Home Blog Pagina 8

Labi Beer: il birrificio artigianale a due passi da Bassano del Grappa

Lo ripetiamo spesso, ma la birra artigianale non è solo birra! Questa bevanda è un concentrato di cultura, tradizione, ispirazione e passione, peculiarità tramandate nel corso dei secoli da generazione in generazione. Ma non solo. Grazie alle qualità, che hanno incentivato tanti innamorati della birra a scoprire un mondo ricco di sapori complessi e variegati, questa bevanda è anche opportunità. Lo sanno bene gli ideatori del Labi Beer, un birrificio artigianale, a due passi da Bassano del Grappa (VI), nato dal piacere di assaporare e riproporre la vera essenza della buona birra. Un dettaglio questo, sempre più ricercato e apprezzato dagli italiani.

Il Labi Garage

produzione labi beer

Il Labi Beer è una scommessa imprenditoriale concepita dal grande amore verso la birra di qualità, iniziata dapprima attraverso la passione per l’homebrewig del birraio Fabio e concretizzata successivamente dal progetto di Stefano. Da questo connubio viene fuori una fusione perfetta tra orgoglio italiano e sperimentazione, con nuove idee, che reinterpretano sotto l’intrigante impronta tricolore, culture birraie lontane.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Attualmente sono diverse le proposte di questa interessante realtà del nord Italia, le quali accompagnano ed esaltano con classe i sapori delle pietanze di ogni terra. Ecco alcune birre del Labi Garage Collection!

Le Birre del Labi Garage

Long Race (Golden Ale)Green Leaf (Hemp Golden Ale)
Crazy Rider (Belgian Blond)Thunder Hop (American Amber Ale)
Smoke’n Roll (Peated Ale)Hoppy Sunset (American IPA)
Dark Moon (Imperial Stout)Venice Beach (American Wheat)

Long Race (Golden Ale)

Long Race Labi Beer

Sapore, aroma, eleganza e raffinatezza nel design, sono questi gli aggettivi tangibili tra le proposte del Labi Beer. Proposte che rispecchiano pienamente l’attenzione e la passione nel fare bene la birra. Così dal Labi Garage arriva Long Race, la Golden Ale che gioca con le tonalità del giallo paglierino e si accompagna a una particolare schiuma bianca dalla media persistenza.

L’aroma, che richiama sentori floreali e fruttati, percorre le cavità nasali combinando le note dolci dell’uvaspina ai sentori freschi ed erbacei del luppolo. Il sapore maltato con lineamenti erbacei è sapientemente bilanciato da piacevoli accenni amari, che disegnano una bevuta allegra, leggera, dal finale secco e luppolato. Di soli 4,5 %vol è perfetta con pietanze speziate, verdure, carpaccio e formaggi freschi.

Crazy Rider (Belgian Blond)

Crazy Rider Labi Beer

D’ispirazione belga è anche la Crazy Rider. La rivisitata Belgian Blond di casa Labi vestita da un intenso e brillante colore giallo oro, che si accompagna a un generoso cappello di schiuma bianca, densa e persistente. Al naso descrive una complessa struttura sensoriale che ricorda la frutta matura, la pera, la banana e il miele. Velatamente regala anche sottili accenni di passito.

Il sapore, aggraziato e rotondo, è un palese richiamo alla ricca e strutturata componente maltata, che bilancia tutta la bevuta e regala un delicato finale secco e lievemente amaro. Con un discreto grado alcolico di 6,3 %vol, è indicata per accompagnare primi piatti a base di sugo, formaggi a media stagionatura, dolci e biscotti.

Torna all’indice!

Smoke’n Roll (Peated Ale)

Smoke'n Roll Labi Beer

Una delle caratteristiche che contraddistingue il Labi Beer è proprio la grande voglia di sperimentare sapori e profumi differenti, capaci di abbracciare non solo la cultura birraia, ma le tradizioni di ogni terra. In questa grande selezione di proposte c’é Smoke’n Roll, la Peated Ale dal delicato colore ambrato e schiuma chiara dalla media persistenza.

Si tratta di una birra complessa, che propone una bevuta decisamente interessante e armoniosa. L’aroma, importante e strutturato, richiama gli accenni tostati dei malti e lievi sentori erbacei derivanti dal pregiato luppolo.

Il sapore si uniforma alle percezioni odorose, disegnando una grande esperienza gustativa di accenni caramellati e noce. Grazie al corpo sostenuto e al grado alcolico di 5,8 %vol, che tutto sommato offre una bevuta gestibile e disimpegnata, si rivela equilibrata e perfetta per accompagnare salumi e formaggi.

Dark Moon (Imperial Stout)

Dark Moon Labi Beer

Con raffinati colori scuri, in cui traspare una velata tonalità rubino, arriva Dark Moon, l’Imperial Stout dal generoso cappello di schiuma color nocciola, densa, cremosa e particolarmente compatta. Al naso si percepiscono definite note tostate che ricordano cacao, caffè, liquirizia e zucchero candito. Il merito va al magistrale connubio tra malti speciali e luppoli pregiati, che disegnano di fatto una particolare ed elegante struttura organolettica.

Al palato conferma la sua complessità, grazie agli equilibrati accenni dolci e tostati che offrono un finale armonioso e piacevolmente maltato. La bevuta non smentisce la struttura, che risultando ugualmente piena e corposa, semplifica l’interpretazione di questa birra.

Con un grado di 7,5 %vol si rende perfetta per accompagnare formaggi stagionati, carne e selvaggina. Oltretutto è particolarmente indicata con dessert, torte di crema, cioccolato fondente e biscotteria.

Torna all’indice!

Green Leaf (Hemp Golden Ale)

Green Leaf Labi Beer

Giusto per rimarcare l’eccentricità dei prodotti Labi Garage, va assolutamente ricordata Green Leaf, la Hemp Golden Ale dal colore giallo paglierino che si accompagna a un generoso cappello di schiuma chiara dalla media persistenza.

La caratteristica di questa stravagante interpretazione birraia? L’utilizzo delle infiorescenze di canapa, che arricchiscono in modo magistrale i profumi e i sapori della bevuta. L’aroma richiama chiari accenni erbacei e resinosi che, differenziandosi dai pregiati sentori del luppolo, offrono un profumo avvolgente e stravagante.

Al palato, il malto fa da paciere, apportando sentori di crosta di pane che equilibrano i tipici accenni di canapa. Il corpo leggero e il finale secco disegnano una bevuta semplice ma particolare, che si presta benissimo al consumo in solitaria oppure a piatti speziati e carni bianche.

Thunder Hop (American Amber Ale)

Thunder Hop Labi Beer

Voltiamo pagina e passiamo alla Thunder Hop, l’American Amber Ale del Labi Garage dall’elegante e carico colore ambrato con riflessi rubino, impreziosita da una piacevole schiuma avorio cremosa e persistente.

L’utilizzo dei malti tostati si ripercuote anche al naso, con spiccati aromi di caramello e liquirizia, a cui si legano accenni agrumati e lineamenti resinosi che ricordano il fresco profumo di pino. Il sapore, strutturato e armonioso, richiama in parte i contrasti odorosi, combinando la dolcezza del malto alla sottile ma percettibile amaricatura finale.

La grande complessità, sostenuta da un corpo medio e bilanciato che alterna accenni maltati a sentori luppolati, disegna una birra elegante di 5,8 %vol perfetta nell’accompagnamento di piatti speziati, carni e formaggi stagionati.

Torna all’indice!

Hoppy Sunset (American IPA)

Hoppy Sunset

Rimanendo tra gli stili d’oltre oceano è bene ricordare la Hoppy Sunset, l’American IPA dal colore ambrato e dalla delicata schiuma bianca. Si tratta di una birra dai toni vivaci, che combina nel suo complesso ventaglio odoroso note di frutta esotica e agrumi, ai sentori pieni e rotondi del mango e della pesca, per poi servire con classe delicati accenni erbacei e resinosi.

Come l’animo IPA richiede, il luppolo deve fare da padrone! Un dettaglio questo, ritrovato nella bevuta che, sostenuta dal corpo medio e dal finale secco, disegna, con spiccati e persistenti sentori amari, una sofisticata struttura organolettica, equilibrata e impreziosita dalla sostanziosa parte maltata.

Con 6 %vol è una birra che accompagna ed esalta efficacemente i sapori dei formaggi erborinati o stagionati, carne di maiale, piatti speziati, fritti e golose stuzzicherie.

