Il Natale è una festa molto importante che coinvolge grandi e piccini. Se per i più piccoli l’evento natalizio è anche sinonimo di regali sotto l’albero, per i più grandi è una buona occasione di serate piacevoli e bollicine nel bicchiere. In Italia per l’appunto, terra di vini pregiati e gastronomia eccelsa, non può di certo mancare il ricorrente brindisi con lo spumante. Ma se tra i bicchieri di cristallo invece di un buon vino ci fosse una birra di Natale? Non è follia! Di birre speciali ne esistono a bizzeffe, di conseguenza non poteva mancare quella appositamente pensata per questo momento di tradizione e convivialità.
Indice
- La birra di Natale, uno stile che non è un vero e proprio stile
- La birra di Natale in Italia
- Considerazioni
La birra di Natale, uno stile che non è un vero e proprio stile
Con la crescita della cultura brassicola, anche l’Italia ha conosciuto la birra di Natale. Contrariamente a quanto si pensi, questo prodotto non rappresenta uno stile di birra, bensì una grande tipologie di birre che concedono libero arbitrio all’estro creativo del birraio. Tuttavia il BJCP, giusto per avere un’indicazione nei diversi concorsi di degustazione, colloca le Christmas Beers nella grande famiglia delle Winter Seasonal Beer, cioè birre invernali che non possono essere considerate un vero e proprio stile.
Detto ciò, è bene chiarire fin da subito che la birra di Natale non è l’ultima tendenza del moderno successo birraio. Questa birra speciale ha radici lontane e ben radicate, al punto che nei paesi dediti all’arte birraia viene considerata un simbolo e un rito improrogabile del periodo natalizio.
Ad oggi uno dei paesi più annoverati nella produzione di Christmas Beers, e non solo, è senza ombra di dubbio il Belgio, che identifica queste specialità con l’appellativo fiammingo Kerstbier. Corpose e ben speziate con frequenti note di cannella, zenzero, cumino, miele e noce moscata, si accompagnano perfettamente ai dolci tipici del Natale, inoltre grazie alla loro complessità organolettica e al forte carico alcolico si fanno apprezzare anche come un piacevole dopo cena.
Tra le proposte più rilevanti del mondo delle Christmas Beers belge ovviamente va ricordata la Stille Nacht di De Dolle, la Pere Noel di De Ranke, l’Avec Les Bons Voeux di Dupont e la Canaster di Glazen Toren. Ma potremmo parlare anche di Corsendonk Christmas della Corsendonk, di Kerst Pater Christmas del Brouwerij Van Den Bossche, di Gouden Carolus Noel della Brasserie Het Ankere e davvero tante altre.
Un po’ di storia…
L’origine delle Christmas Beers si colloca indicativamente nel lontano Medioevo, un periodo di grande evoluzione birraia in cui la birra era qualcosa in più di una semplice bevanda. Le prime produzioni riconducibili a queste birre erano denominante lambswool (letteralmente lana di agnello a causa della tipica schiuma che producevano), preparate con mele arrostite, miele, noce moscata e zenzero.
Questa tradizione inoltre sembrerebbe essere legata a quella del Wassaling, un’antica festa folcloristica del Natale inglese in cui veniva servita la coppa di wassail. Si trattava di una specie di vin brulè che alla base poteva avere anche birra o sidro, a cui venivano aggiunte mele arrostite e diverse spezie che gli conferivano un aroma molto pronunciato.
La birra di Natale in Italia
In un paese da sempre legato ai vini, primeggiare per la birra non è di certo una cosa così scontata. Tuttavia tra vini rari e spumanti pregiati, anche lo Stivale ha iniziato un timido approccio alla particolarità delle birre di Natale.
Sempre più reperibili rispetto a qualche anno fa, ottimi esempi di Christmas Beers italiane sono la 25 dodici 2016 di Birra del Borgo, la Venticinque/25 del Piccolo Birrificio Clandestino, la Nöel Chocolat del Birrificio Baladin e la Krampus 2009 del Birrificio del Ducato. Ovviamente le proposte italiane sono davvero tante, e il merito va fondamentalmente ai diversi microbirrifici artigianali. E’ grazie a queste piccole realtà birraie che la cultura italiana si è congiunta a quella di una tradizione secolare.
L’incontro tra i due mondi non ha potuto che giovare alla particolarità delle Christmas Beers, le quali onorando la tradizione nordica hanno abbracciano metodiche di affinamento più vicine alla consuetudine enologica nostrana. Un esempio di questo strabiliante connubio sono le pregiatissime birre di Natale, le quali attraverso una maturazione in botti di legno impreziosiscono i propri sapori e aromi regalando un viaggio sensoriale unico.
Considerazioni
La birra di Natale ha un mondo decisamente a parte, che si discosta dai canoni comuni. Un mondo a cui cittadine come Essen hanno dedicato intere ricorrenze, come il grande Kerstbier Festival. Ma i paesi nordici non sono i soli a onorare tale specialità. Anche l’Italia ci mette del suo con l’introduzione di diversi appuntamenti, solitamente celebrati a dicembre, che da nord a sud della penisola omaggiano la birra di Natale, come il weekend d’Imbersago vicino Lecco.
Benché le feste e le varie ricorrenze rievocano il grande motore conviviale che ruota intorno a queste specialità, è giusto anche rispettare le Christmas Beers come dei veri e propri cimeli della civiltà.
Nel corso dei secoli si sono caratterizzati per sapore e aroma, risultando strutturalmente complesse e speziate. Si sono e continuano a distinguersi anche per il corpo, particolarmente corposo, e il grado piuttosto pronunciato (6-14 %vol). Tuttavia la vera essenza di queste birre potrebbe andare gradualmente in declino, a causa di stravolgimenti che potrebbero discostarsi dal tradizionalismo di questa bevanda.
Succede infatti che il massiccio uso delle tipiche spezie su cui l’aroma delle Christmas Beers ruota da sempre, potrebbe non rappresentare più un pilastro della ricetta. Il perché? Semplicemente a causa della grande voglia d’introdurre la novità, mutando di fatto le radici di queste birre.
Inoltre anche il grado alcolico, requisito che distingueva le Christmas Beers, non è così atteso. Il tutto è dovuto ancora al desiderio commerciale di emergere e distinguersi, introducendo di fatto una “triste” costante che potrebbe portare queste birre a una statica normalità.
Certe eredità del tempo vanno custodite e riprodotte nel rispetto della cultura che le ha coniate. Delle volte modificarle o stravolgerle, non fa altro che delineare una malinconica perdita d’identità!
Buona birra a tutti