Home Blog Pagina 30

Birra antica. Una testimonianza che risale a 5000 anni fa

0
Lieviti antichi. Nasce una birra di 5000 anni fa.
Lieviti antichi. Nasce una birra di 5000 anni fa.

Chissà che sapore aveva la birra dell’antichità? Probabilmente una curiosità comune a tanti appassionati del boccale, che tra una birra e l’altra fanno viaggiare la mente (e non per il grado alcolico). 😛 In realtà il sapore della birra antica è un progetto concreto, che ha influenzato uno studio d’archeologia sperimentarle.

Davide con la testa di Golia di Caravaggio (1610)
Davide con la testa di Golia di Caravaggio (1610)

L’analisi nasce da due ricercatori dell’Università di Gerusalemme, dopo aver trovato dei ceppi di lievito in reperti di terracotta recuperati sul sito archeologico di Tell es Safi. Si tratta di uno scavo particolarmente importante, in quanto (si pensa) potrebbe custodire i segreti dell’antica e biblica città di Gath. Una città famosa in particolare per il gigante Goliath, che l’intrepido Davide sfidò e sconfisse con la sua fionda.

Lo studio condotto dagli scienziati israeliani ha portato ad una birra ricavata attraverso un ceppo di lievito, che possiede la venerabile età di 5000 anni. Ovviamente non si hanno dati certi sul tipo di lievito! Potrebbe essere anche un ceppo selvaggio, che tutto sommato dopo otto settimane di fermentazione ha prodotto una birra dal sapore fruttato.

Non si capisce bene se faccia parte di uno stile preciso, in quanto non vengono resi noti gli elementi utilizzati. Sicuramente chi ha provato l’antica birra, rivisitata in chiave moderna, asserisce che possiede un gusto interessante arricchito da toni fruttati di noce e banana. C’è anche chi sostiene che abbia un sapore simile al pane bruciato. Ovviamente chi fa birra sa bene quanto le materie prime contribuiscano al sapore e all’aroma, che potrebbe differire dall’autentico sapore antico!

Ma nonostante gli ingredienti, riscoprire un elemento che possa dare l’immagine di una birra che possiede teoricamente 5000 anni, sicuramente fa gola a tanti. Attualmente i fautori di questo studio birraio sono alla ricerca di possibili investitori, che facciano rivivere l’antica bevanda dei Filistei. Si spera che li trovino al più presto, per dare beneficio all’intera società!

Fonte CNN Travel

Buona birra a tutti.

Cocktail alla Birra. Una trovata fantasiosa e inaspettata!

0
Cocktail alla Birra
Cocktail alla Birra

La birra è da sempre sinonimo di fantasia e briosità. Una bevanda che solitamente mette buonumore, e crea in modo quasi naturale grande convivialità. Ma l’allegria che contraddistingue la birra è comune anche ad altre bevande, la quale con gusto e creatività intrattengono momenti di compagnia e spensieratezza. I cocktail naturalmente rientrano in questa categoria, in quanto con grande classe e prestigio regalano abbinamenti molto particolari. Cosa potrebbe nascere quindi, dal connubio tra il classico cocktail e la birra?

I Cocktail alla Birra

La vecchia scuola Flair Bartender (senza nulla togliere alla grande maestria dei barman) ha da sempre considerato il cocktail, come un preparato a base di distillati come vodka, rum o gin. Ma i tempi si sono evoluti, e con essi anche i cocktail. Attraverso lo studio di un’alchimia perfetta e quasi scientifica, la Mixologist ha rivoluzionato all’antica concezione di cocktail. Un effetto di questo restyling è sicuramente l’idea di abbinare i cocktail alla birra. Di questo saranno contenti gli appassionati del boccale, che si ritroveranno a degustare l’essenza di una birra magari in una coppetta da cocktail.

Naturalmente abbinare i cocktail alla birra, non significa divagare tra combinazioni impensabili. Ma auspica in fusioni studiate, che associano gli aromi unici della birra ai gusti particolari dei distillati. Il risultato sarà una devozione ai sapori, i quali verranno esaltati in modo piacevole e bilanciato. Di seguito alcune proposte: 😉

Black Velvet

  • Birra Scusa (Guinness);
  • Champagne.

PREPARAZIONE: Versare in un bicchiere (flûte o similari) la birra e successivamente lo champagne. In questa procedura è consigliabile aiutarsi con un cucchiaio per lasciare lo champagne in sospensione al bicchiere.

Frittz

  • Birra Chiara (50%);
  • Spumante (30%);
  • Cointreau (20%);
  • Fettina di Limone come guarnizione.

PREPARAZIONE: Versare il cointreau in un bicchiere (coppetta da cocktail o similari), in seguito birra e spumante contemporaneamente. Agitare delicatamente il tutto con uno stirrer e decorare con una fettina di limone.

Night Cap

  • Birra Chiara (Ale);
  • 2 cl. di Brandy;
  • 2 cucchiaini di Zucchero;
  • Noce moscata.

PREPARAZIONE: Riscaldare la birra evitando di portarla ad ebollizione. Successivamente aggiungere lo zucchero, il brandy e un pizzico di noce moscata. Servire in un bicchiere (coppetta da cocktail).

Punch alla Birra

  • 2 bottiglie di Birra Chiara;
  • 2 bottiglie di Vino Bianco;
  • 250 gr. di Fragole;
  • 200 gr. di Zucchero di Canna.

PREPARAZIONE: Tagliare le fragole e cospargerle di zucchero. Successivamente versare mezza bottiglia di vino e fare riposare per qualche ora. Prima di servire in un bicchiere (calice) aggiungere il restante vino e la birra particolarmente fredda.

Shandy Gaff

  • Birra Chiara (50%);
  • Ginger (50%);
  • Guarnizione con fettina d’arancia o limone.

PREPARAZIONE: Versare in un bicchiere ghiacciato (tumbler o similare – 30 min. in freezer) la birra e successivamente il ginger. Guarnire con una fettina d’arancia o limone.

Spuma di Birra

  • 3-4 Uova
  • 800-900 ml. di Birra;
  • 100 gr. di Zucchero;
  • Cannella in polvere;
  • Scorza di limone bio.