Venice Beach (American Wheat)

Venice Beach

Tra gli eccentrici ed esuberanti stili americani del Labi Beer spunta la Venice Beach, l’American Wheat fresca e dissetante. Questa seducente birra di frumento colpisce già dal bicchiere, grazie al particolare colore giallo paglierino e all’elegante cappello di schiuma bianca fine e mediamente persistente.

Nell’aroma spiccano note di frutta esotica e agrumi, con riferimenti che accompagnano verso il mandarino e il pompelmo. Non mancano i profumi del frumento, arricchiti ulteriormente dagli eleganti accenni erbacei del luppolo. Al gusto, la particolare struttura organolettica regala percezioni di frutta gialla ed esotica che si legano con armonia all’apporto maltato, il quale bilancia il tutto.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

La bevuta è allegra e interessante, grazie al corpo leggero che sostiene un gusto fresco e dissetante, mentre il finale secco esalta un retrogusto luppolato e velatamente speziato. Con un grado alcolico di 4,4 %vol è particolarmente indicata con antipasti, pesce e crostacei.

Buona birra a tutti.




Pilsner: lo stile Lager che rivoluzionò per sempre il modo di fare birra!

0

Si tratta di uno degli stili più apprezzati al mondo che, attraverso il sapiente connubio di malto e luppolo, ha ispirato e avvicinato migliaia di appassionati al mondo della birra. Ovviamente parliamo della rinomata Pilsner, una birra nata nella cittadina Ceca Plezeň (in tedesco Pilsen) nella regione della Boemia. Con le sue particolari tonalità dorate e i suoi sentori di malto e luppolo, in cui spicca il nobile Saaz (Žatec dall’omonima città della Boemia Occidentale), la Pilsner è la birra per antonomasia che tende la mano verso una degustazione intrigante, equilibrata, complessa e raffinata.

Indice

  1. Un po’ di storia…
  2. I diversi volti dello stile Pilsner
  3. Considerazioni e abbinamenti

Un po’ di storia sulla birra Pilsner…

Plezeň
Plezeň – Repubblica Ceca

La birra Pilsner nacque nel 1842 a Plezeň, cittadina della Boemia, oggi Repubblica Ceca. A quel tempo non esistevano birrifici personali, ma un impianto comunale da prendere in affitto, in cui i birrai potevano realizzare la propria birra e rivenderla in seguito sul mercato. Tuttavia in quegli anni l’aria risultava particolarmente tesa, a causa di una birra non proprio eccellente, spesso contaminata e decisamente instabile. Inoltre, come se non bastasse, la concorrenza con i prodotti birrai tedeschi, realizzati a bassa fermentazione, più stabili e più puliti, non semplificò la situazione.

Le cose dunque dovevano cambiare e, nel 1838, 36 barili di birra vennero rovesciati di fronte al Municipio in segno di protesta. A tanto fervore, gli esponenti del Comune decisero di rispondere avviando la costruzione di un nuovo impianto, ultimato successivamente nel 1842.

Al termine dei lavori, a dirigere la produzione del nuovo birrificio, fu chiamato il birraio bavarese professionista, Josef Groll, all’epoca solo ventottenne ma dalla grande esperienza tramandata dal padre, eccellente birraio e conoscitore della tecnica Lager.

Dopo diverse sperimentazioni, il 5 ottobre del 1842, Groll riuscì a trovare la ricetta perfetta, realizzando di fatto una birra dal colore più chiaro e un profumo differentemente complesso. Ma come riuscì il birraio bavarese a ottenere un simile risultato?

L’opera d’arte di Groll: ingredienti e fattori che giovarono alla Pilsner

luppolo saaz

Josef Groll sapeva di dover realizzare una birra che risultasse buona e stabile. Grazie alla sua esperienza decise quindi d’impiegare una grande quantità di luppolo, considerando le proprietà antibatteriche e antiossidanti del prezioso fiore. Per di più nella zona era presente il rinomato Saaz, un luppolo dal profumo delicato, pregiato e seducente, che impreziosì di gran lunga l’aroma della nuova creazione.

spiga di grano

Tra le tante curiosità di questa birra, è risaputo che il birraio si servì di un malto piuttosto chiaro, frutto delle nuove tecniche d’essiccazione del cereale in forni a getto d’aria (prima si utilizzava la fiamma diretta), messe a punto in Inghilterra già dal 1642. Tuttavia non è altrettanto chiaro se Groll fosse effettivamente a conoscenza delle particolari “capacità” degli ingredienti impiegati in ricetta. Utilizzò infatti:

  • il malto coltivato nei pressi di Pilsen, cereale noto per la bassa quantità di proteine (fattore responsabile dell’intorbidimento della birra);
  • l’acqua del luogo, povera di sali minerali e di calcare (quest’ultimo nella birrificazione semplifica il trasferimento delle tonalità del malto al mosto);
  • abbondante luppolo, che amplificò l’effetto chiarificante in bollitura.
Uomo con trifoglio in mano

Questa serie di coincidenze disegnarono una birra decisamente chiara e cristallina, ma allo stesso tempo una bevanda delicata, amara e molto profumata. Ecco perché va sottolineata una certa dose di fortuna nel progetto di Groll, il quale aveva, si, realizzato un buon prodotto, ma senza volerlo aveva dato inizio a un nuovo modo di pensare alla birra. Una birra tutt’oggi apprezzata dai bevitori più esigenti, tanto da conferire alla cittadina di Pilsen l’attributo di capitale dello stile Pilsner.

Torna all’indice!

I diversi volti dello stile Pilsner

Dopo la nascita, lo stile Pilsner ha subito diverse interpretazioni, restituendo birre che, nonostante la solida base originale, hanno giocato su sottili variazioni d’amaro e d’aroma. In particolare trovano menzione tre tipi di birra Pilsner, collocate rispettivamente nella categoria 2 del BJCP:

  • German Pilsner o Pils (2A);
  • Bohemian Pilsener (2B);
  • Pilsner americana classica (2C).
5ff864a91a8c14448e7f8e0c

German Pilsner o Pils (2A)

Pulita e rinfrescante, la Pils è una copia della Bohemian Pilsener adattata alle condizioni di produzione della birra in Germania. Differisce dalla versione Ceca perché più secca e caratterizzata da un’amarezza più persistente nel retrogusto, un effetto dovuto alla maggiore attenuazione e all’acqua più carica di solfati.

German Pilsner o Pils

Con tonalità che vanno dal giallo paglierino al dorato chiaro e una schiuma bianca, cremosa e persistente, la German Pilsner possiede sentori di biscotto derivanti dal malto Pils, a cui si accostano delicati profumi floreali o speziati conferiti dai nobili luppoli impiegati (Hallertauer, Tettnanger e Spalt). Senza esteri fruttati e diacetile, la Pils potrebbe avere uno spunto iniziale di zolfo, causato dall’acqua e dal lievito, e una bassa nota di DMS (odore simile al mais cotto) provocato dal malto.

Al gusto richiama una struttura complessa e raffinata, arricchita da particolari sentori di malto moderatamente bassi, che risultano ben attenutati e non escludono la possibilità di ritrovare accenni granulosi e sottili note dolci di malto Pils. Il sapore di luppolo, pulito, senza esteri fruttati e diacetile, rigorosamente attribuito da varietà nobili tedesche, si intensifica dal basso verso l’alto, mentre l’amaro domina il gusto e persiste per tutto il finale e nel retrogusto.

Con una gradazione alcolica da 4,4 a 5,2 %vol, la German Pilsner disegna una bevuta poco impegnativa, semplificata da un corpo tendenzialmente medio e una carbonatazione medio alta. Più leggere nel corpo, nel colore e maggiormente carbonate rispetto alle Bohemian Pilsener, le Pils tedesche moderne tendono a diventare di colore più chiaro, più secche nel finale e più amare via via che ci si sposta dal sud al nord della Germania.

Torna all’indice!

Bohemian Pilsener (2B)

Complessa, ben arrotondata e rinfrescante, la Bohemian Pilsener è l’originale birra realizzata da Jpsef Groll dal carattere ricco e maltato. Rigorosamente prodotta con malto della Moravia, luppolo Saaz e acqua a basso contenuto di solfati e carbonati, si rivela una birra con un profilo luppolato particolarmente profumato, morbido e rotondo.

Bohemian Pilsener

Dal colore che va dall’oro molto pallido all’oro bruno intenso, possiede una schiuma bianca, cremosa, densa e particolarmente persistente. L’intenso aroma di malto, pulito e senza esteri fruttati, si completa e si affina grazie al complesso ventaglio di profumi speziati e floreali attribuiti dal nobile luppolo Saaz. Il lievito tradizionale può conferire un sottile accenno diacetilico di fondo che, nonostante risulti gradevole e accettabile, non dovrebbe essere presente.

