Dopo l’avvio della particolare fase 2, tra qualche giorno riapriranno anche quei locali che fino a questo momento sono stati serrati. A ricevere il via libera dal Governo ci sono anche pub e birrerie, che attraverso i dovuti protocolli di sicurezza, potranno rifocillare la sete “disperata” di tanti appassionati del boccale. La delicata riapertura, tanto sognata durante il lock down, è stata oggetto di particolari ipotesi, le quali essendo un misto tra fantascienza e realtà hanno destato non poca incertezza in gestori e clienti. Per dare una concreta soluzione al problema, l’Inail ha dato le disposizioni che dovranno garantire la sicurezza nei locali. Ma come in altre circostanze la teoria spesso differisce dalla pratica. E nonostante le buone intenzioni per limitare al minimo le possibilità di contagio da Covid-19, i gestori di pub e birrerie potrebbero avere ripercussioni sul loro delicato lavoro e sull’agognata riapertura.
Per avere un’idea chiara, sulle condizioni in cui si trova questo importante settore della filiera brassicola, abbiamo voluto dar voce a chi sta dietro al bancone e da anni accompagna il cliente verso la degustazione della birra. A tale proposito abbiamo coinvolto alcuni locali, geograficamente distanti, chiedendo loro di fare il punto sulla situazione con le necessità di chi vive la birra. Tra i gestori aderenti troviamo: “La Baita Mussoi” di Belluno, “Glenduff House irish pub” di Reggio Calabria e “Bulldog ale house – Birreria” di Cosenza.
Indice
- Cosa ne pensate delle regole imposte sulla riapertura dei pub?
- Avranno ripercussioni sul vostro lavoro?
- Saranno davvero utili?
- I clienti si potranno sentire al sicuro?
- L’anima del pub ruota attorno al bancone. Il rapporto col Publican, che aiuta nella scelta della birra, sarà come prima?
- Faresti modifiche alle disposizioni governative in merito?
- Considerazioni
Una domanda delicata, che incontra la voglia di ripartire all’applicazione dei protocolli di sicurezza. La Baita Mussoi afferma: “il pensiero che ho sulle regole imposte è quello di molti miei colleghi. Siamo a pochi giorni dalla riapertura ed ancora non abbiamo in mano un regolamento chiaro che ci possa aiutare a ripartire con più serenità.
Abbiamo sentito mille discussioni ma le linee guida sono molto molto restrittive, tanto che sentendo in giro, più di qualche attività non aprirà lunedì 18. Le spese saranno le solite… forse maggiori! Considerando gli aumenti che ci toccheranno con i d.p.i. e tutti i vari detergenti utili a farci lavorare in sicurezza”.
Considerazione simile arriva anche dal Glenduff: “Condivido l’importanza del distanziamento sociale per esigenze sanitarie, però un’attività come la nostra che si basa sulla socialità è fortemente penalizzata sotto molti punti di vista. Noi ci siamo adeguati, abbiamo eliminato molti tavoli e tutti i posti al bancone, sanificato, acquistati prodotti e presidi di protezione individuale, sperando che la situazione attuale sia transitoria e possa essere seguita dal ritorno alla normalità”.
Naturalmente anche dal Bulldog ale house confermano le incertezze dei colleghi, precisando: “Per come abbiamo sempre vissuto il pub, non sono penalizzanti ma di più! Con ciò non voglio dire che non bisogna attenersi alle regole, che faranno sentire il cliente tranquillo e tutelato, ma alla lunga questo non può essere un modo di lavorare. Questo può essere solo un inizio per metterci nuovamente in moto.
Il take-away non serve, l’asporto fino ad un certo punto. Noi dobbiamo proporre il prodotto, dobbiamo parlare col cliente. Noi abbiamo bisogno del contatto col cliente, altrimenti sarebbe superfluo il nostro lavoro. Le birre devono essere proposte e spiegate. Questo è il nostro lavoro! Queste linee sono penalizzanti perché se è vero quello che si dice sulla distanza, diventa problematico.
In particolare per un piccolo locale significherebbe avere pochissime persone all’interno e questo comporterebbe buttare anni di sacrifici perché non ‘ce la si fa’! Per fortuna adesso con la bella stagione c’è la possibilità delle sedute all’esterno, ma è impossibile pensare di lavorare, pulire, sanificare e allo stesso tempo avere poco personale. Perché non possiamo permetterci l’aiuto dei nostri collaboratori”.
Avranno ripercussioni sul vostro lavoro?
La risposta ovviamente non lascia spazio alle immaginazioni. Da La Baita Mussoi dicono: “Avremo sicuramente ripercussioni. Il numero molto restrittivo di clienti per poter lavorare, avrà come primo impatto un calo importante degli incassi giornalieri. Senza scordare che tali ripercussioni oltre a toccare il publican, toccheranno anche le varie figure di collaboratori che in un pub ci lavorano. La diminuzione dei contratti di lavoro, sarà una conseguenza che per qualche tempo ci accompagnerà in giornate dove i titolari resteranno nei loro locali ancora più ore di prima”.
