad una coinvolgente “moda”, incentivata in parte da propagande e piattaforme dedicate, che hanno aiutato a capire meglio le particolari dinamiche di questa preziosa bevanda. Dagli ingredienti alla colorazione, dal gusto all’aroma, fino a comprendere i metodi per riprodurla tra le mura domestiche. Ma se vi chiedessero cos’è la birra artigianale, quale sarebbe la risposta?

Indice

La Birra per la legge italiana

Fino al 2016, in Italia, non esisteva una definizione legislativa specifica sulla birra artigianale. Era presente solo la legge n. 1354 del 16 agosto 1962, che in 32 articoli definiva in via generale la birra, gli ingredienti, la produzione, le apparecchiature e le disposizioni di vendita.

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La Birra per la legge italiana
La Birra per la legge italiana

L’Art. 1 della citata legge definiva “birra” il prodotto ottenuto dalla fermentazione alcoolica con ceppi selezionati di Saccharonyces Cerevisiae dei mosti preparati con malto di orzo torrefatto e acqua, amaricati con luppolo. Il malto d’orzo può’ essere sostituito con malto di frumento, con altri cereali o con riso, fino alla percentuale massima del 25% calcolato sul peso complessivo del cereale impiegato.

Le differenze birraie erano definite nell’Art. 2, che vietava il commercio di birra con un grado saccarometrico in volume inferiore a undici. Lo stesso articolo definiva:

  • “birra speciale”, la birra con grado saccarometrico in volume non inferiore a tredici;
  • “birra doppio malto” quella con un grado saccarometrico in volume non inferiore a quindici.

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Le modifiche

Nel corso degli anni la legge 1354 del 62′ ha subito diverse modifiche, stravolgendo difatti gli articoli in essa contenuti. Le modifiche apportare hanno avuto lo scopo di adeguare la disciplina sulla birra alle nuove metodologie tecniche di produzione, e di conformarla alla legislazione di altri Paesi membri dell’Unione Europea. A regolamentare la produzione e il commercio della birra viene redatto il DPR 30 giugno 1998 n. 272, composto da cinque articoli.

Le modifiche
Le modifiche

La nuova legge modifica l’Art. 1 comma 1 della legge del 62′, definendo “birra” quel prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con ceppi di Saccharomyces Carlsbergensis o di Saccharomyces Cerevisiae di un mosto preparato dal malto, anche torrefatto, di orzo o di frumento o di loro miscele ed acqua, amaricato con luppolo, suoi derivati o entrambi.

Il comma 2 rivede la fermentazione alcolica del mosto, che può essere integrata con la fermentazione lattica. L’introduzione dei batteri lattici e dell’acidificazione del mosto, destinato alla produzione della birra, è regolata dal D.M. del 2 maggio 1996 n. 325. Questa legge, che consente l’utilizzo di batteri lattici appartenenti al genere Lactobacillus, detta una serie di prescrizioni sulle loro caratteristiche ed impiego.

birra artigianale
La birra

Il comma 3 del DPR 272/1998 consente, nella produzione della birra, l’impiego di estratti di malto torrefatto e degli additivi alimentari autorizzati dal decreto del Ministro della sanità del 27 febbraio 1996, n. 209. Il decreto disciplinava gli additivi alimentari consentiti per la conservazione delle sostanze alimentari. Sostituito in seguito dal D.M. 8 maggio 2006 n. 229.

Il comma 4 consente la sostituzione del malto d’orzo o di frumento con altri cereali, anche rotti o macinati o sotto forma di fiocchi, nonché con “materie prime amidacee e zuccherine” nella misura massima del 40% calcolato sull’estratto secco del mosto. Per materie amidacee e zuccherine sono intese aggiunte come frutta o miele.

Una definizione più accurata

L’Art. 2 del DPR 272/1998 definisce meglio al comma 1 anche la denominazione di “birra analcolica”, riservandola al prodotto con grado Plato non inferiore a 3 e non superiore a 8 e con titolo alcolometrico volumico non superiore a 1,2%. La denominazione di “birra leggera” o “birra light” al comma 2 è riservata al prodotto con grado Plato non inferiore a 5 e non superiore a 10,5, con titolo alcolometrico volumico superiore a 1,2% e non superiore a 3,5%. La denominazione di “birra” al comma 3 è riservata al prodotto con grado Plato superiore a 10,5 con titolo alcolometrico superiore a 3,5%. L’articolo prende in considerazione solo la gradazione alcolica senza nessun riferimento specifico allo stile della birra, limitandosi a definire:

  • “birra speciale”, la bevanda dal grado Plato non inferiore a 12,5%;
  • “birra doppio malto”, la bevanda con grado Plato non inferiore a 14,5%.

