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Birre e Birrifici Artigianali per l’Italia: Alla scoperta del Birrificio Magna Grecia

Continua la rubrica “Birre e Birrifici Artigianali per l’Italia” e prosegue il nostro viaggio alla ricerca della buona birra artigianale, che inevitabilmente ci porta a girovagare in lungo e in largo per lo Stivale. Questa volta raggiungiamo il crotonese, sul versante orientale della Calabria, dove abbiamo trovato una realtà ricca di entusiasmo, costruita su solide fondamenta di amicizia, passione e tradizione.

Ci troviamo a Cirò Marina, cittadina sul Mar Ionio premiata, per ben quattordici volte di fila, Bandiera Blu grazie alle sue spiagge meravigliose e al suo mare incontaminato. Una città rinomata per il promontorio Punta Alice, importante area archeologica in cui si eresse il tempio di Apollo Haleo (metà del VI secolo A.C.), ma soprattutto celebre per essere la terra dei vigneti e la patria del vino calabrese DOC.

Tuttavia, come accennato in precedenza, a Cirò Marina non abbiamo scoperto solo natura, archeologia e tradizione enologica. In questa città, considerata tra le migliori culle dei vini più pregiati in circolazione, sorge il Birrificio Magna Grecia, realtà giovane e carismatica nata da un’amicizia e dalla volontà di facilitare l’incontro tra la cultura birraia e le radici di un territorio. A raccontarci la storia di quest’avventura brassicola sono i fondatori del birrificio Marco Ferrari e Domenico Panebianco, rispettivamente medico e mastro birraio.

Birrificio Magna Grecia: L’intervista!

    Come nasce l’idea del Birrificio Magna Grecia? Raccontateci la vostra storia!

    Cirò è la patria del vino e realizzare un birrificio in questa città è una sfida consapevole con cui ci stiamo confrontando. Una sfida resa ancora più interessante perché si confronta con delle origini molto lontane. Storicamente l’antica Krimisa nasce come colonia della Magna Grecia e il vino dell’epoca, la leggenda narra, che venisse portato alle Olimpiadi e donato ai vincitori dei vari giochi.

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    Siamo molto legati alla nostra storia e alle leggende che racchiude, e siamo consapevoli che il Cirotano rappresenta il 70% della produzione vinicola della Calabria, col Gaglioppo che la fa da maggiore. Qui ci sono oltre 50 cantine di vino, prodotto che amiamo, rispettiamo e beviamo, tuttavia credere in un sogno non è mai sbagliato!

    Marco Ferrari e Domenico Panebianco

    Io sono Marco, sono un medico, e con Domenico siamo amici d’infanzia. Giocavamo insieme fin da bambini, anche se crescendo abbiamo preso strade differenti. Io all’università, lui continuò gli studi e poi iniziò a lavorare, trascorrendo tra l’altro anche un periodo in Germania. Nel frattempo iniziai, un po’ per gioco, a fare birra con i coinquilini dell’università, mentre Domenico, grazie al trascorso in Germania, iniziò ad appassionarsi al mondo delle birre artigianali.

    Il tempo trascorre e dieci anni fa, nelle classiche sere d’estate quando l’universitario e il lavoratore ritornano a Cirò Marina, chiacchierando sempre di birra ci siamo detti: ma sai che c’è? Proviamo a farla tra di noi! Così ogni volta che si ritornava si faceva birra. Ovviamente l’idea di aprire il Birrificio Magna Grecia era ancora lontana, tuttavia i pomeriggi passavano in questo modo e in dieci anni abbiamo migliorato le nostre conoscenze e le capacità tecniche frequentando corsi e fiere.

    Iniziammo a girare un po’, tant’è che la scelta di aprire un vero e proprio birrificio è stata ponderata bene un paio di anni fa. Nulla è stato lasciato al caso. Anche l’impianto con cui produciamo birra, lo abbiamo cercato e visto attentamente, contattando aziende e partecipando a eventi, proprio per essere sicuri della scelta qualitativa dei materiali. Ci siamo interessanti seriamente e soprattutto senza fretta di aprire, perché desideravamo avere e offrire un qualcosa di qualità che rispecchiasse davvero il nostro ideale!

    logo Birrificio Magna Grecia

    Per cui due anni fa, decidiamo di mettere su il Birrificio Magna Grecia, un’idea che da passione si è tramutata in un vero e proprio lavoro, in cui Domenico fa il mastro birraio e si occupa di tutta la parte produttiva, mentre io cerco di aiutarlo in ogni fase. Una scelta azzardata, lo ammettiamo, perché l’apertura di un birrificio avveniva proprio nella terra del vino.

    Tuttavia la vera difficoltà è far capire il reale sapore della birra artigianale, perché la gente si è abituata al gusto di quella industriale. E’ difficile, lo sappiamo! Ma piano piano ci riusciremo, perché quando hai la produzione e le materie prime sul posto, mostrando realmente come avviene la magia della birra, la gente finalmente realizza il concetto che vogliamo esprimere.

    Quali birre proponete e cosa c’è dietro la loro realizzazione?

    Le birre che proponiamo attraverso il Birrificio Magna Grecia sono tre. Abbiamo la Blanche, realizzata con bergamotto biologico coltivato dall’azienda Patea di Brancaleone (RC). L’abbiamo chiamata Omega e possiede 5,2 %vol. E’ una birra semplice, che attraverso il suo gusto leggermente acidulo, fresco e speziato propone l’oro verde di Calabria, il bergamotto.

    birre birrificio Magna Grecia

    Realizziamo anche una Golden Ale, di 4,6 %vol, che abbiamo chiamato Theta. E’ una birra sincera, molto fresca, dissetante e dall’amaro equilibrato. E’ l’ideale per chi ricerca una bevuta leggera e di gusto. Inoltre abbiamo la Session IPA di 3,9 %vol, che abbiamo chiamato Lambda. E’ una birra vivace, dal colore biondo scuro e diversi sentori agrumati. Possiede una luppolatura consistente e un amaro contenuto, mentre il corpo, risultando snello, disegna una bevuta piacevole e dissetante.