Il sapore, anche’esso pulito e senza esteri fruttati, è sorretto da una complessa struttura maltata e un pronunciato amaro morbido e rotondo, a cui si accosta l’eleganza speziata del luppolo Saaz. Nel particolare bouquet gustativo l’amarezza, mai aspra e persistente, risulta intensa, mentre il retrogusto è equilibrato tra malto e luppolo. Nonostante il diacetile sia accettabile, la sua presenza non è necessaria.

Con una gradazione alcolica da 4,2 a 5,4 %vol, la Bohemian Pilsener offre una bevuta interessante e avvolgente. Sostenuta da un corpo medio, talvolta reso più pieno da destrine e diacetile, possiede una carbonatazione moderata che ne esalta efficacemente il sofisticato complesso organolettico.

Torna all’indice!

Pilsner Americana Classica (2C)

La Pilsner Americana Classica deriva dall’intraprendenza di birrai tedeschi, emigrati in America, che portarono con se’ lieviti e tecnica Lager, a cui associarono ingredienti americani. Stile estinto dopo il proibizionismo, oggi ha ripreso piede grazie all’homebrewing.

Pilsner Americana Classica

Si presenta con tonalità che vanno dal giallo al dorato intenso, mentre la schiuma risulta bianca, densa e particolarmente persistente. Rispetto alle versioni europee, la Pilsner Americana si distingue per un’aroma maltato da medio a granuloso, che richiama accenni simili al mais o al dolce. Dal carattere pulito e con qualche possibile accenno di DMS (sentore di mais), il profumo di luppolo, da medio a moderatamente alto, richiama le delicate note delle varietà più classiche e nobili.

Al palato si ritrova una chiara percezione maltata da moderata a moderatamente alta, che rispetto alle versioni europee risulta più leggera a causa dell’impiego in ricetta di fiocchi di mais o riso (fino al 30%). Al gusto, senza fruttato o diacetile, si aggiunge una leggera dolcezza derivante proprio dall’utilizzo del mais (le versioni con riso risultano più secche), efficacemente bilanciata dall’amaro del luppolo che non disegna mai un retrogusto aspro.

Con una gradazione alcolica da 4,5 a 6 %vol, la Pilsner Americana Classica ricrea una bevuta rinfrescante ed equilibrata. Attraverso un corpo medio e una carbonatazione medio alta, offre una bevuta ricca e cremosa, che si abbina a un grande e complesso bouquet organolettico.

Fonte Bjcp

Torna all’indice!

Considerazioni e abbinamenti culinari

abbinamenti culinari

Considerata spesso una birra semplice e scontata, la Pilsner, come abbiamo visto, non lo è affatto. Nella sua essenza, la Pilsner, attraverso il colore chiaro e brillante, la struttura organolettica complessa e il sapore equilibrato, si rivela una birra rivoluzionaria, nuda e cruda. Certamente è la birra più riprodotta tra i grandi impianti dalle multinazionali, le quali ne hanno spesso deturpato i sapori unici e gli aromi nobili, rendendola per certi versi banale!

Per quanto riguarda gli abbinamenti gastronomici, le Pilsner si rivelano delle birre “adattabili” a quasi tutte le portate, esaltando aperitivi, carni e rustici. Tuttavia, se si desidera tirare fuori il meglio da queste birre, esse potranno essere accompagnate a primi piatti di verdure e ortaggi, a carni rosse e bianche arrostite oppure al delicato pesce. Naturalmente l’abbinamento con la pizza è d’obbligo!

Buona birra a tutti.

UB Academy 2021: Ripartono i corsi online sulla birra firmati Unionbirrai

0

Torna UB Academy, la formazione a distanza firmata Unionbirrai, che consentirà di comprendere, approfondire e scoprire il particolare mondo della birra. Si riparte dal 20 gennaio con le 12 monografie in webinar live maggiormente apprezzate al primo lancio dell’Academy, e si proseguirà con un ricco programma di nuovi corsi sulla birra, sempre guidati dai docenti esperti Unionbirrai.

Per chi non la conoscesse, UB Academy è la piattaforma web, lanciata già nel 2020, pensata per l’apprendimento a distanza che permetterà a tutti gli associati Unionbirrai e non di partecipare da casa ad appuntamenti live e on demand, con lo scopo di promuovere e diffondere la conoscenza della birra artigianale indipendente italiana.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Come per lo scorso anno, anche il 2021 avrà un ricco calendario in costante aggiornamento, con un’offerta che spazierà dai corsi tecnici di approfondimento destinati ai produttori agli appuntamenti dedicati a monografie, approfondimenti e degustazioni sulla birra, attraverso l’ampia scelta di Master di formazione e specializzazione riservati agli Unionbirrai Beer Tasters e al loro percorso di crescita e aggiornamento continuo.

Per accedere alla piattaforma firmata dall’Associazione dei Piccoli Birrifici Indipendenti sarà sufficiente identificarsi mediante le proprie credenziali (userId e password) ricevute al momento dell’iscrizione a Unionbirrai. Una volta effettuato l’accesso, basterà seguire le istruzioni e consultare la lista degli appuntamenti suddivisi per categorie.

Per problemi con le credenziali si potrà scrivere a [email protected], mentre per problematiche relative all’accesso o al funzionamento della piattaforma sarà sufficiente scrivere a [email protected]

Elenco dei corsi

Di seguito il calendario con tutti link sui corsi confermati dall’associazione.

CATEGORIATITOLODOCENTEDATAORARIOACQUISTA
MonografieARGOMENTI VARIrelatori varidal 20 gennaio al 28 febbraio 202117:00/21:00QUI
Corso degustazione
I livello
CONOSCERE E DEGUSTARE LE BIRRE relatori variDal 25 gennaio al 25 febbraio 202121:00-22:30QUI
Corso degustazione
I livello
CONOSCERE E DEGUSTARE LE BIRRErelatori variDal 25 gennaio al 25 febbraio 2021
SCONTO CONVIVENTI
21:00-22:30QUI
Corso degustazione
I livello
CONOSCERE E DEGUSTARE LE BIRRErelatori variDall’8 febbraio all’11 marzo
2021
17:00-18:30QUI
Corso degustazione
I livello
CONOSCERE E DEGUSTARE LE BIRRErelatori variDall’8 febbraio all’11 marzo
2021
SCONTO CONVIVENTI
17:00-18:30QUI
Elenco consultabile alla pagina del sito Unionbirrai

Buona birra a tutti.

Gli ingredienti della birra? Pochi ma tutti strettamente essenziali!

Quali ingredienti potranno mai servire per fare birra? Una domanda comune quando s’inizia a comprendere l’intricato mondo birraio. Certo l’etichetta letta e riletta durante la degustazione fornisce una vaga idea sul contenuto della bottiglia. Tuttavia le sue righe peccano frequentemente di superficialità. Difficilmente sono riportate le specifiche di ogni ingrediente, responsabile in seguito delle preziose qualità organolettiche della bevanda. Per cui spesso è come brancolare nel buio, dubitando perfino del cosa contenga realmente quella birra. Ebbene nella birra tendenzialmente ci sono pochi ingredienti, ma tutti strettamente necessari. E’ dalla sapiente combinazione di acqua, malto, luppolo e lievito che si ricavano gusti e profumi unici, il più delle volte caratterizzati da culture, paesi e stili birrai differenti. Ciò nonostante non bisogna farsi ingannare da un numero così irrisorio di componenti, in quanto ognuno di questi ingredienti possiede alle spalle una grande diversità! Conosciamoli più da vicino cercando di capire a grandi linee cosa rappresentano per questa preziosa bevanda.

Indice

  1. L’acqua
  2. Il malto
  3. Il luppolo
  4. Il lievito
  5. Gli ingredienti della birra nel corso della storia? Sempre pochi ma essenziali!

L’acqua

L’acqua fa parte dei quattro ingredienti principali che servono per produrre birra. Si tratta però di un ingrediente spesso trascurato, specie nelle birrificazioni casalinghe, perché poco considerato. Tuttavia l’acqua nella birra è particolarmente importante e svolge alcune funzioni chimiche che rappresentano il valore aggiunto di questa bevanda.

splashing 165192 640 edited

Muovendo i primi passi nel complesso mondo dell’homebrewing, l’attenzione delle cotte iniziali è interamente focalizzata su malti, luppoli e lieviti, tralasciando come questi ingredienti si combinino tra di loro. Naturalmente l’acqua è contemplata nella cotta, ma tra i pensieri dei novizi birrai aleggia la tendenza a credere che: “un tipo di acqua vale l’altra“. Ma così non è!

