E’ da un po’ che se ne parla e i mesi passati, caratterizzati da uno stile di vita rivoluzionario e proibitivo, sono stati la conferma. La birra è cambiata e con essa anche l’approccio degli italiani verso questa bevanda, in particolare prima, durante e dopo il periodo del lockdown. E’ quanto emerge dalla ricerca dell’Istituto Piepoli commissionata dall’Osservatorio Birra. Uno studio che rivela come gli italiani, memori da una situazione piuttosto difficile, stiano riconquistando la socialità sempre più incentrata sulla passione verso la birra.
Birra e socialità: per gli italiani è il nuovo simbolo dello stare in compagnia
La socialità per gli italiani è un argomento alquanto delicato. Mutata drasticamente dagli eventi drammatici del Covid-19, responsabili di veri e propri disastri economici e medici, oggigiorno il saluto, l’abbraccio e qualsiasi altra manifestazione di convivialità sono diventate azioni lontanissime, che purtroppo in un modo o nell’altro condizionano inevitabilmente la nostra quotidianità.
Eppure il sociale è un necessità innata, scritta nel genoma umano. Un bisogno che vede in quei piccoli e semplici momenti d’incontro e condivisione l’evolversi di un benessere fisico e mentale. Non sono un caso infatti le diverse iniziative avviate durante il lockdown, con serenate tra balconi e incontri virtuali con un semplice brindisi che il più delle volte aveva come protagonista la birra!
Come conferma la ricerca dell’Istituto Piepoli, commissionata dall’Osservatorio Birra, la birra è stata una preziosa compagna nei lunghi ed estenuanti mesi del lockdown, riuscendo a creare socialità anche quando la socialità sembrava un lontano ricordo. Per questo la birra si aggiudica la Palma d’Oro di bevanda socializzante per eccellenza, e a pensarla così è 1 italiano su 2 (48%). Un risultato sorprendente che batte di fatto bevande simbolo della convivialità tricolore come il caffè (preferito solo dal 14% degli intervistati).
Ma attenzione, la birra sorpassa anche il vino rosso (10%), lo spumante (8%) e il vino bianco (5%). Si tratta dunque di una nuova tendenza, quella emersa dallo studio realizzato dall’Istituto Piepoli “La birra specchio della socialità dal pre al post Covid-19“. Una ricerca effettuata su un campione di 1000 italiani dai 18 ai 64 anni, che offre un chiaro monito sulle ultime abitudini del nostro Paese.
La nuova normalità
Lo studio sottolinea inevitabilmente l’importanza della socialità, fondamentale per 8 italiani su 10, ma il 70% degli intervistati riconosce che niente sarà più come prima e che lo stare con gli altri andrà riconquistato nella più totale sicurezza. Una riconquista che caratterizzerà la “nuova normalità” con rigide indicazioni a cui bisogna attenersi, e che la gran parte degli italiani ha già recepito. Mai senza mascherina asserisce il 65% degli intervistati, attenzione alla giusta distanza (52%) e incontri all’aperto (19%).
Questi prevedono inoltre un forte impatto di regole ferree soprattutto nei locali al chiuso (39%). Mentre il 30% degli intervistati pensa di risolvere il problema selezionando gli amici e restringendo la cerchia di quelli che incontrano con maggiore frequenza. Ma nonostante le incognite del presente, per tutti o almeno per una gran parte di loro (93%), anche in futuro, ci sarà sempre lo spazio per godersi, in sicurezza ovviamente, una birra in compagnia.
Uno pensiero che palesa la forza conviviale di questa bevanda e che relativamente da poco l’Italia ha iniziato ad apprezzare. Ma nonostante la breve vicinanza con la birra (rispetto ai paesi a cultura birraia) il cambiamento sociale non si è fatto attendere. Un mutamento così intenso da portare gli italiani a vedere nella birra un nuovo simbolo di socialità, tramutando di fatto il classico e italiano “ne parliamo davanti un caffè” a “prediamo una birra insieme“.