    Dietro ogni birra c’è la grande passione e l’attaccamento ai prodotti locali e ai sapori che racchiudono, capaci di regalarti sempre un ricordo gradito. Inoltre, per rimanere in armonia sia col nostro ideale che col territorio, abbiamo dato a ogni birra i nomi delle lettere dell’alfabeto greco. Il nostro obiettivo è un giorno di poterle realizzare tutte!

    Quanto contano i fattori tradizione e territorialità nei vostri prodotti?

    La valorizzazione del territorio è un punto fermo per noi, specie se possiamo fare qualcosa di buono per il posto in cui viviamo. Attraverso il Birrificio Magna Grecia abbiamo acquistato e donato alla città un defibrillatore. Un gesto altruista, che vuole assolutamente valorizzare e migliorare il luogo in cui siamo cresciuti e produciamo la nostra birra artigianale.

    quadri etichette e logo birrificio Magna Grecia

    Se possiamo fare qualcosa e mostrare il bello del nostro territorio, allora facciamolo! Lo abbiamo fatto con le etichette delle nostre birre, tutte disegnate a mano su tavoletta elettronica, col logo e con altri progetti futuri. Non è un caso se il nome del birrificio e il logo, che in realtà è un quadro, rappresentano la nostra terra. Un quadro realizzato da artisti locali di Cotronei, ovvero i fratelli Barillaro, i quali hanno allestito anche una galleria d’arte. Tra le nostre idee, infatti, c’è la volontà di valorizzare le diverse realtà della zona.

    Inoltre non dimentichiamo il valore dei prodotti locali come il bergamotto. Vero protagonista della nostra Blanche! E poi, se si produce un prodotto artigianale, l’artigianalità dev’essere obbligatoriamente legata al territorio e se ci sono dei prodotti utilizzabili, noi lo faremo. Questo perché abitiamo in una terra difficile, non semplice da comprendere, a cui però siamo molto legati, e se possiamo veicolare cultura e valorizzare il territorio attraverso la birra, ben venga.

    Sappiamo che il Covid ha colpito duramente il settore birraio, ma gli appassionati della buona birra continuano ad apprezzarla forse più di prima. Quali novità avete in mente?

    Io sono un medico (commenta Marco), quindi la cosa mi tocca ancora più da vicino. Il Birrificio Magna Grecia sorge ufficialmente durante il Covid, anche se effettivamente la società è nata già da un paio d’anni. Tuttavia ci siamo trovati in piena pandemia e ne stiamo affrontando tutt’ora le conseguenze, specie quando vai a portare la birra nei locali, i motori del nostro settore, e questi sono chiusi.

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    Tuttavia lavoriamo sempre sulla diffusione della cultura birraia artigianale, soprattutto perché non sempre è facile comprenderla e apprezzarla. Ciò nonostante molti ristoratori iniziano finalmente a gradire il prodotto, in quanto avendo la produzione sul posto ne possono ammirare il duro lavoro quotidiano.

    Il Birrificio Magna Grecia è ripartito da pochissimo tempo, e puntiamo a dare sempre maggiore lustro all’artigianalità. In pentola bolle qualcosa per l’autunno. Una novità a cui stiamo già lavorando da anni e che dobbiamo terminare di mettere a punto. Per cui risentiamoci tra qualche mese!

    Ringraziamo Marco Ferrari e Domenico Panebianco del Birrificio Magna Grecia per la cortese disponibilità. Potrete trovare maggiori informazioni sulla pagina ufficiale Facebook.

    Buona birra a tutti.

    Rochefort: La birra trappista di Notre-Dame de Saint-Remy è salva!

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    Sono anni (esattamente 10) che dura l’eterna battaglia legale tra il gruppo minerario Lhoist e i monaci trappisti di Rochefort. Un duello capitolato sempre a favore dei trappisti, che continuano a difendere con le unghie e con i denti l’acqua della sorgente Tridaine, da secoli utilizzata per realizzare la birra trappista Rochefort. Ma qual è il motivo di questa intricata diatriba?

    Rochefort VS Lhoist: l’infinita disputa per la fonte Tridaine

    Fonte Tridaine utilizzata per realizzare la birra trappista Rochefort

    Il monastero di Notre-Dame de Saint-Remy di Rochefort (nel sud del Belgio) detiene, sin dal 1833, il diritto di servitù sulla fonte di Tridaine, sorgente che nella fattispecie è di proprietà di Lhoist (azienda con 100 filari in 25 paesi che da lavoro a oltre 6.000 persone, di cui 150 sono impiegate nella cava adiacente all’abbazia).

    Considerando il diritto di proprietà, il gruppo minerario rivendica da anni la necessità di ampliare la cava per proseguire l’estrazione calcarea, attività che altrimenti è destinata a interrompersi a partire dal 2022. “La galleria attuale è già artificiale – puntualizza Jean Marbehant, responsabile comunicazione Lhoist -, noi vorremmo canalizzare l’acqua per aumentare la nostra capacità di estrazione“.

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    Una richiesta a cui i monaci di Rochefort si sono sempre opposti, perché convinti che un intervento così invasivo potrebbe compromettere la composizione dell’acqua, mutando di conseguenza la qualità della loro birra trappista. A questo la Lhoist risponde con una serie di perizie, le quali affermerebbero che i lavori di ampliamento non produrrebbero alcun effetto negativo alla composizione della sorgente. Tuttavia i frati sono sempre dimostrati scettici e fermi sulle loro affermazioni.

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    Tutto ciò ovviamente ha dato inizio a una serie di contrasti che hanno portato le due parti a risolvere il diverbio per vie legali. Così, dopo l’agitazione manifestata dai monaci nel 2014, le istituzioni della Vallonia revocano il permesso a Lhoist di procedere con i lavori, facendo forza su alcune formalità burocratiche erroneamente presentate dal gruppo minerario.

    Lhoist di conseguenza presentò una nuova documentazione, questa volta priva di inesattezze, ma ancora una volta i monaci ebbero la meglio. Dettaglio che si ripete nuovamente con la sentenza di qualche giorno fa, in cui la Corte d’Appello di Liegi conferma la tutela sulla sorgente di Tridaine.

    Dopo questa ulteriore conferma legale, per i monaci produttori della birra trappista di Rochefort manca solo l’ultimo passaggio in Cassazione che, senza altri colpi di scena, metterebbe il punto definitivo sulla questione.

    Buona birra a tutti.