PREPARAZIONE: Sbattere, in un pentolino, le uova insieme alla birra. Aggiungere successivamente lo zucchero, la cannella in polvere e la scorza di limone. Mettere il tutto sul fornello e fare bollire, sbattendo con un frustino per un paio di minuti. Servire dopo qualche minuto in un bicchiere (tumbler o similare).

Tirini One

  • Birra Chiara (60%);
  • Tequila (20%);
  • Red Bull (20%);
  • Guarnire con mezza fetta d’arancia.

PREPARAZIONE: Versare in un boccale la birra, poi la tequila e successivamente la red bull. Decorare con mezza fetta d’arancia.

Questi e altri drink si potranno reperire sul sito beermixology.

Buona birra a tutti.

I difetti della birra. Quali sono e come risolverli

0
difetti birra

Quando si fa birra in casa, può succedere d’imbattersi in alcune stranezze che divagano nell’incertezza. Ovviamente l’estro birraio deve ridimensionare l’aspettativa, in quanto non sarà possibile avere la perfezione di un birrificio. Infatti tra mancanza d’esperienza e strumentazione, spesso la birra può avere difetti che sfociano in strani odori o presentazioni del tutto inaspettate. In questo caso è facile andare nel pallone! Tante volte i difetti della birra sono così evidenti, da renderla imbevibile. Tuttavia in altre circostanze, le anomalie della bevanda “homemade” potrebbero essere anche tollerate, confidando nel tempo di maturazione che rende tutto un po’ migliore. Di conseguenza diventa essenziale riconoscere i difetti, per evitarli o eventualmente risolverli.

I difetti della birra

Di seguito saranno elencati alcuni difetti che potrebbero imbattersi sulla birra fatta in casa. Naturalmente non tutti i difetti sono considerati errori, in quanto molti stili hanno tratti distintivi che su altre birre sono considerate inesattezze. Solitamente sono percettibili da sentori, che potrebbero scaturire dalle disattenzioni del birraio oppure dal proliferarsi d’infezioni. In questo caso è opportuno capire l’errore per non incorrere in ulteriori problemi.

Acetaldeide – mele verdi appena tagliate

difetti birra
  • Accertarsi che la fermentazione sia particolarmente vigorosa e avvenga con lieviti sani;
  • Consentire il completamento dell’attenuazione (capacità del lievito di fermentare gli zuccheri presenti nel mosto);
  • In fase d’inoculo del lievito è opportuno ossigenare bene il mosto;
  • Il difetto può essere dovuto alla tipologia di lievito. In questo caso è consigliabile provare un’altra varietà;
  • Assicurarsi che il lievito abbia sufficienti nutrienti;
  • Il tempo di maturazione potrebbe migliorare la qualità della birra.

Acetato – acido acetico, asprezza simile all’aceto

difetti birra
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Controllare il ceppo di lievito;
  • Verificare la possibilità di ossidazione (l’acetobacter è aerobico).

Affumicato (fenolico) – fumo, carbone, bruciato

difetti birra
  • Possibile presenza di residui bruciati;
  • Non eccedere nelle dosi di malti scuri;
  • Possibile presenza d’infezione.

Alcolico/Caldo – speziato, vinoso, riscaldante da etanolo e alcoli superiori

difetti birra
  • Temperatura di fermentazione particolarmente bassa;
  • Utilizzare una varietà di lievito meno attenuante;
  • Può dipendere da un lievito poco salutare;
  • Potrebbe essere dovuto all’uso eccessivo di fermentabile, oppure a troppi zuccheri aggiunti;
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Temperatura di mash particolarmente bassa;
  • Un tempo di maturazione più lungo potrebbe migliorare la qualità della birra.

Amaro, acido – acido lattico, citrico, acuto, acidità pulita

difetti birra
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Controllare il ceppo di lievito;
  • Evitare un mash particolarmente lungo e con basse temperature.

Ammuffito – stantio, ammuffito, odori di cantina

difetti birra
  • Evitare l’ossidazione (vedi ossidato);
  • Verificare che sia stata eseguita una buona sanificazione;
  • Evitare malto affumicato con torba;
  • Controllare la freschezza e il gusto dell’acqua;
  • Utilizzare ingredienti freschi, in particolare malto e luppolo.

Astringente – increspo della bocca, durezza persistente, granulosità simile ad una buccia d’uva

difetti birra
  • Evitare l’oversparge e una macina eccessiva del malto;
  • Evitare temperature particolarmente alte in fase di mash e sparge (acqua sparge superiore a 76 °C);
  • Non usare acqua con ph superiore a 6 per fare sparge;
  • Utilizzare acqua con un basso contenuto di solfiti;
  • Non eccedere nelle dosi di cereali tostati (sopratutto malto scuro);
  • Utilizzare una minore percentuale di luppoli (specialmente luppoli ad alto contenuto di alfa-acidi);
  • Evitare l’uso di spezie prime (poco lavorate), succo e bucce di frutta.

Diacetile – burroso, caramellato, popcorn

difetti birra
  • Provare un’altra varietà di lievito;
  • Mosto ossidato prima della fermentazione;
  • Ridurre la temperatura di fermentazione primaria;
  • Può dipendere da una fermentazione secondaria a temperatura troppo bassa, con una tempistica relativamente breve. Si consiglia di aumentare la temperatura e la durata;
  • Utilizzare lievito sano e sopratutto in quantità sufficiente;
  • Verificare che siano disponibili sufficienti nutrienti per il lievito;
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Lasciare agire i lieviti fino alla completa attenuazione della birra;
  • Non filtrare prematuramente il mosto dal fermentatore;
  • Se la birra è una lager, aumentare la temperatura per un riposo diacetilico alla fine della fermentazione;
  • La temperatura della birra imbottigliata dev’essere costante e non troppo alta (tipo cantina);
  • Evitare di far ossigenare il mosto durante la fermentazione.

DMS (dimetil-solfuro) – Mais cotto

difetti birra
  • Fare una lunga bollitura senza coperchio (luppolatura);
  • Potrebbe dipendere da una percentuale eccessiva di malto Pilsner;
  • Raffreddare velocemente il mosto prima d’inoculare il lievito;
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Assicurarsi d’utilizzare uno starter del lievito sano e vigoroso.

Erboso – Erba tagliata fresca, foglie verdi

difetti birra
  • Ridurre il dry-hopping o la quantità di luppolo intero;
  • Evitare l’ossidazione del mosto;
  • Potrebbe dipendere da un luppolo o un malto non fresco.

