La birra è una bevanda dalle mille sfumature. Mai scontata, nonostante la veneranda età, si è contraddistinta per la moltitudine di sapori e profumi generati dalle diverse varietà di malto, luppolo e lievito. Tuttavia l’arrivo della “Primavera della Birra”, il numero di bevitori sempre più attenti ed esigenti, complesse strategie di marketing e la continua ricerca dell’unicità gustativa hanno favorito la nascita di caratteri organolettici differenti e talvolta impensabili, alcuni dei quali fondati su ingredienti non proprio appetitosi. Si tratta di birre particolari, che hanno fatto della stranezza estrema e qualche volta nauseabonda un punto di forza per competere (si fa per dire) con la tipicità dei sapori di sempre. Ma quali sono gli azzardi gustativi pensati sulle birre protagoniste di sapori insoliti e stravaganti?
Indice
- Birre particolari o stranezze? Quando l’impensabile diventa realtà
- Birre con ingredienti animali
- Birre con ingredienti di scarto animale
- Birre con affinità umane
- “Si può fare!”
Birre particolari o stranezze? Quando l’impensabile diventa realtà
Facendo zapping, capita spesso d’imbattersi in curiosi programmi TV di vario genere. Tra i tanti, uno dei più forti e stravaganti, che trattano della parte occulta dei sapori, è senza dubbio il famoso talk show “Orrori da Gustare” condotto dal temerario Andrew Zimmern.
Ebbene, in questo programma il conduttore va alla ricerca di sapori strani, figli di culture lontane, caratterizzati da ingredienti non proprio appetitosi. Si mangia di tutto, senza pensare troppo a cosa o chi contraddistingue il piatto!
Ovviamente questo shakeraggio di sapori non si è limitato solo ed esclusivamente al cibo, ma ha coinvolto anche il mondo della birra, rimarcando per l’ennesima volta la grande varietà di questa bevanda.
Tuttavia non si tratta della solita diversificazione con cui spesso la birra ha disegnato nuovi e raffinati sapori utilizzando specie di malto, luppolo o lievito esclusivi. Questa volta parliamo per l’appunto di ingredienti particolarmente alternativi, capaci di forgiare birre decisamente strane e particolari!
Birre con ingredienti animali
Si tratta di un ambito brassicolo odiato da vegani e vegetariani, spesso oggetto di critiche e manifestazioni, che prevede l’uso di parti animali come ingrediente speciale di alcune birre. L’ispirazione di questi birrifici arriva dalle usanze del luogo in cui producono oppure da idee nate per lasciare il segno. In entrambi i casi la sperimentazione ha permesso l’utilizzo d’ingredienti che mai si sarebbe pensato d’inserire nella ricetta di una birra.
Rocky Mountain Oyster Stout
L’idea d’ingredienti animali nella birra iniziò come la bufala di un famoso pesce d’aprile, orchestrato a regola d’arte da un birrificio della contea di Denver in Colorado. Tuttavia la burla si trasformò presto in realtà!
Il birrificio Wynkoop Brewing Company (autore dello scherzo) per non deludere le aspettative degli appassionati più temerari, dopo la bufala, decise d’immettere sul mercato una birra che avesse come ingrediente “non segreto” i testicoli di toro.
La Rocky Mountain Oyster Stout è un richiamo all’esclusivo spuntino occidentale a base di testicoli di toro fritti. Soprannominata “la birra in scatola” è venduta in confezioni da due (riferimento puramente casuale). Ogni barile di birra è realizzato con più di 11 kg di testicoli di toro arrostiti e successivamente affettati. Si presenta di un marrone intenso e un aroma torrefatto di cioccolato e caffè. Al gusto invece è robusta e leggermente viscosa.
HValur 2
Sempre per rimanere in tema, come non citare le produzioni del birrificio islandese Steðja? Si chiamano Sùrhvalur (versione acida) e HValur 2 (versione tradizionale).