Senza entrare troppo nello specifico, per questo ci sono appositi approfondimenti (clicca qui per leggerli), è sufficiente sapere che l’acqua, oltre a legare tra loro tutti gli ingredienti, incide in modo significativo sul sapore e sulla struttura della birra finita.

Ne deriva quindi che un ottimo approccio all’homebrewing è iniziare, fin da subito, a considerare l’acqua come un elemento fondamentale, prestando attenzione alla sua composizione e alla sua qualità. Caratteristiche importanti per fare già dai primi esperimenti una buona birra!

Torna all’indice!

Il malto

Il secondo ingrediente fondamentale nella birra è il malto. Responsabile del colore, sapore, schiuma e corpo, il malto deriva da un delicato processo in cui i grani di cereale (spesso l’orzo) vengono portati a germinazione. Questo processo crea gli enzimi necessari agli amidi dei grani affinché siano successivamente convertiti, attraverso gli step di birrificazione, in zuccheri fermentabili.

cereal 4217883 640 edited

Anche in questo caso senza scendere troppo nel dettaglio (clicca qui se vuoi approfondire), nell’homebrewing è fondamentale sapere che il malto si divide in due grandi famiglie. La prima denominata Malti Base è composta da cereali poco tostati utilizzati in grande quantità nelle ricette, in quanto ricchi di zuccheri fermentabili. In questa categoria si potranno trovare generalmente Malti Pale, Pilsner, Munich e Vienna.

La seconda famiglia, invece, denominata Malti Speciali è composta da cereali che subiscono una tostatura particolare e vengono utilizzati in piccole quantità in ricetta, perché poveri di zuccheri fermentabili. In questa categoria, nota per conferire alla birra colorazioni più intense, con sapori e aromi maggiormente complessi, rientrano a grandi linee Malti Arrostiti, Caramello e Amber.

Torna all’indice!

Il luppolo

Il luppolo è forse l’ingrediente più conosciuto della birra, merito anche dagli innumerevoli spot pubblicitari che giocano sulle quantità di questo prodotto un po’ come se fossimo a una lotteria. 3-4-7-10-20, i luppoli presenti in una birra, ed è meglio chiarirlo fin da subito, non hanno un numero prestabilito.

hops 3334334 640 edited

Il luppolo è il fiore della pianta rampicante Humulus Lupulus, appartenente alla grande famiglia delle Cannabaceae. Tuttavia va precisato che il luppolo non contiene sostanze stupefacenti, ma oli essenziali e resine capaci di conferire alla birra aromi e profumi unici.

Per birrifici e per l’homebrewing, in commercio ne esistono tantissime varietà, ognuna con caratteristiche specifiche e profumi straordinari. A tale proposito in ambito birraio il luppolo è distinto in due grandi categorie, suddivise secondo la concentrazione di resine e oli essenziali in cui sono racchiusi gli alfa e beta acidi.

Per l’appunto abbiamo luppoli amaricanti, noti per apportare la tipica amaricatura alla birra, e luppoli aromatici, che conferiscono aromi e delicate caratteristiche organolettiche. Fanno eccezione alcune varietà utilizzate sia per amaricare che per aromatizzare. Se vuoi approfondire l’argomento clicca qui.

Torna all’indice!

Il lievito

Il lievito è l’ingrediente che trasforma il mosto in birra. Si tratta di un ingrediente vivente, per cui è molto delicato! Sebbene oggigiorno il lievito viene riprodotto in laboratorio, perché “addomesticato”, esso si trova anche in natura con caratteristiche particolari e talvolta ingestibili.

Tralasciando la complessa parte dei lieviti spontanei (presenti in natura), i comuni lieviti per produrre birra tendenzialmente si dividono in due grandi famiglie. In particolare abbiamo lieviti ad alta fermentazione e a bassa fermentazione.

Il Lievito nella birra

I lieviti ad alta fermentazione, tipici nelle Ale, fermentano a temperature piuttosto alte (16-24 °C) e tendono a risalire sulla superficie del mosto (da qui il nome alta fermentazione). Questa tipologia di lieviti produce una grande percentuale di esteri complessi, che si convertono in una vasta gamma di sapori e profumi particolari.

Tutt’altra storia è invece per i lieviti a bassa fermentazione, tipicamente utilizzati per produrre Lager. Sono lieviti che preferiscono lavorare a temperature decisamente basse (7-15 °C) e tendono a depositarsi sul fondo del fermentatore (da qui il nome bassa fermentazione). Questa specie di lieviti è nota per produrre birre particolarmente neutre e dal sapore piuttosto pulito, con pochi esteri e maggior diacetile. Se vuoi approfondire l’argomento clicca qui.

Torna all’indice!

Gli ingredienti della birra nel corso della storia? Sempre pochi ma essenziali!

Ebbene, riflettendo su questi quattro ingredienti, l’espressione “pochi ma essenziali” rende bene l’idea sulla vera natura della birra. Una bevanda dalla storia antica e affascinante, che inizia a piantare le proprie radici già dalle remote pianure della Mesopotamia.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c
knowledge 1052010 640

Nel corso dei millenni questi ingredienti ovviamente si sono raffinati, le tecniche di birrificazione si sono ammodernate, e la bevanda è diventata più pregiata, ma la vera essenza della birra è rimasta sempre immutata.

Nata dai cereali, aromatizzata inizialmente dal gruit (antico composto a base di erbe utilizzato prima della scoperta e legalizzazione del luppolo) e fermentata dai lieviti, la birra si è distinta attraverso la storia accompagnando l’evoluzione della civiltà umana e rappresentando nei secoli anche una forma di sostentamento sicura e poco costosa.

Oggi la sua fama è esplosa, diventando un prodotto apprezzato nelle alte sfere della degustazione alcolica e rappresentando uno degli hobby casalinghi più amati di sempre. Cosa riserverà il futuro? Possiamo augurarci solo che la birra diventi sempre più buona, non discostandosi troppo dalle sue origini!

Buona birra a tutti.

BeerLife: il progetto innovativo che riscrive l’etichetta nella birra

0

Quante informazioni può rivelare l’etichetta applicata sulla birra? Tante secondo il birrificio contadino piemontese Cascina Motta, promotore del progetto BeerLife. Un’idea sviluppata in collaborazione con Tecno.food, l’Associazione degli Studenti e dei Laureati nelle Scienze e nelle Tecnologie alimentari dell’Università di Torino, e l’Accademia italiana della birra.

Scheda etichetta birra

Si tratta di un prospetto innovativo che, attraverso la tecnologia blockchain, rivela con trasparenza al consumatore tutte le informazioni relative alla birra che sta bevendo. Il sistema funziona mediante un Qrcode stampato sull’etichetta di ogni bottiglia, ma non solo! E’ possibile, infatti, utilizzare direttamente il sito web beerlife, in cui basterà inserire il codice del lotto di produzione per accedere a una dettagliata serie di dati.

Tipo di birra, colore, grado, ingredienti usati, brassatura e imbottigliamento. Sono solo alcune delle informazioni fornite sul portale che, oltre alle indicazioni sulla birra, possiede approfondimenti minuziosi sui singoli ingredienti impiegati per realizzarla.

Ma non finisce qui! Attraverso il nuovo modo di pensare a un’etichetta “narrante” nella birra, il progetto offre elementi utili per consumare la bevanda nel migliore dei modi. Sono indicate infatti temperature di servizio, proprietà organolettiche, abbinamenti consigliati e quali bicchieri utilizzare per degustare e valorizzare correttamente la birra. Sono previste perfino interessanti curiosità relative all’etimologia del marchio e alle caratteristiche strutturali dell’etichetta.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Tuttavia questo progetto va oltre la semplice voglia di sapere del consumatore. Si tratta, infatti, di un’evoluzione che incontra la passione del fare birra con l’attaccamento al territorio, il quale ostenta la genuinità di un prodotto realizzato con materie prime pregiate e coltivate in loco. Ma soprattutto è un’innovazione che dona voce a un prodotto della terra che piace e che desidera assolutamente assumere forme e colori sempre più italiani. Sarà l’inizio di un nuovo sistema che coinvolgerà tutto il mondo della buona birra? Staremo a vedere!

Buona birra a tutti.

Come servire la birra in casa: I consigli per degustarla buona come al pub!