    Bombeer, la birra di Bobo Vieri, arriva tra gli scaffali dell’Ard Discount

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    La Bombeer, per chi non la conoscesse, è la birra che porta la firma dell’ex calciatore, poi influencer e successivamente cantante Bobo Vieri. Una birra ovviamente legata a Bobo Vieri non dal punto di vista produttivo, ma direttamente collegata alla sua immagine (clicca qui per saperne di più).

    Dopo il suo lancio, la birra di Bobo Vieri è stata messa subito in vendita sul sito ufficiale, riscuotendo tra l’altro un notevole successo. Ma le cose per la bevanda dell’ex centravanti della Nazionale Azzurra si sono rapidamente evolute, abbracciando oltre al mercato online anche quello della GDO, con diverse regioni che già vantano il prodotto.

    A queste però mancava la rappresentanza del Sud Italia! Una questione ormai risolta, grazie all’accordo commerciale che consentirà alla Bombeer di ritrovarsi tra gli scaffali dell’Ard Discount di Sicilia, Calabria e Basilicata alla modica cifra di 1,50 € a bottiglia.

    La birra di Bobo Vieri: adesso nei supermercati del Sud in tre look differenti

    Noi la birra di Bobo Vieri non l’abbiamo ancora assaggiata, ma sul sito ufficiale la definiscono come una bevanda a bassa fermentazione, armoniosa, morbida e avvolgente. Dal colore chiaro con riflessi dorati, al palato si presenta elegante e decisa, mentre il corpo snello e la carbonatazione sottile concorrono all’equilibrio della bevuta.

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    Tuttavia alla versione “classica” dall’etichetta bianca, se ne aggiungono altre due, uguali al sapore ma differenti nel packaging. In particolare c’è la “Bombeer dell’estate“, dall’etichetta azzurra, in onore degli Europei di calcio e la “Bombeer delle donne“, dall’appariscente veste rosa, dedicata alle donne.

    Boombeer, la Birra Bobo Vieri nei tre packaging

    Così, grazie all’accordo siglato con Ard Discount, le tre versioni saranno presenti tra gli scaffali dei supermercati siculi, calabresi e lucani. “Dopo quello con Gros Roma arriva un altro accordo con Ard Discount, insegna di riferimento in Sicilia nel canale discount – rivela l’azienda produttrice della birra di Bobo Vieri -. L’insegna della consortile Ergon, concessionaria tra l’altro anche del marchio Despar e del marchio Altasfera in Sicilia, lavora costantemente per offrire nei suoi Ard Discount, presenti ormai in 3 regioni, una customer experience sempre più in linea con le nuove tendenze e in questa logica rientra la presenza sugli scaffali della Bombeer”.

    Una scelta ponderata sia per la popolarità dalla Bombeer, come ribadisce Marco Sgarioro, direttore commerciale Ard Discount, che per soddisfare la crescente richiesta birraia “differente” ormai dilagata anche al Sud Italia. “E’ un’ottima birra che introduciamo negli scaffali dei nostri discount forti anche del successo che questo prodotto sta ottenendo in altre zone d’Italia. In appena sei mesi dalla sua nascita, la birra del bomber, nata in collaborazione con 25h Holding, sta continuando un’ascesa vertiginosa anche per i suoi ingredienti di qualità e una fermentazione calibrata. Da oggi i nostri clienti potranno brindare con un gusto in più, quello della vittoria a cui ci ha abituati l’ex capocannoniere campione del mondo“.

    Buona birra a tutti.

    Birra e Birrifici Artigianali per l’Italia: Alla scoperta del Birrificio Magia

    Per la rubrica “Birre e Birrifici Artigianali per l’Italia”, il viaggio alla scoperta della buona birra artigianale italiana continua tra le innumerevoli meraviglie del Bel Paese. Siamo a San Giovanni in Fiore, antico feudo ecclesiastico e suggestiva perla nel cuore della Sila. In questo contesto ricco di storia, tradizione e natura incontaminata sorge il Birrificio Magia, realtà birraia calabrese nata dalla passione verso i sapori autentici e genuini della birra artigianale.

    Un progetto che inizia la sua avventura nel 2016 e si afferma oggi nell’ambiente birraio con prodotti unici, i quali puntano a valorizzare tutto ciò che la Calabria e la Sila hanno ogni giorno da offrire. Ma come nasce il Birrificio Magia? Lo abbiamo chiesto direttamente a Gianfranco Marra, il suo fondatore!

    Birrificio Magia: L’intervista!

      Come nasce l’idea del Birrificio Magia? Raccontaci la tua storia!

      L’idea del birrificio nasce dopo aver vissuto a Berlino per tre anni e mezzo. Li, intorno al 2013, ho conosciuto il mondo della birra artigianale, ambito che prima ignoravo completamente perché conoscevo esclusivamente le birre industriali. Avendo scoperto le Craft Beer in Germania, mi appassiono e così inizio a girare tra i vari birrifici e brew-pub artigianali di Berlino.

      Logo birrificio Magia

      Continuo a viaggiare per un altro po’ di tempo tra Olanda e Belgio, dove prosegue la scoperta di altri brew-pub nella zona. Questo, fino al mio ritorno in Calabria. Giunto in Calabria, non trovando lavoro, mi dico: “qui devo inventarmelo”. Così ho deciso di iniziare a fare birra artigianale. Era il 2016 quando ho iniziato come beer-firm!

      Inizio come beer-firm nel birrificio di Giovino a Catanzaro Lido, questo per qualche mese, per poi passare al birrificio di Blandino situato in località Strongoli Marina (KR).

      Dopo un paio di anni decido di creare il mio di birrificio, proprio qui a San Giovanni in Fiore, anche se si tratta di un piccolo impianto da 150 litri. Decisione presa perché possedevo già un pub e l’obiettivo principale era di realizzare un brew-pub, oltre che dedicarmi anche alla vendita online tramite il sito internet. Poi logicamente si tratta di un piccolo birrificio, in quanto più accessibile anche a livello economico!

      Quali birre proponi e cosa c’è dietro la loro realizzazione?