Un cambiamento non solo sociale ma anche culturale
Il cambiamento sociale legato alla birra non è l’unica novità che si sta radicando nello stile di vita italiano. Poco alla volta si stanno modificando quei pilastri, un tempo considerati insormontabili, della cultura popolare italiana. Simboli importanti che per anni hanno rappresentato l’accoppiata perfetta, come il vino a tavola o l’amaro nel dopo cena.
L’emergenza Covid-19 ha spostato obbligatoriamente il baricentro della socialità, che ruota attorno a una birra, tra le mura domestiche. Il 65% degli italiani ha ovviamente aumentato i consumi in casa, mentre il restante 35% (di cui il 51% ha tra i 24 e i 30 anni) continua a preferire la degustazione fuori casa. Ma va anche detto che durante questi mesi di fermo totale, gli italiani hanno preferito bere birra in famiglia (64%), rispetto alla condivisione tra amici (23%) e in solitudine (13%).
Sebbene il Coronavirus non abbia cambiato l’approccio consapevole e responsabile degli italiani verso la birra, ha sicuramente evidenziato la diversa concezione di questa bevanda tra i pasti. La cena (74%) e il dopocena (19%) sono le occasioni di consumo preferite negli ultimi mesi, ma crescono anche il pranzo (10%) e l’aperitivo (14%).
Un accostamento al cibo, specie nel fuori casa, non più ridimensionato al solito luogo comune della birra perfetta solo in pizzeria (46%). Difatti la si preferisce anche al ristorante (30%). Subito dopo non mancano ovviamente pub (29%), bar (27%) e altre tipologie di locali (10%).
La solita birra? Macché, piacciono anche le speciali legate al territorio!
Durante i mesi di lockdown, la birra è stata la nuova scintilla della socialità negli italiani. Ma ciò che stupisce è l’apprezzamento di birre completamente differenti dai canoni imposti per anni dalle grandi multinazionali. 1 italiano su 3 ha provato nuove birre, con la scoperta di un piacevole universo legato alla territorialità.
Le birre preferite dagli italiani rimangono sempre le chiare classiche (79%). Tuttavia oggi le speciali non dispiacciono più, facendo di fatto riscontrare una preferenza del 44%, rispetto al 30% dei mesi di chiusura in casa.
Ma cosa può aver incentivato questa nuova voglia di scoprire birre “alternative”? Per il 46% degli italiani (di questi quasi il 60% è rappresentato dai più giovani) i mesi d’isolamento hanno aumentato la voglia di “evasione”, appagata anche attraverso la degustazione di birre regionali e legate al territorio.
Il Covid-19 dunque non ha fermato la “Primavera della birra”, cioè la voglia di sperimentare gusti, stili e tipologie di questa bevanda millenaria che negli ultimi anni ha visto ampliare la base di consumatori e consumatrici nel nostro Paese. C’è da dire comunque che parliamo di un settore in continua evoluzione, reattivo e funzionante! Un settore proiettato alla “scoperta” della nuova normalità, il quale valorizzando tante realtà locali ha incentivato l’espressione di territori e comunità oppure ha offerto nuove proposte e formati.
In conclusione ci soffermiamo sulle parole di Marino Niola, antropologo della contemporaneità. “La birra è la bevanda sociale, da secoli simbolo di amicizia e condivisione. Da che mondo è mondo, dove c’è birra c’è fermento e dove c’è fermento c’è convivialità, la base stessa della civiltà.“
“Se in antichità il consumo di questa bevanda era legata a momenti di esaltazione rituale, – continua Niola – nei secoli il suo vissuto si è evoluto come fattore di benessere quotidiano, di amicizia, di apertura all’altro. È per questo in fondo che viene considerata sacra. Perché bevendola insieme si celebra il legame sociale. Ecco perché, con la modernità, diventa la bevanda democratica, quella dei lavoratori, degli amici, dei compagni che condividono la fatica ma anche il riposo, lo svago, la festa.”
Buona birra a tutti.