Le dinamiche del 2020 hanno mutato stili di vita e abitudini, spingendo di fatto un numero sempre crescente di persone ad avvicinarsi all’home made. Corsi su YouTube, blog del fatto in casa e consigli della nonna sono stati in cima alle richieste di tanti autodidatta intraprendenti, cosicché pasta, pane, pizza, dolci e anche birra sono diventati oggetto di studio tra le mura domestiche. Tuttavia si sa, l’arte del fare non s’impara in un giorno oppure in un anno! E’ necessario fare pratica e prestare attenzione a quei piccoli accorgimenti che nel complesso fanno la differenza. Tra questi, un’attenta riflessione va alla qualità della birra servita al pub, un dettaglio mancato a tanti appassionati e diventato ancora più ricercato tra le mura di casa dopo la chiusura dei locali. Ebbene, come servire una birra correttamente in casa e renderla più simile all’invitante pinta del pub? Ecco i consigli per non sbagliare!

Nota bene!

Birraio Matto OK

Prima della lettura dell’articolo, ci tengo a precisare che all’interno troverete alcuni prodotti che non sono in alcun modo incentivati dai produttori. Tuttavia i link a cui si collegano, vi faranno atterrare sulla piattaforma Amazon e Hopt a cui sono iscritto come affiliato. Tale affiliazione mi riconoscerà una piccola percentuale sul vostro acquisto.

Coloro che saranno intenzionati ad acquistare qualunque prodotto inserito, lo potranno fare comodamente dal link, che vi riporterà al vostro account Amazon oppure sul portale Hopt senza nessun costo aggiuntivo e in piena sicurezza. Questo, inoltre, vi consentirà qualora avrete piacere di contribuire al progetto de “Il Birraio Matto”. Grazie a tutti coloro che lo supporteranno e buona lettura!

Indice

  1. La temperatura di servizio della birra è importante e va rispettata!
  2. Non dimentichiamo la schiuma
  3. Qualità sempre e comunque
  4. Come versare la birra in bottiglia?
  5. Come spillare e servire la birra con la spillatrice?
  6. Atmosfera: per servire una birra anche l’occhio vuole la sua parte!

La temperatura di servizio della birra è importante e va rispettata!

La temperatura è un aspetto importante nella birra, che inizia dalla produzione e prosegue per tutta la maturazione e il servizio. Sorvolando sul processo di produzione e maturazione, abbondantemente trattati su questo portale, per temperatura ideale di servizio della birra s’intende una condizione termica capace di offrire al meglio le diverse proprietà organolettiche della bevanda.

bicchiere con brina

La temperatura di servizio è in grado di mostrare la vera essenza della birra e i relativi equilibri, e proprio per questo motivo è importante rispettarla. Un esempio? Servire la birra a una temperatura più elevata, rispetto a quella ottimale, potrebbe evidenziare la parte dolce e morbida della struttura organolettica, tralasciando il complesso amaricante del luppolo.

Differentemente invece, servire una birra a una temperatura inferiore potrebbe interferire con l’armoniosità strutturale della bevanda, accentuandone durezza, acidità e amaro.

Va detto però, che non esiste una regola precisa per determinare la temperatura di servizio ottimale della birra, in quanto subentrano diverse variabili in gioco. Nella maggior parte dei casi è bene affidarsi sempre alle indicazioni del produttore e scegliere dei prodotti che abbiano seguito correttamente la catena del freddo.

Gli accorgimenti per la giusta temperatura di servizio

Tuttavia ci sono alcuni accorgimenti sulla temperatura che, in via generale, non guastano mai e posso giovare a servire correttamente una birra in casa.

Un dettaglio importante che va considerato è il grado alcolico della birra. Maggiore sarà il grado alcolico e più alta dovrà essere la temperatura di servizio. Per gradi compresi tra 4 e 7 %vol, la temperatura ottimale di servizio rientra tra 5 e 9 °C. Per gradi alcolici superiori, la temperatura di servizio adeguata aumenta e dovrà essere uguale o maggiore a 10 °C.

Altro fattore che influenza la temperatura di servizio è il colore. Tendenzialmente le birre con tonalità più scure (stout, porter, ecc…) sono maggiormente apprezzabili a temperature più alte. Tali condizioni termiche esaltano i sentori tostati e affumicati dei malti, per cui è consigliabile mantenersi su temperature superiori ai 10 °C. Del tutto differenti invece, sono le birre dal colore più chiaro (pilsner, blanche, ecc…) che esprimono il meglio di se con gradi decisamente più bassi.

A incidere sulla temperatura di servizio della birra è anche il fattore ambientale. A tale proposito, in posti caldi, è consigliabile servire la birra in bicchieri più piccoli e raffreddare la bevanda 1-2 gradi sotto la temperatura consigliata. Questi accorgimenti manterranno una temperatura tendenzialmente costante ed eviteranno che la bevanda subisca un rapido scambio termico con l’ambiente circostante, modificando così parte delle sue caratteristiche organolettiche.

Torna all’indice!

Come si versa la birra nel bicchere?

Non dimentichiamo la schiuma

boccale con schiuma

Si tratta dell’orgoglio di tanti homebrewers, in particolare quando si presenta densa e persistente. La schiuma ha il fondamentale compito di preservare la birra dall’ossidazione e garantire i delicati equilibri organolettici. Eppure spesso la sua formazione viene trascurata o peggio ancora si fa di tutto affinché non si presenti. Tuttavia evitando la formazione della schiuma, la maggior parte dell’anidride carbonica presente nella birra verrà ingerita e si scioglierà a contatto con gli acidi dello stomaco, producendo una spiacevole sensazione di gonfiore.

Detto ciò, la schiuma, oltre che essere bella e caratteristica in alcuni stili con i classici “merletti di Bruxelles“, è segno di una birra di buona qualità. Ciò nonostante per favorirne la sua formazione e persistenza, è necessario che il bicchiere sia assolutamente pulito e della giusta forma, ma soprattutto è fondamentale saper versare bene la birra.

Lava bene il bicchiere

La pulizia del bicchiere è fondamentale per servire una birra saporita, intensa e generosa di schiuma persistente. A tale proposito esistono alcuni accorgimenti per garantire una pulizia impeccabile:

  • Prima di utilizzare il bicchiere, anche se quest’ultimo fosse già pulito, è bene sciacquarlo con acqua fredda. Questo raffredderà le pareti del bicchiere, evitando lo shock termico del prodotto, e favorirà la corretta formazione e persistenza della schiuma;
  • Assicurarsi che il bicchiere sia perfettamente sgrassato (se il bicchiere con la birra è pieno di bolle all’interno, significa che quest’ultimo non è perfettamente pulito). Anche un piccolo residuo di sostanze grasse nel bicchiere o sopra i suoi bordi vanificherà la formazione della schiuma. Un risciacquo subito dopo l’uso semplificherà la pulizia per i successivi utilizzi;
  • Evitare la lavastoviglie. Sebbene le alte temperature con cui la lavastoviglie tratta bicchieri e piatti, il lavaggio in questo elettrodomestico potrebbe non garantire un’azione sgrassante adeguata. Il motivo è legato al lavaggio domestico, in cui si tende a mischiare stoviglie con sughi e altri composti grassi che potrebbero finire sul bicchiere. Inoltre è consigliabile favorire l’asciugatura del bicchiere all’aria, semplicemente capovolgendolo.

Utilizza il bicchiere giusto

bicchieri vari

L’utilizzo del corretto bicchiere è fondamentale affinché la birra esprima tutte le potenzialità organolettiche e si presenti nel migliore dei modi. Infatti il bicchiere oltre che favorire la formazione della schiuma, preservatrice di tutti gli aromi, possiede l’importante funzione di esaltare le qualità visive della bevanda. Tuttavia ogni stile è diverso e ogni birra si presenta in modo differente, per cui la scelta del giusto bicchiere potrebbe rappresentare un problema.

A tale proposito una prima distinzione, che consente a grandi linee di individuare il corretto bicchiere, riguarda il tipo di fermentazione della birra. Le birre a bassa fermentazione prediligono bicchieri alti e stretti. Questo accorgimento ridurrà al minimo la parte esposta all’aria, preservando di fatto la componente aromatica di queste birre molto profumate.

Le birre ad alta fermentazione, grazie alla loro corposità e robustezza, richiedono bicchieri più arrotondati e svasati. Inoltre il particolare tipo di vetro favorirà lo scambio termico, accentuando le qualità della schiuma e dei profumi.