Gli altri articoli e comma del DPR 272/1998 si limitano a fornire indicazioni sull’etichetta, sulla produzione e sulle modalità di vendita.

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La definizione di Birra Artigianale

Nel 2016 l’Italia finalmente provvede ad elaborare una definizione legislativa in materia, attraverso la legge 28 luglio 2016, n. 154. La norma, titolata “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale”, all’Art. 35 detta la definizione di Birra Artigianale. L’articolo in questione si aggiunge ai comma già presenti nell’Art. 2 del DPR 272/1998.

birra artigianale
La Birra Artigianale

L’Art. 35 della legge 154/2016 recita: “Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.

Per cui, secondo la legge italiana, la birra artigianale:

  • Non dev’essere pastorizzata o microfiltrata;
  • Dev’essere prodotta da un birrificio indipendente;
  • Il birrificio non può produrre più di 200.000 hl annui.

Ovviamente non tutto il testo della norma va a genio. Infatti considerando la disposizione di utilizzo degli impianti fisicamente distinti da qualsiasi altro birrificio, i beer firm sarebbero esclusi dal titolo “artigianale”. Naturalmente potranno continuare ad aggiungere sulle etichette, se presenti, le caratteristiche di “non filtrata” e “non pastorizzata”. Tuttavia il marchio “artigianale” è una garanzia verso i consumatori, dell’artigianalità della birra.

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Birra artigianale: I punti di vista

Sicuramente nell’immaginario collettivo la parola “birra artigianale”, corrisponde a qualità e unicità. Ma le differenza tra birra artigianale e birra industriale ruotano intorno ad aspetti tecnici e pratici, che spesso danno adito a false credenze. Ovviamente la birra artigianale differisce dalla birra industriale, per le modalità di preparazione e di conservazione. Questo fa si che il prodotto artigianale possieda un potenziale qualitativo maggiore, in relazione alla cura e al basso impatto di trattamento.

birra artigianale
Birra artigianale: I punti di vista

Tuttavia bisogna fare un appunto: non sempre l’aggettivo “artigianale” è sinonimo di qualità! Capita spesso infatti che i primi approcci alla birra artigianale siano fatti in modo errato, con aspettative che potrebbero essere deluse.

La birra artigianale non è sempre la massima espressione del mondo birraio. Infatti la percentuale di proposte brassicole, che si attesta a livelli qualitativi degni di nota, rimane comunque esigua. Il vantaggio dei piccoli birrifici artigianali è la possibilità di utilizzare materie prime qualitativamente superiori, ma la riuscita del prodotto dipende principalmente dalle abilità del birraio.

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Un altro importante aspetto riguarda la complessità della birra artigianale. L’aspetto artigianale della birra sicuramente la rende più affascinante e invitante di una “scontata” bevanda da supermercato. Ma se da una parte la curiosità induce alla bevuta, l’idea di avere nel bicchiere una birra “difficile e complessa” potrebbe portare a non considerarla come una bevanda giornaliera.

Questo meccanismo che si crea inconsciamente, forma un giudizio non del tutto veritiero. La birra artigianale non è sempre e solo particolare e complessa. Esistono diverse proposte artigianali famose proprio per la loro facilità di bevuta, che potrebbero equipararsi tranquillamente alla quotidianità di una birra industriale.

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L’opinione!

Aldilà delle normative e dei falsi miti, sicuramente ognuno avrà un’opinione differente di birra artigianale. Tuttavia quando si pensa alla birra artigianale, si spera principalmente ad una bevuta differente dai soliti canoni imposti dall’industria. Dal punto di vista etico dovrebbe rispecchiare qualità, almeno in teoria. Mentre attraverso l’utilizzo delle materie prime superiori, dovrebbe tramettere eccellenza e unicità, incarnando talvolta anche la cultura del territorio che la vede nascere.

Ma quando si pensa all’artigianalità in realtà il pensiero non si limita solo alla birra, che può piacere o meno! La birra artigianale pensata per come l’uomo l’ha concepita, senza processi industriali, è una bevanda capace di evocare socialità e convivialità fin dai tempi dei tempi. Una bevanda che non guarda pelle, religione, politica o cultura, ma rimane inerme. Nuda e cruda in balia di un tempo, che per le qualità che la rendono speciale, sicuramente non è infinito!

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Buona birra a tutti.

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