Esteri fruttati – fragola, pera, banana, mela, uva, agrumi

difetti birra
  • Temperatura di fermentazione particolarmente bassa;
  • Provare un tipo di lievito più puro;
  • Ossigenare a sufficienza il mosto;
  • Ridurre la densità OG;
  • Il fruttato potrebbe essere dovuto anche alla varietà di luppolo, il quale apporta naturalmente tali caratteristiche;
  • Evitare passaggi eccessivi nel fermentatore;
  • Inoculare una quantità sufficiente di lievito (evita lo stress del lievito);
  • Invecchiare la birra a temperatura costante.

Medicinale (clorofenolico) – clorosettico, armadietto dei medicinali

difetti birra
  • Non utilizzare acqua con cloro o clorammine;
  • Evitare disinfettanti alla candeggina (risciacquare molto bene);
  • Non utilizzare percentuali troppo alte di luppoli interi;
  • Possibile presenza d’infezione.

Metallico – rame, monete e sangue

difetti birra
  • Accertarsi che l’acqua non contenga ioni metallici;
  • Può dipendere dai sali dell’acqua. In alcuni casi bisogna ridurli in altri aggiungerli;
  • Verificare l’assenza di ruggine nell’attrezzatura;
  • Assicurarsi che l’attrezzatura in acciaio inox sia adeguatamente passivata (trattamento acido, necessario per rimuovere i contaminanti);
  • Risciacquare accuratamente il sanificante.

Odori di lievito – odori simili al pane, zolfo, lievito

difetti birra
  • Utilizzare una varietà di lievito più flocculante (capacità del lievito di aggregarsi in fiocchi che poi precipitano dalla sospensione);
  • Attendere il tempo sufficiente affinché il lievito possa flocculare;
  • Filtrare la birra o utilizzare agenti chiarificanti;
  • Evitare di travasare troppo lievito;
  • Aumentare il tempo d’invecchiamento della birra;
  • Provare un’altra varietà di lievito.  

Ossidato – Stantio, cartaceo, cartone

difetti birra
  • Possibile ossidazione post-fermentazione della birra;
  • Evitare di far splashare (schizzare) la birra durante l’imbottigliamento;
  • Controllare l’aderenza di tappi e guarnizioni;
  • Spurgare le bottiglie e i barili con CO2 prima di riempirli;
  • Conservare e consumare la birra ad una temperatura particolarmente fresca.

Plastica (fenolica) – cerotto, nastro isolante, stirene

difetti birra
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Controllare che il lievito sia in salute;
  • Temperatura di fermentazione particolarmente bassa.

Puzzola – cattivo odore, gusto luce o “skunky beer”

difetti birra
  • Evitare l’esposizione di mosto e birra alla luce solare, in particolare dopo l’aggiunta dei luppoli;
  • Non utilizzare bottiglie di vetro trasparenti o verdi;
  • Evitare l’uso di luppoli Cluster nelle successive aggiunte.

Solvente – bruciore al palato

difetti birra
  • Temperatura di fermentazione particolarmente bassa;
  • Inoculare una quantità di lievito sufficiente, verificando che quest’ultimo sia sano e attivo;
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Utilizzare una varietà di lievito differente.

Piccante (fenolico) – chiodi di garofano, pepe, vaniglia, ecc

difetti birra
  • Utilizzare una varietà di lievito e/o luppolo diversa;
  • Controllo della temperatura di fermentazione (più alta o più bassa in relazione alla varietà di lievito e stile di birra).

Vegetale – cotto, verdure in scatola o marce (cavolo, sedano, cipolla, asparagi, pastinaca)

difetti birra
  • Facilitare la fermentazione, affinché avvenga in modo rapido e vigoroso (l’utilizzo dello starter riduce il tempo di partenza);
  • A volte è dovuto alla contaminazione batteria del mosto prima che il lievito attecchisca;
  • Eseguire un’accurata sanificazione;
  • Verificare la presenza d’ingredienti invecchiati, stantii o scaduti (in particolare l’estratto di malto liquido);
  • Evitare l’oversparging a temperature particolarmente basse.

Zolfo – uova marce, fiammiferi accesi

difetti birra
  • Possibile presenza d’infezione;
  • Verificare che l’acqua non abbia una percentuale particolarmente alta di solfati;
  • Controllare la salute del lievito;
  • Verificare l’autolisi del lievito (auto-distruzione delle cellule dovuta a temperature calde);
  • Utilizzare un’altra varietà di lievito.

Fonti Bjcp

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Considerazioni

Naturalmente i difetti della birra possono andare oltre i sentori. Spesso scaturiscono nella presentazione della bevanda. Poca schiuma o scarsa limpidità potrebbero rendere la birra “meno bella”, ma comunque bevibile. Va sempre considerato l’aspetto “casalingo”, che naturalmente possiede alcuni limiti. Ma con le dovute attenzioni frutto dell’esperienza, i giusti mezzi e tanta intraprendenza il risultato birraio darà le dovute soddisfazioni.

Buona birra a tutti.

Iron Maiden: una passione tra Heavy Metal e birra

0
Birra Iron Maiden
Birra Iron Maiden

Come si fa a rinchiudere l’anima ribelle dell’Heavy Metal in una bottiglia di birra? L’idea è figlia della storica Band inglese Iron Maiden, da sempre nota per un appassionate inclinamento birraio. Un sogno materializzato nel 2013 quando, Bruce Dickinson (voce della band) coadiuvato dal birrificio Robinsons, realizzò “The Trooper”. Si tratta di una birra in stile Golden Ale, che prese il nome da un famoso successo degli Iron Maiden. Un successo replicato anche nella preziosa bevanda, che tra l’amore dei fans e il gusto degli appassionati raccolse grande enfasi.

Ma la passione che unisce la birra agli Iron Maiden non conosce tregua! Dalla folle ispirazione che contraddistingue Bruce Dickinson, insieme alla preziosa collaborazione con la birreria Robinsons arrivano due nuove birre. La prima affonda nelle tradizioni della leggendaria Trooper, con una versione tutta luppolata che prende il nome di Trooper IPA . La seconda si nutre della “paura del buio”, la quale facendo risuonare le note del celebre brano della Band prende il nome di Fear Of The Dark.