Le tipologie dei bicchieri

I bicchieri oggigiorno in commercio sono differenti. Alcuni richiamano forme molto originali, altri invece riesumano antiche tradizioni vicine a culture particolarmente devote alla birra. Tuttavia per degustare una birra in casa, apprezzandone a pieno tutte le qualità sensoriali, non sarà necessario possedere uno Stivale o uno Yard in credenza, ma basterà semplicemente affidarsi a forme più comuni e funzionali.

Pinta
Pinta

Tra le forme più comuni sicuramente rientra la Pinta, un bicchiere indicato per Ale Inglesi dalla forma conica e una sottile bombatura vicino al bordo, utile per contenere la schiuma e favorire la cream.

Un altro grande classico è il Boccale. La forma robusta e il vetro spesso preservano la temperatura della birra, mentre la superfice larga e liscia mette in bella mostra il perlage di questa bevanda. La scelta del  boccale si dimostra azzeccata in birre con una carbonatazione scarsa o media come le Pale Ale.

Biconico
Biconico

Altra forma comune è la Coppa, un bicchiere semisferico che consente alla schiuma di avere un livello piuttosto contenuto, ma di preservare ed esaltare comunque gli aromi della birra. Questa particolare forma è perfetta per dare importanza a birre complesse, strutturate e dall’aroma robusto, come quelle d’Abbazia e le Strong Ale Belghe.

Molto conosciuto è il Biconico, dalla forma semplice e simpatica. La sua particolare fisionomia allungata che va a chiudere sul bordo, da una parte agevola la formazione della schiuma e dall’altra fa si che questa si disperda rapidamente. Indicato per birre Kölsch, Altbier e Pils Belghe.

Per altri dettagli sui bicchieri, dai un’occhiata all’articolo dedicato cliccando quì!

Torna all’indice!

Qualità sempre e comunque!

Tra i tanti dettagli a cui prestare attenzione nel servire correttamente una birra in casa, la qualità della bevanda non è un compromesso a cui bisogna scendere! Si tratta di un particolare poco considerato, specie dai meno esperti, in quanto capita di pensare che una birra sia uguale all’altra.

Non esiste affermazione più sbagliata! Ogni birra è diversa e come tale possiede caratteristiche differenti. Ci sono birre più alcoliche (non le doppio malto, quella è un’altra storia), altre più luppolate, altre ancora dagli accenni acidi oppure dalla struttura particolarmente complessa. Inoltre, come se non bastasse, a queste categorie si aggiunge l’eccellenza e la ricercatezza nei dettagli di produzione e delle materie prime, disegnando di fatto un prodotto unico e pregiato.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Insomma se decidiamo di bere una birra in casa cercando di trovare l’alter ego alla classica pinta del pub, servita in modo impeccabile, è doveroso scegliere bene e coccolarsi con una bevanda qualitativamente superiore. Lasciate perdere le marche commerciali e le birre industriali. L’artigianale è un altro mondo!

A tale proposito potete dare un occhiata al vasto assortimento di Hopt, il più grande e-commerce di birre al mondo.

Torna all’indice!

Come versare la birra in bottiglia?

A questo punto abbiamo la giusta birra, refrigerata in modo impeccabile e pronta per essere versata nel bicchiere perfetto. Ma qual è il modo corretto di versare e servire una birra in bottiglia tra le mura domestiche?

birra versata dalla bottiglia al bicchiere

Ebbene per versare in modo corretto una birra in bottiglia e godere interamente delle sue qualità, nonché produrre la giusta quantità di schiuma, basterà seguire 5 semplici regole:

  1. aprire la bottiglia in posizione verticale;
  2. versare la bevanda su un lato del bicchiere inclinandolo di 45 gradi;
  3. raggiunta la capienza di 3/4 del contenitore, fermarsi e riportare il bicchiere i posizione verticale;
  4. agitare delicatamente la bottiglia con movimenti rotatori in modo da muovere eventuali lieviti sul fondo (azione indicata per birre artigianali, che non vengono pastorizzate e filtrate);
  5. rabboccare il bicchiere con la birra rimanente in bottiglia.

Torna all’indice!

Come spillare e come servire la birra con la spillatrice?

L’idea di rivivere tra le mura domestiche l’armonia di un pub ha contribuito a coniugare il rituale della spillatura di una buona birra alla comodità di berla in casa. Per fare ciò esistono delle apposite macchine, che ricreano e concentrano il complesso impianto di spillatura presente al pub in un unico accessorio.

Ne esistono di marche e prezzi differenti, tuttavia è bene prestare attenzione alle caratteristiche essenziali del macchinario al fine di degustare una birra spillata a regola d’arte.

Tra i sistemi di erogazione della birra domestici più diffusi sicuramente va ricordata la Philips Perfect Draft, la H.Koenig BW1880 e la Krups Loft Edition. Troverete maggiori informazioni sui modelli cliccando quì oppure nella parte del sito dedicata ai Consigli per gli acquisti, mentre per i fusti, Hopt possiede un ricco assortimento con le migliori marche in commercio.

Tuttavia è bene precisare che la spillatura, per quanto semplice essa sia, attraverso l’impiego di queste macchine, va effettuata con la giusta tecnica. A tale proposito esistono tre principali modalità di spillare una birra, ognuna di esse legate alle culture in cui nasce questa bevanda. Le modalità tengono conto in particolare dei diversi livelli di saturazione di CO2 (quantità di anidride carbonica presente nella bevanda), differente tra birre tedesche, anglosassoni, belghe e olandesi.

Spillatura Tedesca

spillatura tedesca

La tecnica di spillatura Tedesca, conosciuta anche come spillatura tradizionale, si effettua riempiendo il bicchiere in tre step. Impiegata per eliminare i gas in eccesso aggiunti per motivi di conservazione e di spillatura, si presta perfettamente per servire birre tedesche da bere con poca frizzantezza. Per spillare la birra con questa modalità, è necessario:

  1. inclinare il bicchiere a 45° e far scendere la birra lungo la parete. Quando la birra raggiungerà il livello di 3 dita, il bicchiere va raddrizzato e riempito finché la schiuma non raggiunge il bordo;
  2. In seguito bisognerà attendere qualche minuto affinché la schiuma si compatti, per poi spillare nuovamente la birra prestando attenzione che la schiuma non superi il bordo del bicchiere;
  3. Attendere qualche altro minuto affinché la schiuma si compatti nuovamente ed effettuare l’ultimo step di spillatura creando la “cresta” o “corona” finale.

Spillatura Irlandese

spillatura irlandese

Conosciuta anche come spillatura legale, la tecnica Irlandese tipica nelle birre anglosassoni dalla bassa carbonatazione, si caratterizza per l’utilizzo di una miscela a base di azoto (spinge la birra fuori) e anidride carbonica (mantiene la frizzantezza), che ne preserva gusto e proprietà. In questa spillatura si utilizza un particolare beccuccio con cinque microfori, che genera un’emulsione unica dal cappello di schiuma densa e persistente. Per spillare la birra con questa modalità, è necessario:

  1. inclinanre il bicchiere a 45° riempiendolo per tre quarti;
  2. lasciare in seguito decantare per 2 minuti;
  3. terminare la spillatura rabboccando il bicchiere.

Spillatura Belga e Olandese

Spillatura Belga e Olandese

Conosciuta anche come spillatura dinamica, nella tecnica belga e olandese, il bicchiere è riempito in una sola versata. In questa modalità di spillatura, l’immancabile strumento tipicamente presente nella cultura di questi paesi è il gobelet, ovvero il taglia-schiuma. Per degustare la birra con questa spillatura è necessario:

  1. aprire la spina e versare la prima goccia di birra fuori dal bicchiere, che dovrà essere bagnato con acqua fredda;
  2. inclinare a 45° il bicchiere, per poi raddrizzarlo in base alla schiuma che si formerà;
  3. una volta che la schiuma arriverà al bordo e fuoriuscirà, si chiude il rubinetto e si allontana il bicchiere;
  4. attraverso il taglia-schiuma si elimineranno le bolle più grandi e in eccesso al fine di compattare la schiuma stessa.

Vuoi acquistate il tuo gobelet? Lo trovi cliccando quì!

Torna all’indice!

Atmosfera: per servire una birra anche l’occhio vuole la sua parte!

atmosfera pub

A questo punto non manca più nulla. Abbiamo la birra perfetta versata e servita in modo impeccabile. Tuttavia alla degustazione ideale manca un piccolo particolare. Ebbene, la birra va degustata in un ambiente confortevole, perché anche l’atmosfera contribuisce ad acutizzare le sensazioni percepite.