      Le birre che il birrificio Magia propone sono diverse. C’è la Golden Ale, tra le prime ricette che producevo anche come beer-firm. Si chiama Pica, possiede 4,8 %vol ed è una miscela di malti d’orzo tra Pilsner e Pale Ale. La particolarità di questa birra sta nei luppoli utilizzati (Magnum e Northern Brewer), che sono coltivati proprio a cinque metri dal birrificio.

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      Un’altra birra che propongo è la Volpe, una birra rossa (Red Ale) da 6,5 %vol. La particolarità di questa birra sta nel mix composto da più di sei malti d’orzo e cereali, che danno vita a una birra fantastica. Credo che sia la mia preferita! Ci ho lavorato tanto per perfezionarla, perché rappresenta il mio stile di birra preferito. Successivamente c’è l’American Pale Ale da 7 %vol, realizzata con oltre quattro luppoli diversi, tra cui il Cryo Hops. Una birra a cui pratico ovviamente il dry-hopping.

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      Propongo inoltre due birre molto caratteristiche, ovvero l’Abbate Gioacchino e La Sila. La prima, possedendo una piccola azienda agricola mentre mio padre fa l’apicultore, è una birra al miele. La particolarità di questa birra è, avendo un mandorleto, il miele di mandorlo. Un miele molto pregiato, che possiede addirittura un retrogusto leggermente amarognolo.

      La Sila invece non possiede stile. L’ho inventata io! Lo scopo di questa birra è quello di valorizzare i due prodotti più poveri del territorio, che in questo caso sono la patata e le gemme di pino. Nella ricetta abbiamo usato la patata viola, una semenza antica calabrese che per motivi di resa è stata col tempo abbandonata, ma decisamente molto saporita. La patata nella birra viene utilizzata nell’ammostamento, insieme al malto d’orzo, e serve a dare più corpo alla bevanda.

      In aroma invece, durante il Whirpool, utilizzo le gemme di pino, che donano alla birra un aroma molto rinfrescante, quasi balsamico. Questi due ingredienti, penso che siano la chiave del luogo in cui vivo, San Giovanni in Fiore e la Sila, dove siamo estremamente circondati da pini. Alberi che mai nessuno aveva valorizzato prima d’ora, se non per scopi di legname o qualcosa del genere.

      E niente! Sorprendentemente è uscita fuori La Sila, una birra veramente ottima, dal gusto piacevole e rinfrescante, con una bevuta lunga e quindi assolutamente da assaggiare. E’ una birra unica, che ho creato io, e la puoi trovare solo qui al birrificio Magia e da nessun’altra parte.

      Quanto contano i fattori tradizione e territorialità nei tuoi prodotti?

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      La territorialità nei nostri prodotti conta tantissimo come ad esempio nella Pica, con il luppolo coltivato da noi qui a San Giovanni in Fiore.

      Territorialità che si ritrova anche con L’abbate Giacchino, attraverso il miele di mandorlo prodotto in zona, e La Sila, con i due ingredienti più poveri del territorio. Ingredienti poveri ma estremamente particolari, che dovrebbero essere sfruttati in altri settori e non solo per i “classici” scopi.

      Sappiamo che il Covid ha colpito duramente il settore birraio, ma gli appassionati della buona birra continuano ad apprezzarla forse più di prima. Quali novità hai in mente?

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      Per il futuro abbiamo in mente qualcosa che coinvolgerà sempre il nostro territorio. In primis il birrificio, adiacente a un tunnel storico che risale intorno al 1300 e collega le due chiese del paese (L’abbazia Florenze con la chiesa Cappuccini e non solo). Spero che, una parte di questo particolarissimo tunnel, divenga presto la cantina in cui avrei intenzione di produrre degli stili di birra da invecchiare in botte.

      Inoltre ho in mente di creare un’altra birra. Una birra prodotta con degli ingredienti che si rifanno a un dolce tradizionale San Giovannese. Un dolce veramente ricchissimo e particolarissimo. Quindi punterò a fare questa birra, che per il momento mi riservo dal rivelare, ma che molti conterranei avranno già intuito dalla descrizione cosa riserverà.

      Ringraziamo Gianfranco Marra del Birrificio Magia per la cortese disponibilità. Potrete trovare maggiori informazioni sulla pagina Facebook ufficiale.

      Buona birra a tutti.

      Cocktail Baladin: il modo easy di farsi un drink secondo il birrificio di Teo Musso

      In casa Baladin l’innovazione è da sempre una costante. Una caratteristica incentivata sopratutto dal profondo essere di Teo Musso, fondatore del Baladin e sperimentatore dell’eccellenza brassicola artigianale in Italia. Così, grazie all’intraprendenza spericolata del fondatore e all’incessante clima di fermento che si percepisce tra le mura del birrificio di Piozzo (CN), le idee si susseguono e tra queste prendono vita anche i Cocktail Baladin. Un progetto che non lascia nulla al caso, dalla scelta delle ricette dei cocktail alla filiera degli ingredienti e all’utilizzo di un packaging ecologico che propone un approccio nuovo al consumo informale.

      I Cocktail Baladin sono 6 e ripropongono tutti dei grandi classici della miscelazione, reinterpretando le ricette con ingredienti innovativi e riconducibili alla filiera produttiva del birrificio piozzese. Per l’appunto si tratta di “twist on classic” a basso contenuto alcolico, che utilizzano liquoristica originale creata con alcol distillato derivante dalle birre Baladin.

      Baladin, oltre alla birra c’è il drink!

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      L’idea di realizzare dei cocktail nel birrificio di Piozzo (CN), nasce per dare un seguito alla birra in stock, rimasta invenduta a causa del lockdown. Un progetto dunque, che ha donato vita nuova alla birra in magazzino e – precisano dal birrificio – ha stimolato un approccio ancora più in linea col pensiero Baladin di voler creare, quanto più possibile, una filiera corta e controllata.

      Va sottolineato però, che i nuovi drink Baladin non sono un’improvvisata per riutilizzare birra invenduta. I cocktail sono il frutto di svariati test in anni di lavoro nei diversi locali del gruppo, dove questi drink sono stati serviti e rivisti utilizzando birra e bibite Baladin. “Abbiamo ritenuto di proporli con un approccio Easy to Drink – aggiungono dal Baladin-, che permetta il loro consumo in ogni occasione: seduti al tavolo di bar e pub oppure comodamente sul proprio divano di casa“.