“Le ripercussioni sono devastanti – dicono dal Glenduff – personale dimezzato, incassi dimezzati per non dire ridotti ad un quarto, tasse e spese di gestione che comunque restano da pagare. Noi cerchiamo di tenere duro per le nostre famiglie e per quelle dei nostri dipendenti, ma spesso abbiamo pensato di chiudere definitivamente. Ciò che ci fa andare avanti è sapere che molti dei nostri clienti aspettano con ansia la riapertura!“
Il Bulldog ale house puntualizza: “Le ripercussioni si possono già quantificare! Si arriverà al 20-30% del fatturato medio. Questi mesi sono mesi importanti. La gente avrebbe avuto più voglia di uscire e bere birra, quindi per noi sono problemi! Le utenze vanno avanti, gli affitti ci sono, il credito d’imposta è un palliativo. Serve liquidità e se non la tieni ti indebiti? Tutto il settore è in crisi, ma dobbiamo essere positivi. Dobbiamo pensarlo per i sacrifici spesi. Non possiamo pensare che tutti i sacrifici fatti vadano buttati via in pochi mesi!”
Saranno davvero utili?
Tra le titubanze dei diversi gestori, dal Bulldog ale house affermano: “chi non ha mai fatto questo lavoro, non può sapere la difficoltà nell’avere spazi ridotti e al tempo stesso poco personale. Ci sono tante cose che non possono andare! Bisogna tutelarsi, ma già il solo lavorare con mascherina e guanti in un locale che magari non può accendere l’aria condizionata, è un’impresa!
Potrebbero essere anche dicerie, ma in un locale con tante macchine che mandano calore è dura. Ovviamente la sanificazione e le altre precauzioni del caso devono essere fatte, ma con praticità lavorativa, altrimenti si rischia d’incombere in delle sanzioni!
Perché la cosa che ci fa più paura non sono tanto la sanificazione, ma le spese che ci hanno messo addosso in un momento in cui non stiamo lavorando. In un momento in cui non si lavora, si può chiedere ad un’attività che non ha guadagnato niente, di spendere soldi? Non dico che queste precauzioni non vanno attuate, ma aiutateci magari con contributi a fondo perduto. E’impensabile far gravare tutto e subito sulle nostre spalle ancora prima che l’attività riapra. Per noi le spese sono tante!”
I clienti si potranno sentire al sicuro?
“I clienti saranno sicuramente, ed ancora più di prima, messi nella condizione di poter usufruire dei nostri servizi. – Dicono da La Baita Mussoi – Sentendosi più al sicuro, anche rispetto a pochi mesi fa, grazie alle maggiori attenzioni sulla sanificazione degli ambienti.“
Dal Glenduff, precisano: “Mi sento di rassicurare i nostri clienti abituali e anche chi non ci conosce ancora, sulle nuove norme da seguire! Noi ci abbiamo messo tutto l’impegno possibile per rendere il Glenduff un posto sicuro per loro e per noi. Non sarà come prima ma almeno ci saremo. Sarà necessario prenotare e ma ci saremo già dalle ore 20.”
Anche dal Bulldog ale house massima attenzione per i clienti, che comunque dovranno riprendere la quotidianità: “Purtroppo ci dovremmo convivere con questo virus, dovremmo avere le dovute precauzioni ma bisognerà continuare a vivere. Anche psicologicamente dopo un lungo periodo a casa.
Dobbiamo tornare a vivere nei modi opportuni e non rimanere chiusi in eterno. Il virus purtroppo c’è e va tenuto sotto controllo, ammenoché non scoppi un’altra ondata di contagi. Ma fino a quando il ritorno alla normalità sarà possibile, bisognerà cercare di andare avanti e voltare pagina.
Attualmente col take-away non ci fanno lavorare sui tavoli, e la gente va a consumare sulle panchine pubbliche. Alla riapertura ci sarà più sicurezza nell’andare in un locale, che sulla panchina all’aperto. L’igiene e la sicurezza che ci saranno in un locale, sono di gran lunga superiori a qualsiasi luogo pubblico”.
L’anima del pub ruota attorno al bancone, il rapporto col publican che aiuta nella scelta della birra sarà come prima?
“Andranno riviste sicuramente le misure di vicinanza al cliente. – Precisano da La Baita Mussoi – La mancanza al momento del bancone (fondamentale!!!) porterà via un po’ di magia, che si crea spesso quando ci si ferma al banco e magari si assaggia una nuova birra che il tuo publican ti descrive con sentimento. Ma sicuramente troveremo nuove metodi per coinvolgere la nostra clientela, e farli sentire parte di una ‘famiglia’!“
Nessun dubbio per il Glenduff: “Anche se distanziati, manterremo vivo il rapporto col cliente, aiutandolo nelle scelte e consigliandolo. Così come facevamo prima!”