Le birre dell’Heavy Metal

Le birre realizzate dall’irrefrenabile cantante degli Iron Maiden Bruce Dickinson, insieme al mastro birraio Martyn Weeks, nutrono una particolare aspettativa. Ma la curiosità dovrà essere placata fino al 23 marzo! Data in cui si potrà finalmente brindare con queste nuove nate della famiglia Trooper. Ma cosa riserverà l’ansiosa attesa?

bottiglie di Trooper IPA e Fear Of The Dark

Nella Trooper IPA si riscoprirà una birra dorata da 4,3 %vol. che promette ricchi sapori luppolati. E’ una birra nata dalla rivoluzione americana IPA, pensata sopratutto per essere apprezzata in ogni periodo dell’anno. La Fear Of The Dark, birra che prende il nome dal brano e omonimo album del 1992, è una Stout inglese da 4,5 %vol. che regalerà sapori tostati e coccolatosi unitamente alla grande corposità.

Considerazioni

Non resta dunque che aspettare l’uscita di queste due birre, le quali potranno essere acquistate su Amazon oppure sul sito del birrificio. Sarà sicuramente un’ottima occasione per far rivivere vecchi ricordi, custoditi gelosamente nei cuori dai fans della Band inglese. Reminiscenze che non mancheranno di emozionare grazie anche alla curiosa rappresentazione di Eddie (mascotte del gruppo), che indossa lo stesso outfit di Bruce Dickinson durante l’esibizione dell’omonimo brano.

Buona birra a tutti.

BrewDog Tomorrow: un nuovo sano spirito ribelle!

0
BrewDog Tomorrow
BrewDog Tomorrow

Il pensiero rivoluzionario che ha da sempre contraddistinto il birrificio scozzese BrewDog, non smette mai di stupire! Nato nel 2006 da James Watt e Martin Dickie, dopo 13 anni si è attivato per intraprendere un sano restyling che oltre alle birre pensi anche al pianeta. L’annuncio denominato BrewDog Tomorrow propone iniziative particolari, che strizzano l’occhio anche alla community da sempre affezionata al birrificio. Naturalmente non si vuole rinunciare allo spirito ribelle e alla qualità indiscussa delle birre, ma si cercherà di mettere in atto delle azioni responsabili che andranno a tutelare un po’ di più l’ambiente.

Arriva il BrewDog Tomorrow

La rivoluzione BrewDog inizia dal marchio, che assume un nuovo look. Il logo dalle dimensioni più piccole e il nome delle birre a caratteri più grandi, da un’impressione formale e maggiormente pulita. Ma l’attenzione va principalmente al manifesto, che non nasconde l’idea e la voglia di cambiare rotta. S’intravede sopratutto la sensibilità del birrificio d’investire in un progetto concreto, che coinvolga in mondo univoco tutti i fedeli bevitori delle loro birre.

Siamo cresciuti e siamo cresciuti tanto. Abbiamo sempre pensato che l’impresa sarebbe dovuta essere una forza a favore del bene e che il pensiero coraggioso e le azioni audaci sono l’unica strada per avere un impatto reale. Oggi siamo nel bel mezzo di una crisi climatica. È una crisi di cui noi stessi siamo responsabili, guidata dalle grandi imprese. Riconosciamo la responsabilità della nostra azienda e i limiti della nostra industria. Oggi il cambiamento non sta avvenendo abbastanza velocemente ed è quindi il momento d’essere radicali in tutto ciò che facciamo. Non abbiamo tutte le risposte a questa grande problematica, ma nel 2020 inizieremo col lanciare 6 iniziative concrete. C’impegniamo a produrre un’ottima birra ma anche ad assicurarci d’avere un Pianeta su cui poterla bere”.

Le sei iniziative BrewDog Tomorrow

  • Indie Trash Cans
    Il birrificio vuole dare una seconda vita alle lattine, attraverso la rivoluzione del riciclo. In questa nuova prospettiva tutto sarà possibile, anche una birra che arriva in una lattina di Cola! 😛
  • Once Beer Vodka
    Anche i migliori sbagliano! Può succedere che qualche birra non sia all’altezza della qualità BrewDog. Invece di buttarla, la birra imperfetta può diventare un’ottima Vodka;
  • Diy Dog
    L’homebrewing nella rivoluzione BrewDog è una manna dal cielo. Farsi la birra in casa, significa principalmente ridurre i chilometri per andare a berla. “Brew your own goddamn beer!” letteralmente, prepara la tua dannata birra! E’ il nuovo incentivo che promette, attraverso kit dedicati, di riprodurre a casa le migliori birre del birrificio;
  • BrewDog Freehouse
    Il birrificio scozzese renderà disponibile e open-source tutta la conoscenza sulle birre. Dalle ricette alle nuove tecniche di produzione. Una mossa che probabilmente si ricollega alla “Dig Dog” per ridurre l’impatto ambientale;
  • Tomorrow Fund
    Investimenti di 1 milione di sterline all’anno, per iniziative e ricerche che aiuteranno il settore dell’industria birraia ad avere un impatto positivo sul pianeta.

Considerazioni

L’ottima iniziativa in stile BrewDod è sicuramente un passo avanti per tutta l’industria birraia. La sensibilizzazione che il birrificio scozzese vuole trasmettere alla community e all’intero settore brassicolo, si spinge oltre il semplice marketing. Il pianeta sta soffrendo e la responsabilità è di chi lo sta sfruttando. In questo senso è bene che chiunque, attraverso un piccolo gesto, dia il proprio contributo per un grande fine.

Buona birra a tutti.