      I Cocktail Baladin sono attualmente sei. Tre sono Beer Cocktail, con birra 100% italiana, e tre sono ricette speciali con liquoristica originale che usa alcol distillato da birra, per garantire una grande esplosione di sapore. Tutti i drink inoltre sono racchiusi in un packaging particolare e innovativo!

      Si tratta per l’appunto di una confezione eco sostenibile, disponibile già in altri prodotti del birrificio (Green Pea e altre Baladin in lattina), che rende il consumo del prodotto estremamente semplice. La lattina in alluminio, infatti, prevede un’apertura 360® End del produttore Crown, di cui Baladin detiene un’esclusiva di utilizzo per l’Italia.

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      Un sistema rivoluzionario che, riducendo gli sprechi con intelligenza, permette di eliminare completamente il coperchio dell’involucro, trasformando la lattina in un bicchiere e, dopo il consumo, in un pratico porta penne o vaso per piantine.

      I Cocktail Baladin

      Studiati per essere proposti molto freschi, gustandoli nella pratica lattina o con ghiaccio se serviti in bicchiere, i cocktail, con ingredienti da filiera Baladin, offrono una sofisticata esperienza sensoriale. Si tratta nello specifico di drink ispirati a grandi ricette, che ripropongono in chiave rivisitata sapori innovativi dal basso contenuto alcolico.

      Gli Italian Craft Cocktail

        Beer Hugo

        Beer Hugo

        E’ un cocktail dal colore limpido, paglierino e brillante, con una bolla fine che persiste nel tempo. Al naso offre sensazioni floreali e di pasticceria, a cui si aggiungono delicati spunti luppolati di birra.

        In bocca spiccano le note floreali di fiore di sambuco e lavanda a cui si accostano quelle pungenti ed erbacee di menta piperita piemontese. Sul finale invece, esalta il leggero sentore amaro e agrumato della birra Baladin Isaac.

        NOTE TECNICHE
        Grado alcolico: 6,3 %
        Temperatura di servizio: 6/8°C

        Beer Americano

        Beer Americano

        Drink di colore rosso mattone e melograno, limpido e brillante, dalla bolla fine e persistente. Al naso spiccano le note speziate di vermouth e bitter, arricchite dalle sensazioni di luppolo della birra Baladin 4.8.

        Si presenta al palato amaro in ingresso, di genziana e artemisia, lasciando poi spazio a piacevoli note agrumate di arancio amaro e chinotto, di spezia calda, macis ed erbe alpine, per esaltarsi nuovamente su un finale amaro di luppolo, lungo e persistente.

        NOTE TECNICHE
        Grado alcolico: 7,0 %
        Temperatura di servizio: 6/8°C

        Moscow Beer

        Moscow Beer

        Cocktail di color giallo paglierino, delicatamente opaco. Al naso spiccano immediatamente le note speziate dello zenzero, a cui seguono accenni vegetali e agrumati della birra Sud di Baladin. Al palato è fresco e piccante di zenzero grazie al Ginger Beer Baladin.

        La bevuta offre un complesso gustativo che si confonde in sensazioni agrumate e delicati spunti amari di luppolo, per poi terminare e restare persistente e spicy in bocca a lungo.

        NOTE TECNICHE
        Grado alcolico: 6,5 %
        Temperatura di servizio: 6/8°C

        Sidro Spritz

        Sidro Spritz

        Di color arancio e miele, spicca subito al naso con note delicate di mandarino, anche verde, che si confondono con quelle speziate da bitter e fresche di mela del Sidro Baladin.

        Al palato si libera nella sua complessità delicatamente amara di genziana e scorze di arancio amaro, rivelandosi pieno e perfettamente in equilibrio tra scorze di agrumi ed erbe amare, lasciando un finale persistente e fragrante di mela verde.

        NOTE TECNICHE
        Grado alcolico: 5,3 %
        Temperatura di servizio: 6/8°C

        Beermouth & Tonic

        Beermouth & Tonic

        Cocktail di colore giallo tenue, con riflessi ambrati quasi aranciati. Al naso il profilo del Beermouth risulta ben riconoscibile, con gradevoli rimandi alle sue note profonde, armoniche ed eleganti.

        Al gusto, le delicate note lievemente amaricanti si alternano alle note fresche di scorza di agrumi, che prolungano il sorso. Il finale è persistente ed equilibrato, con un piacevole tocco citrico che conferisce una grande bevibilità complessiva.

        NOTE TECNICHE
        Grado alcolico: 6,0 %
        Temperatura di servizio: 6/8°C

        Gin & Tonic

        Gin & Tonic

        Grande classico tra i cocktail d’eccellenza, risulta limpido e brillante, dalla bolla medio fine e ben persistente. Ricco e profumato all’olfatto, propone sentori di resina grazie al ginepro e note sia floreali che citriche per via degli altri botanicals che compongono il distillato. 

        In bocca si presenta asciutto, pulito e amaro, per poi esprimere sensazioni floreali, dove si esalta il profilo delicato della rosa centifolia e quello deciso, che ricorda la cucina mediorientale della rosa damascena, e agrumate, di lime e bergamotto. Il gin e la Tonica Baladin dialogano perfettamente lasciando infine una bocca pulita, che richiama il prossimo sorso.

        NOTE TECNICHE
        Grado alcolico: 6,7 %
        Temperatura di servizio: 6/8°C

        I Cocktail Baladin sono già disponibili sullo store del birrificio! Potrete acquistare il singolo cocktail oppure approfittare del box scorta con tutti i sapori dei drink Baladin per un’esperienza gustativa a 360°.

        Fonte Baladin

        Buona birra a tutti.

        Chimay 150: la famiglia trappista di Bières de Chimay si allarga!

        Della grande esperienza che da generazioni contraddistingue i birrai del birrificio trappista di Nostra Signora di Scourmont, nasce Chimay 150. Un omaggio agli oltre 150 anni di successi del leggendario Bières de Chimay che, sotto il rigido controllo della comunità monastica, propone da sempre qualità ed eccellenza.