Un rapporto 50 e 50 per il Bulldog ale house, che precisa: “Come prima forse non proprio! La famosa chiacchiera al bancone o il rapporto tra publican e cliente sarà più difficile. Perché il bancone è il cuore del pub ma allo stesso tempo è il punto più ravvicinato col cliente. In questo ci sarà una barriera, ma ci sarà sempre gente che avrà voglia d’interagire, e questa è la forza che ci da la voglia di andare avanti ed investire.
A volte ad esempio porti una birra solo perché c’è quel cliente che te la chiede. Non voglio dire che questo rapporto sarà estromesso, ma il rapporto publican-cliente sarà più macchinoso. Sarà comunque dovere nostro provare a far sentire sicuri i clienti e farli tornare, perché la paura c’è!”
Faresti modifiche alle disposizioni governative in merito?
La Baita Mussoi guarda anche oltre lo stato attuale: “Non ho titoli di studio per poter dire quali modifiche apporterei nel nuovo decreto che ci troveremo davanti. Certo da sognatore mi piacerebbe avere almeno la possibilità di usare i posti a sedere per intero. Magari senza persone in piedi, ma ci sarebbe la possibilità di avere almeno la metà delle persone e ricominciare con un po’ più di serenità. Prima della chiusura per qualche giorno avevamo già messo le distanze tra i tavoli, e non dico che si lavorasse a pieno, ma consentiva di fare almeno un lavoro discreto.
Allo stato attuale potremmo incassare molto meno della metà, e locali tipo il mio avrebbero un calo del 65% delle sedute. Troppe per pensare di ripartire fiduciosi fino in fondo! Fiducioso lo sono invece per i mesi che verranno. Questo tempo per me non è stato di lamentele solamente, ma anche di nuovi progetti importanti avviati e di ore di studio per poter sistemare al meglio anche la mia preparazione lavorativa! Tutto questo, credo diventerà un motivo per vedere al futuro con il sorriso”.
Per il Bulldog ale house invece, le disposizioni dovrebbero aggiustare un po’ il tiro: “Sicuramente modificherei la distanza. Già ad un metro sarebbe diverso, ma 4 metri sono folli. Così facendo, i piccoli locali che sono di 40-50 metri quadrati, sarebbero costretti a lavorare con 2 tavoli. Sarebbe come un fallimento pilotato! Purtroppo bisogna conviverci col virus, e fare il possibile per contenerlo, ma se ci viene chiesto di lavorare così è come se ci venisse chiesto di chiudere la saracinesca.
Oltre al distanziamento, che non può essere così estremo, si dovrebbe pensare anche alla sanificazione dei locali igenici dopo ogni utilizzo. E’ impensabile pulire dopo ogni persona che utilizza il bagno. Se ci sono 20 persone che bevono birra e che quindi usano il bagno, andremmo più a pulire che a servire birra! Chi ha scritto questo non ha fatto mai un lavoro del genere.
Magari si potrebbe pensare di pulirlo più volte al giorno, ma a queste condizioni ci vorrebbe del personale solo adibito ai servizi igienici. Anche le persone ad un tavolo. Se vengono 4 amici e hai un tavolo da 8, puoi non dargli la seduta insieme quando magari arrivano praticamente abbracciati? Se c’è un contagio è già in atto!
Anche per il termo-scanner che dovrebbe controllare la temperatura, in caso di problemi, puoi fermare tutto e avvisare chi di dovere? Naturalmente noi ci adegueremo alle disposizioni, però sono imposizioni troppo tassative. La birra è un piacere, e non puoi togliere la comodità nel berla. Bisogna adeguare le disposizioni a questo lavoro!”
Considerazioni
Come premesso, in tante situazioni la teoria differisce dalla pratica. Nonostante la salvaguardia della salute, che dev’essere sempre al primo posto, si dovrebbe cercare di mettere in atto delle disposizioni che siano strettamente correlate al modus operandi della situazione. L’obiettivo è sicuramente contenere l’emergenza sanitaria in atto, ma anche ridare fiducia alle persone nel riprendere (in sicurezza) la propria quotidianità.
Ma la salvaguardia della salute non può discostarsi dal buon senso di ogni cittadino. Se da una parte lo Stato dovrebbe tutelare la salute comune, dall’altra ogni singolo individuo dovrebbe fare la propria piccola parte. La prevenzione non dev’essere pretesa solo da chi ci mette le tasche e investe i sogni di una vita! La cura e il giudizio sono prerogative che devono esserci ancor prima di andare al locale. Ma anche in questo caso, come in altre circostanze, rialzeremo la testa e brinderemo con gioia!
Buona birra a tutti.