Tutti gli stili Ale. Le birre belghe

0
Tutti gli stili Ale. Le Belga
Tutti gli stili Ale. Le Belga

Attraversando la storia brassicola, tra ricette e tradizioni, si effettua un viaggio tra le nazioni dove la birra ha da sempre rappresentato un’importante risorsa alimentare ed economica. Naturalmente il fare birra era diverso da paese a paese, ma in ogni luogo la fermentazione spontanea era una costante. Infatti fino alla scoperta del lievito, la birra era il derivato di processi fermentativi spontanei oppure di lieviti raccolti dalle precedenti birrificazioni. Il modo di fare birra cambiò notevolmente quando si definì l’alta fermentazione, che diede vita a diversi stili brassicoli. L’alta fermentazione fu un’auto-selezione dei vari processi fermentativi spontanei, ed influenzò per diversi secoli il modus operandi dei birrai di ogni nazione. Per la rubrica sulle birre ale, si parlerà delle belghe.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Le birre ale belghe

La scuola birraia belga è stata tra gli artefici, degli stili ad alta fermentazione meglio riusciti al mondo. Gli stili appartenenti all’arte brassicola belga tendono a sottolineare la forte presenza di malto e il grado alcolico particolarmente pronunciato, senza tralasciare la complessità dei sentori aromatici. Tra le più famose birre ale belghe bisogna ricordare:

Elenco

Belgian Blonde Ale

ale belghe
Belgian Blonde Ale

E’ una ale forte dalla dolcezza maltata, bilanciata da un aroma speziato e lievemente luppolato che regala un finale secco. Si presenta limpida, con un colore tipicamente paglierino, ma può avere tonalità che arrivano fino all’ambrato tenue. La schiuma, di colore bianco, ha una buona persistenza e una trama particolarmente fine che restituisce i tipici “merletti di bruxelles”. Il sapore è inizialmente morbido ma verso la fine diventa secco, regalando un retrogusto alcolico. Al palato si percepisce una carbonatazione medio-alta, che regala un’avvolgente sensazione frizzante. L’aroma del luppolo restituisce sentori speziati o terrosi, lasciando un amaro medio. Inoltre il lievito imprime un carattere morbido che conferisce profumi fruttati e leggeri fenoli piccanti. La gradazione alcolica è compresa tra 6-7,5 %vol.

Belgian Dubbel

ale belghe
Belgian Dubbel

E’ uno stile che presenta una dolcezza strutturata e maltata, a cui si abbina un moderato fruttato. Si presenta con un colore che va dal rame all’ambrato scuro, con una particolare profondità di colore rosso e una buona limpidità. La schiuma, color panna, è densa e persistente. Il sapore è dolce, con un finale moderatamente secco. Nel gusto si riscoprono sapori di malto e frutta secca. L’amaro è medio-basso e non persiste nel finale. La carbonatazione medio-alta può influenzare la percezione del corpo mediamente pieno. L’aroma presenta note dolci di malto, in cui si possono percepire accenni di cioccolato, caramello e pane tostato. Gli esteri fruttati sono moderati, ma a volte si possono sentire spunti di banana o mela. I fenoli piccanti e alcolici sono particolarmente comuni. Il grado alcolico compreso tra i 6-7,6 %vol, da una sensazione di morbidezza.

Belgian Tripel

ale belghe
Belgian Tripel

Con un gusto meno strutturato rispetto alla cugina Dubbel, lo stile Belgian Tripel ha un finale vivace e aspro. Nonostante la parte alcolica sia particolarmente pronunciata, non si dimostra un fattore dominante. Si presenta con un colore che va dal giallo intenso all’oro. Possiede una buona limpidità e una schiuma di colore bianco, che risulta persistente e cremosa. Può regalare i tipici “merletti di bruxelles”. Il sapore è un mix di sentori speziati, fruttati e alcolici, supportati da un carattere particolarmente maltato. I fenoli donano un accenno di pepato, mentre gli esteri ricordano note agrumate d’arancia e limone.

Il luppolo dai toni piccanti apporta un amaro medio-alto, che contribuisce con la carbonatazione al finale secco e al retrogusto amarognolo. L’aroma, particolarmente complesso, possiede toni piccanti, esteri fruttati e spunti moderati di alcol e luppolo. I fenoli regalano note speziate, pepate e delle volte richiamano i chiodi di garofano, mentre gli esteri apportano profumi d’agrume e talvolta sentori di banana. Il luppolo nell’aroma ha un carattere particolarmente speziato o floreale. Il grado alcolico è compreso tra i 7,5-9,5 %vol.

Torna all’elenco!

Belgian Pale Ale

ale belghe
Belgian Pale Ale

Più leggera delle belghe Dubbel e Tripel, la Belgian Pale Ale si rivela una birra particolarmente facile da bere. Malti Pale e varietà di luppoli leggeri, le conferiscono un perfetto equilibrio di sapori. Presenta un colore che va dall’ambra al rame, con una limpidità particolarmente buona. La schiuma è bianca e cremosa, ma svanisce più rapidamente rispetto alle altre birre belghe. Il sapore è fruttato e moderatamente speziato, con accenni di malto e un carattere luppolato relativamente leggero. Presenta una dolcezza maltata iniziale, con un sapore tostato, biscottato e nocciolato.

Il fruttato dato dal lievito belga ricorda l’arancia o la pera, mentre il luppolo è poco sentito. L’amaro è mediamente basso e spesso coadiuvato da piccoli accenni pepati, mentre il finale può essere sia secco che dolce (la variante dal finale secco presenta un luppolo più pronunciato). L’equilibrata carbonatazione supporta il corpo mediamente leggero. L’aroma particolarmente maltato (tostato e biscottato) è supportato dalle note fruttate, che lasciano poco spazio al luppolo. Il fruttato possiede sentori che ricordano l’arancia o la pera, mentre il carattere floreale o speziato del luppolo rimane sottile. La gradazione alcolica è tipicamente compresa tra 4,8-5,5%vol.

Witbier

witbier
Witbier

La Witbier è tra le birre ale belghe, ricavate con un’alta percentuale di frumento. Possiede un gusto speziato di coriandolo misto a note complesse di banana e arancia, che donano a questa birra bianca il suo carattere così particolare. Presenta un colore che va dal paglierino pallido all’oro chiaro. La particolare torbidità è causata dell’amido e del lievito, che conferiscono un aspetto lattiginoso. Possiede una schiuma densa e bianca, che risulta particolarmente persistente. Il sapore presenta una dolcezza piacevole derivante dal grano non maltato e un fruttato piccante, che ricorda l’agrume. Il finale risulta secco e spesso aspro.

I sapori speziati di coriandolo o di altre spezie hanno un tono sottile, mentre i richiami al luppolo speziato e terroso risultano particolarmente bassi o assenti. L’amaro è moderatamente basso e non interferisce mai con i sapori rinfrescanti di frutta e spezie, ne persiste sul finale. Il carattere effervescente e la leggerezza del corpo regalano una gradevole sensazione rinfrescante. L’aroma possiede profumi dolci di miele e vaniglia, i quali si accostano alle note fruttate dell’agrume e ai sentori speziati del coriandolo. Il grado alcolico è solitamente compreso tra 4,5-5,5 %vol.