        Chimay 150, infatti, fu proposta per la prima volta nel 2012 per celebrare i centocinquant’anni del birrificio trappista. Un’edizione limitata all’epoca, che contava solo 150.000 bottiglie. Tuttavia, forte delle innumerevoli richieste dei pochi fortunati che al tempo ebbero il privilegio di degustarla, Chimay ha deciso oggi di riproporla e di inserirla definitivamente nel proprio assortimento. Così, sempre in stile Chimay, la birra trappista belga 150 si unirà alle già note Chimay Dorée, Chimay tappo rosso (Rouge), Chimay tappo bianco (Triple) e all’iconica Chimay tappo Blu (Grande Rèserve).

        Chimay 150 Anniversary Beer

        Chimay 150 Anniversary Beer

        Siamo davvero orgogliosi – sottolinea Xavier Pirlot, Direttore Generale di Bières et Fromages de Chimay – di dare il benvenuto a questa nuova birra trappista nel nostro assortimento permanente. Si tratta di una birra eccezionale che rafforza lo spirito, la filosofia e i valori che da sempre caratterizzano Chimay. Questa birra è stata prodotta secondo la ricetta sviluppata nel 2012 e riunisce 150 anni di savoir-faire.

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        Con questa grande novità, – continua Pirlot – avremo la possibilità di continuare quella che è la nostra missione, come birrificio trappista e caseificio, ovvero contribuire allo sviluppo economico del nostro territorio e continuare a sostenere con sempre maggiore efficacia le opere di natura sociale che sono uno dei requisiti fondamentali e irrinunciabili dei birrifici trappisti“.

        La degustazione

        birra trappista belga Chimay 150

        A prima vista, la Chimay 150 si presenta di colore oro pallido, ornata da una schiuma bianca e compatta. Si tratta di una birra trappista belga chiara e forte (10% vol.), che offre armonia ed equilibrio al palato, mentre la bevuta rimane fresca, fruttata, gustosa e potente.

        Al naso presenta sorprendenti aromi di menta, bergamotto, lime ed eucalipto. I suoi sapori delicati, con note di rosmarino e chiodi di garofano, si combinano meravigliosamente con sottili tocchi floreali, ravvivati da un pizzico di rinvigorente zenzero. Il suo corpo rotondo e morbido, il suo gusto leggermente affumicato e speziato, caratteristico delle birre Chimay, lasciano il palato con un retrogusto meravigliosamente raffinato.

        Per produrla, il birrificio ha utilizzato due luppoli noti per la loro finezza: Saaz e Hallertau Mittelfrüh, e ha aggiunto una spezia segreta che gli conferisce un gusto davvero unico. A partire dal 1 giugno, la trappista belga dall’etichetta verde, sarà disponibile per tutti i curiosi del nuovo gusto Chimay!

        Buona birra a tutti.

        Birra Feluca: Dopo Minchia, Sikania dedica una birra alla tradizione dello Stretto di Messina

        Il viaggio alla scoperta della buona birra artigianale italiana ci porta nuovamente a respirare l’aria frizzante della tradizione Meridionale. Una territorio affascinante, che conserva gelosamente tra le sue radici cuore, passione, usanze, miti e leggende. Peculiarità che vivono attraverso i prodotti e la gente, i quali esprimono, nel modo più genuino e unico che ci sia, l’immensa semplicità del buono.

        Siamo a Messina, cittadina che si affaccia sullo Stretto e meravigliosa roccaforte dell’antica Magna Grecia, in cui la più tradizionale delle imbarcazioni del luogo diventa l’ispirazione che da vita a birra Feluca. Un progetto birraio che vuole esprimere la storia e l’identità di un territorio, attraverso la celebre imbarcazione simbolo della città e dello Stretto di Messina, da secoli impiegata nella pesca al pesce spada.

        Indice dei contenuti

          Birra Feluca, il nuovo brand di casa Sikania

          birra sikania

          Inizia nel Maggio del 2015 in Sicilia, ventaglio di sole, mare e folclore, l’avventura di birra Sikania. Un’idea sostenuta dalla passione e dall’entusiasmo di giovani imprenditori amanti della buona birra e innamorati della propria terra. Così, puntando tutto sulla qualità e la ricercatezza degli ingredienti, birra Sikania inizia a distinguersi nel variegato mondo birraio, disegnando un’esperienza gustativa “differente”, lontana dalle convenzioni e vicina al territorio.

          birra minchia

          Furono queste le fondamenta che diedero successivamente seguito a Birra Minchia, il primo brand di casa Sikania. Una birra rivolta a palati esigenti ed estimatori delle pregiate qualità della bevanda artigianale. Un prodotto che, rappresentando l’animo della Sicilia, giocava col significato di un’intercalare utilizzata in tutta Italia e riconosciuta in tutto il mondo per esprimere diversi concetti e sensazioni.

          Nel Marzo 2017 è la volta di Birra Futtitinni, il secondo brand del birrificio Sikania, che tradotto in italiano significa fregatene, vai oltre tutti i problemi della vita, bevi e pensa alla salute.

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          Passano quattro anni e la creatività del birrificio siciliano non si ferma, ma si concretizza in un altro sinonimo di qualità e genuinità. L’8 maggio 2021 viene, infatti, presentata alla città di Messina Birra Feluca, una blanche che, attraverso il nome di un’antica imbarcazione da secoli simbolo dello Stretto messinese, incarna l’identità della cittadina sicula.

          L’idea di Birra Feluca: ecco l’intervista al Sikania!

          Ma come nasce l’idea che coniuga la passione per la buona birra artigianale alla tradizione di un territorio? Lo abbiamo voluto chiedere direttamente al Sikania!

          Come nasce l’idea di birra feluca?

          L’idea nasce nel 2019 durante una delle tante passeggiate fatte lungo il nostro litorale, ammirando la Madonnina, i laghi, il Pilone. Guardando la maestosità dello Stretto l’occhio cade sempre su una delle nostre bellissime, uniche e tradizionali imbarcazioni, la Feluca. Mi sono quindi chiesto: Perché non dedicare un brand/un’etichetta come quello della feluca, alla nostra meravigliosa città?

          Quali sono le caratteristiche organolettiche che ripropone questa birra?

          Stretto di Messina

          La birra Feluca è una Blanche Belga ad alta fermentazione da 5,5 %vol, prodotta con frumento privo di malto. Leggera e dissetante, dal colore chiaro e tipicamente rinfrescante, è particolarmente adatta all’estate. Si contraddistingue per il suo gusto speziato e leggero, il tipico aspetto torbido e la schiuma persistente. Il colore assume tonalità biondo oro pallido, mentre l’aroma descrive sentori fruttati e agrumati.