Un esempio? Al pub l’illuminazione, il sottofondo e la temperatura ambientale non sono un caso. Tutto è armonizzato per esaltare la degustazione della birra, creando di fatto una certa “intimità” con la bevanda.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Spesso è un dettaglio trascurato, ma, il più delle volte, l’armonia che si crea tra birra, bicchiere e servizio è il particolare che in casa fa davvero la differenza. Provare per credere!

Buona birra a tutti.

Budweiser: 644 bottiglie destinate ai portieri che hanno preso gol da Messi!

0

Giusto qualche settimana fa, Lionel Messi ha celebrato l’ennesimo record, realizzando ben 644 gol con la maglia del Barcellona. Ebbene, a immortalare l’evento e magari fare qualche brindisi ci pensa Budweiser, l’azienda produttrice della celebre Lager “Bud” e sponsor da Settembre del calciatore. Per l’occasione l’azienda realizza 644 bottiglie in edizione limitata, ognuna delle quali numerata e spedita al relativo portiere battuto da Messi.

Lionel Andrés Messi Cuccittini, classe 87′, giocatore sia della nazionale argentina che del Barcellona, è uno dei calciatori più forti di sempre.

Paragonato spesso al connazionale Diego Armando Maradona, nel corso della sua carriera calcistica e in particolare con la maglia del Barcellona (con la quale si è aggiudicato 34 titoli) Messi è il giocatore più decorato della storia del club spagnolo.

Tanti i titoli vinti col Barça. In particolare si contano: 10 Campionati Spagnoli, 6 Coppe del Re, 8 Supercoppe Spagnole, 4 Champions League, 3 Supercoppe UEFA e 3 Coppe del Mondo per Club. Tuttavia alla già lunga lista di trofei vanno aggiunti anche i premi personali, tra cui: 2 volte Pallone d’Oro (2009-2019), 4 volte Pallone d’Oro FIFA (2010-2011-2012-2015) e 2 volte Man’s Player of the Year (2011-2015).

Nel 2013 invece, viene inserito nella migliore formazione calcistica di tutti i tempi, stilata dalla prestigiosa rivista inglese World Soccer.

Vincitore di altri gloriosi premi, dal 2007 fa parte della FIFA FIFPro World XI, che lo ha inserito per ben 12 volte nella squadra dell’anno dell’European Sports Media (ESM).

Stesso merito anche per la Squadra dell’Anno UEFA, premio annuale assegnato dall’Unione delle Associazioni Calcistiche Europee, che lo ha selezionato per 11 volte.

Fonte Wikipedia

5ff864a91a8c14448e7f8e0c
Birre goal Messi

Ritornando all’iniziativa della Budweiser, c’è da precisare che l’idea non riguarda solo Lionel Messi col suo personale record di 644 reti realizzate con un solo club, ma coinvolge anche i 160 portieri che, con grande sportività e ironia, hanno condiviso il loro “tapiro” sui Social.

Tra questi c’è il grande Gianluigi Buffon, nuovamente tra le file della Juventus, che con un Tweet replica: “Grazie per le birre. Lo prenderò come un complimento”.

Birre destinate anche a Jan Oblak, portiere dell’Atletico Madrid, che di gol da Messi ne ha presi 10. Con un Tweet scrive: “Non mi piace mai prendere gol, ma la sfida di fermarti tira fuori il meglio anche dai portieri“.

Sulla lista dei destinatari pure Kepa, portiere basco attualmente al Chelsea, che subì gol da Messi quando era all’Athletic Bilbao. Su Twitter s’immortala con le sue bottiglie della Budweiser numero 523 e 542 ringraziando e complimentandosi con l’argentino per la strabiliante impresa.

Buona birra a tutti.

Wassail: l’hot punch all’inglese italianamente rinominato birra brulé!

Sapore complesso e spiccata nota aromatica dolcemente strutturata, capace di risvegliare teneri ricordi legati al Natale e sentori tipici dei dolciumi speziati appena sfornati. Non stiamo parlando di biscotti o chissà quale altra leccornia, ma di deliziose bevande calde davvero molto speciali. L’esempio per eccellenza in questa particolare categoria di preparati è sicuramente il rinomato e piacevole vin brûlé (o mulled wine), letteralmente vino bruciato, caratteristico delle zone montane italiane e dell’Europa centrale. Tuttavia il vin brûlé non è l’unica bevanda capace di rifocillare con gusto nelle giornate più fredde. Esiste infatti una versione decisamente “differente” che al posto del vino utilizza la birra. Si tratta dell’antico Wassail, una bevanda ampiamente consumata nel periodo natalizio dell’Inghilterra medievale che, arrivando fino ai giorni nostri, è stata italianamente ribattezzata birra brulé. Vediamo dunque come preparare il particolare hot punch tra i fornelli di casa!

Indice

Wassailing: dall’antica usanza pagana inglese alla piacevole birra brulé

Il Wassailing era un’antica tradizione natalizia tipica dell’Inghilterra medievale che prende il nome dalla coppa del Wassail, in cui veniva riposta e consumata in grande quantità una bevanda calda a base di birra o sidro con spezie e mele tostate. Il termine deriva dall’antico norvegese ves heill e dall’antico inglese wes hal, che letteralmente significa sii in buona salute oppure sii in buona fortuna.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

Dalle tante sfaccettature, la festa folkloristica inglese del Wassailing aveva tendenzialmente due varianti. La prima consisteva nella visita in casa durante i dodici giorni del Natale. Si trattava di un periodo in cui delle giovani donne (le ragazze del Wassail), vestite con ghirlande e nastri, andavano di porta in porta cantando e offrendo da bere dalla ciotola del Wassail in cambio di doni. E’ una pratica tutt’ora esistente, ma in gran parte sostituita dai canti di Natale.

Wassail! Wassail! All over the town,
Our toast it is white and our ale it is brown;
Our bowl it is made of the white maple tree;
With the wassailing bowl, we’ll drink unto thee.

Wassailling Song, cantata la notte di Capodanno, nel Gloucestershire

La seconda variante consisteva invece nella visita ai frutteti, in cui gli abitanti delle campagne del West Country inglese cantavano e bevevano fra i meleti durante la dodicesima notte che concludeva il periodo natalizio e coincideva col giorno dell’Epifania oppure il 17 gennaio, data della “Vecchia Dodicesima Notte“. Questo rituale secondo la tradizione pagana serviva per garantire il raccolto e il tempo della semina nell’anno successivo.

mele

Anche questa pratica è sopravvissuta nel corso dei secoli, e viene tutt’oggi celebrata nei meandri occidentali del Somerset e Gloucester del Regno Unito. Ma cosa ne rimane dell’antica bevanda?

La ricetta trascritta più tradizionale è riferita al Lambs Wool, tradotto “lana di agnello“, a base di birra speziata o sidro e mele cotte, che risale al 1633. Tuttavia una sommaria descrizione della ricetta è racchiusa anche in una poesia di Robert Herrick, poeta inglese ed esponente della scuola dei Poeti cavalieri, intitolata “TwelfeNigth” o “King and Queene“, pubblicata per la prima volta nel 1648.

Next crown a bowl full
With gentle lamb’s wool:
Add sugar, nutmeg, and ginger,
With store of ale too;
And thus ye must do
To make the wassail a swinger.

Robert Herrick (1648)


Oggigiorno la particolare bevanda, regina del Wasseling, si prepara come un punch caldo decisamente speziato. Nel corso degli anni la ricetta ha subito diverse variazioni rispetto all’originale, attraverso l’utilizzo di differenti spezie che ricordano ovviamente l’atmosfera natalizia. Tuttavia, come nel Medioevo, la birra o sidro di mele è una costante che rimane e deve assolutamente primeggiare!

Torna all’indice!

Birra brulé, la ricetta per realizzarla tra i fornelli di casa

La ricetta per realizzare l’antica bevanda del Wasseling, italianamente ribattezzata birra brulé, prevede una birra tendenzialmente alcolica, spezie varie e mele. Consigliata come bevanda rifocillante nelle giornate fredde, è particolarmente indicata anche come digestivo e punch da meditazione.

Scegliere la giusta birra, nella praparazione, è importante tanto quanto l’impiego delle corrette spezie. E’ fondamentale infatti valutare la parte amara della birra, che non deve risultare troppo intensa. A tale proposito sono indicate birre dall’alto tenore alcolico e dal sapore particolarmente maltato come le Malt Liquor, Marzen, Porter e Belgian Ale. Tendenzialmente vanno bene anche le birre Lambic, acidule e al contempo equilibrate dai toni dolci della frutta.