Saison

saison
Saison

Prodotta inizialmente come birra estiva nella regione belga di lingua francese, la Saison è una ale rinfrescante e speziata con spiccare note agrumate. Si presenta con un caratteristico arancio chiaro, con riflessi dorati o ambrati. Possiede una schiuma bianca, densa e persistente, che regala il tipico “merletto di bruxelles”. Il gusto è una combinazione di sapori fruttati e speziati, i quali sono supportati dal malto, dall’alcol moderatamente basso e da un’acidità piuttosto aspra. Il fruttato è spesso agrumato, mentre l’aggiunta di spezie regala complessità.

Il sapore del luppolo è tenue, con accenni piccanti. L’amarezza mediamente alta, non deve sopraffare gli esteri fruttati, le spezie e il malto. La carbonatazione e l’amarezza regalano un finale secco e un retrogusto lungo con toni amari e speziati. L’aroma prettamente fruttato (arancia o limone), lascia poco spazio al luppolo e alle spezie. Il grado alcolico è solitamente compreso tra i 5-12 %vol. Nelle versioni più alcoliche sia il gusto che l’aroma tendono ad avere caratteri più marcati.

Torna all’elenco!

Buona birra a tutti

Se la birra diventasse carburante?

0
Se la birra diventasse carburante?
Se la birra diventasse carburante?

L’inquinamento globale è un tema particolarmente sentito. Dopo tante battaglie finalmente il mondo ha capito che esiste un problema. Il disboscamento, l’emissione di gas tossici e residui di combustione hanno incentivato per anni la crescita esponenziale dell’effetto serra. Un problema che ha provocato drammatiche conseguenze all’ecosistema, portandolo al conseguente collasso. A tutto questo l’uomo ha deciso per fortuna di dire basta! Fonti rinnovabili, energie alternative, nuove tecnologie sono solo alcuni dei progetti nati per ridurre l’inquinamento. In tutto ciò anche il mondo brassicolo ha voluto metterci del suo. Come? Attraverso un nuovo carburante fatto con gli scarti della birra, che riduce dell’8% l’emissione di carbonio.

DB Export Brewtroleum. Il carburante fatto con la birra!

L’idea arriva dalla Nuova Zelanda! La Gull Petroleum, azienda leader nella ricerca di biocarburanti, ha messo sul mercato un combustibile ottenuto da una particolare miscela di benzina e bioetanolo. Quest’ultimo ricavato dagli scarti provenienti dai birrifici.

Il partner birraio della Petroleum è il DB Breweries, birrificio Neozelandese di proprietà dell’Heineken Asia Pacific. Dall’unione di questi due colossi nasce il Brewtroleum, un carburante che contiene l’etanolo prodotto dalla fermentazione degli scarti di luppolo. L’etanolo ricavato è poi miscelato a benzina Super in proporzione 1 a 9. Tale proporzione è necessaria, poiché i motori delle autovetture non sono in grado di funzionare con percentuali d’etanolo troppo elevate.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c
carburante birra

Ovviamente il carburante ricavato dal petrolio non sarà il propellente del futuro, in quanto gli studi attuali sono principalmente orientati sull’elettrico. Ma va detto che la particolare miscela del Brewtroleum, garantisce l’8% d’emissione di carbonio in meno rispetto alla normale benzina Super. Il tutto senza compromettere le prestazioni del veicolo.

Il progetto è già in atto dal 2015, dove la vendita del DB Export Brewtroleum è stata avviata in 60 stazioni di servizio di Auckland. Sicuramente è un ottimo palliativo green, in attesa che il petrolio sia definitivamente dismesso. L’unica speranza è che sia distribuito su larga scala, solo così il pianeta potrà sorridere e respirare un po’ di più!

Buona birra a tutti

I facchini di birra Peroni sono in sciopero!

0
Sciopero facchini peroni
Sciopero facchini peroni

I facchini di birra Peroni vanno in sciopero! Chiedono il rispetto del contratto nazionale e dei turni più onesti, inoltre venti di loro rischiano il licenziamento. Questo succede a Roma ormai da diversi giorni. Sono in 39 a protestare, davanti allo storico stabilimento di via Renato Birolli, in zona Collatina.

Lo sciopero nel dettaglio

Bisogna dire che le trattative pacifiche vanno avanti da qualche mese. I sindacati hanno cercato fin da subito di aprire un dialogo proficuo sia per la cooperativa che per i lavoratori. Ma dopo un iniziale consenso in cui la trattativa sembrava fruttare, le promesse garantite dalla Masterjob sono andate in fumo. Per cui dopo l’ennesimo tentativo di ricucire i rapporti, si è dovuto passare al pugno duro.

I motivi che racchiudono la scontentezza e il dissenso sull’andamento organizzativo della cooperativa, a cui fanno capo i 39 facchini di Birra Peroni, sono:

  • Rispetto del contratto collettivo nazionale della logistica;
  • Organizzazione dei turni che non sia “a chiamata tramite SMS”;
  • Rispetto dell’anzianità per la convocazione degli addetti a tempo determinato.

Le dichiarazioni del sindacato

Come spiega Alberto Violante di SI Cobas: “Si tratta di persone con lo status di rifugiato politico o con permesso di soggiorno. Il lavoro per queste persone significa dignità! Il problema è che vengono trattati come lavoratori a chiamata, convocati via SMS. Oltre a ciò riscontriamo delle differenze retribuite in busta paga”.

A gravare sulla situazione, c’è inoltre il rischio di licenziamento. Infatti metà di loro potrebbero perdere il lavoro, senza una particolare motivazione. Prosegue Alberto Violante: “Ai lavoratori non è stata data alcuna spiegazione. Eppure ad ottobre la cooperativa si era impegnata per il rispetto del contratto collettivo nazionale della logistica”.

L’inasprimento arriva dall’organizzazione della cooperativa sulla forza lavoro. La Masterjob invece di onorare l’accordo sul rispetto dell’anzianità, che da precedenza di convocazione agli addetti che lavorano da più tempo nella cooperativa, richiama gli unici lavoratori non iscritti al sindacato che tra l’altro hanno meno durata degli esclusi. Questa oltre a dimostrarsi una manovra che non consente l’ottemperanza delle diverse scadenze, conferma l’ingiusta decisione di licenziamento.