Sono birre particolari realizzate con testicoli di balena comune, che richiamano la tradizione islandese e la sua tristemente nota mattanza di cetacei. Un’orrenda e storica usanza protagonista di non poche polemiche e contestazioni da parte di associazioni ambientalistiche che proteggono questi mammiferi purtroppo in via d’estinzione.
Pig Porter
Sempre per quanto riguarda l’anatomia animale e gli orrori da gustare, va anche ricordata la particolare birra che utilizza le ossa affumicate del Mangalitsa, una razza di maiale reale dal pelo lungo, nero e riccio. L’autore della Pig Porter, premiata nel 2011 come migliore birra sperimentale al Great American Beer Festival, è il Right Brain Brewery, un birrificio del Michigan negli Stati Uniti d’America.
E’ una birra sicuramente non per vegetariani, che richiama la tradizionale cultura americana legata ai grandi barbecue. Il particolare ingrediente, che subisce uno speciale trattamento di affumicatura, conferisce alla birra un intenso sapore affumicato con sentori di cioccolato, ma senza l’utilizzo dei tradizionali malti tostati.
Dock Street Walker
Si prosegue con un omaggio alla celebre serie The Walking Dead che tratta della cruenta convivenza tra zombie ed essere umani. Dal birrificio di Philadelphia, il Dock Street Brewing Company, arriva una birra il cui ingrediente speciale è un cervello di capra affumicato immesso direttamente in fase di mash.
La Dock Street Walker, una American Pale Stout ribattezzata ironicamente come “la birra più intelligente che tu abbia mai bevuto“, è una produzione dal gusto morbido e cremoso, arricchita da note terrose e mirtilli che conferiscono acidità e un tocco di “sanguinamento”. Il cervello di capra, che subisce un trattamento di affumicatura, conferisce le particolari e ricercate note affumicate.
Birre con ingredienti di scarto animale
L’incubo delle birre particolari e strane naturalmente non si ferma a testicoli, cervelli e chissà quali altri orrori. La follia brassicola si è spinta fino all’utilizzo di caffè “alternativi”, che permettono al palato di scoprire sapori del tutto diversi. L’epoca della classica tostatura e macinatura dei semi di Coffea è ormai superata! Infatti il caffè utilizzato da questi “innovatori” della birra ha provenienze molto differenti rispetto al classico chicco.
Kopi Loewak De Molen
E’ il caso del caffè derivato dalle feci del Luwak, zibetto simile alla mangusta che produce il caffè più pregiato al mondo. Il Kopi Luwak (circa 800 € al kg) è un particolare tipo di caffè indonesiano, ricavato dalla digestione parziale delle bacche di caffè defecate.
Dal costoso Kopi Luwak, derivante purtroppo dal triste sfruttamento del piccolo mammifero, prende l’idea il micro-birrificio olandese Brouwerij de Molen. La realizzazione si chiama Kopi Loewak De Molen, una Coffee Imperial Stout aromatizzata al caffè, con scontate note tostate e leggeri sentori floreali.
Kono Kuro
Se l’idea di una birra al caffè realizzata dalle feci del piccolissimo Luwak sembra inverosimile, che dire di una prodotta dagli escrementi del grandissimo l’elefante!
La copia del Molen, in versione rivisitata, arriva dal birrificio giapponese Sankt Gallen. La Coffee Stout realizzata dai nipponici usa come ingrediente particolare il Black Ivory, un costoso caffè prodotto dalle bacche defecate e non completamente digerite dai pachidermi thailandesi. La Kono Kuro, prodotta in edizione limitata nel 2013, è andata letteralmente a ruba!
Fenrir nr 26
Dal caffè defecato alle feci utilizzate come combustibile è un attimo! Le stranezze continuano col birrificio islandese Borg Brugghus. La proposta scandinava è la Fenrir nr 26, una Smoked IPA di 6 %vol, realizzata con malto affumicato attraverso il letame di pecora.