          Al gusto risulta piacevole e rinfrescante, con un finale leggermente acidulo e un netto sentore di spezie, con particolare riferimento al coriandolo. Ottima con pesce, carni delicate e pasta fredda mediterranea con pomodorini, origano e capperi. Bene anche con frutta secca e gelato.

          La presentazione

          Di seguito la presentazione di Birra Feluca. Il video vi porterà a bordo della tradizionale imbarcazione (Feluca) che da secoli solca le acque dello Stretto di Messina, accompagnando di fatto i pescatori in un rituale praticato già all’epoca di Greci e Fenici. Buona Visione!

          Buona birra a tutti.

          Unionbirrai, soddisfazione sulla questione accise e legittimazione per le birre acide

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          Positive le ultime notizie trapelate da Unionbirrai, l’associazione dei piccoli birrifici indipendenti, che non contiene la soddisfazione per lo stralcio dei provvedimenti che contemplavano l’innalzamento della soglia per lo sconto sull’accisa a 50.000 hl. Un emendamento che avrebbe favorito pochissime aziende, rappresentando di fatto l’ennesimo flop nei confronti del comparto. Di seguito riportiamo il comunicato stampa pubblicato da Unionbirrai.

          Soddisfatta Unionbirrai per l’evitata beffa delle accise al comparto della birra artigianale

          (Milano, 6 maggio 2021) – L’approvazione in Senato della conversione del Decreto Sostegni ha visto definitivamente stralciati gli emendamenti che prevedevano l’innalzamento della soglia per l’ottenimento dello sconto sull’accisa a 50000 hl, provvedimento che avrebbe previsto l’allocazione di risorse per pochissime aziende, senza tener conto delle centinaia di piccoli produttori di birra artigianale colpiti duramente dalla crisi e totalmente ignorati.

           Vittorio Ferraris Unionbirrai

          Registriamo con soddisfazione questa decisione che evita quella che sarebbe stata una vera e propria beffa per tutto il comparto. Come già da tempo sosteniamo, infatti, sarebbe giusto affrontare il problema dell’armonizzazione delle accise per i piccoli birrifici indipendenti rispettando il criterio della proporzionalità, come già avviene in altre realtà europee. – ha commentato Vittorio Ferraris, direttore generale Unionbirrai -“.

          Il nostro ringraziamento – continua Ferraris – va a chi, all’interno della commissione Agricoltura, si è battuto per evitare l’approvazione di un emendamento iniquo, mentre siamo dispiaciuti dall’azione di alcune forze di Governo e associazioni del settore che hanno fortemente spinto per questo, distogliendo l’attenzione da provvedimenti più equi“.

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          Purtroppo il carattere divisivo di questo tipo di proposta ha comportato che a livello parlamentare tutta la discussione relativamente alla birra artigianale sì concentrasse attorno a questo argomento. Per cui non registriamo alcun provvedimento di tipo finanziario specifico per le nostre attività. Guardando oltre l’emergenza, però, – puntualizza Ferraris – è fin da subito nostra intenzione riprendere il dialogo sul tema con tutti gli interlocutori affinché si possa arrivare ad una ridefinizione seria e progressiva delle accise sulla birra“.

          Birre Acide: finalmente la legittimazione

          Bicchiere birra acida

          Si prende atto nelle ultime ore, inoltre, della riformulazione del DPR 1498 del 1970, che prevede l’eliminazione dei limiti previsti per acidità totale, acidità volatile e torbidità, ottenuta dopo più di due anni di intenso lavoro in tal senso da parte di Unionbirrai.

          Da tempo – ha aggiunto Ferraris – ci eravamo resi promotori, con i diversi Ministeri coinvolti da questo decreto, di un dialogo per spiegare l’obsolescenza del limiti in esso trattati. Siamo quindi pienamente soddisfatti che questa nostra battaglia abbia portato oggi a modificare radicalmente una norma che vincolava la produzione della birra a condizioni non più conformi ai moderni processi brassicoli“.

          Fonte Unionbirrai

          Buona birra a tutti.

          Bere birra fa bene? Ecco cosa ne pensa Teo Musso. Ma facciamo il punto!

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          Bere birra fa bene? Negli ultimi anni si è parlato davvero tanto di questo dubbio amletico, con la diffusione di correnti filosofiche che, a modo loro, hanno cercato di fare luce sulla questione! Da una parte, infatti, c’è chi sostiene che la birra faccia bene, grazie alle proprietà naturali attribuite dai pregiati ingredienti con cui viene realizzata. Dall’altra invece, c’è chi la disprezza totalmente per i danni che l’alcol provoca sul corpo umano, un dettaglio assolutamente non trascurabile rispetto ai giovamenti della bevanda.

          Tuttavia la questione risulta ancora piuttosto articolata, nonostante ci siano diversi studi che procedono verso la soluzione dell’enigma. In particolare fa discutere molto una ricerca che confermerebbe gli effetti benefici della birra, fonte di 13 minerali essenziali per la vita umana. A parlarne è anche Chicco Giuliani, conduttore del programma radiofonico Nightcall in onda su Radio DeeJay, che per l’occasione fa quattro chiacchiere insieme a Teo Musso, pioniere della birra artigianale in Italia e gestore del birrificio Baladin di Piozzo (CN).

          Indice dei contenuti
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            L’intervista a Teo Musso su Radio DeeJay

            Teo-Musso
            Teo Musso

            La birra – afferma Teo Musso – è una bevanda che storicamente ha fatto un percorso molto particolare, perché è stato un alimento importante per l’uomo. E’ una bevanda che fa bene alla salute, ma non solo attraverso i minerali e le vitamine.

            C’è un aspetto – sottolinea Musso – che è sottovalutato: il residuo zuccherino che la birra ha sono maltodestrine, quindi catene di zuccheri complessi che hanno un’assimilazione molto lenta. Esattamente quello di cui gli sportivi vanno alla ricerca per non avere picchi glicemici molto veloci. Quindi stiamo parlando di una bevanda che assolutamente fa bene. Va sfatato questo mito che faccia ingrassare: tutte cavolate!