La risposta della Cooperativa Masterjob

Nello sciopero che continua ormai da diversi giorni, al grido di “Peroni, il gusto dell’ingiustizia”, non mancano le repliche della controparte interessata. Difatti la cooperativa Masterjob puntualizza: “sono impiegati regolarmente nel rispetto delle esigenze della produzione. Non sono mai stati trattati come lavoratori a chiamata e/o convocati via SMS. Essi assumono lo status di socio, con ulteriore rapporto di lavoro subordinato, e l’applicazione del contratto collettivo nazionale della logistica“. Su queste dichiarazioni ovviamente arrivano le smentite dei sindacati e dei lavoratori, che perdi più conservano i messaggi di servizio inviati dalla cooperativa.

La posizione di birra Peroni

Ovviamente sullo sciopero dei facchini non manca la puntualizzazione di Birra Peroni, che scrive:“Tutti gli eventuali problemi contrattuali di questi lavoratori dipendono solo e unicamente dalla cooperativa. Nello specifico, i lavoratori si sono riuniti per manifestare il proprio dissenso a seguito dell’annuncio ai sindacati firmatari degli accordi nazionali dell’invio di una lettera di licenziamento per alcuni di loro da parte del loro datore di lavoro. La decisione in merito a tale iniziativa e alle modalità attuative è esclusivamente in capo alla Cooperativa stessa.

Per quanto ci riguarda, Birra Peroni ha siglato un accordo di servizio con la Cooperativa Masterjob per il 2020, in base alle proprie necessità organizzative interne legate al lavoro temporaneo ed alle esigenze di produzione dello stabilimento. Lo stabilimento produttivo impiega dipendenti diretti ma si avvale inoltre di numerose ditte e cooperative esterne, tra cui la Masterjob, con le quali sigla accordi di servizi in base alle proprie necessità produttive. Ci auguriamo tuttavia che la questione relativa ai dipendenti della cooperativa Masterjob possa risolversi nel miglior modo possibile”.

Considerazioni

Naturalmente Birra Peroni non può far finta di non sapere la manovra che la Masterjob fa ai suoi dipendenti. Anche se in via secondaria, ha comunque una certa responsabilità sui diritti di chi lavora per l’azienda. In questo infatti, dovrebbe mostrare maggiore attenzione durante la stipula degli appalti. Comunque i facchini di birra peroni e i sindacati continueranno lo sciopero ad oltranza, finché non vedranno il riconoscimento dei diritti economici e lavorativi.

Ad oggi la mossa della cooperativa è stata quella di chiedere un tavolo di discussione, ma i lavoratori non transigono “giustamente” sul fattore licenziamento. Nessuno dovrà perdere il proprio lavoro! Vedremo come si evolverà la situazione.
Tutte le news sul sito e sulla pagina Facebook del sindacato.

Buona birra a tutti.

Se la birra incontrasse lo yoga? Arriva il Beer Yoga!

0
beer yoga
beer yoga

Da una parte lo Yoga, una pratica ascetica e meditativa che nella tradizione hindu è intesa come mezzo di realizzazione e salvezza spirituale. Dall’altra la birra, una delle bevande più amate che nel corso della sua esistenza ha sempre supportato l’uomo. Tra i due campi sembrerebbe esserci una correlazione, in quanto entrambi giovano alla mente, al corpo e allo spirito. Ma cosa potrebbe nascere dalla loro unione? Semplicemente il Beer Yoga, una nuova disciplina che sta raccogliendo sempre più sostenitori.

Tra i diversi saluti che racchiudono il chakra se ne spunta la birra, preferibilmente fresca, che tra un esercizio e l’altro aiuta ad ottenere maggiore trascendenza e migliore conoscenza di se stessi. E’ una pratica nuova che arriva da Berlino, la quale ha raggiunto un grande successo soprattutto in Australia.

Ma in cosa consiste il Beer Yoga?

Il Beer Yoga nasce dalla mente di Jhula, uno Yogi di Berlino. E’ una pratica che concilia le classiche posizioni dello yoga ad una bottiglia di birra. Quest’ultima servirà ad agevolare l’equilibrio se adagiata sul capo, oppure ad allungare i muscoli se allontanata con gli arti dal corpo. Naturalmente il sorso è ammesso! Esso sarà utile per placare la sete e gratificare la mente, ma non deve rappresentare un’occasione di sbornia. La pratica è seria e lungi dall’essere un momento di perdizione alcolica. Come sottolinea il fondatore: “il Beer Yoga è divertente ma non è uno scherzo. Prendiamo le filosofie dello yoga e le abbiniamo al piacere di bere birra, per raggiungere i più alti livelli di consapevolezza.”

Sostanzialmente è un’attività rivolta a tutti, fatta eccezione per chi non ha raggiunto l’età minima per consumare alcolici. Non richiede particolare esperienza ne abilità sportiva. Un ottima idea che tra un esercizio e una buona bevuta, promette di conciliare “mens sana in corpore sano”!

Buona birra a tutti.

Lo stile Porter: l’antica birra dei facchini

0
Stile Porter
Stile Porter

La birra per antonomasia è una bibita briosa, dal classico colore chiaro e una bellissima schiuma bianca. Ovviamente la concezione di questa bevanda è notevolmente cambiata. Questo grazie alla maggiore conoscenza dei vari stili brassicoli, che hanno diversificato le tipologie di birra esistenti. Ma nonostante la crescente cultura birraia, fa un certo effetto vedere una birra dalla colorazione particolarmente scura. Verrebbe da pensare a una bevanda, che di naturale non possiede nulla! In realtà le birre scure non sono una trovata della nuova “tendenza brassicola”. Questo tipo di birre esiste da centinaia d’anni, e tra loro spicca la birra in stile Porter.

Indice

  1. Un po’ di storia…
  2. La birra in stile Porter
  3. Aspetti Organolettici
  4. Accostamenti della birra porter
  5. Considerazioni

Un po’ di storia…

La birra porter trova le sue origini nella Londra del XVIII secolo. Era una bevanda povera, in quanto nata da una miscela di birre più raffinate. Il basso costo e l’apporto calorico la rendevano la bevanda perfetta per gli operai e gli scaricatori di porto, che all’epoca popolavano le sponde del Tamigi. La particolare preferenza di questi lavoratori, fu determinante nell’appellativo con cui venivano identificate queste birre (Porter dall’inglese significa facchino).