Ispirata alla mitologia norrena, Fenrir è un terrificante lupo scelto per uccidere il dio Odino durante gli eventi di Ragnarök, lo scontro finale tra le potenze della luce e quelle delle tenebre e del caos, in cui il mondo intero venne distrutto e completamente rigenerato. Ma sfortunatamente per il lupo la missione non andò a buon fine, in quanto venne ucciso da Viðarr figlio di Odino.
La Fenrir nr 26 è una birra dai sentori agrumati di pompelmo e un amaro deciso, arricchita da un carattere unico derivante dallo stravagante processo di affumicatura.
La spina… dal cervo!
Dopo le feci, utilizzati nei modi più fantasiosi possibili, c’è un altro macabro ingrediente sulla lista dei mastri birrai più eccentrici del mondo della birra, ovvero lo sperma di cervo.
La birra allo sperma di cervo è un’idea realizzata dal Choice Bros Brewing e servita al The Green Man Pub di Wellington in Nuova Zelanda.
Secondo il titolare, che la propone alla spina, è una birra dall’ottima schiuma e dalla piacevole cremosità simile al cioccolato. Una birra, che secondo il Publican Shannon Elvy, è dedicata a tutti coloro che vorranno celebrare l’addio al celibato!
Birre con affinità umane
Dopo gli ingredienti di origine animale, utilizzati per realizzare prodotti non semplici da definire, è la volta delle birre particolari oppure orrori da gustare (definitelo voi) di origine umana. Ovviamente non si troveranno birre da film horror, ma dei prodotti che hanno stretta correlazione con l’essere umano e non perché queste siano state realizzate dalla mano dell’uomo.
Beard Beer
Tra le proposte più interessanti di quest’ambito c’è sicuramente la produzione del birrificio Rogue Ales di Newport, negli Stati Uniti. La Beard Beer, soprannominata birra barbuta, è prodotta con i peli della barba del mastro birraio John Maier.
Ma che sapore potrebbe conferire la barba alla birra? In realtà nessuno! La barba, infatti, è l’innesco della fermentazione di questa birra, in quanto il lievito cresce proprio sui peli del sig. Maier.
La Beard Beer è una Pale Ale da 5,6 %vol, dalla “folta” schiuma bianca e sentori fruttati che si bilanciano perfettamente all’amaro dei luppoli.
The Order of Yoni
Naturalmente per la parità dei sessi, non poteva mancare la birra dal tocco femminile. Non trattandosi di barba come per il sig. Maier, si è usato dell’altro stratagemma per imprimere charme e femminilità tra le bollicine di questa birra.
Si tratta della produzione del birrificio The Order of Yoni, una birra a fermentazione spontanea. La Sour Ale è fermentata da un lactobacillo della flora vaginale, derivante, dopo l’attenta selezione, dalla modella Alexandra Brendlova. Oltre all’ingrediente bizzarro, la ricetta prevede anche l’utilizzo delle chips di rovere trattate col cognac.
“Si può fare!”
Come spesso ribadito nella birra, sia la modernità che l’innovazione sono sempre ben accette, ma delle volte il nuovo può seriamente sconvolgere. Lo spirito avventuriero di tanti birrifici e mastri birrai che, nel produrre birre strane e particolari, si spingono oltre l’immaginario dovrebbe fare davvero riflettere.
Il fare birra è un arte nobile, che nella sua storia centenaria ha rappresentato vita e spensieratezza. Tuttavia se la ricerca all’unicità del gusto, unitamente al business, è sinonimo di mattanze, torture e soprusi verso gli animali, come se rappresentassero l’elisir perfetto da sorseggiare, probabilmente c’è qualcosa che non va! Probabilmente qualcosa è sfuggito di mano. Forse, sarebbe stato meglio rimanere fermi al malto e al luppolo tradizionali.
E’ l’incontro tra il gusto e il ponderato che fa la differenza tra una birra e una grande birra!
Buona birra a tutti.
Incredibile. Bellissimo ed interessantissimo articolo birraio. Il check ad Alexandra Brendlova è d’ obbligo a questo punto. Cheers
Grazie ☺