Gli ingredienti del Birra brulé

spezie natalizie

Di seguito la ricetta rivisitata per realizzare in casa la birra brulé per 6 persone:

  • 1 l di birra;
  • 300 ml di succo di mela. In alternativa è possibile utilizzare 3 mele fuji tagliate e inserite in pentola;
  • 1 limone bio. Si utilizzerà il succo e la scorza;
  • 1 arancia bio. Si utilizzerà il succo e la scorza;
  • 100 g di zucchero di canna. In alternativa è possibile utilizzare 30 g di miele;
  • 5 g di zenzero in polvere;
  • 3 fiori di anice stellato;
  • 5 g di noce moscata grattugiata;
  • 6 chiodi di garofano;
  • 2 stecche di cannella.

Torna all’indice!

La preparazione

  1. In una pentola versare il succo di mela, il succo di limone e d’arancia con le relative scorze;
  2. Dopo 5 min di cottura a fuoco lento, aggiungere birra, zucchero o miele, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano, anice stellato e stecche di cannella. Mentre si mescola il tutto delicatamente a fuoco lento, bisognerà prestare attenzione affinché il preparato non arrivi a ebollizione!
  3. Servire caldo filtrando il composto da tutte le aggiunte e comunque prima che quest’ultimo raggiunga il bollore (5-6 min di cottura circa dall’aggiunta della birra).

N.B.: in caso si utilizzino le mele tagliate a cubetti, saltare il punto (1). Le aggiunte andranno fatte in contemporanea all’inserimento della birra in pentola, mescolando il preparato a fuoco lento e facendo sempre attenzione affinché non raggiunga il bollore.

Utilizzare come guarnizione una fettina di arancia o di mela!

Buona birra a tutti.

Birra Prêt-à-Manger: ricette e abbinamenti a cura de Le Donne della Birra

0

Da sempre oggetto di grandi abbinamenti, la birra è anche l’ingrediente speciale che spesso viene utilizzato in gustose e sofisticate ricette. Una consuetudine accolta con tanti consensi, che ha incentivato i più fantasiosi a cimentarsi ai fornelli sperimentando piatti innovativi e particolati. A tale proposito, arriva Birra Prêt-à-Manger, l’e-book gratuito dell’Associazione Le Donne della Birra.

Logo le donne della birra

Birra Prêt-à-Manger è l’e-book realizzato dall’Associazione Le Donne della Birra in collaborazione con Libricette.eu, la prima libreria web dedicata ai ricettari da cucina. All’interno una raccolta di ricette studiate per promuovere la conoscenza della birra e, in particolare, per valorizzare il suo utilizzo in cucina e in tavola.

“Migliorare la conoscenza della birra nel nostro Paese è sempre stato uno degli obiettivi principali della nostra associazione fin dalla fondazione – dichiara Elvira Ackerman, presidente dell’Associazione Le Donne della Birra. Grazie a questa iniziativa, diamo la possibilità a tutti coloro che amano la spumeggiante bevanda di scoprirne l’utilizzo in cucina e abbinare lo stile alla giusta ricetta al fine di poter apprezzare e degustare al meglio ognuna delle 25 birre delle nostre socie”.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

“Abbiamo scelto di pubblicare quest’opera digitale in un momento molto difficile, a ridosso del Natale 2020, in piena emergenza Covid – indica Paola Uberti, fondatrice di Libricette.eu -. Con grande consapevolezza, ma anche con speranza e fiducia, lo offriamo a voi appassionati di buona birra e di cucina di qualità affinché sia un piccolo ma potente segno di resistenza nonché un seme gettato nella terra della rinascita”.

Birrifici e Ricette in Birra Prêt-à-Manger

Le Donne della Birra è l’Associazione che riunisce e valorizza le donne operanti nel settore brassicolo, diffondendo e migliorando la conoscenza della birra di qualità. Per l’occasione sono 25 i birrifici al femminile chiamati in causa e 25 le birre che hanno permesso la realizzazione di 25 piatti esclusivi.

In particolare nell’e-book ritroveremo le birre di: 5+, Barba d’Oro, Birra del Parco, Birrificio dell’Etna, Birra Carrù, Cittavecchia, Dulac, La Spezia Brewing Company, Garlatti Costa, Gloria Mundi, Gravità Zero, Hop Us Est, Ibeer, Il Gaggiolino, Isola, Birra La Dama, Lara, La Taverna del Vara, Low Land Brewery, Picara, Pitanbeer, Rhodense, Turris, Zago e dell’azienda di importazione Squillari.

Copertina Birra Prêt-à-Manger

Ogni birra poi è diventata l’ingrediente di originali ed esclusive ricette realizzate da 7 blogger famose nel settore. Nello specifico ci sarà il tocco personale di:

  • Monica Benedetto (unapadellatradinoi.com);
  • Silvia De Luca (silviapasticci.it);
  • Rosa Del Gaudo (Folletto Panettiere);
  • Fernanda Demuru (Il Leccapentole e le sue Padelle);
  • Anna Giudice e Giovanna Lombardi (Cuoche Clandestine);
  • Monica Martino (bionutrichef.it).

Bloggers coordinate da Paola Uberti, progettatrice di Birra Prêt-à-Manger e fondatrice di Libricette.eu.

Birra Prêt-à-Manger è scaricabile gratuitamente sul portale Le Donne della Birra e da Libricette.eu. Inoltre l’e-book è accompagnato da una serie di dirette online dal 29 dicembre 2020 al 2 febbraio 2021. In questi appuntamenti ogni birraia insieme alla relativa blogger presenteranno birra e ricetta.

Buona birra a tutti.

Dolce e birra: la fusione perfetta avviene a Reggio Calabria con PetrAle!

Nasce a Reggio Calabria l’incontro perfetto tra l’arte pasticcera e la maestria brassicola, che accosta alla tradizione dolciaria reggina la cultura creativa della birra d’oltre confine. L’idea deriva della collaborazione tra Davide Destafano, titolare della famosa Gelateria Cesare, e Demetrio Crea, mastro birrario del Brewpub Artigianale Indipendente Gli Sbronzi. Maestri della propria arte hanno dato vita a una birra davvero speciale, con lineamenti dolci e accenni speziati decisamente unici. Ottenuta dal connubio tra i malti inglesi e gli ingredienti dei famosi Petrali del territorio reggino, arriva la birra di Natale PetrAle!

PetrAle, la birra dal cuore dolce che simboleggia il Natale reggino

PetrAle degli Sbronzi è una birra d’ispirazione inglese ad alta fermentazione, che rientra nell’insolita categoria delle Pastry Stout, ovvero birre dalla base classica (Imperial Stout o Imperial Porter) alla quale si aggiunge in cotta una serie d’ingredienti spesso dolci e zuccherini. 

Dalle particolari tonalità scure, con una schiuma generosa e persistente, PetrAle è caratterizzata da una struttura organolettica alquanto complessa. E’ una birra piuttosto bilanciata e dal finale secco, a cui si abbraccia un grado alcolico importante di 9,8 %vol. L’utilizzo del tradizionale dolce natalizio di Reggio Calabria, realizzato con pasta frolla e ripieno di frutta secca, cacao, caffè, mandarini e canditi, avviene in ricetta, impiegando la parte biscottata durante l’ammostamento e il ripieno in fase di bollitura.

petrale in article
Dolce e birra: la fusione perfetta avviene a Reggio Calabria con PetrAle! 56

L’iniziativa in origine prevedeva la degustazione della birra appena spillata e servita all’interno del Brewpub, tuttavia il Covid-19 ha irrimediabilmente mutato il progetto. Infatti questa Pastry Stout dovrà essere bevuta forzatamente a casa attraverso il servizio a domicilio. Ma niente paura! La birra verrà spillata al momento dell’ordine e proposta in una speciale lattina, che manterrà sapori e aromi inalterati fino a 5/6 giorni dalla chiusura.

5ff864a91a8c14448e7f8e0c

La nuova birra potrà essere reperita sia al Brewpub Gli Sbronzi che alla Gelateria Cesare, posta all’ingresso del chilometro più bello d’Italia. Acquistando la birra al Brewpub, in omaggio una coppetta di gelato al gusto petrale. Ordinando invece una vaschetta di gelato da 1,5 kg in cui è presente il gusto petrale, presso la Gelateria Cesare, in omaggio una lattina da 500 ml.

Fonte StrettoWeb

Buona birra a tutti.

Seguici sui Social

759FansLike
1,173FollowersFollow
337SubscribersSubscribe