Arthur Guinness
Arthur Guinness

Venne proposta per la prima volta nel 1722 dal birraio Ralph Harwood, che s’ispirò al miscuglio tanto apprezzato dalla classe operaia londinese. Era noto infatti, come i lavoratori londinesi avessero l’usanza di preferire una miscela (preparata al momento) costituita da tre birre diverse. Il mix era composto da una birra poco fermentata, una più invecchiata e una più raffinata. La trovata di Harwood fu quella di preparare il mix per essere spillato direttamente, senza la necessità di miscelarlo al momento.

Presto l’invenzione di Harwood riscosse un particolare successo, tanto che l’imprenditore irlandese Arthur Guinness nel 1776 avviò la prima produzione su larga scala. In poco tempo la produzione si estese ai vari birrifici inglesi, per poi espandersi anche fuori dai confini anglosassoni. Infatti la particolare caratteristica di non necessitare un periodo di fermentazione per essere commercializzate, portò le porter a diffondersi velocemente. La produzione si allargò a tutto il nord Europa, in particolare sul Baltico, dove in precedenza veniva solo importata.

Nel corso della storia le birre porter dovettero affrontare una serie di difficoltà, le quali portarono a una graduale cessazione della produzione. Il fermo si ebbe principalmente durante il periodo delle guerre mondiali. L’aumento dei prezzi e la carenza dei cereali resero difficoltosa la produzione, che fu destinata al conseguente collasso.

Cessati i conflitti mondiali, il periodo che caratterizzò la rinascita del dopoguerra non incentivò la produzione, che rimase immutata. La ripresa si ebbe solo negli anni ottanta, grazie ad alcuni birrifici che iniziarono nuovamente la produzione e il commercio. In poco tempo il mercato restituì i risultati sperati, e le birre porter ottennero il dovuto prestigio.

Torna all’indice!

La birra in stile Porter

Oggi la birra Porter non è più il derivato di altre birre. Essa fa parte di uno stile ad alta fermentazione, che racchiude proposte dai gusti molto particolari. Caratterizzato da un cospicuo utilizzo di malti tostati, il suo sapore riaffiora note torrefatte di caffè. Nella colorazione scura, racchiude un carattere forte che richiama il malto, il cioccolato e l’affumicato.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Dal territorio inglese presto si diffusero ad altre nazioni, le quali ne personalizzarono il gusto e il carattere. Oggi è possibile trovare diverse versioni di birre porter che, ispirandosi allo stile britannico, mutano in tonalità più o meno scure e caratteri più o meno intensi. Ma per definire al meglio i connotati dello stile Porter originario, è opportuno affidarsi alle linee guida del BJCP.

Aspetti Organolettici

Aspetto

Malti per birra porter

Le tonalità delle birre appartenenti allo stile Porter vanno dal marrone chiaro al marrone scuro. Spesso, se osservate alla luce, è possibile intravedere riflessi color rubino. La schiuma che ha una buona tenuta, possiede una colorazione variante dal bianco sporco al marrone chiaro.

Aroma

L’aroma che richiama il malto, potrebbe avere sentori riconducibili al cioccolato. Inoltre è possibile avere caratteri di malto non tostato, che supportano sentori di caramello, pane, nocciola e toffee. Le note di luppolo e gli esteri fruttati sono moderati oppure assenti. Il diacetile è basso o assente.

Gusto

chicchi di caffè

Il gusto rispecchia l’aroma. In esso si percepisce un sapore di malto, spesso arricchito da un particolare richiamo al caramello, alla nocciola e al mou. Può includere sentori secondari che ricordano il caffè, la liquirizia, il biscotto e il tostato. Non dovrebbe avere un particolare carattere arrostito o bruciato, nonostante le quantità di malto tostato contribuiscono a un’amara complessità di cioccolato.

Il sapore del luppolo inglese non viene particolarmente esaltato. L’amaro invece va a bilanciare il sapore da leggermente maltato a leggermente amaro. Solitamente il sapore è piuttosto attenuato, nonostante esistano versioni più dolci. Il diacetile dovrebbe essere moderatamente basso oppure assente, mentre gli esteri sono piuttosto moderati o bassi. Il corpo varia da leggero a medio, racchiudendo una carbonatazione medio alta. Il grado alcolico è compreso tra i 4-7 %vol.

Torna all’indice!

Accostamenti della birra porter

accostamenti col cibo

L’abbinamento delle birre in stile porter non è semplice! Il problema nasce sopratutto dal carattere mutevole che può essere sia forte e intenso, che aromatizzato.

Nonostante la difficoltà nell’accostare le pietanze al gusto particolare di queste birre, si riscontra un buon feeling con carni rosse, pesce e formaggi dolci.

Per quanto riguarda i desserts, con lo stile porter si sfonda una porta aperta. In particolare il gusto deciso e torrefatto tende a esaltare il dolce, lasciando un appagamento papillare. Un po’ come il caffè sul cornetto! 😉

Un aspetto importante riguarda la temperatura di servizio, che non deve mai essere troppo fredda. Tendenzialmente si serve intorno ai 10-15 gradi, in quanto conserva meglio le proprie caratteristiche organolettiche.

Considerazioni

Le birre in stile porter sono caratterizzate da una complessa struttura organolettica, che gioca tra sopori intensi e lineamenti morbidi. Fondamentalmente possiedono un grande equilibrio che si bilancia tra accenni tostati e richiami maltati, in cui l’amaro del luppolo fa da paciere.

Tuttavia in un bicchiere di porter si può intravedere qualcosa che va oltre la semplice bevanda. Una bibita che diversi secoli fa era considerata il fanalino di coda del processo brassicolo, oggi è diventata un esempio di complessità birraia apprezzata dai veri intenditori di tutto il mondo.

Come la storia della birra insegna: il tempo affina l’essenza delle “cose”. In questo senso, lo birra porter è stata e continua a essere un ottimo esempio!

Buona birra a tutti.

Seguici sui Social

759FansLike
1,173FollowersFollow
337SubscribersSubscribe

Gli Ultimi Articoli

I Più Letti