            Fonte DeeJay.it. Sul portale è disponibile il podcast completo dell’intervista a Teo Musso.

            I benefici della birra secondo gli ingredienti

            bicchiere di birra

            La birra, lo possiamo dire a caratteri cubitali, possiede diverse proprietà benefiche, garantite dagli ingredienti con cui si realizza, ovvero dai malti, dai luppoli e dal lievito.

            Il malto, ingrediente che rappresenta la più alta percentuale in ricetta, è fonte di vitamina B6 e fibre solubili, utili nel preservare l’invecchiamento dell’intestino e favorirne le regolari funzioni digestive. Il luppolo invece, appartenente alla famiglia dei cannabinoidi, è una pianta ricca di proprietà analgesiche, anti-ossidanti, antidepressive e antinfiammatorie.

            Nello specifico questo fiore è considerato un ottimo rimedio nel prevenire gravi malattie, riducendo di fatto la formazione di vasi sanguigni difettati e quindi contrastando la crescita e la diffusione di cellule dannose, che fanno di determinate patologie il loro triste punto di forza.

            Tirando le somme: bere birra fa bene davvero?

            pietre giardino zen

            Come portale interamente dedicato al mondo della birra, che spazia dalla degustazione alla produzione tra i fornelli di casa, ci assicuriamo sempre di fornire ai lettori la massima trasparenza. Fatta questa puntualizzazione, mettiamo subito le cose in chiaro. La risposta più veritiera alla domanda “bere birra fa bene?” è dipende!

            Una risposta che da appassionati e accaniti degustatori di birra ci duole molto sentire, ma, da portale obiettivo, è una considerazione che dobbiamo assolutamente riportare.

            La birra non è essenziale per la vita umana in quanto, trattandosi di bevanda alcolica, contiene etanolo, una sostanza non proprio salutare. Per questo motivo è fortemente sconsigliata sia durante il periodo gestazionale che in allattamento, proprio per evitare possibili complicazioni al feto o al neonato che allatta.

            Stessa cosa per quanto riguarda la birra nello sport! Come spiegava tempo fa Gatteschi all’AdnKronos Salute durante il convegno ‘Birra e salute, birra e sport. Incontri possibili o impossibili?’, al Beer Attraction di Rimini promosso da Unionbirrai – “Lontano dallo sforzo, questa bevanda ha effetti positivi. E grazie alla minore quantità di zuccheri, al maggior contributo di magnesio, fosforo, calcio e complesso B, se limitata a una piccola quantità, la birra è anche più valida di un qualsiasi altro integratore energetico perché più completo“.

            La verità che sta in mezzo!

            Bere birra fa bene. Un brindisi

            Arrivati a questo punto però, bisogna avere la giusta lucidità e considerare un altro importante aspetto di questa bevanda, specie se parliamo di birra artigianale.

            L’alcol nella birra non dev’essere un deterrente al consumo (se non si è in gravidanza). Questa bevanda rappresenta una delle migliori scoperte che l’uomo abbia mai fatto, con una percentuale alcolica decisamente inferiore rispetto a super alcolici e derivati vari.

            Si tratta di una bevanda incredibilmente saporita, con peculiarità che effettivamente giovano alla salute fisica e mentale, ma dobbiamo sempre considerare la percentuale alcolica in essa contenuta.

            Per cui, ritornando alle correnti filosofiche che sostengono rispettivamente pro e contro del consumo di birra, possiamo tranquillamente dire che la verità sta letteralmente in mezzo. Bere birra fa bene, ma solo se consumata con moderazione!

            Buona birra a tutti.

            Unionbirrai: contro la rimodulazione dello sconto sulle accise, ancora lotte!

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            Giusto qualche giorno fa, avevamo riportato le preoccupazioni che, oltre alle già pesanti limitazioni del Covid-19, stanno affliggendo il settore della birra artigianale italiana. Problemi riferiti a una possibile delibera che innalzerebbe il limite per l’applicazione dello sconto del 40% sulle accise dagli attuali 10.000 hl a 50.000 hl. Un provvedimento che allo stato attuale agevolerebbe solo 8 birrifici, ovvero meno dell’1% dei produttori presenti sul territorio italiano. Alle tristi indiscrezioni però non è mancata la vicinanza di Uninobirrai che, attraverso la corposa risposta del presidente Vittorio Ferraris in cui traspare il profondo dissenso sulla possibile riforma delle accise, continua fermamente a lottare in tutela dei piccoli birrifici indipendenti.

            Unionbirrai non placa il dissenso contro la rimodulazione dello sconto sulle accise

            spillatura birra

            Ci giungono voci di continue pressioni nell’iter di conversione del Decreto Sostegni allo scopo d’innalzare la soglia per l’ottenimento dello sconto sulle accise a 50.000hl. Ribadiamo la totale contrarietà a questo tipo di provvedimento ad personam -si legge sul portale Unionbirrai, l’Associazione dei Piccoli Birrifici Indipendenti-. L’allocazione di risorse per 8 aziende, su circa 1000 in Italia, è un insulto a centinaia di piccoli imprenditori colpiti duramente dalla crisi e totalmente ignorati“.

            Se si vuole fare una riforma delle accise seria, – continua la nota – il punto di partenza rimane la proposta storica di Unionbirrai: aliquote progressive all’interno della fascia 0-60.000 hl. Le occasioni legislative per mettere mano al sistema di certo non mancano. Quello che si sta tentando di fare in queste ore è un vero e proprio blitz, discriminatorio e assurdo, che non possiamo accettare. Cogliamo l’occasione per ringraziare chi, all’interno del Parlamento, si batte per il nostro settore“.

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            Fonte Unionbirrai

            Si tratta dunque di un provvedimento che potrebbe infliggere un duro colpo al già stremato mondo della birra artigianale italiana. Compressibile di conseguenza l’agitazione di Unionbirrai, che vede nella riforma delle accise la costituzione di una sorta di Superlega della birra artigianale. Sarebbe ora quindi, che la birra artigianale in Italia venisse agevolata e non gravata con pesi fiscali difficilmente sopportabili dalle piccole realtà, parte attiva e vitale di un ingranaggio dal valore birraio inestimabile.

            Buona birra a tutti.

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